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Conferenza programmatica: a Roma si presenta la nuova stagione

I club nazionali di calcio femminile si incontrano a Roma. Lunedì 27 giugno, presso l’hotel NH Giustiniano (dalle ore 12), si terrà infatti la Conferenza Programmatica indetta dal Dipartimento Calcio Femminile della Lega Nazionale Dilettanti.
L’obiettivo dell’appuntamento romano sarà quello di fornire alle società tutti i dettagli organizzativi per la nuova stagione sportiva, ma verranno anche analizzate le linee guida gestionali e programmatiche per i nuovi campionati di Serie A e Serie B. I lavori della conferenza saranno aperti dal saluto del presidente LND Antonio Cosentino. Subito dopo si entrerà nel vivo con l’intervento del Delegato, nonché vicepresidente LND per l’Area Sud, Sandro Morgana.
Gli altri contributi saranno curati da Alessandra Signorile (coordinatrice Dipartimento Calcio Femminile LND), Patrizia Recandio (Area Sviluppo Calcio Femminile FIGC) e Giorgio Bottaro (Responsabile organizzativo delle Nazionali Giovanili e Femminili FIGC). Nell’occasione verranno consegnati i riconoscimenti alle società che hanno primeggiato nei campionati di A e B, oltre a quelle che si sono distinte nella Coppa Disciplina.

Calcio Femminile Pistoiese 2016, via ufficiale: Nicola Martinelli nuovo mister, già i primi acquisti

Il calcio femminile torna ufficialmente a Pistoia, un qualcosa che mancava dalla fine degli anni Ottanta. Nella sede dell’Us in via dello Stadio è stato presentato l’organigramma della nuova CF Pistoiese 2016, società nata quest’anno e che disputerà il campionato di Serie C Femminile dal prossimo mese di settembre.

Un progetto ad ampio raggio, voluto in primis dall’Us, per aderire anche alle richieste della Lega Pro che chiedono alle proprie società iscritte di aprirsi anche al mondo del calcio femminile ed in questo senso, in Toscana, Pontedera è stata la capofila con Renzo Ulivieri. A Pistoia si parte da zero o quasi vista la lunga assenza di questa disciplina in città ma la società è carica e motivata agli ordini del presidente Claudio Colomeiciuc.

Questo è l’organigramma del CF Pistoiese 2016
Claudio Columeiciuc presidente; Filippo Polvani vice presidente; Giampaolo Bonacchi segretario; Marco Bonacchi, Michele Chiti, Marco Ghelli, Maurizio Baldi, Cristiano Martini, Marco, Ferrari, Stefano Baccelli consiglieri; Stefano Baccelli addetto stampa; Lida Bettarini accompagnatrice ufficiale; Nino Ricotta collaboratore.

ALLENATORE, STAFF E PRIMI ACQUISTI
L’allenatore della Prima Squadra sarà Nicola Martinelli, 29 anni, di Ponte a Moriano, con un passato di calciatore professionista. “Sono molto carico – ha detto nel suo intervento – per carattere quando mi getto in qualche impresa dedico tutto me stesso. Dirigerò la prima squadra, ma non mancherò di seguire anche le più giovani, per capire se hanno i numeri per poter fare il salto di qualità”. La vice allenatrice sarà Katia La Morte. Novità molto interessante nello staff è la figura della motivatrice, che sarà la dottoressa Antonietta Giuntoli, già attiva nelle scuole in Valdinievole.

Lo staff è poi completato da Cristiano Martini che è il direttore tecnico, dal nostro collaboratore di Pistoiasport.com Simone Ciminelli (al quale va un grosso in bocca al lupo) che sarà il preparatore dei portieri e da Cesare Pallara che invece allenerà le Giovanissime.

La società, nel frattempo, ha già piazzato i primi colpi di mercato. Vestiranno la maglia arancione la regista difensiva Clara Sbrocchi, classe 1987, e al momento unica pistoiese “doc” presente all’interno della squadra, il portiere Matilda Pucitta e l’esterno di difesa riminese, ma trapiantata oramai a Firenze, Sholeh Ghazinoori. Sono solo i primi colpi del mercato che dovrà portare all’allestimento di una rosa competitiva che possa fare bene in Serie C in un girone che vedrà anche i derby con la Real Aglianese e le Giovani Granata RB Valdinievole.

Il Training Autogeno: il doping naturale per il miglioramento delle prestazioni!

Il momento per rilassarti è quando pensi di non avere tempo per farlo
Sidney J. Herris

Nella vita, come nello sport accumuliamo tensione e siamo costretti a fornire costantemente delle prestazioni, e spesso non diamo la giusta importanza al rilassamento, inteso come momento dedicato completamente a noi stessi, al nostro corpo e alla nostra mente..!
l gioco del calcio rappresenta, a tutti i livelli, una centrifuga di emozioni, sia a livello amatoriale che a livello professionistico, indistintamente dalla serie A alle categorie dilettantistiche.
Nello sport, i momenti di rilassamento possono assumere un ruolo decisivo. La tensione muscolare, lo stress e la pressione psichica compromettono infatti le prestazioni sportive. Si tratta di evitare reazioni che riducono le prestazioni e, se tali reazioni si manifestano comunque, di essere in grado di gestirle e contrastarle al meglio. E’ opportuno concedersi delle pause per rilassare sia il nostro corpo che la nostra mente, così da raggiungere uno stato di calma mentale e di rilassamento fisico. Come? Con il Training Autogeno
Trening autogeno viene utilizzato in maniera diversa a seconda delle caratteristiche della particolare disciplina sportiva e degli effetti che si vogliono ottenere. Ovviamente negli sport di squadra va preferito l’apprendimento in gruppo, che consente di lavorare contemporaneamente anche sulla condivisione di esperienze e sul clima di squadra.

Usato in modocorretto puo apportare molteplici benefici,sia al singolo atleta che alla squadra. Ecco i più importanti:
• favorisce il recupero delle energie psicofisiche.
• scarica la tensione e l’emotività
• è un valido aiuto contro l’ansia da prestazione
• aumenta la sicurezza in se stesso
• riduce il rischio di contratture muscolari
• aiuta raggiungere l’eccellenza nella prestazione
• favorisce una maggiore concentrazione durante la gara stessa.
• favorisce anche un miglioramento del “clima di squadra”:l’armonia, superamento di rivalità e antagonismi e aumento del senso di appartenenza e di coesione.

Non è facile rilassarsi in mezzo alle molte tensioni che la vita ci propone. Spesso non si riesce a trovare il tempo o l’ambiente giusto per farlo, mentre altre volte non si conoscono le giuste tecniche di rilassamento.
Il momento ideale per rilassarsi è la sera, un attimo prima di coricarsi..
Abbassate le luci, spegnete la televisione, ricercate le condizioni di massima tranquillità, accendete la musica che vi aiuta a rilassare e…
Abbandonatevi..

Venerdì alle 13:30 a Nyon sorteggio qualificazioni Women’s Champions League

La squadra kosovara dell’Hajvalia è fra le 36 che partecipano al sorteggio delle qualificazioni di UEFA Women’s Champions League 2016/17, in programma venerdì alle 13:30(CET) a Nyon.

Dopo essere stata ammessa nella UEFA a maggio, la Federcalcio del Kosovo (FFK) ha iscritto la sua prima rappresentante al torneo, l’Hajvalia. Mentre 23 squadre accedono direttamente ai sedicesimi, le altre disputano il turno di qualificazione ad agosto. In totale le formazioni sono 59, un record.

Il sorteggio 

  • Le squadre che partecipano al turno di qualificazione sono classificate in base ai coefficienti. Al sorteggio, una squadra di ognuna delle quattro fasce verrà inserita in uno dei nove gironi.
  • Nove squadre sono designate come ospitanti: Apollon,Twente, PK-35 Vantaa, SFK 2000 Sarajevo, Medyk Konin, Osijek, Pomurje, Wexford Youths eCardiff Met. Queste verranno estratte per prime da un’urna separata e collocate nel girone in base alla fascia.
  • Poiché il Cardiff Met entra in gioco dalle qualificazioni, la competizione inizierà e si concluderà nella capitale gallese. La finale è infatti prevista al Cardiff City Stadium il 1° giugno 2017.
  • Esordienti alla fase di qualificazione: AvaldsnesRamat HaSharonNewry CityBreznica PljevijaCriuleniHajvalia (prima squadra del Kosovo).
  • Il KÍ Klaksvík, campione delle Isole Faroe, è l’unica squadra ad aver partecipato a tutte le 16 edizioni del torneo.
  • Gli incontri si disputeranno il 23–28 agosto. Le vincitrici dei gironi accederanno ai sedicesimiUrneUrna 1 (squadre ospitanti)
    Apollon (CYP) Fascia 1
    FC Twente (NED) 1
    PK-35 Vantaa (FIN) 1
    SFK 2000 Sarajevo (BIH)
     1
    Medyk Konin (POL) 2
    Pomurje (SVN) 2
    Osijek (CRO) 2
    Wexford Youths (IRL) 3
    Cardiff Met (WAL) 4Urna 2 (fascia 4)
    KS Vllaznia (ALB)
    Rīgas FS (LVA)
    Dragon 2014 (MKD)
    Newry City (NIR)
    Hibernians (MLT)
    Breznica Pljevija (MNE)
    Criuleni (MDA)
    Hajvalia (KOS)

    Urna 3 (fascia 3)
    Pärnu (EST)
    Minsk (BLR)
    Ferencváros (HUN)
    Slovak Bratislava (SVK)
    CF Benfica (POR)
    Breidablik (IRL)
    KÍ Klaksvík (FRO)
    Ramat HaSharon (ISR)

    Urna 4 (fascia 2)
    Gintra Universitetas (LTU)
    Konak Belediyespor (TUR)
    WFC Kharkiv (UKR)
    PAOK (GRE)
    Avaldsnes (NOR)
    NSA Sofia (BUL)

    Urna 5 (fascia 1)
    FC Zürich (SUI)
    Standard Liège (BEL)
    Olimpia Cluj (ROU)
    ŽFK Spartak (SRB)
    BIIK-Kazygurt (KAZ)

    Per decisione del Panel Emergenze UEFA al meeting di Parigi del 9 giugno 2016, le squadre di Serbia e Bosnia-Erzegovina non possono essere sorteggiate contro squadre del Kosovo in nessuna competizione UEFA.

    Se una squadra serba dovesse essere sorteggiata nello stesso girone di una squadra del Kosovo, verrà automaticamente trasferita nella posizione 1 del girone successivo e un’altra squadra verrà sorteggiata nella posizione 1 del girone corrente. Se la squadra del Kosovo è stata sorteggiata in posizione 4 del girone 8 o 9 e una squadra serba dovesse ancora rimanere nell’urna per essere eventualmente sorteggiata in posizione 1 del girone 8, le due squadre verranno assegnate ai due gironi con le condizioni specificate sopra.

    Calendario del torneo
    Sorteggio qualificazioni: 24 giugno, 13.30(CET)
    Turno di qualificazione: 23–28 agosto
    Sorteggio sedicesimi di finale: 1 settembre 
    Sedicesimi di finale: 5/6 e 12/13 ottobre
    Sorteggio ottavi di finale: 17 ottobre 
    Ottavi di finale: 9/10 novembre e 16/17 novembre
    Sorteggio quarti di finale e semifinali: 25 novembre 
    Quarti di finale: 22/23 e 29/30 marzo
    Semifinali: 22/23 e 29/30 aprile
    Finale (Cardiff City Stadium): 1 giugno

Katia Serra, responsabile calcio femminile A.I.C.: il ruolo dell’allenatore per favorire la disciplina sportiva

Se prendiamo un semplice pallone e coinvolgiamo le persone di etnie differenti la conseguenza è una brillante assonanza di idee che trasforma il pensiero filosofico dei giocatori in un unico momento indissolubile: condividere il divertimento di gioco della partita. Quando analizziamo questa particolarità delle discipline sportive attribuiamo allo sport una ricchezza culturale con un ruolo fondamentale nell’educazione dei giovani, perché è capace di favorire una crescita armonica. I valori e gli insegnamenti trasmessi dallo sport sono strategici per aumentare il rispetto nella società, per sensibilizzare una maggiore comprensione delle diverse situazioni sociali, per garantire quella sana socializzazione tra la popolazione.

È utile ricordare che lo sport non è soltanto basato sul movimento e sul tecnicismo perché è una vera e propria disciplina, anche se non strettamente agonistica, da conoscere e da praticare correttamente nella vita quotidiana. I giovani si divertono con lo sport e riescono a socializzare con i loro coetanei, scambiando opinioni per condividere le idee personali. La disciplina sportiva favorisce questa interazione tra i ragazzi, assecondando una sana crescita culturale e sviluppando quel senso di critica che diventa un bagaglio necessario per la vita futura. A promuovere nella giusta dimensione questa disciplina è proprio il ruolo fondamentale dell’allenatore, capace di trasformare lo sport in molteplici valori sociali da tramandare a giovani e adulti.

Katia Serra, responsabile settore calcio femminile A.I.C., ex calciatrice, voce RAI Sport, è appassionata di sport che pratica sin da bambina. La possibilità di misurarsi nella partita è stato un fattore fondamentale per la sua crescita culturale. Soffermiamo la nostra analisi per capire la preparazione degli allenatori, senza tralasciare il coinvolgimento dello sport nel sociale quale fattore di crescita e di educazione per giovani e adulti.

Quali caratteristiche deve avere un buon allenatore per condividere i valori sociali dello sport con il team e quindi essere in grado di fare squadra? C’è un percorso preciso per modellare la sua figura sportiva nei confronti della società?
“Ogni società dovrebbe scegliere l’allenatore in base alla similitudine caratteriale, non solo legandola al progetto squisitamente tecnico. Altrimenti non si crea l’alchimia necessaria per fare squadra. Ritengo che sia indispensabile avere la forza di mostrarsi autentici e trasparenti sin dal primo incontro. Secondo il mio parere non è una questione di percorso ma semplicemente di coerenza: essere sempre se stessi porta a questo, caratteristica fondamentale per rimanere credibili”.

La formazione di un allenatore su che cosa si basa? Quali sono gli insegnamenti da valorizzare per avere una corretta preparazione sociale dove lo sport è l’assoluto protagonista?
“Al centro ci sono sempre i comportamenti. Senso civico, rispetto, educazione, capacità di ascolto, impegno, sacrificio, condivisione, professionalità. Senza questi aspetti anche un’ottima conoscenza tecnico-tattica non risulterebbe efficace”.

Durante la formazione di un allenatore quale aspetto è necessario prendere in considerazione e cosa si deve accantonare?
“In generale, ritengo che sia importante “dimenticare momentaneamente” come si era da atleti per valutare da un’angolazione diversa, al fine di assemblare le due prospettive”.

Durante la formazione tutti gli allenatori raggiungono la medesima preparazione oppure sono da registrare differenze rilevanti da evidenziare?
“Il livello di preparazione raggiunto è individuale. Dipende dall’impegno e dall’approccio: chi partecipa solo per l’attestato e chi affronta l’impegno per ampliare la conoscenza, indipendentemente dalle prospettive professionali. È la dedizione a fare la differenza”.

È riscontrabile, senza scadere in questioni di genere, una preparazione o comunque un approccio diverso durante la formazione tra un uomo e una donna?
“È l’impegno del soggetto a fare la differenza, al di là del genere. Nei corsi allenatori di calcio lo scetticismo che circonda le donne le spinge ad impegnarsi molto per smontare questo luogo comune. La meticolosità le porta molto spesso a essere tra le più brave”.

Come educare allo sport per avere una società più integrata?
“Attraverso la pratica sportiva iniziando dalle scuole. È soprattutto lì che va incrementata l’offerta formativa, sia aumentando le ore di pratica sia sperimentando più discipline sportive per conoscere le valenza di ciascuna”.

La cultura in che modo contempla le discipline sportive?
“La cultura italiana trascura il messaggio socio-educativo dello sport. Spesso ci si identifica con il campione o la squadra solo per i risultati che ottengono, non per il percorso formativo che trasmette e che forma il cittadino del domani. Far conoscere l’uomo o la donna, non solo il campione, trasmette vicinanza e rende più comprensibile il valore formativo dello sport”.

Il ruolo dell’allenatore diventa fondamentale come insegnamento da trasmettere ai giovani sportivi, rientrando a pieno titolo come una figura centrale nel percorso educativo. C’è una costante ricerca delle capacità degli atleti da valorizzare nello sport al fine di evidenziare gli aspetti peculiari di uno sportivo. Serve ogni metodo per riuscire a comprendere la squadra mentre le fondamentali azioni restano sempre l’ascolto e la capacità di capire le esigenze del team.

«L’allenatore – racconta Elisabetta Sisti, giovane atleta di livello nazionale della squadra ACSI Italia Atletica, per ben 13 volte più forte d’Italia – non è affatto un ruolo semplice, è una figura che incorpora un insegnante, un padre, un sostenitore. Senza il proprio coach nessun atleta sarebbe ciò che riesce a diventare. La bravura di un allenatore consiste proprio nell’adattare il proprio atteggiamento e le proprie conoscenze alle potenzialità della persona da istruire, che può avere più o meno talento naturale. Ogni allenatore segue una dottrina personale che si adatta più ad alcuni atleti e meno ad altri; è necessario abbassarsi al livello della persona da istruire, conoscerne bene le potenzialità e i limiti: un atleta ben dotato difficilmente diventerà un bravo coach perché troverà più arduo calarsi nelle vesti di un allievo. Eppure essere allenatore richiede un quid in più rispetto alle sole competenze tecniche.

Nella mia esperienza personale sono venuta in contatto con coach validi e sono anche ottimi modelli di umanità. Allenare muscoli e fiato non è sufficiente per affrontare una competizione, una grande percentuale di forza viene dalla mente; in questo percorso aiuta molto un bravo allenatore: non sarei mai arrivata a questo punto della mia carriera se non mi fossi fidata del mio coach, se non mi avesse cercata tutti i giorni in cui non mi presentavo o non mi sentivo bene, se non si fosse fermato a parlarmi ogni volta che scorgeva una lacrima scorrere sul mio volto.
Il periodo che va dall’esame di maturità al percorso universitario è particolarmente duro a livello emotivo, le statistiche lo dimostrano: tanti potenziali talenti mollano intorno ai venti anni, è un momento di grandi cambiamenti accompagnati spesso da paure e da dubbi. Siamo chiamati a fare delle scelte importanti che plasmeranno il nostro futuro, dobbiamo gestire autonomamente le nostre giornate e il campo sportivo segna il limite in cui si smette di giocare e si inizia a fare sul serio: i sacrifici sono più grandi e la nostra coscienza si forma.

Per dare il meglio di sé bisogna avere la mente sgombra e serena, particolarmente difficile risulta a noi donne, spesso dotate di una spiccata personalità, dunque più attanagliate dai pensieri. A questo punto il compito dell’allenatore si complica: senza la dimostrazione della fiducia riposta nell’allievo e senza il suo supporto l’atleta finisce. Molti non riscontrano più risultati anche mantenendo lo stesso allenamento; c’è chi abbandona a malincuore o chi cerca di reagire cambiando allenatore. A mio avviso non è una scelta sbagliata, non si cambia perché non si considera più il proprio coach all’altezza ma per trovare nuovi stimoli per le nuove persone che si è diventati. Nella mia esperienza ho avuto la fortuna di incontrare un allenatore che considero più un padre, il suo scopo è quello di farci diventare persone forti per affrontare la vita a prescindere dalle competizioni.

Chiama il campo sportivo dove ci alleniamo “il giardino di casa”, dove chiunque può passare del sano tempo sereno. Lui è presente tutti i giorni per tutto il pomeriggio, non salta mai un allenamento, con qualsiasi condizioni meteorologiche e fisiche: a volte l’esempio vale molto di più delle parole, la disciplina e la serietà, caratteristiche essenziali di un campione, lui riesce a trasmetterle efficacemente in questo modo. Non tiene conto solo del piano di allenamento di ciascuno di noi ma anche dei nostri spostamenti, di come siamo organizzati per tornare a casa, nonché dei nostri progressi nello studio che, per suo parere, sono strettamente legati alla riuscita nel campo sportivo. Si trattiene con noi a parlare di problemi di cuore o di famiglia, sempre disponibile in qualsiasi momento, più che un allenatore è un punto di riferimento, su cui nelle difficoltà sappiamo di poter contare. Ogni atleta è ben consapevole che ciò che è lo deve a questa straordinaria persona che spende tempo e cuore per lui».

Sandro Mencucci: Fiorentina Women’s FC, obiettivo Champions League

A margine della conferenza stampa organizzata da Lega Nazionale Dilettanti e F.I.G.C. Comitato Regionale Toscana presso l’Aula Magna di Coverciano per il rinnovo dell’accordo con la Federazione Toscana delle Banche del Credito Cooperativo per i finanziamenti alle società dilettantistiche toscane, ha parlato Sandro Mencucci.
Oltre agli argomenti inerenti all’iniziativa di C.R.T. e la Federbanche del Credito Cooperativo, Mencucci ha parlato anche della “sua” Fiorentina Women’s e della prima squadra viola.
“L’obiettivo della Fiorentina Women’s per il prossimo anno è ovviamente quello di allargarsi ancora di più e soprattutto quello di centrare una Champions League che quest’anno ci è sfuggita per un soffio. Dato che i finanziamenti saranno elargiti anche alle squadre del settore femminile (oltre che alle scuole calcio e alle squadre di calcio a 5, ndr) mi viene da dire, scherzando, che con quei soldi compreremo giocatrici ancora più forti per creare una rosa ancora più competitiva.”

Nasce l’Empoli Ladies FBC

L´Empoli FC comunica di aver acquistato il 51% delle quote del Castelfranco Femminile, che prenderà la denominazione di Empoli LadiesFBC.
Dopo la collaborazione della passata stagione, l´Empoli oggi ha una sua squadra femminile.
Subito dopo la firma avvenuta questo pomeriggio alle ore 15.30, queste le parole del presidente Fabrizio Corsi:
“Siamo felici di avere a Monteboro questa nuova squadra che ci arricchirà sotto tutti i punti di vista. Siamo sicuri che la squadra e i dirigenti che seguiranno le ragazze, sapranno trasmettere i valori che ci vengono da sempre riconosciuti. Alle ragazze voglio augurare i migliori successi, sicuro che anche loro, come tutti noi, sapranno considerare Monteboro come la loro casa”.

“Oggi per me e per la società che rappresento – ha invece dichiarato il direttore sportivo del Castelfranco Marco Landi è un giorno importantissimo, un sogno che si avvera e che fino a poco tempo fa impensabile. La gratificazione che la società del presidente Corsi ci ha dato , confermando tutte le vecchie cariche , è un bellissimo premio per tutto quello che abbiamo fatto fino ad ora e nello stesso momento ci sprona ad impegnarci ancora di più per far si che il calcio femminile diventi una bellissima realtà nello sport cittadino”.

San Bernardo Luserna: accordo con la società I.S.D. Carrara 90 per far crescere il calcio femminile in Piemonte

Riportiamo qui di seguito il comunicato apparso on line sul sito del San Bernardo Luserna calcio femminile che ha ha siglato un accordo di collaborazione con la società I.S.D. Carrara 90 per la stagione sportiva 2016-17. Cultura, calcio e scuole sono i temi principali per promuovere quelle pari opportunità che il calcio femminile merita ma chiede invano da anni.

“E’ una scelta culturale e sportiva. La partnership nasce per dare visibilità al calcio femminile. Le due società si impegnano congiuntamente a promuovere lo sviluppo del calcio femminile nell’ambito del proprio territorio, attraverso il progetto “pari opportunità nel mondo del calcio”. L’accordo prevede inoltre un’azione congiunta per sostenere la diffusione del calcio femminile all’interno degli istituti scolastici primari e secondari”

 

Calcio Femminile: panoramica dei campionati in Europa

Dopo aver visto la fine del nostro campionato, con la vittoria all’ultima giornata dello scudetto da parte del Brescia ai danni del Verona, vediamo come si sono conclusi i altri campionati europei più importanti.

Partiamo dalla Francia: nella D-Ligue a 12 squadre al Lyon è bastato pareggiare con il Montpellier per aggiudicarsi il titolo con 3 punti di vantaggio sul Paris Saint-Germain, anche lui colto sul pareggio sul campo del Juvisy. Queste due formazioni vanno in Champions League mentre retrocedono La Roche-sur-Yon, VGA Saint-Maur e Nîmes Metropole Gard: al loro posto l’anno prossimo troveremo Olimpique Marsiglia, Bordeaux e Metz.

Proseguiamo con la Germania: nella Frauen Bundesliga anch’essa a 12 squadre è il Bayern Monaco il sovrano incontrastato con ben dieci punti di vantaggio sul Wolfsburg. Retrocedono Werder Brema e Colonia e salgono al loro posto Duisburg e Hoffenheim II.

Questione a sè la meritano Belgio e Olanda. Quest’anno si è sciolta la BeNe League e le due nazioni hanno deciso di fare un campionato a parte da sole. Il Belgio ha fondato una Super League a otto squadre dove lo Standard Liegi ha vinto il campionato e ha visto la sua seconda squadra neopromossa in Super League a discapito del OH Leuven II mentre in Olanda nella Vrouwen Eredivisie ha avuto la meglio il Twente.

Andiamo in Danimarca: nella Elitedivisionen vige la regola del Championship Round e le otto formazioni che si contendono il passaggio alla fase successiva devono arrivare tra le prime sei. Il titolo è stato vinto dal Fortuna Hjørring che ha avuto la meglio sul Brøndby nello scontro diretto. Entrambe le squadre si sono qualificate per la Women’s Champions League.

Attracchiamo in Inghilterra: nella WSL oltre Manica il campionato è a solo otto squadre ed è terminato lo scorso ottobre con la vittoria del Chelsea che ha sopravanzato di due punti il Manchester City mentre in Scozia ha vinto il Glasgow City con sei punti di vantaggio sull’Hibernian.

Osservando altri campionati importanti, in Austria ha vinto il St. Pölten-Spratzern con ben dodici punti di vantaggio sullo Sturm Graz (entrambe qualificate per la Champions League) mentre in Repubblica Ceca lo Slavia Praga ha avuto la meglio sullo Sparta Praga (anche qui entrambe si sono qualificate per la Champions League). In Russia invece il Rossiyanka ha perso la Premier League a vantaggio dello Zvezda Perm trascinato, ironia della sorte, dalle sue due giocatrici ucraine Olga Boichenko e Daria Apanashchenko.

Ora ci aspetta un lungo giro nei paesi scandinavi: in Islanda la Landsbankadeild Kvenna a dieci squadre è finita a settembre ed ha laureato campionessa il Breidablik con cinque punti di vantaggio sullo Stjarnan. In Norvegia la Kvinne Toppserien a dodici squadre è stata vinta dal Lillestrøm mentre in Svezia nella Damallsvenskan ha vinto il Rosengård. Terminiamo questo giro del nord dell’Europa con la Finlandia e con la Kakkonen a sei squadre, terminata a ottobre e che ha laureato il PK-35 Vantaa campione.

Concludiamo questo tour con i paesi iberici: in Spagna, nella SuperLiga Femenina a sedici squadre, successo storico per l’Athletic Bilbao con un punto di vantaggio sul Barcellona: sono retrocesse Oviedo Moderno e Collerense e sono state promosse Tacuense e Real Betis. In Portogallo invece abbiamo la 1a Divisao Femminile dove giocano dieci squadre e dove ha vinto il Benfica con tre punti di vantaggio sull’Albergaria.

Jesina Calcio Femminile: Chiara Breccia lascia con un … Arrivederci

La prima leoncella che non conferma la sua permanenza con i colori biancorossi per la stagione 2016/2017, che ci vedrà militare in serie A, è Chiara Breccia. Riportiamo di seguito le parole della calciatrice, pubblicate questa notte nel suo diario Facebook.

“#jesinacf un addio che ha tanto il sapore di un arrivederci..
Oggi ultimo allenamento della stagione calcistica 2015/2016, le luci dei lampioni si sono spenti, i festeggiamenti sono finiti…Da domani in poi si penserà solo al futuro e a quello che verrà.
Eccomi qui dunque, a pensare al mio….dopo 25 anni passati dietro un pallone, credo proprio che sia ora per me di cambiare, di ricercare altro e probabilmente per scoprire un’altra me. La decisione presa, come tanti ben sanno, va oltre il calcio…anche se forse quella di abbandonare questo sport è stata quella più difficile e dolorosa da prendere.
La passione per questo sport mi ha sempre travolto nel bene e nel male, due anni fa quando presi la decisione di venire a giocare a -Jesi e ritornare finalmente in terra marchigiana, non avrei mai immaginato che avrei trovato non solo una grande squadra, ma soprattutto una seconda famiglia.
Ed è stata la sorpresa più piacevole, più di ogni altra cosa, persino più della vittoria del campionato. Per questo non posso fare altro che ringraziare tutti per avermi fatto sentire parte di questa grande famiglia. Ringrazio la società, tutti i dirigenti e presidente, per l’opportunità che mi avete dato di far parte di questo bellissimo progetto e per avermi sempre supportato e sopportato nel corso di questi due anni.
Ringrazio tutto la staff tecnico, in particolare Lorenzo e la sua pazienza ad inviarmi nel corso dell’anno 400 programmi di allenamento perché ferma non so stare, al mister e al suo sfottermi sulla mia età ‘avanzata’ (come se lui fosse un giovanotto!), che poi non era altro che il suo modo di spronarmi a dare sempre di più. 

Ringrazio tutta la tifoseria, composto al 90% dai familiari e genitori delle ragazze, che non ci facevano mancare niente, anche nei momenti no della stagione, erano lí che con uno sguardo e un gesto ti sollevavano il morale. Ringrazio i miei di genitori, che mi hanno sempre sostenuto, sono sempre stati i miei primi tifosi e so che saranno probabilmente i più dispiaciuti per questa decisione, ma anche i primi a sostenermi per la decisione presa.

Ringrazio infine tutte le mie compagne di squadra, vorrei farlo ad una ad una, ma poi sarei ancora più prolissa di quanto non sono già è non mi sembra il caso (lo farò di persona comunque, quindi non sfuggite!). Ognuna di voi, con il suo modo di fare e di essere, è riuscita sempre a strapparmi un sorriso, ma non un semplice sorriso, quei sorrisi che quando fra 10,20,30 anni ti ricorderai, ti faranno sobbalzare il cuore.
Per voi avrò sempre un ricordo speciale ed è per questo che non riesco a dirvi addio, per sarà un semplice arrivederci…innanzitutto perché finché riuscirò e appena potrò, verrò a rompervi le scatole come ho fatto da due anni a queste parte in mezzo al campo di allenamento, e poi magari più avanti chissà, in altre vesti….chi vivrà vedrà!”

Non potevano esserci parole più “CHIARE”.. battuta triste scusate, ma è un po’ lo stato d’animo che ci assale alla lettura di certe parole. Più che mera tristezza in sé è malinconia. Sentiamo già la malinconia per la consapevolezza che Chiari ci mancherà.. e ci mancherà da matti. Matti come lei e noi insieme, un branco di matti. La giocatrice che in due anni ha scritto la storia di questa Jesina. La ragazza dagli occhi sinceri che è arrivata da Senigallia e in punta di piedi si è fatta amare da tutti. Donna intelligente con cui ridere a crepapelle come fossimo un po’ scemi. Coraggiosa. Perché coraggiosa non sempre è chi rimane, più spesso è chi ha il coraggio di mettere la propria vita in gioco. E metterla proprio tutta, ricostruire tutto da zero, quando sembrava tutto già scritto. Coraggiosa sei tu, Chiari.

In questi anni, brevi forse ma decisamente intensi, abbiamo visto la Chiara felice, delusa, soddisfatta, arrabbiata, sorridente, stanca.. l’abbiamo vista davvero in tutte le salse perché rientra in quella stretta cerchia di persone che sono AUTENTICHE. Che prendono la vita di petto, che se le cose non vanno come si spera non sotterrano la testa sotto la sabbia, ma scavano dentro loro e trovano un’altra prospettiva.
Questo ci ha insegnato. Questo ci hai insegnato, Chiari.
Ci hai insegnato a credere, sperare, cadere e rialzarci. Ci hai insegnato a lottare per i nostri sogni, da lì, dal centro della difesa, eri la voce che sentivamo spronarci a dare sempre di più e sei stata la mano che ci ha stretto forte per accompagnarci verso la serie A. Certe scelte personali, come ha scritto lei stessa, ora la stanno portando lontano dal calcio. Lontano dal calcio giocato forse, ma siamo sicuri non da noi.. come si fa a dimenticare l’asciugamanino con scritto “buone feste” tutto l’anno nel suo borsone, la bava di lumaca applicata in viso dopo ogni doccia, la sua puntualità…….. “dai mister iniziamo sono le 20.20..” Mister:”wee, manca Chiara si sta cambiando..”
Sicuramente l’anno prossimo alle 20.20 guarderemo lo spogliatoio, sperando di vederti ancora uscire con quel tuo kiway giallo, calzettoni tirati giù anche in piena nevicata, capelli sciolti che legherai dopo il riscaldamento, e sarà allora che ci dispiacerà non iniziare l’allenamento in ritardo. Pagheremo per la tua falsa puntualità, ma non potevamo e non volevamo trattenerti perché il tuo stare bene altrove ci renderà (quasi) ugualmente felici di vederti la domenica seduta nella panca di sinistra, proprio là verso l’angolo, dello spogliatoio del Cardinaletti.

Quando qualcuno se ne va dalla nostra famiglia, non possiamo che augurargli tutta la fortuna del mondo, certi che saprà cavarsela in qualsiasi direzione volga la sua strada. Soprattutto quando ad andarsene è una persona come Chiara Breccia, un nome una garanzia, una donna che ci ha insegnato e ci lascia tanto, non potevamo fare un semplice comunicato stampa.

Scusate se vi abbiamo annoiato, non vi tratteniamo oltre..

Giocati la tua partita, noi tifiamo per te.
E torna pure quando vuoi, la portA è aperta, qui c’è gente che ti Aspetta.
Arrivederci CB.

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