Dopo le recenti dichiarazioni shock di Lisa De Vanna al Daily Telegraph, la Federcalcio Australiana ha aperto un’inchiesta interna sui presunti casi di molestie, sessuali e non, denunciati dalla calciatrice. L’ex attaccante della Fiorentina ha infatti coraggiosamente accusato alcune vecchie compagne di squadra per averla bullizzata, vessata ed ostracizzata a lungo.
La sua versione è stata successivamente avvalorata dalle testimonianze dell’ex allenatrice, Rose Garofano, e di altre giocatrici quali Elissia Carnavas e Rhali Dobson. Al fianco della De Vanna si è subito schierato Antonio Cincotta, suo tecnico durante l’avventura con la maglia della Viola. In un post su Instagram, l’attuale condottiero della Sampdoria Women ha innanzitutto ricordato ed elogiato la grande sensibilità della stella australiana.
“Ho conosciuto ed allenato Lisa De Vanna ed abbiamo vissuto dei bei momenti insieme!“, ha esordito il mister lombardo sul suo profilo social, “È una persona che mi ha colpito molto anche per l’affetto, la sensibilità e la capacità di strappare sempre un sorriso alle giovani e a tutto lo staff“.
Il ritratto della calciatrice mostra dunque una persona solare e semplice che comportamenti vergognosi di gente malata e disturbata hanno fatto soffrire a lungo e in silenzio. Nonostante ciò, grazie alla sua capacità di non mollare e al coraggio di denunciare, sarà possibile dare la caccia a questi criminali ed impedire che altre ragazze subiscano angherie tanto subdole ed umilianti.
Non si tratta però, purtroppo, di un episodio isolato nel vasto panorama sportivo australiano. Negli ultimi tempi, infatti, è aumentato il numero di denunce simili da parte di alcune ginnaste, giocatrici d’hockey e nuotatrici.
Il caso più eclatante è stato quello di Madeline Groves, nuotatrice che ha rinunciato alle Olimpiadi di Tokyo 2020 dopo aver denunciato molestie ed umiliazioni, specialmente sulle più giovani, da parte di membri dello staff.
Anche in questo caso, la sua versione ha trovato riscontro nelle testimonianze di altre atlete, nonché in spregevoli precedenti che avevano interessato la Swimming Asutralia (SA) nel 2012 e nel 2015. Allo stesso modo della Federcalcio australiana, la SA si è immediatamente dichiarata estranea, avviando un’inchiesta per far chiarezza su quanto accaduto.
“Dobbiamo impegnarci tutti affinché il mondo, e non solo lo sport, sia sempre migliore“, ha successivamente continuato Cincotta nell suo post, “Non è facile, ma non possiamo arrenderci! Non è una questione di genere, né di tipologia di sport, ma di cultura!“. Parole forti che sottolineano il bisogno urgente di un repentino cambio di rotta per estirpare definitivamente certe erbacce da qualsiasi ambito della società contemporanea.
Essere uniti e supportare quante e quanti trovano il coraggio di denunciare è però solo il primo passo per realizzare questo cambiamento. A volte, infatti, sembra quasi che si continui a dare fin troppa poca attenzione a situazioni del genere, tendendo talvolta addirittura a sminuirle.
Fortunatamente, molte federazioni sportive stanno dimostrando grande attenzione nel cercare di evitare e perfino di prevenire certi episodi per tutelare al meglio atlete ed atleti.
La strada da percorrere, tuttavia, è ancora lunga e serviranno grande impegno e tolleranza zero affinché situazioni di questo tipo diventino presto solo un lontano ricordo. Certo è che, nel 2021, eventi tanto meschini e bassi non dovrebbero più accadere né tantomeno continuare a ripetersi.