L’equitazione unisce la passione per lo sport alla classe. Lo sa bene Evelina Bertoli, ex talento del pentathlon moderno, in cui si è laureata campionessa d’Italia junior nel 2004 e nel 2005. Evelina è figlia d’arte e nipote di Ranieri di Campello, creatore dei Pratoni del Vivaro in provincia di Roma, noto impianto della storia italiana dello sport equestre. Lei stessa nel settembre del 2022 ha disputato un Campionato del Mondo su quel terreno tanto familiare.
Oggi l’amazzone delle Fiamme Azzurre compete nella categoria singolo e si è raccontata a Calcio Femminile Italiano in un’intervista per la rubrica Un Caffè Con…
Ciao Evelina, cosa ti ha spinto inizialmente verso l’equitazione e come si è sviluppata nel tempo la tua passione per questo sport?
“Sono nata in una Famiglia di appassionati e praticanti equitazione, mio nonno fece le olimpiadi di Berlino e fu presidente della Federazione Italiana Sport Equestri. Quindi mi sono letteralmente ritrovata in mezzo ai cavalli. Da piccola la passione non era così forte ma con il tempo mi sono totalmente innamorata dei cavalli e dell’equitazione”.
Puoi descrivere il tuo viaggio come atleta, dalle tue prime esperienze con i cavalli fino a dove sei oggi?
“Da piccola ho avuto una formazione a 360 gradi. Ho iniziato con i ponies, ho praticato anche il volteggio. Poi sempre con i ponies mi sono dedicata più specialmente alla disciplina del completo ed ho partecipato ai miei primi campionati Europei all’età di 14 anni. Una volta passata sui cavalli ho avuto un’ottima carriera giovanile con 2 medaglie europee e un titolo tricolore da Juniores ed uno da Young Rider. A livello senior ho fatto un po’ fatica i primi anni ma con perseveranza e con l’aiuto del mio Tecnico Stefano Brecciaroli sono riuscita ad arrivare ai Campionati del Mondo nel 2014. Negli ultimi anni ho partecipato ad un altro Mondiale (2022) due campionati Europei e molte Coppe delle Nazioni”.
Dal pentathlon moderno agli sport equestri, quali differenze ci sono tra le due discipline? E quali preferisci tra le due?
“Sono entrambe due discipline molto complete. Sicuramente il pentathlon è molto più fisico, forse meno stressante psicologicamente e senza ombra di dubbio uno sport con più “spirito di spogliatoio”. L’equitazione è uno sport molto individuale ed il lavoro dietro al cavallo è 24 ore su 24”.
Come stabilisci un legame forte e una fiducia reciproca con la tua cavalla, Fidjy des Melezes, e che ruolo gioca la comunicazione nel tuo rapporto con lei?
“Monto questa cavalla da 5 anni. L’ho comprata appena prima dell’arrivo del Covid, quindi i primi mesi abbiamo avuto modo di conoscerci bene senza andare in gara. Siamo cresciute insieme, è combattente come me ma sa anche essere coccolosa”.
Prima partecipazione in assoluto ai Giochi Olimpici. Quali sono le tue sensazioni e quali sono i tuoi obiettivi?
“Per ora andiamo avanti con la preparazione. La cavalla sta entrando in forma e faremo del nostro meglio per arrivare al top a luglio. Ovviamente fino a quella data nulla è certo. Se potremo difendere i colori italiani a Parigi realizzerò uno dei miei più grandi sogni e cercherò di essere protagonista”.
La redazione di Calcio Femminile Italiano ringrazia Evelina Bertoli per la disponibilità e le augura un sincero in bocca al lupo per le Olimpiadi di Parigi!