Situata nella parte nord-orientale del Mare Mediterraneo e a sud della Turchia, Cipro è l’isola più grande del Mediterraneo orientale nonché il terzo paese più piccolo nell’UE, dopo Malta e Lussemburgo. Cipro ha aderito all’UE come isola divisa de facto. Tuttavia, l’intera isola è territorio dell’UE. I turco-ciprioti sono cittadini dell’UE in quanto cittadini di un paese dell’UE (la Repubblica di Cipro), anche se vivono in una parte di Cipro che non è sotto il controllo del governi cipriota.
Tutto questo è a noi noto, quello che pochi sanno è che tra qualche settimana, diverse calciatrici Italiane e non solo, ufficializzeranno il loro futuro calcistico all’ interno di questo’isola splendida, aperta al calcio femminile.
Un club di prestigio, supportato da una sponsorizzazione internazionale, sta allestendo una rosa che possa ambire alla Uefa Champions League, ed è per questo, che non sarà strano, leggere e vedere atlete di prim’ ordine, indossare la maglia di uno di club che ufficializzerà questa incredibile iniziativa, ad oggi, i più noti dopo l’ “Ael”, campione in carica, sono: Ermis, Doxa, Aris.
Le geografia el calcio femminile cambia e ruota, come spesso accade, intorno a chi può disporre dei migliori budget.
Attendiamo le ufficialità dei trasferimenti per comunicarli ai nostri lettori in anteprima, e auguriamo alle calciartici interessate i migliori successi, la redazione di calcio femminile italiano, le seguirà anche li.
Ael, Ermis, Doxa, Aris… molte atlete italiane verranno strapagate a Cipro
Carta, bomber da 350 gol e la fortuna di palleggiare con Maradona
Il pallone come una sfera di vetro che racconta il passato e il presente e al futuro lascia fare; che srotola immagini di un percorso senza fine, di emozioni, delusioni, risa, pianti, discese, risalite e resistenza. Se sei donna e cammini su un pallone, allora sei l’equilibrista di un destino che va, scivola con la corrente a favore e a volte si intoppa, anche di brutto, e barcolla controcorrente, finché non è di nuovo buon vento. Se sei donna e non smetti di camminare su quel pallone, sei Antonella Carta, classe ‘67, figlia della Sardegna per sempre, traghettata nel Continente per un calcio che in Europa contava, che riempiva gli stadi italiani e che si è spento ai Mondiali del ‘99. Se sei Antonella Carta a 49 anni ancora giochi a pallone, non più a calcio a 11 ma a 5. “C’è tanta presunzione qui, dicono che se sei del calcio a 11 non sei buona a giocare a calcio a 5, per me non c’è differenza, la palla è tonda e se sai usare i piedi vai bene sempre”.
NON STA BENE. Era quasi impensabile per una bambina giocare a pallone quaranta anni fa. Ma Antonella in una squadra di calcio, almeno per numero, ci è cresciuta: lei, cinque sorelle, tre fratelli e due genitori fanno un undici perfetto. Chissà che caos… Ride, per lei la sua numerosa famiglia è la normalità. “Vengo da un paesino vicino a Nuoro, con la mentalità chiusa. Quello che pensava la gente condizionava. E infatti all’inizio i miei genitori erano contrari, non stava bene che una bambina giocasse a pallone. Non davo fastidio a nessuno ed ero criticata lo stesso. Poi, però visti i risultati che ho ottenuto, il giudizio è cambiato. Avevo dieci anni e ho seguito la passione di mio fratello Battista, che voleva fare il calciatore e poi si è messo ad allenare. Con lui ho un bel rapporto, anche se abbiamo dieci anni di differenza. Mi ha portato nella sua squadra, ero la mascotte. Poi dalla Nuorese in serie C è partita la mia carriera”.
LA TRAGHETTATA. Succede spesso nelle terre oltre. Si fa valigia e si traghetta oltre mare, infilando in ogni tasca pezzi di terra rosa, di mare cristallino e senza confini, di cieli infiniti, di Sardegna. Il biglietto di sola andata della Carta, quattordicenne, è nella segnalazione che qualcuno fa al Lecce. “Ho passato il provino a Piacenza, mi sembra segnando due gol e sono finita dritta in Puglia. A Lecce ho compiuto 15 anni. E’ stata dura, avevo nostalgia. Mi mancava la mamma, la famiglia, la Sardegna”.
Si tuffa nel grande calcio italiano però, in un baleno, e lo sguardo si distoglie dalla nostalgia. Sceglie di non proseguire gli studi, benché la mamma fosse contraria. “Ci teneva tanto che non smettessi, ma io ero presa dal calcio e pensavo di poterne fare a meno. E poi ero giovanissima, lontana da casa e la scuola non mi piaceva. Oggi mi pento però. E’ stato un errore. E’ un problema serio, non si trova niente. Certo sono sempre impegnata, alleno i bambini, e la sera ho i miei allenamenti fino a tardi, però mi piacerebbe avere un lavoro”.
Il Lecce così è la prima grande squadra, il debutto in serie A e il primo scudetto. Ne verranno altri 5 di titoli e sette coppe Italia e una Supercoppa; 700 presenze in A, 350 gol, 120 presenze in Nazionale. “Ho giocato con le squadre più forti. Io sono la storia del calcio femminile. Trani, gli anni più belli in assoluto. Avevo 19 anni, ero nel pieno dell’attività, spensierata, portavamo dodicimila spettatori allo stadio”. Numeri che il calcio femminile in Italia oggi si sogna. Nemmeno la Nazionale ne tira su tanti. “Da noi non esiste una cultura sportiva, il femminile è gestito da gente che non è all’altezza, alla fine uno si stanca a dire sempre le stesse cose. Abbiamo sprecato tutto. Prima eravamo noi la squadra da battere, ormai in Europa ci hanno superato tutti. Bisogna investire sul serio in questo sport. Ai Mondiali del ‘99 a vedere noi erano in quarantamila. Ma alla finale ce n’erano novantamila, una cosa meravigliosa”.
Dove è andata ha vinto. Dopo Lecce e Trani, si è coperta di tricolore alla Reggiana, al Giugliano Napoli e alla Torres, che stava per diventare la grande Torres. “E’ assurdo che la Federazione non abbia fatto niente per salvare una società come quella, con tutto quello che ha vinto, prima squadra italiana a fare la Champions. Si doveva intervenire”. Un ritorno in Sardegna non è mai un pensiero fuori luogo. “Tutto è possibile. D’estate torno sempre lì, dove ho radici e cuore. A volte mi prende la nostalgia e allora devo partire e andare subito, ma poi faccio fatica anche a starci troppo, insomma è complicato”.
VENTO CONTRO. Tutto fila finché vento brutto si alza all’improvviso e Antonella sei rende conto che non siamo immuni a niente, ma con la schiena dritta affronta l’ignota tempesta. “In sala operatoria mi ci volevano portare con la barella, ma io non ho voluto e ci sono arrivata coi miei piedi. Quando sono entrata ho detto a tutta quella folla di medici e infermieri: “Aspettavate me? Mi sento importante oggi”. Con un po’ di incoscienza. Quanto fosse brutto il tumore maligno che mi hanno tolto dal seno lo abbiamo scoperto in quel momento. E così per colpa del cancro ho dovuto lasciare il calcio a 11 e sono passata al calcio a 5 anche per tenermi in forma. Lo sport è fondamentale nella malattia. Per me è stata una salvezza”.
Il sorriso segue gli alti quando parla di calcio, i bassi quando parla delle frenate della vita. Dicono che il cancro ti segni per sempre… “Io non penso mai in negativo, sono una ottimista. Succedono cose nella vita che non credi possano capitare a te. E invece a me poi è capitato il cancro, ma peggio ancora a 29 anni ho avuto un incidente stradale terribile con la macchina e mia madre è morta. Guidavo io. Andavo a giocare a Sassari e mi ero portata mamma, mia sorella e due nipoti. Ho sofferto come non mai. Sono passati vent’anni e mi fa ancora male male male”. Antonella si commuove, il dolore e l’assenza sono crepe nel cuore. “Sono finita dentro a un altro incidente non segnalato, dritta sotto a un camion. La squadra mi aspettava e io ero in ospedale. Non c’erano i cellulari per avvisare. Per un sacco di tempo mi ha torturato il senso di colpa, poi ho capito che non ci potevo fare niente, che quello era il suo destino. A me hanno dato ottanta punti sulla gamba; mamma è morta dopo 35 giorni di ospedale, aveva la gabbia toracica fracassata: temeva che non tornassi più a giocare a calcio e mi spingeva a riprendere, ma a me non interessava più niente. E invece aveva ragione perché è stato il calcio a tirarmi fuori da quegli anni bui. Ho capito che di crepacuore si può morire davvero. Ecco, se continuassi a pensare a tutto questo, come al cancro, non vivrei più. Mi inorgoglisce parlare di mia madre. Mi bastava una sua parola per tirarmi su. Era una donna distinta e saggia. Eravamo molto legate forse perché ero l’unica figlia lontana. Mia madre parlava poco, al contrario di mio padre che era uno che scherzava sempre. Andava a lavoro anche in autostop, erano altri tempi, non facili, e noi eravamo tanti ma siamo andati avanti lo stesso. Una cosa so: nella vita non bisogna credere di avere il mondo in mano. Il tempo cammina, la vita è un percorso”.
UNICO MARADONA. “Un mito. Mamma mia, l’ho conosciuto quando giocavo a Napoli. Era presidente onorario della nostra squadra e venne a vedere la partita che valeva lo scudetto. E’ sceso in campo e si è messo a palleggaire con noi, uno spettacolo, un’emozione. Io andavo ai suoi allenamenti per copiarlo. Diego è una persona semplice, talento assoluto, è stato usato e invece andava protetto e salvaguardato. L’ho conosciuto grazie a un capo ultrà. E, buddo, è stato Maradona a presentarmi Zola…”. I suoi miti femminili invece sono le compagne con cui ha giocato, dalla Vignotto alle danesi Augustensen e Hansen. “Quelle giocatrici non si vedono più. Avevano grandi personalità, io cercavo di rubare da loro”.
IL DOMANI E’ UN CHISSA’… Con la sua squadra di Sora è stata promossa in serie A Elite, ma il domani è sempre una corda sospesa nel vuoto. «Se continuo ancora non so. Devo parlare con la mia società. Quest’anno ho giocato poco e ho fatto 16 gol. Abbiamo avuto un sacco di infortuni ma abbiamo vinto stringendo i denti sul finale. Io mi alleno sempre col sorriso, prima o poi dovrò smettere di giocare, ma non sono stufa e conosco i limiti della mia età. So gestire i miei acciacchi. Mi alleno sempre col sorriso, tre volte a settimana, sono importante per il gruppo, sono da spogliatoio. Non mi piace litigare, sono una tranquilla, se c’è un problema ne voglio parlare. Cammino a testa alta e non ho mai detto alle spalle. Non mi piace e poi, tutto torna… Le mie compagne mi prendono in giro, dicono che ripeto sempre le stesse cose. Sarà l’età. Sto bene in mezzo ai giovani».
Il calcio è tutto, il tutto è calcio. Come una certezza ma senza garanzie. Però c’è. Un riparo e a volte una salvezza. «Il calcio mi ha dato tanto ma io anche ho dato tanto se non di più. Mi fa star male però che dopo tanti anni, tanti successi, non ci sia uno spazio per me per continuare a lavorare per il calcio femminile in Federazione. Qualcosa che assomigli a un lavoro. Dopo trentacinque anni di carriera, ho fatto la storia e sono una disoccupata del pallone. Ma in Italia funziona così, finché servi vai bene, quando non servi più si dimentica che sei esistita e arrivederci». A volte senza nemmeno un grazie. Ma se vedete una donna fare strada camminando su un pallone è sempre Antonella Carta, in formazione da quando è nata.
Empoli maschile acquista la società Castelfranco femminile: nasce “Empoli Women”
La stagione del Castelfranco/EFC è stata sicuramente importante e ricca di soddisfazioni anche se, soprattutto lato campionato, la si potrebbe anche definire sfortunata. Purtroppo la promozione in serie A è stata sfiorata con il Cuneo a festeggiare e con un sogno che si è mantenuto vivo proprio fino allo scontro diretto di fine stagione. Poi è arrivata una storica semifinale di Coppa Italia dove ci ‘ voluto il Verona campione d’Italia in carica (quest’anno ha vinto Brescia) per fermare le nostre ragazze.
L’appuntamento anche per le nostre azzurre è ormai per la stagione 2016/17 una stagione ancor più importante per il connubio che si è sviluppato con l’Empoli. Dalla prossima stagione infatti ci dovrà essere l’integrazione totale con il cambio di denominazione ad Empoli Women (almeno cosi dovrebbe essere) ed una divisa da gioco che dovrebbe essere completamente uguale a quella dell’Empoli. Anche da un punto di vista burocratico dovrebbero essere fatti alcuni passi con la società di Monteboro che dovrebbe acquisire una quota dell’attuale Castelfranco.
Vi terremo aggiornati anche sulle iniziative correlate, già quest’anno per gli abbonati azzurri era possibile seguire gratuitamente le gare delle ragazze.
FIGC e MAECI: progetto di cooperazione internazionale con le Isole del Pacifico
Secondo appuntamento per i progetti di cooperazione nel settore calcistico organizzati nel mondo dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e dalla Federazione Italiana Giuoco Calcio. Dopo i seminari tecnici tenuti da Marcello Lippi a St. Vincent e Antigua dal 2 al 5 maggio, ora saranno Enrico Sbardella, tecnico della Nazionale Under 19 Femminile, e Stefano D’Ottavio, docente all’Università di Tor Vergata e coordinatore dei preparatori atletici delle Nazionali Femminili, a tenere uno stage tecnico per 30 giovani calciatori di Tuvalu dal 1° al 13 giugno.
Il nuovo progetto con Tuvalu fa parte della collaborazione tra Farnesina e FIGC per sviluppare progetti di cooperazione attraverso il calcio italiano, canale privilegiato per la promozione del nostro Paese in aree importanti per la diplomazia italiana.
La scelta di Tuvalu è coerente con il crescente sostegno italiano ai piccoli Stati insulari del Pacifico, la cui stessa esistenza è minacciata dai cambiamenti climatici e che sono quindi importanti partner nei fori multilaterali per quanto riguarda ambiente, clima ed energie rinnovabili.
Roma Calcio Femminile, intervista a Mister Filippo Capatti
Ormai quasi in vacanza intervistiamo i mister della Roma calcio femminile per commentare la stagione appena finita. Iniziamo da Filippo Capatti coach della prima squadra di calcio a cinque ben lieto di rispondere a qualche domanda.
Ora che è terminato campionato fai un bilancio della stagione, sei soddisfatto o potevate fare di più?
Si può sempre fare di più. Ma al primo anno che siedo sulla panchina giallorossa sono soddisfatto. Abbiamo cambiato mentalità e non era facile. Le ragazze sono state fantastiche
Ai nastri di partenza pensavi sarebbe stato più facile raggiungere la salvezza o viceversa ti aspettavi più difficoltà?
Se non avessimo buttato punti sarebbe stato più facile. Siamo stati artefici del nostro destino in diverse occasioni e ci siamo complicati la vita da soli. Anche questo è un motivo di crescita per la prossima stagione
Quale è stato il momento durante la stagione più complicato?
Al girone di ritorno. Dopo tre vittorie non abbiamo fatto più un punto ed erano tutti scontri diretti, ma ne siamo usciti con grande carattere facendo punti con formazioni di alta classifica.
Hai mai temuto di non farcela?
No. Ero convinto del nostro lavoro. Non ho mai temuto per il nostro obiettivo
Quale è stata la vittoria per te più bella e che ricorderai per qualche motivo particolare?
La prima vittoria in casa. 2-0 al Rieti. È il ricordo più bello insieme al pareggio in casa del TBM. Due risultati di carattere, cuore e passione.
Stessa domanda per la sconfitta…
La sconfitta con la Sabina in casa 2-0. Abbiamo buttato la salvezza anticipata di un mese in 30 minuti. Ero distrutto a fine gara. Lì abbiamo resettato e siamo ripartiti di slancio.
Come ti sei trovato ad allenare nel femminile e come ci sei approdato?
Ho iniziato nel 2009 con Tiziana Biondi. Ho fatto scuola con Marco Shindler all’Acquedotto e lì ho preso coscienza di voler davvero allenare. In questa stagione ho preso ancora più consapevolezza di avere questa passione: allenare
Progetti e prospettive per prossima stagione
Migliorare e costruire. Chiudere il settore giovanile con la juniores e cercare di migliorare l’ottavo posto con la prima squadra. Lavorare bene e poi chissà…sognare non costa nulla.
Vorrei concludere questa breve chiaccherata ringraziando la Società, lo staff (Andreini, Bertozzini, Lufrani) e le ragazze per aver svolto un grande lavoro. Ora è il momento di riposarsi per ripartire e lavorare più duramente dopo le vacanze.
Nazionale Femminile calcio a 5: 21 convocate per la doppia amichevole con la Slovacchia
Il Commissario tecnico della Nazionale italiana femminile, Roberto Menichelli, ha convocato 21 giocatrici per le due amichevoli che le Azzurre giocheranno contro la Slovacchia, lunedì 13 giugno a Milano e il giorno successivo in sede da ufficializzare.
Le ragazze si ritroveranno nella tarda mattinata di mercoledì 8 giugno al Centro sportivo di Novarello – Villaggio Azzurro, in provincia di Novara, dove sosteranno un ciclo di allenamenti in preparazione alle due sfide. Si tratta del terzo appuntamento internazionale per l’Italia femminile, che ha già giocato quattro partite: il doppio successo contro l’Ungheria, nel suo esordio assoluto prima allo Stadio Nicola Pietrangeli e poi al Palaroma di Montesilvano, e la trasferta in Ucraina, conclusa con un pareggio e una sconfitta.
Gara-1 contro la Slovacchia si giocherà (ore 19, ingresso gratuito) all’Assago Summer Arena di Milano, l’area esterna del Mediolanum Forum di Assago, ancora una volta all’aperto come nella #nottemagica del Foro Italico. Nel prossimo Street Music Art (per info, www.streetmusicart.com), rassegna estiva di musica dal vivo in programma tra giugno e luglio, ci sarà una settimana dedicata al futsal; e la #MilanoFutsalWeek (questo l’hashtag ufficiale dell’evento) inizierà proprio lunedì 13 giugno con l’amichevole delle Azzurre. Ci sarà anche un imperdibile terzo tempo, tra le tante iniziative: dalle 21, tutti davanti al maxischermo che sarà allestito ad hoc nell’area per seguire Belgio-Italia, gara di esordio della Nazionale di calcio all’Europeo di Francia.
L’elenco delle convocate
Portieri: Sara Giustiniani (Isolotto Firenze), Valentina Margarito (Italcave Real Statte), Maria Fontana Mascia (Futsal Portos Colonnella), Angela Vecchione (Lazio)
Giocatrici di movimento: Federica Belli (Kick Off), Serena Benvenuto (Lazio), Bruna Borges (Città Di Montesilvano), Ludovica Coppari (Ternana Ibl Banca), Benedetta De Angelis (Loggia Vernici Lazio), Ersilia D’Incecco (Città Di Montesilvano), Giulia Domenichetti (Città Di Falconara), Jessica Exana (Ternana Ibl Banca), Roberta Giuliano (Futsal Portos Colonnella), Pamela Gueli (Juve Femminile Città Di Torino), Sofia Luciani (Città Di Falconara), Alessandra Mazzaro (Kick Off), Susanna Nicoletti (Italcave Real Statte), Arianna Pomposelli (Lazio), Valentina Siclari (Loggia Vernici Lazio), Marcella Violi (Loggia Vernici Lazio), Aida Xhaxho (Isolotto Firenze)
Staff – Commissario Tecnico: Roberto Menichelli; Collaboratori tecnici: Carmine Tarantino e Davide Marfella; Preparatore dei portieri: Mauro Ceteroni; Medico: Giuseppe Maccauro; Fisioterapista: Vittorio Lo Senno; Responsabile dei materiali: Fausto Testa.
Asd Sant’Egidio Femminile: “Pink open day” di calcio femminile
Dopo il successo dello scorso anno, lunedì 13 e martedì 14 giugno 2016, lo Stadio Comunale “Antonio Spirito” riapre le porte alle bambine di ogni età: si terrà infatti il secondo “Pink Open Day” nella casa della Asd Sant’Egidio Femminile, per permettere a tutti di conoscere la realtà del calcio in rosa.
Un’occasione imperdibile per le ragazze, che avranno la possibilità di divertirsi con esercitazioni con la palla e varie attività ludico-creative insieme alle allenatrici Uefa A – Uefa B e alle ragazze della Asd Sant’Egidio Femminile, squadra militante nel campionato di Serie C. La partecipazione, totalmente GRATUITA, richiede un solo requisito: indossare abbigliamento sportivo.
La due giorni del “Pink Open Day” avrà inizio alle ore 17.00 e terminerà alle 20.00 circa.
Atletico, portiere delle squadra femminile tradita dal selfie: è tifosa del Real, rischia il licenziamento!
Tradita da un selfie con l’amica Maria Calvo, ex compagna di squadra, la giocatrice è finita nella bufera, con la foto che ha fatto il giro del web e i tifosi biancorossi scatenati contro la Ezquerro che hanno fatto partire una petizione per l’espulsione della ragazza dal club. Lo riporta la Gazzetta dello Sport. Nel 2008, un fisioterapista dell’Atletico, Sebastian Truyols, chiese la maglia a Casillas dopo la vittoria del Real in un derby al Calderon e la società colchoneros decise di licenziarlo.
Emily Shaw (Responsabile Sviluppo calcio femminile UEFA): Il calcio femminile italiano ha buone potenzialità
Nella giornata del calcio femminile a San Marino ospite anche Verónica Boquete attaccante del Bayern Monaco e capitano della Spagna.
Qui di seguito le parole di: Emily Shaw, Responsabile Sviluppo calcio femminile UEFA.
“UEFA dal 2010 ha iniziato un programma di sviluppo, il UEFA Womens’ football Development Program che punta realmente a sostenere le Federazioni Nazionali per sviluppare il calcio femminile e renderlo più accessibile alle ragazze, oggi è un grande esempio qui a San Marino”.
“All’interno della amministrazione ci sono alcune donne che nello specifico si occupano nel calcio femminile, io sono personalmente responsabile dello sviluppo, delle competizioni, lavoro con qualche squadra. Nel comitato esecutivo del UEFA c’è una donna, nella UEFA dal 2011”
“E’ stato un evento fantastico a Reggio Emilia. E’ stato invitato anche San Marino a partecipare alle iniziative fuori dallo stadio, inoltre le ragazze di San Marino hanno accompagnato le giocatrici che hanno giocato la finale sul campo. Io penso che sia stato un evento fantastico con 15 mila persone. Penso che lo show di apertura sia stato eccezionale per il calcio femminile italiano a Reggio Emilia”.
“Io penso che l’Italia abbiamo buone potenzialità, credo che per tradizione ci siano paesi con tradizione maggiore come i paesi del Nord Europa, Svezia, Germania, Francia e Inghilterra, hanno fatto grandi progressi negli anni recenti. Penso che l’Italia sarà la prossima, con buone potenzialità e noi ci contiamo molto”.
Qualificazioni europee: azzurre a Novarello, il 7 in campo contro la Georgia
Inizia oggi a Novarello per la Nazionale Femminile il raduno di preparazione alla gara con la Georgia. A quasi due mesi di distanza dal successo per 3-1 sull’Irlanda del Nord, le Azzurre riprendono il cammino nelle qualificazioni al Campionato Europeo UEFA di Olanda 2017.
Il prossimo impegno è in programma martedì 7 giugno (ore 18, le 16 italiane), al Tengiz Burjanadze Stadium di Gori contro la Georgia, ultima in classifica del girone a quota zero punti, 2 sole reti all’attivo e 20 subite.
Proprio contro le georgiane l’Italia ha fatto il suo esordio nelle qualificazioni lo scorso 18 settembre in una gara giocata a La Spezia e vinta dalle Azzurre 6-1.
Da domani dunque al lavoro le 20 calciatrici convocate da Cabrini: la squadra partirà sabato 4 per la Georgia.
L’elenco delle convocate
Portieri: Laura Giuliani (Colonia), Katja Schroeffenegger (Sudtirol Damen Bolzano), Sabrina Tasselli (Riviera di Romagna);
Difensori: Elisa Bartoli (Mozzanica), Sara Gama (Brescia), Elena Linari (Brescia), Federica Di Criscio (AGSM Verona), Linda Cimini Tucceri (San Zaccaria), Raffaella Manieri (Bayern Monaco);
Centrocampisti: Daniela Stracchi (Mozzanica), Martina Rosucci (Brescia), Alia Guagni (Fiorentina), Barbara Bonansea (Brescia), Elisa Mele (Brescia), Alice Parisi (Graphistudio Tavagnacco), Valentina Cernoia (Brescia);
Attaccanti: Valentina Giacinti (Mozzanica), Daniela Sabatino (Brescia), Ilaria Mauro (Turbine Potsdam), Cristiana Girelli (Brescia).
Staff – Responsabile squadre nazionali: Giorgio Bottaro; Commissario Tecnico: Antonio Cabrini; Assistente: Rosario Amendola; Segretario: Elide Martini; Preparatore atletico: William Botter; Preparatore dei portieri: Cesare Cipelli; Medico: Matteo Guzzini; Fisioterapisti: Roberto Cardarelli e Maurizio D’Angelo; Magazziniere: Emanuele Esposito.
Programma e classifica del Gruppo 6
3 giugno
Irlanda del Nord-Georgia
4 giugno
Repubblica Ceca-Svizzera
7 giugno
Georgia-Italia
Repubblica Ceca-Irlanda del Nord
Classifica
Svizzera 15 punti, ITALIA 9, Repubblica Ceca 6, Irlanda del Nord 3, Georgia 0