In psicologia col termine coesione si intende il processo dinamico che mantiene i membri di un gruppo insieme, uniti per raggiungere un obiettivo e/o per soddisfare i propri bisogni affettivi. La coesione, quindi, è composta da due parti principali, da una parte vediamo che i membri della squadra sono uniti per raggiungere un obiettivo (come la vittoria della partita o del campionato); dall’altra occorre tenere presente come il gruppo soddisfa i bisogni di appartenenza del singolo, che rappresenta il versante più  emotivo ossia offre ai membri che ne fanno parte il sostegno e la forza derivata dall’avere un’identità comune.
Molte ricerche scientifiche dimostrano come la coesione abbia una relazione circolare con la prestazione e col risultato ossia entrambe si alimentano a vicenda, più si ottengono i risultati più si alimenta la coesione all’interno della squadra e più è alta la coesione maggiori sono le probabilità di effettuare una prestazione ottimale e raggiungere il risultato.
I gruppi coesi rispetto a quelli poco coesi sono più stabili al loro interno, ovvero si verificano meno abbandoni (Drop out), sono più efficaci nell’affrontare le difficoltà (come ad es. una partita persa) e le situazioni potenzialmente negative (es. quando  si subisce un goal nei primi minuti). Inoltre un gruppo coeso promuove una maggiore percezione di competenza tra i giocatori, un maggiore senso di benessere, un maggior impegno e sforzo agonistico e una maggiore disponibilità a sacrificare gli interessi personali per la squadra.

Come può intervenire lo Psicologo dello Sport al fine di promuovere la coesione all’interno della squadra?
Possono essere effettuati numerosi interventi tra cui:
– Gruppi di discussione e di confronto:  in cui gli atleti e lo staff discutono di un problema, situazione o evento, oppure si confrontano su un determinato argomento (mediato dal professionista)
– Giochi di team building: è costituito da un insieme di attività formative, generalmente ludiche, esperienziali o di benessere (coinvolgono attivamente i giocatori).
– Goal setting: individuazione di un obiettivo condiviso tra tutti gli atleti e lo staff, mediato dallo psicologo. Tale obiettivo dovrebbe essere specifico (cosa si vuole ottenere concretamente?), misurabile (quale evidenza mi dirà che ho raggiunto l’obiettivo?), attuabile (ho le risorse necessarie e sufficienti per raggiungerlo?), realistico (è un obiettivo realistico?) e definito nel tempo (in quanto tempo si raggiungerà l’obiettivo? Esistono degli obiettivi intermedi?).
Questi sono solo alcuni interventi che si possono effettuare al fine di aumentare la coesione all’interno della squadra. Lo Psicologo dello Sport ha le competenze per leggere le dinamiche di squadra e individuare le risorse presenti, basandosi su teorie di riferimento, al fine di promuovere una migliore prestazione e un miglior risultato.
In particolar modo la figura dello Psicologo dello Sport nel calcio femminile  dovrebbe lavorare  sulla coesione considerando la variabile dell’identità di genere. Le ragazze sin dall’infanzia apprendono dall’ambiente circostante comportamenti più individualistici rispetto ai colleghi maschi più orientati al gioco di gruppo.

Cavallone Monica

Psicologa e consulente in Psicologia dello Sport
collaboratrice di Mente & Sport – www.mentesport.net