L’attenzione è un processo cognitivo in grado di selezionare le informazioni in ingresso in base alla loro rilevanza biologica e/o psicologica ossia ci permette di concentrarci su un determinato stimolo ignorandone altri (ad esempio ci permette di sentire cosa ci dice una nostra compagna di squadra in mezzo alle urla del pubblico durante una partita).
Essa è una risorsa mentale poco considerata nell’allenamento ma che riveste un’importanza enorme rispetto al modo in cui affrontiamo la partita.
La performance della squadra dipende oltre alla preparazione psicofisica delle atlete, anche dalle cosiddette variabili “esterne” ad esempio dalla strategia dell’avversari, dalle condizioni del terreno di gara, dalle circostanze della partita, dal pubblico, dall’arbitro ecc.
L’atleta durante la partita rivolge sempre la sua attenzione a qualcosa (consapevolmente e inconsapevolmente) che può essere un fattore esterno a sé (pubblico, campo ecc.) o un fattore interno (pensieri). Questi fattori influenzano la performance dell’atleta.
I differenti stili attentivi individuati con la somministrazione di un questionario abbreviato il “Test di Stile Attentivo e Interpersonale” (TAIS) di Robert Nideffer (1976) sono:
• Focus Attentivo Esterno Ampio: è rivolto alla massima raccolta delle informazioni derivanti dell’ambiente circostante ad esempio il movimento degli avversari di un’azione d’attacco.
• Sovraccarico di Stimoli Esterni: quando il soggetto allarga troppo il focus attentivo esterno non riuscendo a concentrarsi solamente agli stimoli necessari. Il soggetto rischia di incorrere in errori dovuti alla confusione provocata dalla presenza di troppi stimoli da considerare.
• Focus Attentivo Interno Ambio: l’individuo è capace di integrare efficacemente idee ed informazioni provenienti da aree differenti. L’attenzione è rivolta alla pianificazione del comportamento strategico ed agli obiettivi della parita.
• Sovraccarico di Stimoli Interni: il soggetto compie errori perché pensa a troppe cose contemporaneamente.
• Focus Attentivo Ristretto: il soggetto è capace di restringere il focus attentivo quando è necessario.
• Focus Attentivo Ridotto: l’individuo commette errori dovuti ad una restrizione eccessiva del focus attentivo.
Nel calcio, sport di squadra e disciplina open skill, la giocatrice deve leggere rapidamente la situazione e reagire con una modalità adeguata. Le ricerche hanno dimostrato che l’atleta con uno stile attentivo efficace e ,quindi, con una migliore performance ottiene punteggi elevati nelle scale che misurano lo stile attentivo ampio, sia esterno sia interno, e il focus attentivo ristretto. Diventa importante inserire in allenamento un programma per la gestione della capacità attentiva (rilassamento e sintonizzazione con il corpo, visualizzazione del focus attentivo ecc.) col fine di dirigere l’attenzione in modo appropriato e migliorare la performance della giocatrice.