Partnership Master Sole 24 Ore
Home Blog Pagina 5312

Afghanistan, calcio femminile: in campo per i diritti delle donne

“Una partita di calcio femminile è già un bel gol per le donne afgane. Lo sport ha sempre unito le persone ma oggi si è pienamente manifestata la sua funzione di acceleratore sociale per una causa nobile, che combatte una piaga ancora troppo spesso presente”. Con queste parole il 1° Caporal Maggiore Elisabetta Martina, capitano della squadra italiana, ha commentato l’insolito incontro di calcio femminile tra le ragazze del Contingente Militare Italiano e la squadra femminile del Bastan Football Club.

La partita fa parte della manifestazione “A match for Women Rights – Afghanistan and Italy, together we win”, svoltasi oggi a Camp Arena ad Herat, sede del Contingente militare italiano in Afghanistan, ed organizzata dalla cooperazione civile e militare (CIMIC). Il capitano della squadra afgana, vincitrice dell’incontro, ha sottolineato che “oggi non ha vinto la nostra squadra, ha vinto l’Afghanistan. Organizzare una partita tra donne era impensabile fino a qualche anno fa, quindi grazie al contingente militare italiano, possiamo dire che abbiamo realizzato un sogno“.

Soddisfazione espressa anche dal Generale Comandante del Train Advise Assist Command West (TAACW) e Comandante del Contingente militare italiano, Mauro D’Ubaldi: “Vogliamo incoraggiare tutti a fare questa scelta importante – ha detto – convincere ad educare i propri figli a non commettere violenza degli uomini contro le donne, né giustificare o rimanere mai in silenzio di fronte a questi atti”. Almeno un centinaio di tifosi entusiasti hanno fatto da cornice ad un evento importante, nella sua semplicità.

Gli italiani a Herat sono impegnati nell’assistenza e nell’advising delle Forze di Sicurezza e delle Istituzioni, ma anche a favorire lo sviluppo di una cultura basata sul rispetto dei diritti civili, delle donne, dei giovani.

Fonte: www.gazzetta.it

Lega A: venerdì assemblea ordinaria, tra i temi lo sviluppo del calcio femminile

Venerdì 11 dicembre (alle 11 in prima e alle 13 in seconda convocazione) si terrà l’Assemblea ordinaria della Lega Calcio di Serie A. Questo l’ordine del giorno: 1. Verifica poteri; 2. Approvazione verbale Assemblea 18 novembre 2015; 3. Programma sviluppo calcio femminile  (incontro con la coordinatrice della Commissione Figc per lo Sviluppo del Calcio Femminile, dott.ssa Rosella Sensi); 4. Designazione componente in rappresentanza della Lega Serie A nella Commissione Dirigenti e Collaboratori Sportivi della Figc; 5. Contributo di solidarietà Uefa – Champions League; 6. Relazione dei Liquidatori sull’andamento della liquidazione della LNP i.l.; 7. Fatturazione rata 1° gennaio 2016 dei proventi derivanti dalla commercializzazione dei diritti audiovisivi della stagione sportiva 2015/2016; 8. Comunicazioni del presidente.

Fonte: www.figc.it

Sofia Cantore “se voglio avere successo, non mi basta il campionato di Serie C”

Quando era piccola, mentre le sue amiche giocavano con le bambole lei si divertiva prendendo a calci un pallone, oggi, Sofia è una super titolare della nazionale Italiana Under 17, con cui ha recentemente disputato 212 minuti siglando ben 4 reti ufficiali. Il suo sogno è portare la Fiammamonza in serie B perché è consapevole che se vuole il successo, non basta il campionato di serie C, dove la Fiammamonza sta primeggiando al cospetto dell’ altro avversario di sempre, la Riozzese, per ora staccata di 3 punti ma che sicuramente si applicherà, per non perdere il proprio obiettivo il 3° anno consecutivamente, e vedere distruggersi i propri sogni. Una sfida accesa, dove Sofia sembra poter essere l’ago della bilancia, la Fiammamonza si affida a lei, sapendo che senza le sue prestazioni e quelle di Benedetta Glionna, non esisterebbe forse possibilità di promozione.

Cara Sofia, c’è una giocatrice a cui ti ispiri o che semplicemente è la tua preferita?
Ammetto di non seguire tanto il calcio femminile, però ho visto molte partite, soprattutto della nazionale e penso che la giocatrice che mi abbia colpito di più sia stata la Gabbiadini del Verona.

Quali sono le principali caratteristiche tecniche che ti contraddistinguono?
Penso di essere molto veloce, rapida con la palla e ho un buona visione di gioco. Tecnicamente, in generale, ho ancora molto da imparare però me la cavo abbastanza bene diciamo.

Avete vinto lo scontro diretto e la Serie B sembra alla Vostra portata, come reagireste se dopo la promozione venissero scelte molte nuove giocatrici, e alcune di voi venissero messe da parte?
Si, quest’anno abbiamo vinto lo scontro diretto in casa loro e contiamo molto sulla promozione, che purtroppo l’anno scorso abbiamo mancato per un punto; penso che come tutte le squadre fanno, dopo una promozione bisogna cercare anche “di stare a galla” nel nuovo campionato e come è giusto che sia rinforzare l’assetto tattico della squadra, per cui se dovessero arrivare nuove giocatrici, magari con più esperienza di me, farò di tutto per tenere il mio posto da titolare e comunque essendo giovane potrebbe essere anche giusto che in una categoria superiore giochi di meno.

Ci descrivi le emozioni hai provato a giocare con la maglia della nazionale?
Be’ in nazionale ti trovi continuamente posta sotto esame e devi dare il massimo in tutto ciò che fai, quindi la prima volta che ho indossato quella maglia ero terribilmente in ansia per la prestazione che dovevo affrontare; allo stesso tempo però,  ero onorata nei confronti di quella maglia ed ero felice di rappresentare, nel mio piccolo, l’Italia.

Quali sono le te migliori calciatrici d’ Italia e i tre migliori tecnici di femminile?
Giocatrici che secondo me fanno veramente la differenza in campo sono; Panico, Gabbiadini e la Rosucci. Per i Mister potrei citare solo chi ho conosciuto però non sono tanti.

Nella nazionale Under 17, diverse calciatrici sono tesserate per club di Serie A e Serie B,ad esempio Merlo, sogni anche tu in futuro un campionato di vero livello, o preferisci una categoria più semplice quale la C?
Si, ho pensato molte volte al fatto che le mie compagne della nazionale fossero di categoria superiore, ma ho sempre creduto che sarei potuta salire insieme alla mia squadra. Sono consapevole del fatto che se voglio avere successo magari non basta il campionato di serie C, però essendo una squadra molto giovane siamo più unite e tutte crediamo nello stesso obbiettivo; quindi vorrei cambiare categoria, ma nello stesso tempo vorrei farlo con la mia squadra e per la mia società.

Ringraziamo Sofia Cantore per averci concesso tale intervista e auguriamo a lei e alla Fiammamonza i migliori successi per la stagione in corsa.

L’Espanyol punta a promuovere il calcio femminile per reclutare nuovi soci

La direzione dell’Espanyol si muove attivamente per raggiungere un obiettivo ambizioso: promuovere il calcio femminile. Attraverso questa azione il club catalano spera di reclutare nuovi soci che potranno essere destinati allo sviluppo della propria squadra femminile in modo tale da avere a disposizione fondi necessari che possano rendere possibile questo progetto. Questa idea nasce dopo avere verificato il successo riscontrato del Mondiale disputato in Canada dove molti club hanno iniziato a prendere in considerazione l’idea di promuovere questo settore. In Francia, il Lione ha sovraperformato in modo significativo tutti i rivali, investendo presto nella squadra un successo delle donne con la consapevolezza che questo può essere un altro tema di discussione con i partner commerciali.

Mentre molti club francesi hanno seguito l’esempio del Lione portando avanti un progetto specifico (tra cui PSG, Lille e Bordeaux), le altre squadre europee che militano in campionati in cui il calcio femminile non ha ancora raggiunto grandi risultati iniziano ad avvicinarsi al tema. Questo è il caso proprio dell’Espanyol, che ha appena lanciato una campagna video per reclutare nuovi soci che si potranno occupare di questo ambito. Il videoclip, progettato dalla squadra di lavoro di Espanyol TV, presenta diverse donne che dimostrano il loro impegno per il club di Barcellona. Questa campagna sarà trasmessa su tutti i supporti digitali della formazione catalana, ma con la consapevolezza che attirare l’interesse di nuovi soci sarà tutt’altro che semplice: attualmente la squadra biancoblù ha quattrocento soci che pagano una quota annuale di 25 euro. La società spera di raddoppiare il prima possibile questo numero e di condurre una politica ambiziosa che possa avere risalto anche a livello nazionale.

L’interesse per lo sviluppo del calcio femminile continua a crescere in tutto il continente europeo. Sono diversi gli elementi che permettono ora agli investitori di credere nella possibilità di stabilire un modello di business redditizio attorno allo sviluppo di questa disciplina. Per la prima volta, infatti, la nazionale francese dovrebbe registrare un saldo positivo relativo all’esercizio 2014-2015. W9 ha ottenuto guadagni importanti grazie alla diffusione del mondiale trasmesso in Canada. Infine, il Paese ospitante della manifestazione ha visto un’accelerazione non trascurabile della sua economia attraverso l’organizzazione di questo evento. Elementi che consentono di prevedere buone prospettive per lo sviluppo del calcio femminile nei prossimi anni.

Maggiori informazioni: www.rcdespanyol.com/en/home

In 30mila allo stadio per le Azzurre. A Qujing la Cina vince 2-0 la seconda amichevole

La Cina fa festa con le Azzurre e in 30mila colorano di rosso gli spalti dello Sport Centre di Qujing, dove le padrone di casa battono 2-0 l’Italia con un gol per tempo e si aggiudicano la seconda amichevole tra le due nazionali a tre giorni di distanza dall’1-1 del match disputato giovedì a Guiyang. Ma più che il risultato finale, a far notizia è la splendida cornice di pubblico e la passione contagiosa del popolo cinese per il calcio femminile in un’atmosfera emozionante, con tanto di ‘ola’ e un tifo incessante per novanta minuti.

Come preannunciato alla vigilia, Cabrini fa un ampio turn over, cambiando dieci undicesimi della squadra mandata in campo a Guiyang. L’unica confermata rispetto alla gara di giovedì è Bartoli, spostata al centro della difesa a far coppia con Piacezzi. Sulla trequarti Tatiana Bonetti prende il posto di Manuela Giugliano, mentre in avanti Sabatino e Pugnali vanno a comporre il tandem offensivo nel 4-3-1-2 disegnato dal Ct. Rispetto al match di tre giorni fa, con l’Italia padrona assoluta del campo nel primo tempo, la gara è più equilibrata e nei primi 20 minuti c’è da registrare un’occasione per parte: al 10’ Francesca Durante, schierata tra i pali al posto di Schroffenegger, è brava a respingere la conclusione ravvicinata di Ma Xiaoxu e a farsi trovare pronta anche sulla ribattuta, mentre al 19’ è Sabatino a mandare di testa a lato da pochi passi un preciso cross dalla sinistra di Bonetti.

La partita si sblocca al 35’, quando Ren Guixin sfrutta un lungo traversone e con un bel piatto destro al volo supera Durante. L’Italia prova a reagire e ad inizio ripresa Cabrini manda in campo Gama per Bonetti, schierando il difensore del Brescia come laterale destro di difesa e avanzando Bonansea a centrocampo per un 4-4-2 che crea qualche problema alla Cina proprio sulla corsia destra sull’asse Gama-Guagni, subentrata a sua volta ad Eusebio. Al 20’ sono le padrone di casa ad andare vicine al raddoppio, con Tasselli brava ad opporsi alla conclusione ravvicinata di Wang Shanshan, ma quindici minuti più tardi il portiere dell’Atletico Oristano nulla può sulla conclusione sotto misura della stessa attaccante cinese, a segno già nell’amichevole di Guiyang. A nulla serve il terzo cambio di modulo operato da Cabrini con l’ingresso di Melania Gabbiadini, per un 4-2-3-1 che non produce occasioni da rete e con l’Italia che cala fisicamente alla distanza come tre giorni fa.

E’ stata una partita dai due volti – l’analisi di Cabrini – nel primo tempo potevamo andare in vantaggio e invece loro hanno segnato sfruttando l’unica vera occasione che hanno avuto, poi nella ripresa hanno fatto valere la miglior condizione atletica. Bisogna ricordare anche che alcune ragazze giocavano praticamente per la prima volta in Nazionale”. La Capo delegazione Barbara Facchetti sottolinea la splendida accoglienza ricevuta dalle Azzurre in Cina: “Sono stati tutti molto calorosi, hanno provato in ogni modo a farci sentire a casa. E vedere uno stadio con 30mila tifosi sugli spalti è stato davvero emozionante”.

CINA-ITALIA 2-0
CINA: (4-4-2)
– Zhao Lina, Liu Shanshan, Wu Haiyan, Li Dongna, Wang Shanshan, Li Ying (58’ Gu Yasha), Wang Shuang (69’ Zhang Rui), Zhao Lina, Ren Guixin (65’ Tan Ruyin), Xue Jiao, Ma Xiaoxu (46’ Lo Jiahui) (87’Wang Lisi). All: Bruno Bini.
ITALIA: (4-3-1-2) – Durante (46’Tasselli), Boattin, Piacezzi, Bartoli, Bonansea (65’Gabbiadini), Galli, Rosucci (80’Cernoia), Eusebio (46’Guagni), Bonetti (46’Gama), Pugnali (85’ Giacinti), Sabatino. All: Antonio Cabrini.
ARBITRO: Fan Qi (CHN). Assistenti: Zhou Fei (CHN); Ala Musi (CHN). Quarto uomo: Shi Zhenlu (CHN).
RETI: 35’ Ren Guixin (CHN), 80’ Wang Shanshan (CHN)
NOTE: spettatori 29.700

Fonte: www.figc.it

Debora Novellino difensore della Pink Bari, ha superato il primo casting di Miss Italia

Occhi che incantano, viso da copertina, grinta da difensore implacabile. Debora Novellino è tutto questo e molto di più. Diciotto anni compiuti da poco, gioca nella Pink Bari e sogna come tutte le sue coetanee. Nata in una famiglia in cui si mangia da sempre pane e pallone, forse non poteva essere altrimenti. Il papà, infatti, è Giuseppe Novellino, ex giocatore tra gli anni ’70 e ’80, sei presenze in serie A con la maglia della Fiorentina. Lo zio si chiama invece Walter, un passato da centrocampista offensivo soprattutto nel Milan e nel Perugia prima di diventare allenatore (l’ultima esperienza in panchina a Modena si è interrotta quasi un anno fa). Figlia e nipote d’arte, insomma. «La mia passione per il calcio nasce grazie a loro – racconta Debora – da piccola mio padre e mio fratello sono stati i miei allenatori, mi hanno sempre spinto e motivato. Poi sono cresciuta ed è arrivata la Pink Bari. Gioco in serie A da due anni. Mia madre forse sperava che diventassi una ballerina, ma è andata così». Dolcezza, simpatia, ma anche testa. Nel calcio femminile, che sta giustamente cercando più spazi e diritti nello sport italiano, servono persone così. «Purtroppo non si può vivere facendo la calciatrice. Non veniamo considerate come i nostri colleghi maschi. L’omofobia? Non ci sono parole, è una cosa assurda».

SCUOLA E CAMPO –
Diventata maggiorenne da neanche tre mesi («ho festeggiato nello spogliatoio, poi la sera insieme alla famiglia e ai miei amici»), Debora frequenta il quarto anno di ragioneria a Bari. «La mia giornata tipo? Mi sveglio alle sei, mi piace fare colazione con calma. Alle 8.15 sono in classe per la prima lezione. Finita la mattinata torno a casa, pranzo e studio. Poi vado al campo. Ci alleniamo tutti i giorni alle 19, il sabato giochiamo in campionato e finalmente la domenica mi riposo». Sacrifici e passione, la vita di una ragazza normale che cresce tra sogni e speranze. «In campo ho molta personalità e carattere. Sono un terzino destro. Mi piace giocare d’anticipo e impostare. Punto sulla mia velocità e sulla resistenza. Sono innamorata di questo ruolo. Il mio idolo e Javier Zanetti, anche se sono milanista. Mio padre viene sempre a vedermi giocare. Mi ripete che devo restare umile in quello che faccio, di giocare semplice e pulita. Il mio difetto più grande forse è che penso troppo quando devo passare la palla. La Pink? Siamo un bel gruppo, compatte, ci aiutiamo e frequentiamo anche fuori dal campo. Isabella Cardone, il nostro allenatore, ci ricorda sempre che nessuno ha il posto garantito e bisogna dare tutto».

MISS ITALIA – Poi è arrivata Miss Italia. Debora ha vissuto un giorno da aspirante modella, perfettamente a suo agio con trucco, tacchi e costumi da bagno. Chi ha avuto l’idea? «In realtà non lo so – ride Debora – è tutta colpa della Pink. Un giorno, all’improvviso, mi hanno detto: ‘prepara la valigia, domani alle sette devi prendere l’aereo per Roma’. Io pensavo fosse un casting ristretto solo alle calciatrici, poi quando sono arrivata e ho viste tutte queste ragazze alte e bellissime ho pensato subito: ‘ciao, io me ne vado!’. In realtè è andata bene, con me c’erano altre due colleghe (Martina Piemonte, centrale del San Zaccaria e Alessia Sgaggiaro, centrocampista della Roma, ndr) ma sono state eliminate. Sono rimasta l’unica rappresentante del calcio. Ora c’è in corso una votazione online sul sito di Miss Italia. Mi servono tantissimi voti per passare alle prossime selezioni, è difficilissimo». Nella testa di Debora non c’è quindi solo il pallone. «Ho fatto due anni di canto. La mia cantante preferita è Emma. E vado a ballare. Nella vita non si sa mai…». Magari un giorno presenterà una trasmissione sportiva in televisione: «Mi piacerebbe, chissà…».

Fonte: www.corrieredellosport.it

Nazionale: Domani a Qujing la seconda amichevole con la Cina. Sugli spalti previsti 28mila spettatori

Dopo aver pareggiato 1-1 la prima amichevole disputata giovedì allo Sport Centre di Guiyang, la Nazionale Femminile è arrivata a Qujing, la città della provincia dello Yunnan che domani (ore 16 locali, le 9 italiane) ospiterà il secondo test contro la Cina. Le Azzurre hanno sostenuto nel tardo pomeriggio la seduta di rifinitura lavorando per circa un’ora sul terreno di gioco dello Sport Centre di Qujing e, poco prima dell’allenamento, il Ct Antonio Cabrini e Sara Gama hanno incontrato i giornalisti locali nella sala stampa dell’impianto che domani sarà gremito da circa 28mila tifosi.

“Voglio ringraziare la Cina e in particolar modo le città di Guiyang e Qujing per la bella accoglienza che ci hanno riservato” ha dichiarato Cabrini preannunciando anche un massiccio turn over: “Domani darò spazio a tutte le ragazze che non hanno giocato la prima gara, la squadra sa bene cosa deve fare in campo e ci teniamo a giocare un’altra buona partita e a fare bella figura”.

Sara Gama è tornata in Cina a otto anni di distanza dall’amichevole disputata dalla Nazionale nel luglio del 2007: “Qui ho ritrovato la stessa grande attenzione per il calcio femminile che avevo avvertito allora – ha sottolineato il difensore del Brescia, seconda solo a Melania Gabbiadini come numero di presenze in maglia azzurra (79) – domani dovremo cercare di fare meglio rispetto all’incontro di giovedì cercando soprattutto di essere più ciniche sotto porta”.

Fonte: www.figc.it

Ufficializzati i format per i campionati di Serie A e B

Il Dipartimento Calcio femminile della Lega Nazionale Dilettanti ha reso note le modalità di promozione e retrocessione per la corrente stagione dei campionati nazionali.

Le disposizioni per la Serie A indicano come campione d’Italia la squadra prima classificata. Previsto uno spareggio in campo neutro (con eventuali supplementari e calci di rigore) nell’eventualità che due squadre raggiungano lo stesso punteggio al termine del campionato, nel caso di più squadre si applicherà una speciale graduatoria per determinarne le partecipanti. Retrocedono in Serie B le ultime 4 classificate (dal 9° al 12° posto). Anche in questo caso si disputerà uno spareggio in campo neutro qualora una o più squadre concludano il campionato con lo stesso punteggio.

Le 4 vincitrici dei rispettivi gironi di Serie B saranno promosse direttamente al prossimo campionato di Serie A, 4 anche le retrocessioni (1 per ciascun girone) nei campionati regionali. Sia per le promozioni che le retrocessioni si procederà allo spareggio in campo neutro in caso di parità di punteggio tra una o più squadre.

Comunicato Ufficiale N° 37 del 4/12/2015

Fonte: www.lnd.it

Carissimi: “Se vogliamo far crescere il calcio femminile dobbiamo far innamorare la gente”

E’ lungo il viaggio da Guiyang a Qujing. Prima il pullman, poi l’aereo, poi ancora il pullman, migliaia di chilometri che si sommano alle 16 ore di volo che domenica hanno portato la Nazionale Femminile in Cina per disputare due amichevoli con le padrone di casa. Ed è affacciandosi al finestrino che Marta Carissimi riannoda i fili di un cammino intrapreso quando era una bambina e che oggi l’ha portata a confrontarsi su un palcoscenico prestigioso come la Champions League, un sogno che si è interrotto solo pochi giorni fa per colpa di un’altra Marta, la campionessa brasiliana carnefice agli ottavi di finale del suo Verona. C’è poi la Nazionale, quella maglia azzurra che la Marta italiana ha indossato giovedì per la 46ª  volta in una gara che ha visto la squadra di Cabrini farsi raggiungere nel finale dalla Cina dopo aver a lungo dominato.

A Guiyang sembravate avere la partita in pugno, poi nei secondi 45 minuti cosa è successo?
“Abbiamo giocato un buon primo tempo, aggredendo le nostre avversarie e pressando alto. Avevamo preparato la gara in questo modo. Poi abbiamo accusato un po’ di stanchezza dovuta al jet lag e siamo calate, anche il campo pesante non ci ha aiutate. Ma non dobbiamo trovare scuse, a livello internazionale non ti puoi permettere di non chiudere una gara, bisogna essere più ciniche. Quando ti capita un’occasione devi fare gol”.

Domenica avrete una nuova chance per tornare a casa con una vittoria.
“Sicuramente abbiamo informazioni in più su un’avversaria che conoscevamo poco, anche se per loro sarà lo stesso. La Cina è stata una grande squadra negli anni ’90, poi hanno avuto un calo e adesso sono di nuovo in ripresa. Noi dobbiamo lavorare sui nostri limiti, soprattutto dal punto di vista atletico. Teniamo bene il campo per 60/70 minuti, poi caliamo. Per questo bisogna continuare ad allenarci intensamente, ma anche acquisire una maggiore maturità per imparare a gestire meglio la partita”.

In Cina vi hanno accolto con grande calore, te lo aspettavi?
“Sì, perché tengono in grande considerazione il calcio femminile. E’ stato bello vedere le telecamere delle emittenti televisive all’aeroporto, le bancarelle fuori dallo stadio che vendevano sciarpe e bandiere e i tifosi cantare per 90 minuti durante la partita. Si respira un bel clima di festa, ci fa piacere e ci fa capire che anche da noi basterebbe poco per fare un bel salto di qualità”.

Il calcio femminile italiano è ancora molto indietro?
“Qualcosa si sta muovendo, anche se siamo distanti dalla visibilità mediatica di cui godono altri paesi. Bisogna andare oltre gli stereotipi che abbiamo in Italia, che esistono non solo per il calcio ma per tutto lo sport femminile. E poi sta anche a noi far innamorare la gente”.
Una buona spinta al movimento potrebbe darla la finale della Women’s Champions League in programma a maggio a Reggio Emilia…
“Mi auguro di vedere lo stadio pieno in modo che anche gli scettici possano ricredersi sul calcio femminile. In Italia ci sono ottimi progetti, l’apparentamento con le squadre maschili può dare grandi frutti e speriamo che anche la finale di Champions possa essere un buon veicolo per promuovere il calcio femminile”.

Con il tuo Verona il sogno di arrivare alla finale si è infranto agli ottavi anche per colpa della tua omonima ‘Marta’.
“Beh, diciamo che in comune con Marta ho solo il nome. A parte scherzi, lei è un fenomeno, non si vincono per caso tutti quei Palloni d’oro. Il rammarico più grande è esserci limitate all’andata a comportarci bene in fase di non possesso, mentre il risultato del ritorno è bugiardo anche se non è un caso se loro con 6 tiri in porta hanno segnato 5 gol e noi con 5 ne abbiamo realizzato solo uno. Il cinismo dipende infatti dalla freschezza che si ha, dalla qualità e dall’esperienza”.

Hai 28 anni e dall’alto delle 45 presenze in maglia azzurra sei una delle ‘veterane’ della squadra
“E’ stata intrapresa una nuova politica, c’è stato un cambio generazionale che richiederà del tempo. La qualità nelle giovani c’è, però bisogna avere pazienza e formarle prima come atlete e come donne e solo dopo come calciatrici”.

Un anno fa hai visto sfumare all’ultimo ostacolo la possibilità di partecipare al Mondiale, quali sono oggi i tuoi obiettivi con la Nazionale?
“L’obiettivo minimo è qualificarci per l’Europeo e dobbiamo farlo da prime del girone. Poi si vedrà, mi piace fare un passo alla volta”.

Facciamo un salto indietro. Come è nata la tua passione per il calcio?
“Da bambina praticavo discipline come judo, pallavolo, pattinaggio e si vedeva che ero portata per lo sport. Poi un giorno mi hanno chiesto di provare a tirare qualche calcio a un pallone e mi è piaciuto. Mia madre diceva che con il primo freddo avrei smesso, ma si sbagliava. E così a 15 anni ho iniziato a giocare con il Torino, poi è arrivato il debutto in Serie A e la Nazionale. All’epoca non c’era l’Under 17 e così ho iniziato ad essere convocata con l’Under 19. Ogni volta che indosso la maglia azzurra è un’emozione unica, un’emozione che mi porterò sempre dentro”.

Fonte: www.figc.it

Valore economico calcio femminile, l’Europa verso i 100 milioni

La quinta edizione dello studio “Calcio femminile attraverso le associazioni nazionali” realizzato dalla Uefa punta a verificare lo stato di avanzamento di un movimento che sta attraversando una fase di crescita sempre più importante. La relazione ha cercato di analizzare sei temi: calcio nazionale, squadre nazionali, allenatori e arbitri, stampa, televisione e assistenza, finanza e amministrazione. Sono state inserite anche informazioni relative alle 54 Federazioni affiliate alla Uefa, in ordine alfabetico.

Questo ha reso possibile arrivare ad alcune conclusioni relative alla situazione del calcio femminile nella stagione 2015/2016: i giocatori tesserati sono quasi 1,2 milioni, le donne che praticano calcio a livello professionistico sono 2200 in 145 squadre in 23 Paesi. I primi Paesi con il maggior numero di giocatrici sono Francia, Germania, Paesi Bassi e Svezia. Il movimento sta registrando un incremento sempre più ampio e lo dimostrano le 49 nazioni dove si disputa un campionato di calcio femminile, ma cresce anche il numero delle donne che scelgono di intraprendere un’attività stimolante ma allo stesso tempo difficile come quella dell’arbitro: sono più di 8.750. Il budget stimato per questa stagione 2015/2016 tra le 54 Federazioni è pari a 96,7 milioni di euro, ma si registra un incremento anche del numero di appartenenti a quello che una volta era considerato il “sesso debole” nel mondo del calcio: il 19% dei lavoratori sono proprio donne. L’analisi mette inoltre in evidenza che 35 Federazioni hanno deciso di allestire programmi specifici per i disabili, di questi l’11% è formato da donne. Rispetto all’analisi relativa alla stagione 2014/2015 il numero di giocatori tesserati è risultato stabile, mentre il numero delle femmine che hanno intrapreso la carriera di arbitro ha registrato una crescita del 17%.

Anche in Italia sta crescendo il numero delle persone consapevole di quanto sia importante dare la possibilità alle donne, sin da giovanissime, di praticare il calcio. Ne è un esempio la Juventus, che in estate ha annunciato l’intenzione di allestire una squadra under 12 femminile con il nome del club bianconero. La gestione logistica delle attività della formazione è stata affidata alla San Bernardo Luserna Calcio Femminile, neopromossa in Serie A e con base operativa proprio a Torino. Non si tratta comunque di un progetto nato in modo isolato, ma in cui la società di Corso Galileo Ferraris crede in modo particolare al punto tale da pensare di ampliarlo già dalla prossima stagione.

Proprio dal lavoro fatto alla Juventus nasce anche l’idea che sta cercando di portare avanti il Barcellona, dove è da poco approdato l’ex chief revenue officer Francesco Calvo con il ruolo di direttore commerciale. L’idea è quella di creare una sorta di “società di calcio in franchising” per far crescere ulteriormente il brand e il business dei blaugrana negli Stati Uniti. Il progetto punta a sviluppare il calcio femminile e il calcio a 5 negli States, anche se diversi aspetti del piano devono ancora essere valutati con attenzione. Almeno per ora un’idea simile sembra essere ancora difficile da attuare in Italia dove le potenzialità del valore economico che il calcio femminile può generare non sono ancora state comprese del tutto.

Fonte: www.calcioefinanza.it

DA NON PERDERE...