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Il sogno è realtà: il Lucca Calcio Femminile approda in Serie B

Serie B. Conquistata. Meritata. E che partano i festeggiamenti. Le ragazze dell’ACF Lucca 2003 conquistano la serie cadetta al termine di una stagione bellissima, vissuta sempre da protagoniste. Alle ragazze di mister De Luca si sono dovute inchinare le giocatrici del Pontedera e del Don Bosco che sino quasi alla fine del campionato hanno provato a contrastare la marcia trionfale delle lucchesi.

Ma è stato tutto inutile contro una formazione che in tutto il campionato ha perso solo una gara a Arezzo e fatto cinque pari. E così oggi, sul campo di Agliana, anche la matematica ha dato ragione e si è piegata alla forza delle ragazze di mister De Luca, una vittoria che non nasce a caso, ma che è frutto di tre anni di programmazione e di sforzi che tutti si augurano sia coronati dall’ingresso nella famiglia della Lucchese, con la quale sono iniziati i contatti e non a caso nella gara decisiva di Pontedera qualche settimana fa il Lucca ha indossato le casacche della Lucchese Libertas.

A Agliana non c’è stata partita, per quanto le ragazze di casa abbiano provato a ostacolare il cammino delle lucchesi: è finita 4-2, con l’Aglianese che si è portata in vantaggio nel primo tempo con Mariani. Poi capitan Manganiello ha ristabilito la parità prima dell’intervallo. Nella ripresa le ospiti hanno dilagato: in rete Bengasi, su assist di Tognarelli, e ancora Bengasi ha fatto il tris, stavolta su servizio di Carrozzo. Poi il poker di Menchetti, la seconda rete dell’Aglianese, a tempo scaduto, con Mosi è solo per il tabellino.

La festa è così potuta iniziare. Con i familiari al seguito e tutto lo staff, a partire dal secondo di De Luca, Canini. E il primo pensiero, anche da parte del neo presidente Marco chiocchetti, è andato allo scomparso numero uno della società Carlo Isola a cui le ragazze hanno dedicato il successo. Ora starà anche alla città, che può andare orgogliosa di questo risultato, a dare segnali concreti perché il sogno possa continuare. Possibilmente in rossonero. E con il nome che fa venire i brividi: Lucchese.

Aglianese-Lucca 2003 2-4
Reti: 8′ pt Mariani, 23′ pt Manganiello, 2′ e 4′ st Bengasi, 16′ st Menchetti, 45′ st Mosi.
Aglianese: Schiavone, Santini, Shikata, Qafoku, Bosa, Terrazzano, Bugiani, Vannucchi, Mariani, Nesti. A disp. Bologna, Genua, Mosi, Franchi, Nigro, RAuseo. All. Esposito.
Lucca 2003: Giuffrida, Tognarelli, Rizzato, Mase, Frediani, Lehmann, Carrozzo, Manganiello, Menchetti, Bengasi, Nellini. A disp. Caproni, Bonacchi Cantini. All. De Luca.

Diritti, salute e allenamento a Udine

Una tavola rotonda sui diritti, la salute e l’allenamento delle donne sportive. Ma anche un’occasione per presentare la Carta Europea dei Diritti delle Donne nello Sport e, allo stesso tempo, per dare il via a un coordinamento permanente su queste tematiche. Martedì 12 aprile nel Salone del Popolo a palazzo D’Aronco alle 16 (via Lionello 1 a Udine), le assessore all’Educazione, Sport e Stili di Vita, Raffaella Basana, e alle Pari Opportunità, Cinzia Del Torre, insieme con la Presidente della Commissione Pari Opportunità, Sara Rosso, incontreranno la presidente del Consiglio Nazionale Uisp Manuela Claysset e del Comitato Regionale Uisp Elena Debetto.

Un incontro che, come ricordato, oltre a rappresentare l’occasione per presentare la Carta Europea, ha previsto anche l’invito, grazie al patrocinio di Federsanità Anci, di tutti i sindaci, gli assessori allo Sport e alle Pari Opportunità di tutta la regione Friuli Venezia Giulia affinché l’accesso alla pratica sportiva sia garantita in egual modo per uomini e donne.

“Una pratica motoria e sportiva ben condotta – spiega Basana – consente alle persone di fare significative esperienze, contribuisce alla formazione personale degli individui e ha un’indiscussa ricaduta positiva sulla salute. È per questi motivi – spiega – che è importante che sia praticata in maniera universale dalle persone, senza distinzione di genere, età e abilità. Non dimentichiamo inoltre che Udine si appresta a ospitare i Campionati europei femminili di basket Under 16 e i Campionati mondiali femminili Under 19. Un’occasione per la città di essere al centro del panorama sportivo mondiale femminile e di sostenere, ancora una volta, lo sport al femminile”.

Se è vero che le donne vivono di più, è quindi fondamentale che vengano promosse sempre più occasioni per mantenersi in buona salute. “Se lo sport e la salute sono un diritto per tutti – commenta Del Torre –, le diseguaglianze di genere ci pongono in uno stato di iniquità profonda. Da qui, dunque, l’idea di istituire un tavolo di lavoro e coordinamento permanente proprio su queste tematiche”.

Ricco il parterre dei relatori invitati a portare il proprio contributo. Insieme con le autorità, infatti, interverranno Giovanni Pontelli, docente a contratto presso l’Università di Udine, e Lea Biasutti, neo-laureata in Scienze dello Sport.

Al primo, personal trainer nonché preparatore atletico dell’Asd Udinese Calcio femminile, il compito di parlare sul tema delle donne nello sport con riferimento al lavoro proposto alle calciatrici della sua squadra, mentre Biasutti, che ha conseguito il master “Doping: uso abuso e misuso di farmaci nello sport” diretto dal Prof. Baraldo, interverrà sul tema “Donne, sport e salute” affrontando l’argomento sport e attività fisica nelle donne e benefici ad essi correlati in termini di benessere fisico e psichico.

Alle 18, sempre nel Salone del Popolo, dove è allestita fino al la mostra fotografica realizzata da Erika Zucchiatti “La forza delle donne”, è previsto inoltre un incontro con Wafa’ Abdel Rahman, giornalista palestinese e attivista per i diritti delle donne, promosso dall’assessorato alle Pari Opportunità il collaborazione con la Commissione Pari Opportunità, la Casa delle Donne e la Rete di solidarietà internazionale Radie’ Reschcon.

Per informazioni è possibile inviare una email agli indirizzi pariopportunita@comune.udine.it o sportemovimento@comune.udine.it o telefonare al numero 366 6432270.

Pescara Calcio Femminile promossa in Serie B

La sfida tra le prime della classe, Pescara e Porto S. Elpidio, termina in perfetta parità con il risultato di 1-1. Nonostante una partita giocata decisamente al di sotto delle proprie potenzialità, le ragazze di Mister Di Persio e Pingiotti riescono a conquistare l’ultimo punto che le separava dalla vittoria del campionato grazie alla rete di Di Battista (nella foto). Infatti, con ampio anticipo, la matematica premia le pescaresi, che vincono la Serie C e conquistano la promozione in Serie B Nazionale. Questo il percorso delle biancazzurre a 3 giornate dalla fine del campionato (senza considerare il Chieti fuori classifica): 20 vittorie, 2 pareggi, 83 gol fatti e 7 subiti.

IL MATCH
Sin da subito entrambe le squadre giocano a viso aperto dimostrando una gran voglia di vincere, ma la partita è condizionata da un sostanziale equilibrio. La partita viene sbloccata dalle portoelpidiensi quando, al minuto 22, Ranzuglia approfitta di una gaffe della difesa avversaria. Le pescaresi non ci stanno e, quattro minuti più tardi, riportano il punteggio in parità. Sugli sviluppi di una punizione battuta da Paolini, dopo una serie di batti e ribatti, è Di Battista a trovare la zampata giusta per battere Medori. Il primo tempo si chiude, dopo una serie di capovolgimenti di fronte da una parte e dall’altra, sul risultato di 1-1.

Il registro nel secondo tempo non cambia. Lanciotti supera la difesa avversaria e, da distanza ravvicinata, prova a sorprendere Evangelista che manda sul palo, sulla ribattuta si avventa Monzi ma Evangelista è subito reattiva e neutralizza la conclusione della numero 4. Non tarda ad arrivare la risposta delle pescaresi e Medori deve fare gli straordinari per negare il gol a Pri mi. Dopo una serie di occasioni da entrambe le parti, è Fusco ad avere una ghiotta occasione per portare in vantaggio le sue colpendo la traversa direttamente da calcio piazziato. I minuti sembrano interminabili ma, al triplice fischio, le padroni di casa possono lasciarsi andare ad un urlo liberatorio e dare inizio ai festeggiamenti per una meritatissima promozione.

Al termine del match Maiorano ha rilasciato delle dichiarazioni per esprimere la sua gioia: “Vorrei dire a tutta la squadra che, anche se sono a 500 chilometri dalla mia famiglia e dalla mia terra, qui a Pescara ho trovato la mia seconda famiglia e sono veramente contenta che martedì, giorno in cui saremo ospiti della trasmissione “Gradinata A”, ci sarà l’occasione di condividere con voi il giorno del mio compleanno. Vorrei ringraziare tutti, dalle ragazze allo staff tecnico, al presidente e tutti i dirigenti che qui mi fanno sentire a casa”.

TABELLINO
PORTO S. ELPIDIO – PESCARA 1-1 (1-1)
Reti: 22′ Ranzuglia (PSE), 26′ Di Battista (P)
PESCARA: Evangelista, Vizzarri(dal 68′ Paravia), Amicucci, Confessore, Giuliani, Fiorenza (dal 77′ Di Febo), Eugeni (dal 46′ Fusco), Di Battista, Primi, Cialfi (dal 65′ Lazzari), Paolini (dal 88′ Colantonio). A disposizione: Mastronuzzi, Maiorano. Allenatore: Roberto Di Persio
PORTO S. ELPIDIO: Medori, Splendiani, Andrenacci, Monzi, Castelli, Pezzola, Natalini, Lanciotti, Monterubbianesi, Ranzuglia, Rastelli. A disposizione: Jonuzovski. Allenatore: Massimo Luciani

CLASSIFICA
62 Femminile Pescara
55 Calcio Porto S. Elpidio
49 Real Bellante (#)
48 Castelnuovo (#)
41 Audax (#)(*)
40 Vistus Lanciano 1924 Cf (-1) (*)(#)
29 Intrepida Ortona (*)
24 Ripalimosani Femminile (#)
17 Pro Vasto Femminile (*)(#)
13 Aquilana (#)
10 Pizzoli (#)
7 Trivento Femminile (#)
3 Olimpia Femminile (#)
0 Calcio Chieti Femminile (fc)

Minacce allo Sporting Locri, la Procura chiede l’archiviazione: Una montatura, la ‘ndrangheta non c’entra

Un caso “manifestamente infondato”. Niente ‘ndrangheta dietro le minacce allo “Sporting Locri”, la squadra di calcio a 5 femminile che milita in Serie A e che a fine dicembre era finita nelle prime pagine dei giornali nazionali in seguito all’annuncio della società di chiudere per le intimidazioni subite. In tutto erano state quattro le presunte minacce subite nel giro di un mese dal presidente Armeni (nella foto), al quale erano state forate anche le gomme della sua auto, e dagli altri dirigenti. “Forse non siamo stati chiari – era scritto in uno di questi pizzini lasciato vicino al seggiolino di sua figlia – Lo Sporting Locri va chiuso. Dovete chiudere subito altrimenti rimarrai a terra come le tue ruote. Ma chi si siede solitamente in questo posto?”.

La solidarietà alle ragazze dello Sporting Locri aveva superato i confini calabresi. Addirittura il presidente del Coni Giovanni Malagò si era schierato al fianco della società sportiva di Locri “dei suoi dirigenti, dei tecnici e soprattutto delle atlete che non devono assolutamente cedere a questi vergognosi gesti, intollerabili in un Paese civile”. “Sono a disposizione – aveva detto Malagò – per qualsiasi iniziativa necessaria a far tornare le ragazze in campo”.

Dopo tre mesi di indagini e un clamore che ha portato in Calabria anche il presidente nazionale della Fgic Carlo Tavecchio, il procuratore di Locri Luigi D’Alessio ha chiesto al gip l’archiviazione dell’inchiesta. “Minacce non riconducibili alla criminalità. – ha affermato il magistrato al Tg3 Calabria – È stata una montatura”. Non usa mezzi termini il procuratore D’Alessio per descrivere una situazione che, quantomeno, può essere definita imbarazzante: “Il caso sarebbe stato montato proprio da chi ha ricevuto quelle minacce. Non è possibile che potessero essere effettuate minacce in quel modo e con quella modalità. Meglio una buona archiviazione che un cattivo rinvio a giudizio”.

Se da una parte, la Procura di Locri è convinta della “montatura” di tutta la vicenda, dall’altra non ci sarebbero elementi penalmente rilevanti per sostenere in aula l’accusa di procurato allarme. Le voci di un’archiviazione dell’indagine circolavano già da giorni nella Locride. E il primo aprile l’ex presidente Ferdinando Armeni ha affidato alla sua pagina Facebook lo sfogo: “Nessuno di noi ha mai parlato di mafia, abbiamo ricevuto delle minacce, questa è l’unica realtà, qualcuno ci ha voluto colpire.
Tra la mafia e l’autoproduzione c’è di mezzo una marea di possibilità, non capisco perché se non è stata la malavita per forza deve essere autoproduzione”.

“A noi non importa che si tratta di mafia o di altro – aveva affermato la giocatrice Noemi Viscuso qualche giorno dopo che i dirigenti della società avevano abbandonato la squadra – A noi importa il campionato. Vogliamo che chi si è preso l’impegno lo rispetti fino a fine stagione”. Il campionato si è concluso ieri e lo Sporting Locri, oggi guidato dal presidente Vittorio Zadotti, si è salvato e anche per il prossimo anno giocherà in Serie A.

Rifinitura a Reggio Emilia in vista del match con l’Irlanda. Gabbiadini ancora ferma ai box

Allenamento di rifinitura questa mattina sul terreno di gioco dello Stadio ‘Città del Tricolore’ di Reggio Emilia per la Nazionale Femminile, che domani (ore 18, ingresso gratuito con accesso dal settore Distinti Sud – diretta televisiva su Rai Sport 1) affronterà l’Irlanda del Nord in un incontro valido per le qualificazioni al Campionato Europeo UEFA di Olanda 2017. Dopo la sconfitta di misura con la Svizzera, la squadra di Cabrini va alla ricerca di un immediato riscatto con le irlandesi, terze in classifica a quota 3 punti e distanziate di altrettante lunghezze dall’Italia.

Prima dell’allenamento mattutino, chiuso con la consueta partitella in famiglia, le Azzurre hanno incontrato alcuni studenti dell’istituto superiore ‘Matilde di Canossa’, un’occasione per scattare qualche foto ricordo e firmare autografi. Con l’Irlanda sono previste alcune novità di formazione rispetto alla gara di Biel con la Svizzera e rischia di restare ancora ferma ai box Melania Gabbiadini, alle prese con una contrattura al muscolo della coscia sinistra: “Con l’Irlanda dobbiamo vincere – avverte il Ct Antonio Cabrini – non ci sono scuse.  Cercheremo di imporre il nostro gioco e portare a casa il risultato”.

Quello di domani sarà anche una sorta di prologo ad un altro importantissimo appuntamento per il calcio femminile e per la città di Reggio Emilia. Il 26 maggio infatti lo Stadio ‘Città del Tricolore’ ospiterà la finale della UEFA Champions League e gli spettatori che assisteranno alla sfida con le irlandesi potranno ritirare (fino ad esaurimento) un coupon che consentirà l’acquisto di un biglietto scontato per la finale della Champions League Femminile. La promozione, valida dal 13 al 20 aprile presso i punti vendita Vivaticket by Best Union di Reggio Emilia e provincia, darà la possibilità di acquistare un tagliando del settore Distinti al prezzo di 5 euro.
La finale della Champions League Femminile e tutte le iniziative collegate sono state presentate in mattinata nel corso di un incontro con circa 500 studenti dell’Istituto comprensivo ‘JF.Kennedy’ a cui hanno preso parte il Capo delegazione della Nazionale Femminile Barbara Facchetti e il Responsabile organizzativo delle Nazionali azzurre Giorgio Bottaro, che ha invitato i ragazzi a fare il tifo sugli spalti dello Stadio ‘Città del Tricolore’ in occasione della sfida di domani e della finale del 26 maggio.
Foto: Sergio Volo

Classifica e prossimi impegni delle Azzurre nel Gruppo 6

Classifica: Svizzera 15 punti, ITALIA 6, Repubblica Ceca e Irlanda del Nord 3, Georgia 0

12 aprile – ITALIA-Irlanda del Nord
7 giugno  – Georgia-ITALIA
16 settembre – Irlanda del Nord-ITALIA
20 settembre – ITALIA-Repubblica Ceca

Calcio Femminile: 220 atlete al Torneo Nazionale GIRLS CUP

L’Area Calcio Alba Roero organizza il 17 aprile 2016 un torneo riservato alla categoria Esordienti e Pulcini Femminile; detta manifestazione ha già ottenuto la conferma di partecipazione da parte di 12 squadre Esordienti e di 4 Pulcini.

Il calcio femminile è assai meno diffuso di quello maschile ed un tale evento rappresenta per il nostro territorio qualcosa di straordinario, congiuntamente al fatto che la nostra Associazione Dilettantistica può vantarsi di essere l’unica, nella Provincia Granda, ad annoverare una formazione di esordienti che giocano a “undici” interamente femminile.

Le 12 squadre Esordienti, compresa la nostra formazione, che hanno fatto pervenire la loro adesione sono: JUVENTUS FC, GENOA CFC, BOLOGNA FC (2 squadre), AC CUNEO, ACF ALESSANDRIA, VADO FC, CIT TURIN LDE, ASD CAMPOMORONE SANT’OLCESE, REAL VENARIA e AREA CALCIO ALBA ROERO.

Per la categoria Pulcini saranno presenti:
GENOA CFC, JUVENTUS FC, INTER FC e BOLOGNA FC.

Il torneo si svolgerà presso gli Impianto Sportivo “Augusto Manzo” di Alba e si svilupperà sull’arco di tutta la giornata; si disputeranno in totale 30 incontri a cui si devono aggiungere le 2 finalissime previste in chiusura di giornata alle 18,30.

Saranno coinvolte in totale circa 220 atlete di età compresa tra i 9 ed i 14 anni.

La manifestazione è stata autorizzata dal Comitato Nazionale competente della FIGC, ha ottenuto il Patrocinio da parte del Comune di Alba, ed inoltre si propone di sostenere e favorire, nell’ambito della stessa giornata, l’attività della “Collina degli Elfi” di Govone che sviluppa un progetto dedicato alle famiglie con bambini malati di cancro che hanno ultimato le terapie e iniziato il loro percorso di recupero.

Chi dice donna dice football

È stata l’ultima squadra italiana ad essere eliminata da una coppa europea, dalla più importante: tra le migliori otto del continente, nel 2016, non ci sono né Juventus né Roma, ma il Brescia sì. Il Brescia Calcio Femminile, per la precisione, e se non fosse stato per il sorteggio che ai quarti l’aveva abbinata alla superpotenza Wolfsburg – già campione d’Europa nel 2013 e nel 2014 – forse ci sarebbe stato spazio per una storica semifinale in Women’s Champions League. Invece niente, doppio 3-0 e fine dell’avventura. Ma ci sono casi in cui un’eliminazione non toglie nulla al valore di un’impresa.

Del resto «la nostra presenza tra le otto squadre più forti d’Europa è da considerarsi un miracolo sportivo», diceva Milena Bertolini, allenatrice delle «gnare» del Brescia, già prima dei quarti di finale. Non era un modo di mettere le mani avanti, ma una constatazione, perché in effetti è un miracolo sportivo anche la posizione dell’Italia nel ranking Fifa femminile, al tredicesimo posto nonostante il sostanziale immobilismo federale. Per dire: gli uomini sono quattordicesimi, nonostante risorse infinitamente più vaste a disposizione, e basterebbe questo dato per capire il paradosso che separa ciò che è calcio vero e ciò che è puro dilettantismo, secondo gli schemi della Figc. Perché la differenza è proprio qui: mentre altrove il calcio femminile è cosa seria, in Italia fatica a superare il concetto stereotipato e vagamente caricaturale che ne costituisce l’immagine proiettata.

Per questo una figura come quella di Milena Bertolini è necessaria. Originaria di Correggio, ex calciatrice, da alcuni anni tecnico di successo e, peraltro, in possesso dell’intera collezione di abilitazioni professionali: per intenderci, potrebbe guidare anche i club «pro» (dunque quelli maschili) in qualsiasi categoria. Ma il riconoscimento del calcio femminile è sempre stata la sua missione, tanto che oltre quindici anni fa fu la prima donna ad essere eletta nel consiglio federale della Figc, un passo avanti che lasciava presagire scenari ben diversi. «Invece – racconta – non c’è mai stata una reale volontà di cambiamento a livello di sistema, tanto che in Europa anche chi ha iniziato più tardi ora viaggia a velocità tripla».

In Italia abbiamo 20mila tesserate, in Olanda per fare un esempio sono 140mila nonostante si sia cominciato a fare sul serio meno di dieci anni fa. Servirebbero un modello di sviluppo e nuove risorse ma, quando si parla di calcio femminile, lo si fa solamente per fare bella figura. È vero che all’inizio di questa stagione qualche mossa c’è stata. Ma troppo spesso si tratta di slogan». I numeri non mentono: nel rapporto «Women’s football across the National associations 2014-2015» redatto dalla Uefa si parla di oltre 1 milione di tesserate in Europa, 750mila delle quali Under 18, segno evidente che il pallone attrae le donne anche dal punto di vista agonistico, come tutti gli altri sport.

Per capire il livello continentale e l’interesse che crea, è indicativa l’identità delle squadre che si erano affrontate ai quarti della Women’s Champions League: oltre a Brescia e Wolfsburg, c’erano Barcellona e Paris Saint-Germain, Olympique Lione e Slavia Praga, Francoforte e Rosengard. Otto squadre, cinque delle quali specifiche sezioni delle rispettive società maschili, così come emanazione della società maschile – proprio quella di Anfield Road – era il Liverpool femminile, che il Brescia aveva eliminato in precedenza dalla competizione. In Italia, invece, per una Fiorentina che sta compiendo esattamente il percorso in quella direzione («la società dei Della Valle è l’unico club professionistico che dimostra di credere davvero nel nostro movimento», applaude Bertolini), il resto è tutto figlio dell’ingegno e della ferma volontà di sodalizi di provincia, con molte idee e poche risorse.

Appunto come il Brescia, che ha sede a Capriolo, vicino al lago d’Iseo, ma vede scendere sul terreno di gioco le proprie ragazze – dalla capitana Cernoia alla fantasista Rosucci, passando per il muro difensivo Gama – al campo sportivo di Mompiano. In sostanza, si gioca davanti a pochi eletti e nei campetti a cui fanno da sfondo le recinzioni delle villette. Il tutto mentre in Europa ci si trova al cospetto di 4-5mila spettatori (perché un seguito c’è) e in stadi reali: basti pensare che il Barcellona disputa le sue gare interne al Miniestadi, il Camp Nou in miniatura che vi sorge accanto, il Lione allo stadio Gerland – e a volte allo Stade de Lyon – e il Wolfsburg, quando l’impegno lo richiede, anche alla Volkswagen Arena. L’Uefa ci tiene – la finale di Champions si disputerà a maggio a Reggio Emilia, uno stadio di Serie A – e, per questo, lo stesso Brescia ha giocato le proprie sfide nella massima competizione europea al Rigamonti. Calcio vero. Trattato come tale.

È il problema dei problemi: si chiama professionismo. «Il gap a certi livelli diventa enorme, perché le nostre ragazze sono studentesse e lavoratrici che fanno sacrifici per questa passione, ricevono rimborsi spese ma non possono essere pagate per essere atlete e per questo devono guadagnarsi da vivere facendo altro. Poi si trovano ad affrontare chi gioca a calcio per mestiere. Non cerchiamo chissà quali stipendi – aggiunge Bertolini – ma è una questione di dignità: poter essere professioniste sarebbe il minimo». In realtà il discorso va oltre il calcio in rosa, perché è esattamente una questione di genere: la legge 91 del 1981, quella che regolò i rapporti tra società e sportivi, scrisse chiaro e tondo che lo sport femminile non poteva essere professionistico. Una legge vecchia di 35 anni, ma ancora attuale, nel senso che nulla è cambiato e che, per quanto sia vero che in alcuni alcune atlete italiane siano professioniste di fatto, de iure – insomma per il diritto del lavoro – restano dilettanti.

Rimanendo nel calcio, siamo lontani anni luce anche da questo. Risorse? Figurarsi: «Pensi che la squadra che vince lo scudetto si porta a casa come premio la coppa. Esatto, solamente il trofeo: nessun contributo, altro che televisioni e aiuti da parte della federazione». Del resto, fece epoca la frase dell’ex presidente della Lega Dilettanti che, nel corso di un consiglio del dipartimento calcio femminile, se ne uscì con un significativo «basta dare soldi a queste quattro lesbiche», finito a verbale e che gli costò quattro mesi di squalifica da parte della giustizia sportiva. Bertolini non dimentica: «A livello di vertici, nell’ultimo biennio con certe dichiarazioni si è toccato il fondo», la sua amara considerazione. E in questo è illuminante il «sinora si pensava che le donne fossero un soggetto handicappato rispetto al maschio nella resistenza e nella espressione atletica, invece abbiamo riscontrato che sono molto simili» di Carlo Tavecchio, oggi presidente federale, in una vecchia intervista a Report che ha fatto il giro della rete.

Illuminante, già, come il libro che Milena Bertolini, un vulcano di idee, ha curato per Aliberti. Uscito lo scorso dicembre, si fregia in postfazione di un’intervista a Carlo Ancelotti, reggiano come la collega, e ha un titolo icastico e provocatorio, ma per questo memorabile: Giocare con le tette. Lì dentro c’è più pregiudizio, tanto, che orgoglio, inteso come orgoglio di sistema, non come amor proprio, perché quello non manca, così come l’ironia: «Un libro storico e antropologico, per spiegare come mai in Italia la concezione del calcio femminile è questa e perché fa fatica a cambiare. Ma per cambiare bisogna prima di tutto conoscere. E la voglia di conoscere è tale che sa quanti giornalisti erano presenti alla prima conferenza di presentazione? Nessuno». Touché. Perché il cliché nostrano è ancora e sempre quello del calcio che non è – non sarebbe – uno sport per signorine. Eppure, per una volta, sono state proprio quelle che giocano con le tette, e che giuridicamente possono farlo solo per diletto, l’ultima squadra italiana a resistere sino ai quarti di una coppa europea.

Nicole Lauria portiere Nazionale Under 17 Femminile: un cartone mi fece amare il calcio

C’è una firma bolognese sulla qualificazione della nazionale Under 17 Femminile di calcio alla fase finale dell’Europeo: a difendere la porta azzurra, infatti, c’era Nicole Lauria, sedicenne di Calderara tesserata per il Bologna con cui gioca nel campionato Primavera e in serie C con la prima squadra agli ordini di Daniela Tavalazzi.
Le azzurrine del ct Rita Guarino nel girone che si è disputato in Romagna hanno battuto 4-1 la Grecia e 2-0 a sorpresa l’Olanda, pareggiando poi 2-2 in rimonta contro la Finlandia per conquistare il punto che ha dato alla nazionale il pass per le finali in Bielorussia dal 4 al 16 maggio. Contro l’Olanda e contro la Finlandia, in particolare, la numero 1 azzurra è salita in cattedra cementando la qualificazione: siamo andati a conoscerla meglio.

Nicole Lauria, innanzitutto come è nata la passione per il calcio e per il ruolo di portiere?
«Avevo iniziato con il basket, poi vidi un cartone animato».

Holly e Benji?
«No, si chiamava La squadra del cuore. Mi innamorai del ruolo di portiere perché comandava la difesa e si prendeva le maggiori responsabilità. Se sbaglia il portiere, sono guai».

Il carattere non manca. La pratica?
«Ho iniziato nell’Ancora Calcio, poi sono passata al Bologna e per tre anni ho giocato insieme ai maschi. Ora sono nel Bologna allenato da Daniela Tavalazzi, gioco in C e anche nella Primavera: le partite casalinghe le giochiamo a Riale».

Il suo portiere-modello?
«Julio Cesar. Sia perché sono interista, ma anche per il suo stile di gioco. Ora che ha qualche anno, se devo dire un altro nome dico Neuer».

La chiamata della Nazionale quando è arrivata?
«Due anni fa, dopo un torneo regionale. Sono stata il terzo portiere dell’under 17 per un po’, visto che c’erano sia le nate nel 1998 che nel 1999 come me, e in questo Europeo sono diventata titolare».

Il ct Guarino è una gloria del calcio femminile italiano, la vostra capo-delegazione è una gloria olimpica come l’ex sciatrice Manuela Di Centa. Com’è avere due ispirazioni simili?
«Ti trasmettono esperienza e ti fanno capire cosa vuol dire gareggiare in certe competizioni. Si sente che sono qui per noi e sono sempre a nostra disposizione per parlare e confrontarsi: è una bella sensazione».

L’emozione più grande in campo?
«Senza dubbio quella appena vissuta. Giocare e vincere in Romagna, davanti a tutte le tue amiche, alle compagne e ai dirigenti, con la maglia dell’Italia. E cantare l’inno tutte assieme urlandolo a squarciagola».

La maglia azzurra, ma anche la scuola. Come va?
«Bene, dai. Frequento le Rosa Luxemburg e alla fine nonostante gli impegni ho una media del 7,5-8».

Da grande, oltre al portiere della Nazionale femminile, cosa le piacerebbe fare?
«Accompagnare le squadre nazionali in Paesi esteri, o fare da traduttrice visto che i miei studi hanno un indirizzo tecnico-turistico».

Il calcio, gli studi. E il tempo libero? Ha una meta preferita?
«Il tempo per uscire è quello che è. Ogni tanto mi piace fare un giro a Bologna in via Indipendenza, ma vengo di rado. Una volta io e le mie amiche ci siamo anche perse».
Perché nel centro di Bologna non si perde neanche un bambino, come cantava Lucio Dalla, ma a un portiere della Nazionale può succedere.

Fase Elite Europeo: le Azzurrine chiudono con un successo, 3-0 all’Irlanda del Nord

A Viborg la Nazionale Under 19 chiude il suo cammino nella Fase Elite del Campionato Europeo battendo nettamente l’Irlanda del Nord, un 3-0 che non è sufficiente per raggiungere la qualificazione alla Fase Finale, ma che lascia comunque ben sperare per il futuro. Dopo il ko all’esordio con la Spagna e lo sfortunato pareggio con le pari età danesi, contro l’Irlanda del Nord la squadra di Enrico Sbardella ha fatto fruttare il maggior tasso tecnico in un incontro dominato dal primo all’ultimo minuto.

In vantaggio al 38’ con un rigore concesso per un atterramento ai danni di Lenzini e trasformato da Flaminia Simonetti, l’Italia ha trovato il gol del raddoppio al 7’ della ripresa grazie ad una bella azione personale di Annamaria Serturini, anche oggi tra le migliori in campo. In pieno recupero Martina Piemonte ha risolto poi una mischia fissando il risultato sul 3-0.

“Sapevamo che sarebbe servita un’impresa per passare il turno – sottolinea il tecnico Enrico Sbardella – non siamo riusciti a compierla, ma usciamo con tante certezze e idee per continuare a lavorare. La Spagna ha confermato di essere un gradino sopra le altre e si è qualificata con merito e per noi l’unico rammarico resta la vittoria sfumata nel finale con la Danimarca”.

Programma, risultati e classifica del Gruppo 4 della Fase Elite dell’Europeo

1ª Giornata (5 aprile)
Spagna-ITALIA 3-0
Danimarca-Irlanda del Nord 5-0

2ª Giornata (7 aprile)
Danimarca-ITALIA 1-1
Spagna-Irlanda del Nord 7-1

3ª Giornata (10 aprile)
ITALIA-Irlanda del Nord 3-0
Danimarca-Spagna 1-3
Classifica: Spagna 9 punti, Danimarca 4 e ITALIA 4, Irlanda del Nord 0

N.B. Le vincenti dei 6 gruppi e la migliore seconda classificata tenendo conto dei risultati ottenuti contro le prime e le terze si qualificano per la Fase Finale in programma in Slovacchia dal 19 al 31 luglio

Nazionale Under 16 Femminile: battuta la Repubblica Ceca nel Torneo UEFA in Inghilterra

Primo successo per la Nazionale Femminile Under 16 ieri nel Torneo UEFA disputato a Loughborought. Dopo le sconfitte con la Danimarca e con le padrone di casa dell’Inghilterra, la squadra guidata da Massimo Migliorini ha battuto 2-1 le pari età della Repubblica Ceca nel terzo e ultimo incontro del torneo. Di Veronica Benedetti e Angelica Soffia i gol che hanno regalato la vittoria alle Azzurrine.

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