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Cabrini: “Fiero delle mie donne, ma l’Italia è ancora in ritardo”

Il problema è la quantità. “Se la battuta fosse stata su centomila lesbiche anziché su quattro sarei stato più contento: avrebbe voluto dire che riguardava tante atlete. Mi piacerebbe che l’Italia smettesse di essere la briciola che è adesso nel mondo del calcio femminile: abbiamo dodicimila tesserate, la Germania più di un milione, già questo spiega tutto a livello sportivo. Quanto al resto, inutile discuterne. È un problema culturale profondissimo e non è neppure l’unico”. Antonio Cabrini, il bell’Antonio di una volta, il fidanzato d’Italia, si è portato addosso tante etichette sciocche con nonchalance.
La gaffe di qualche mese fa riguardo alle ragazze che giocano a pallone non lo lascia indifferente, ma trova più utile occuparsi di progetti. “La federcalcio sta investendo, d’ora in avanti i club dovranno avere nel vivaio anche una squadra femminile. Tutti si stanno adeguando e c’è qualcuno, come la Fiorentina, ma non è l’unico club, che ha inglobato anche la prima squadra. Per il salto di qualità bisognerà aspettare la crescita delle calciatrici che adesso hanno 12 anni, ma abbiamo imboccato il percorso giusto”. Oggi a Cesena alle 14,30 (diretta su RaiSport1) le ragazze affrontano la Svizzera, l’avversario più duro del girone di qualificazione europea. La delusione del Mondiale sfuggito ormai è passata e il c.t. guarda oltre.

Poche reclute: colpa anche di quelle resistenze culturali delle quali si parlava?
“Senza dubbio sì. Molti genitori considerano il calcio inadatto alle figlie, ma adesso l’atteggiamento sta cambiando. Gli Stati Uniti sono avanti anni luce, tanti paesi europei hanno una grande organizzazione e danno spazio al calcio femminile. La federazione è soltanto un anello di una catena che deve mettersi in moto: sponsor, media, quello che serve per creare un sistema nel quale le ragazze possano crescere e lavorare a livello più alto”.

Quando l’Italia femminile potrà vincere qualcosa?
“Quando avremo delle atlete prima che delle calciatrici. Tecnicamente queste ragazze sono già brave, ma servono metodologie di allenamento diverso, servono staff adatti. Senza una programmazione adeguata il calcio femminile in Italia non potrà decollare. Serve una crescita sul piano fisico e atletico”.

Per quanto riguarda il movimento però il problema culturale resta.
“Speriamo possa essere superato. A me personalmente di quello che ciascuno fa a casa propria non interessa nulla. I gusti sessuali e tutte le altre abitudini sono questioni personali”.

Per questo si era dissociato tempo fa dall’appello all’outing fatto da Prandelli ai calciatori?
“Guardi, quello è un problema ancora diverso. Se uno vuole farsi massacrare nel calcio, può dichiararsi gay. In altri Paesi magari non ci farebbero caso, qui sarebbe un disastro. Esistono barriere culturali non da poco in Italia. Speriamo che fra vent’anni non ci siano più”.

A proposito di barriere, questa volta geografiche, lei era andato a lavorare in Siria, ora la Morace va in Iran. Esperienze da fare?
“Guerre permettendo, sono da fare senza dubbio. In tante parti del mondo c’è voglia di crescere nel calcio e nello sport in generale. Bisogna aprirsi al mondo, attaccarsi a un calcio eurocentrico allargato al Sudamerica e poco altro non ha senso”.

Intervista completa sulla gazzetta in edicola oggi.


FGCI: via libera ai Centri Federali Territoriali.

“La decisione più importante presa oggi dal Consiglio federale è l’approvazione all’unanimità dei Centri Territoriali Federali”: è particolarmente soddisfatto il Presidente Federale Carlo Tavecchio in conferenza stampa nel presentare l’avvio del progetto definito dal Settore Giovanile e Scolastico su input della FIGC.
I CFT rappresenteranno infatti il polo territoriale di eccellenza per la valorizzazione e la formazione tecnico sportiva di giovani calciatori e calciatrici tra i 12 ed i 14 anni. Il Direttore Generale Michele Uva, entrando nello specifico, ha spiegato: “E’ stato fin dall’inizio uno dei temi più importanti al centro del programma elettore del presidente Tavecchio ed è il nostro progetto più importante dalla costruzione del Centro Tecnico di Coverciano. Abbiamo preventivato da qui al 2020 quasi 9 milioni di euro, ma per noi questi non sono costi, ma investimenti”.
Le esigenze su cui si basa questa innovazione sono: la tutela del talento, la lotta all’abbandono dell’attività sportiva, il monitoraggio dei giovani calciatori nel medio-lungo termine, lo sviluppo di un percorso di formazione tecnico-sportiva coordinato e la definizione di un indirizzo formativo ed educativo centrale.
Il progetto prevede a regime 200 Centri Federali Territoriali, e ogni anno 3500 riunioni e incontri informativi, 30 mila ore di lavoro, il coinvolgimento di circa 10.000 arbitri e 1.200 allenatori qualificati, il monitoraggio di 150.000 ragazzi e 3.500 ragazze. In 10 anni si punta a visionare oltre 830.000 calciatori e ad inserire nel programma formativo più di 15.000 calciatori e 5.000 calciatrici. Il programma prevede attività settimanale (ogni lunedì nei centri già realizzati dalla LND o in impianti in affitto) con atleti tesserati per società non professionistiche. Saranno coinvolte le componenti federali, come ad esempio l’Aia per l’approfondimento delle regole e della promozione del fair play, ed i Settori della FIGC.
A livello tecnico sarà incaricato un responsabile nazionale, 4/5 coordinatori a livello interregionale, 20 coordinatori organizzativi regionali e in ogni centro la direzione tecnica sarà affidata ad allenatori abilitati con un proprio staff che monitoreranno i calciatori più promettenti della zona e si dedicheranno a loro nel corso degli allenamenti settimanali. Nello specifico, il programma tecnico prevede lo sviluppo ed il consolidamento della tecnica individuale, l’applicazione della tecnica nelle situazioni di gioco e la formazione del calciatore ‘pensante’. Lo stesso percorso sarà attivato per il Calcio a 5 con i ‘Futsal Camp’.

Clicca per scaricare il progetto sui Centri Federali Territoriali.

“Quando le ballerine danzavano col pallone”

“Il calcio non è un gioco per signorine”. Questo “famoso” adagio attribuito a Guido Ara, mediano della Pro Vercelli e della Nazionale agli inizi del secolo scorso, rispecchia come è stato visto, e come probabilmente viene ancora considerato, il calcio femminile agli occhi del grande pubblico. Proprio per superare queste barriere culturali le donne hanno dovuto lottare a lungo per poter avere la possibilità di giocare a pallone, come racconta il libro “Quando le ballerine danzavano col pallone” scritto da Giovanni Di Salvo e pubblicato dalla Geo Edizioni. Infatti il testo esamina il calcio femminile non solamente dal punto di vista sportivo ma anche da quello socio-culturale ricostruendo per la prima volta la storia e l’evoluzione di questa disciplina. Proprio il titolo vuole essere quasi una provocazione a tutti gli stereotipi che affliggono questo sport. Associare le ballerine con il calcio significa unire i due punti più lontani, secondo una mentalità anacronistica ma purtroppo ancora diffusa, dell’universo donna. Nell’opinione comune la ballerina rappresenta il massimo della femminilità mentre la calciatrice il punto più basso. Questo libro tenta di abbattere questi pregiudizi perché vuole dimostrare che c’è anche una grande bellezza e una grande dignità nel giocare a pallone. L’opera riporta vari documenti, raccolti durante uno studio durato oltre tre anni consultando varie biblioteche italiane, da cui si evince chiaramente che la lotta delle donne per l’uguaglianza dei diritti è passata anche attraverso il gioco del calcio. Basti pensare che nel 1933, quando sorse la prima squadra a Milano, furono interpellati luminari della medicina, come il Professore Pende di Genova, per verificare se le donne potessero giocare a pallone in quanto si credeva che “rischiavano” di subire danni sotto l’aspetto fisico e riproduttivo. Ma nonostante un “lasciapassare” medico il CONI nello stesso anno vietò categoricamente alle donne di praticare il calcio invitandole a cimentarsi in altre disciplina più “femminili” come l’atletica leggera, il pattinaggio o il tennis. Furono proprio le ballerine delle compagnie teatrali a dare nuova spinta al movimento nei primi anni del secondo dopoguerra, in quanto iniziarono ad esibirsi non solo sui palchi dei teatri ma anche nei campi da gioco, in cui ottennero anche clamorose vittorie contro selezioni di giornalisti uomini. Si dovette però attendere la fine degli anni sessanta, ed un nuovo consulto medico, per poter organizzare dei veri e propri campionati allestiti da alcune federazioni non riconosciute dal CONI. Uno degli epicentri nello sviluppo del calcio femminile fu anche la Sicilia, dove avvenne quasi una “rivoluzione” culturale anche se le ragazze erano costrette a giocare di nascosto a fidanzati e genitori. A piccoli passi il calcio femminile entrò nella famiglia della FIGC e nel 1986 venne inserita in ambito della Lega Nazionale Dilettanti. Nel libro si affronta anche l’arrivo del calcio femminile nei paesi musulmani: dalla Tunisia fino all’integralista Afghanistan.
Un testo che raccoglie frammenti di storia, personaggi e defunte federazioni che rischiano di perdersi nelle pieghe del tempo. Non mancano aneddoti, curiosità e note di colore: dalla calciatrice “Miss Italia” Paola Bresciano fino alle gemelline di Piacenza, che pur di giocare a pallone si travestirono da maschi. Un capitolo esamina il calcio femminile nelle sue altre incarnazioni: il calcio a 5 e il beach soccer.
Il libro, inoltre, è stato molto apprezzato dalle comunità residenti all’estero come testimoniano gli articoli pubblicati su La voce di New York e Oggi Italia (USA), L’eco Siciliano (Argentina), Punto d’incontro (Messico), Il Deutsch Italia (Germania), InfoItaliaSpagna (Spagna) ecc.
“La nostra numerosa comunità presente in Europa e in America, oltre che essere grande appassionata di calcio femminile, è molto legata alla propria terra d’origine.” afferma l’autore Giovanni Di Salvo “Questo libro non solo ha rappresentato un ponte con l’Italia ma anche gli ha permesso di scoprire la storia del calcio femminile nel Belpaese, che vanta un’antica e gloriosa tradizione ai più sconosciuta. Sono stato contattato anche da giornali canadesi, uruguaiani, belgi, inglesi e russi perché anche lì il calcio femminile è molto seguito, come si è visto nei recenti mondiali disputatisi in Canada. Mi fa piacere di essere diventato quasi un ambasciatore di questo sport e mi auguro che anche in Italia i media inizino a prestare più attenzione e a dare più spazio a questa disciplina, come avviene già all’estero”.

Marketing & business: awareness strategy di Zuiki attraverso le calciatrici

Zuiki si avvicina al calcio in rosa, brandizzando il “Teamswear” delle calciatrici dell’Oristano dello storico presidente Luciano Flore. Le atlete sarde sono state infatti  modelle per un giorno. Nella splendida cornice di Corso Buenos Aires , all’interno dell’ importante sede del brand di moda Zuiki, il marchio che ha fornito quest’anno alle oristanesi l’abbigliamento sportivo. La squadra oristanese è stata invitata a presenziare a un servizio fotografico che promuoverà il marchio in tutta Italia.
L’atletico Oristano vuole fare le cose in grande anche sul campo con l’acquisto di due ex Torres: il centrale difensivo Eleonora Piacezzi, classe 1995 e già in azzurro nell’Under 19, e della punta Sabrina Marchese, anche lei assidua frequentatrice delle Nazionali giovanili Under 17 e Under 19 e vincitrice con le Azzurrine nel luglio 2008 degli Europei Under 19.
Infine la neo convocata nella Nazionale maggiore Sabrina Tasselli, classe 1990 e che arriva dalla Riviera di Romagna. Congratulazioni a Zuiki per questa lungimirante operazione di advertising rivolta al mondo del calcio femminile.

Maggiori informazioni: www.zuiki.it

A chi fa sport, servono davvero gli integratori alimentari? – seconda parte

… segue dalla prima parte.

LE PROTEINE NON FANNO CRESCERE I MUSCOLI
Molti sportivi utilizzano in alcuni casi integratori di aminoacidi (proteine) e/o seguono diete iperproteiche perché credono che così facendo possono aumentare la propria massa muscolare, quindi la propria forza.
In realtà le proteine sono in grado di riparare le strutture muscolari danneggiate (funzione plastica o strutturale) ma non possono far crescere il volume, la quantità e la forza dei muscoli di un individuo adulto. Tali aspetti possono essere incrementati prima dei 40-50 anni solo con l’attività fisica, mentre un’alimentazione sufficientemente ricca di proteine riesce piuttosto a contrastare la sarcopenia, ossia la progressiva perdita di massa muscolare che di solito ha luogo nelle persone dopo i 50 anni di età.
Di conseguenza, uno sportivo, oltre ad assumere una dose di carboidrati che costituiscono la principale fonte energetica per i muscoli (sia di immediato utilizzo sia di riserva, sotto forma di glicogeno) e di grassi, altra fonte energetica importante, è necessario che mangi un sufficiente quantitativo di proteine (catene di aminoacidi), soprattutto di alto valore biologico. Le proteine ad alto valore biologico sono dette essenziali perché si possono assumere solo dagli alimenti di origine animale come carne, uova, pesce, latte e Grana Padano DOP che ne è un concentrato, quest’ultimo ricco di aminoacidi ramificati: valina, isoleucina e leucina. In particolare in 100 g di Grana Padano DOP sono contenute 33 g di proteine, in gran parte di alto valore biologico, di cui il 22% circa degli aminoacidi liberi sono costituiti da aminoacidi ramificati. Questi aminoacidi vengono captati direttamente dai muscoli dove possono essere utilizzati per riparare le struttura proteiche danneggiate o per scopi energetici. Con la loro azione sono anche in grado di contrastare la produzione di acido lattico. Tuttavia, dosi eccessive di proteine, assunte con l’alimentazione o con integratori, possono comportare diversi rischi per la salute, soprattutto a scapito dei reni e delle ossa.

RIASSUMENDO LA DIETA DELLO SPORTIVO
Assumi ogni giorno 4-5 porzioni di alimenti come pasta, riso, pane, patate o castagne: offrono una buona dose di carboidrati e nella versione integrale apportano molta fibra.
Mangia 1-2 porzioni al giorno di alimenti proteici a scelta tra pesce (almeno 3 volte a settimana), carne (massimo 3-4 volte alla settimana), uova (non più di 1-2 volte alla settimana) e formaggi stagionati come il Grana Padano DOP (circa 2 volte a settimana), che, essendo un concentrato di latte, offre proteine di ottima qualità, tanto calcio, vitamine del gruppo B come la B12, oltre che antiossidanti come vitamina A, zinco e selenio.
Mangia quotidianamente 2 porzioni di verdura (cruda e cotta) e 3 frutti di stagione,  variandone il più possibile i colori (bianco, verde, giallo/arancio, viola/blu ecc.): i prodotti ortofrutticoli sono ricchi si vitamine  e minerali e ad ogni colore corrispondono diversi tipi di antiossidanti.
Come condimento preferisci i grassi di origine vegetale, con particolare riguardo per l’olio extravergine di oliva, ricco di importanti antiossidanti come vitamina E e polifenoli. Ricorda che i grassi sono già contenuti nei prodotti animali, anche in quelli magri.

Sognando la Serie B: l’Under 17 Glionna gela nuovamente la Riozzese

Benedetta Glionna e Sofia Cantora da due stagioni sono il cuore ed i muscoli della giovanissima Juvenilia Fiammamonza. Nel recupero del Campionato di Serie C Lombarda, tra Riozzese e Fiammamonza, sono ancora le baby Under 17 a dettare legge.
La Riozzese, nonostante la nuova allenatrice Sirone, il mantenimento di tutte le atlete in rosa, e l’ inserimento di due top player quale Troiano e Lacchini, non fa altro che ripetere l’ epilogo della stagione passata, soccombendo sotto le accelerazioni delle gemelle del goal, Glionna e Cantora. La Fiammamonza, senza alcun rinforzo, tiene ampiamente testa alla compagnie rosanero, e conquista una vittoria pesantissima.
La Riozzese si impegna a complicarsi la vita, e nonostante il vantaggio, sprecando un rigore con Troiano, e vedendosi annullare due goal si abbassa pericolosamente cedendo il fianco alle rapidissime avversarie.

La rete di Troiano, vede veemente la replica brianzola. Benedetta Glionna, apre le marcature in avvio, dopo apoggio di Sofia Cantora che taglia la difesa.
Il secondo gol delle giovani fiammette è di Federica Callovini, direttamente da calcio di punizione su cui probabilmente il portiere Orlando ( determinante  in molte occasioni) posiziona la barriera in maniera completamente errata. Sulla terza rete, sempre di Glionna, vi è una ripartenza da centrocampo con un duetto tra Cantora e Glionna in piena aria per la rete dei tre punti.
La Riozzese si vede annullare i goal di Gatti e Napoletano, e con questa sconfitta riapre un campionato in cui, alle prime giornate, ci si immaginava che il club allenato dalla nuova arriivata Sironi lanciasse un monologo in fuga verso la serie B, invece anche quest’ anno, il campionato nazionale sarà tutto da conquistare. Per l’ allenatrice dell’ Under 17 Rita Guarino, sicuramente arrivano rassicuranti prestazioni dai due gioiellini, la Juvenilia Fiammamonza dovrà capire se quando le ragazze saranno impegnate con la nazionale, le riserve saranno in grado di farsi trovare pronte, per dare continuità a tali prestazioni.

Riozzese femminile vs Fiammamonza: 2 – 3
Reti: (Gatti, troiano – Riozzese-;  Glionna, Callovini, Glionna – Juvenilia Fiammamonza)

Barbara Bonansea carica le leonesse “ non vedo l’ ora di affrontare la doppia sfida”

Calcio Femminile Italiano, intervista una delle protagoniste indiscusse dell’ultimo turno di Women’s Champions, la stella piemontese Barbara Bonansea, autrice del pesantissimo goal che in Inghilterra, ha eliminato il Liverpool nei sedicesimi di Champions.

Come noto, la bella e brava ala in forza alle leonesse (mentre l’ avvio della carriera è a Torino) tifa Juventus, musicalmente è grande fan di Ligabue, ed il suo giocatore simbolo è Cristiano Ronaldo, che possiede in effetti caratteristiche simili a Barbara. Inoltre ama “fare e disfare” poiché ha ereditato la manualità dal papà muratore e non disdegna la letture, meglio quelle gialle. Una ragazza dai mille interessi, icona del movimento femminile italiano che ci concede una piacevole intervista.

Fortuna Hjørring: qual è la tua sensazione sull’ esito dell’ urna, hai mai avuto modo di veder giocare le Vostre prossime rivali?
“Non ho mai visto le nostre prossime avversarie, e sicuramente nei prossimo giorni mi informerò su di loro e guarderò qualche video. La squadra è forte senza dubbio però meno irraggiungibile delle solite Psg, Lione, Wolfsburg e Francoforte. La sensazione non può che essere buona perché quando parla di Champions si parla del meglio del calcio e io sicuramente non vedo l’ora di affrontare la doppia sfida”.

Champions League e Campionato, sono sempre un connubio tanto affascinante quanto complesso, soprattutto per la ripartizione delle energie psicofisiche, come vi preparate per questi doppi impegni?
“Il dispendio di energie è sicuramente alto ma sono sicura che lo staff ci preparerà al meglio come con il Liverpool. Daremo il massimo sia in Champions che in campionato anche se la stanchezza si farà sentire. Ma una squadra se è unita può affrontare anche due competizioni anche e soprattutto grazie a tutte e venti le giocatrici in rosa”.

Oltre alla Barbara Bonansea calciatrice, quali passioni o quali attività riempiono la tua vita?
“Oltre al calcio io studio economia, anche se non è facile perché la mia università è a Torino e io vivo a Brescia. Mi piace molto leggere libri thriller e guardare i film. Sono un amante di tutto ciò che è manuale anche se a Brescia non posso fare molto, però dove abitavo prima, a Torino, mi sarebbe piaciuto fare disfare dipingere e costruire, forse diciamo che questo mi è stato tramandato da mio padre che è muratore”.

Calcio Femminile Italiano, ringrazia Barbara Bonansea per l’intervista e si congratula con il tempestivo e puntuale Ufficio Stampa del Brescia Calcio Femminile.

Pallone d’Oro 2015, annunciata la lista delle dieci calciatrici e dei dieci allenatori

Fifa e France Football hanno reso nota la lista delle giocatrici e degli allenatori candidati per il FIFA Women’s World Player of the year e il FIFA World Coach of the year.

Questo l’elenco delle 10 candidate giocatrici al Pallone d’Oro:
Nadine Angerer (Portland Thorns FC)
Ramona Bachmann (FC Rosengård)
Kadeisha Buchanan (West Virginia University)
Amandine Henry (Olympique Lyonnais)
Eugénie Le Sommer (Olympique Lyonnais)
Carli Lloyd (Houston Dash)
Aya Miyama (Okayama Yunogo Belle)
Megan Rapinoe (Seattle Reign)
Célia Šašić (1.FFC Frankfurt)
Hope Solo (Seattle Reign)

Questo l’elenco dei 10 tecnici candidati al FIFA World Coach of the year:
Calle Barrling (Swedish U-19 National Team)
Colin Bell (1.FFC Frankfurt)
Farid Benstiti (Paris Saint-Germain)
Jill Ellis (USA National Team)
Laura Harvey (Seattle Reign)
John Herdman (Canadian National Team)
Gérard Prêcheur (Olympique Lyonnais)
Mark Sampson (English National Team)
Norio Sasaki (Japanese National Team)
Thomas Wörle (FC Bayern Munich)

Il 30 Novembre verranno annunciati i nomi delle tre calciatrici finaliste e dei tre allenatori finalisti. L’11 Gennaio, ci sarà poi la premiazione nella bellissima Zurigo, presso il Kongresshaus.

Maggiorni informazioni: www.fifa.com

Orobica, così il Presidente Marini: l’Academy & Soccer House saranno il futuro

Senza una casa, con budget ridotti, e spesso schiacciate dalle esigenze delle squadre maschili. In Italia le società di calcio femminile si ritrovano spesso a disputare le proprie attività sportive in condizioni limitanti. Ed è per questo che Antonio Marini, presidente dell’ Orobica e papà dell’ allenatrice del club, ha sviluppato un progetto che soddisfi l’ esigenza di creare un polo unico per tutto il movimento, che serva da impulso per le giovani tanto quanto per l’ elite della prima squadra. Il presidente Marini racconta meglio il presente e il futuro pianificato dal suo club, un percorso lungimirante che pensiamo debba essere ben spiegato dal suo stesso artefice.

Gentile Presidente, il vostro progetto sul centro tecnico italiano, è davvero innovativo e strategico, potrebbe essere un vostro primo step per affermarvi in Italia ed eventualmente in Europa?
Il progetto che l’Orobica ha presentato vuole essere un’idea che solleciti maggior interesse verso il calcio femminile che da anni non riesce a trovare giusta collocazione né in Italia né in campo internazionale. Abbiamo ottenuto un’ampia disponibilità dall’Amministrazione Comunale di Comun Nuovo oltre che da finanziatori privati, data la  posizione geografica strategica e il pool di professionisti che c’ha lavorato lo ha fatto in tempi record sviluppando qualcosa di incredibile che speriamo che prima o poi la FIGC possa decidere di sostenere senza ulteriori indugi. Per quanto riguarda l’evoluzione della società che rappresento, tutto passa, come dicevo prima, dalle capacità organizzative e dalle risorse umane a disposizione, prima di quelle economiche. Sia l’apparentamento con le società professionistiche (o semi) che la possibilità di giocare in una struttura all’avanguardia potrebbero aiutarci a crescere ancora.

Nel frattempo abbiamo creato la Scuola Calcio e tesserato molte ragazze pulcine e esordienti che a dicembre iscriveremo per la prima volta ai campionati FIGC costituendo l’intera filiera giovanile con una squadra per categoria: Pulcine, Esordienti, Giovanissime, Allieve (che partecipano in deroga al Campionato Giovanissimi Provinciali) e Juniores.
Inoltre l’Orobica CF Academy (che la prossima settimana verrà presentata alle Istituzioni di riferimento) nasce insieme al progetto presentato alla FIGC proprio per lanciare l’idea di costituire per ogni squadra nazionale di serie A e B un CENTRO FEDERALE DI SVILUPPO DEL CALCIO FEMMINILE con periodiche giornate di formazione tenute dai Tecnici della FIGC. Ad oggi sono già 3 le Società di calcio maschile affiliate all’Orobica CF Academy che prevede la possibilità, per tutte le bambine nate tra gli anni 2008 e 2001, di effettuare prove gratuite e di iscriversi alle attività del centro presentandosi nei giorni prestabiliti”.

Quali sono gli obiettivi del suo club per la stagione in corso, Orobica, Valpò, Como e Inter insieme sembrano davvero una serie A, piuttosto che una B.
La nostra società ha sempre in previsione di progredire con l’obiettivo primario di crescere e di  far crescere le ragazze innanzitutto. Anche quest’anno stiamo cercando di migliorare nell’organizzazione rispetto agli anni precedenti, dato che con la gestione ottimale di ogni situazione interna si sviluppano anche performance sportive di rilievo. Inoltre se le giocatrici incontrano condizioni tecniche e organizzative ideali e si sentono a loro agio all’interno della società possono giocare a calcio divertendosi in maniera spensierata. Sono d’accordo sulla seconda parte della domanda; forse potremmo avere qualche sorpresa da Fortitudo Mozzecane e Oristano…strada facendo.

Cordiali saluti.
Dr.ssa Patrizia Meroni per conto del Presidente Dr. Antonio Marini

Calcio Femminile Italiano ringrazia la dirigenza del club per averci concesso l’ opportunità di tale intervista, utile a tutti gli operatori del calcio femminile.

Presidente Torino Femminile shock: “Il calcio femminile è in mano alle lobby gay”

Dopo il “caso Belloli”, le proteste e gli scioperi, un altro casoa buffera è pronta a scoppiare attorno al Calcio Femminile: ancora dichiarazioni di fuoco, al veleno, dopo quelle del presidente LND, in questo caso di un diretto interessato nel settore come il Presidente del Torino Femminile Roberto Salerno. Il numero 1 granata, in un comunicato stampa ufficiale diffuso a tutte le società ha attaccato senza mezzi termini una presunta “lobby gay” che comanderebbe il Calcio Femminile, con diversi termini dispregiativi che potrebbero portare a conseguenze serie. Di seguito la nota stampa ufficiale del Torino Femminile:

Confermo, con amarezza, questa dichiarazione dopo aver chiesto io stesso, pubblicamente, le dimissioni di Belloli da Presidente LND dopo le parole denigratorie e lesive che pronunciò in merito alle giocatrici definite, offensivamente, “lesbiche”.
Il sopravvento su tutto il calcio femminile nazionale è davanti agli occhi degli addetti ed è avvenuto trasversalmente, dai Club alle Tesserate e alle strutture Dipartimentali creando una situazione di “discriminazione” addirittura opposta in cui queste lobby “dettano legge” e le società e i Presidenti sono “fuori” e totalmente “schiacciati”.
I recenti fatti accaduti in relazione allo sciopero annunciato dall’AIC per il 17.10.15, evitato solo con le votazioni e l’assemblea “farsa” che il 14.10.15 il Dipartimento Calcio Femminile ha “organizzato”, tempestivamente, sono una chiara rappresentazione di ciò.
E’ clamoroso, infatti, che il Dipartimento Calcio Femminile della LND abbia convocato in prossimità dello sciopero del 17.10.15 (poi revocato) un’assemblea dei Presidenti, il 14.10.15, violando i più elementari requisiti di correttezza nella convocazione quali indicare un Ordine del Giorno, senza far conoscere prima gli argomenti da trattare e, in questa sede aver invitato i presenti ad esprimersi su argomenti “cari” e funzionali alle richieste delle lobby delle calciatrici ed aver diramato note su “votazioni unanimi” (tutte a favore delle lobby per impedire lo sciopero) a fronte delle quali il Torino Calcio Femminile ha abbandonato l’aula e prende, negativamente, le distanze, con intenzione, nei prossimi giorni, di segnalare l’episodio (accaduto dopo l’intervento e l’uscita dall’Assemblea di Tavecchio) agli Organi di Giustizia Sportiva.
Si deve dimettere, tutto il Dipartimento Calcio Femminile della LND e la segretaria signora Cottini in particolare per aver convocato e condotto, il 14.10.15, un’Assemblea delle società in queste condizioni e disconoscendo lei per prima dignità ai Presidenti intervenuti.
Sulla arroganza, prepotenza e strapotere di queste lobby gay si potrebbero scrivere gli ultimi 10 anni del calcio femminile italiano e mi riservo io stesso di documentare ciò che affermo per comprendere, poi, le radici profonde del suo “nanismo”.

Torino, 20 Ottobre ’15
Il Presidente
Roberto Salerno

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