Campionessa del mondo. Doppio oro olimpico. Una Concacaf. Un guanto d’oro. Un premio come sportivo americano dell’anno etc etc etc, poichè la lista è interminabilmente lunga ed inderogabilmente esplicita, Hope Solo è la numero uno delle numero 1, e non solo.
Se qualcuno pensa che un profilo del genere non possa scegliere il calcio femminile italiano, quel qualcuno dovrà probabilmente ricredersi.
Dopo Carl Lloyd in Inghilterra, Morgan in Francia, Solo sarebbe vicina al bel paese.
Da qualche ora, innumerevoli indiscrezioni stanno ruotando intorno ad un unico personaggio: Hope Solo e la sua chiacchierata in campo con le Viola.
L’atleta ha comunicato sui suoi profili che avrebbe trascorso il giorno di San Valentino nella culla del rinascimento, esattamente nell’ Art In di Firenze: “Happy Valentine’s Day all the way from the Art Inn in Firenze!”. Una bellissima foto con Firenze come sfondo a garanzia della verità della nostra soffiata.
LA STORIA TRA TALENTO E IRRIVERENZA
“Un gruppo di codarde”, è con queste gentili parole che la Solo fece recentissimamente irritare il mondo umiliando le svedesi (e prendendo 6 mesi di squalifica) colpevoli di aver vinto la semifinale contro gli usa, ma nella vita della Solo, le storie, oltre la parate, sono molte.
Quando dagospia le dedicò un pezzo, furono queste le trame principali del racconto sulla bellissima numero uno americana: “Impertinente”, l’hanno definita. Abrasiva, anche. C’entra per forza l’altra cosa accaduta quell’anno, il 2007. In quel Mondiale per il quale si stava preparando quando invitò il padre a guardarla. Era la sua prima coppa del Mondo. Stati Uniti in finale, contro il Brasile. Hope va in panchina, l’allenatore le preferisce Brianna Scurry: è la veterana del gruppo, una cresciuta proprio con Mia Hamm e Brandi Chastain. L’America perde 4-0 e Hope parla: “Se ci fossi stata io”, dice. E aggiunge veleno. Impertinente, appunto. Abrasiva, anche.
Finisce fuori rosa, indesiderata dall’allenatore e odiata dalle compagne. Perché ha infranto un codice, quel patto segreto che dice che in uno sport di squadra non si parla di sé, neanche quando vieni escluso. Gioca in campionato, però. Ed è il miglior portiere della lega: bella, alta, ricca. Ha sponsor che la supportano, guadagna più di dieci milioni di dollari a stagione. E’ forte e questo sconfigge anche i codici di comportamento: la convocano per le Olimpiadi di Pechino 2008 e l’America vince il primo oro olimpico del calcio della sua storia. Hope da allora diventa una delle stelle, continuando a essere malsopportata dall’ambiente, ma amata dalle ragazzine. Perché è bella e perché è matta. Posa nuda per una rivista quando la Lega americana fallisce e le giocatrici restano senza stipendi: “Devo mangiare, io”. Capace di infilarsi in una polemica via l’altra. Quando è stata tra le concorrenti di “Ballando con le stelle” ha accusato il suo compagno di ballo di maltrattamenti: “Mi spintona, mi fa male, ma non fa niente”. Caos dei movimenti femministi: “Hope Solo legittima gli abusi degli uomini”.
E’ stata anche il centro delle polemiche sul sesso nel villaggio olimpico, perché è stata lei a rivelare, dopo Pechino, che gli atleti e le atlete si divertono parecchio: “Al Villaggio Olimpico si fa sesso ovunque. Alle Olimpiadi succede di tutto. Gli atleti, se si allenano, sono super concentrati, ma se escono a bere un drink, finisce che se ne scolino 20 e potete immaginare cosa succede dopo… Si fa molto sesso perché l’Olimpiade è l’esperienza di una vita e si vogliono creare ricordi indelebili. Ho visto persone fare sesso all’aperto, tra i prati o gli edifici. La gente ci va giù di brutto. A Pechino nel 2008, quando finimmo di festeggiare la medaglia d’oro, ci togliemmo i vestiti da sera, indossammo di nuovo gli abiti sportivi e alle 7 di mattina, senza andare a dormire, ci presentammo al Today show ubriache. Non c’è bisogno di dirlo, avevamo un pessimo aspetto.
Dopo i festeggiamenti, tornando al Villaggio, incontrammo due celebrità come Vince Vaughn e Steve Byrne. Decidemmo di continuare la festa, iniziammo a parlare agli addetti alla sicurezza, mostrando le medaglie d’oro, e riuscimmo a far entrare il nostro gruppo senza i pass, cosa mai vista prima. E quando tornai in camera mia, non è detto che fossi sola. Ma questo è il mio segreto olimpico”. Scoppiò un altro caos, con l’intera delegazione americana indignata con Solo. Altro codice infranto. Perché è così, lei. Anche quattro anni dopo, a Londra.
L’ATTUALITÀ
Nulla di ufficiale, solo tracce di verità, frammenti di voci, parziali indiscrezioni da passaparola,di attore in attore, da redazione a redazione.
Cerchiamo quindi faticosamente di ricostruire lo scenario su un possibile passaggio internazionale. Pare che ieri, la Fiorentina Women’s si sia allenata alla presenza di Hope Solo, che (unitamente al marito campione di Football Americano Jerramy Stevans), ha fatto visita al campo di Orlandi e compagne, trovatesi al cospetto della campionessa mondiale in carne e ossa.
QUALI SONO LE PISTE ITALIANE
Fiorentina
La giocatrice ha dichiarato la sua presenza in città, e guarda caso, l’americana di Richland andrebbe a trovare nell’ ambiente Viola un tecnico conoscitore del calcio Usa, Cincotta, che è stato il primo Italiano ad allenare in America, proprio a Seattle, 5 stagioni fa, proprio mentre la Solo difendeva la porta dei Reign Seattle, unitamente ad Alia Guagni. E poi tutti sanno che gli americani hanno un debole per la cupola del Brunelleschi e per il campanile di Giotto. Unico neo è quello di capire come una piazza calda come quella di Firenze possa giustificare alla sua tifoseria maschile l’ingaggio eventuale di una calciatrice che tutti sanno avere stipendi stellari, e che potrebbe agli occhi del tifo togliere fondi alla squadra maschile viola. In questo caso Orhstrom potrebbe andare a Brescia?
Brescia
Inutile negarlo, la voce è che il Brescia sia pronto a fare il più grande investimento nella storia del calcio femminile italiano, in favore dell’ intero movimento, 1 Milione di € per uno stadio di proprietà, una cifra che rimetterebbe la Fiorentina nella condizione di non essere più leader solitaria del mercato. Uno stadio di proprietà, e la Champion’s League con un ranking da protagonista (ma attenzione al Manchester City) potrebbero avvicinare una campionessa come la Solo, alla piazza più vincente degli ultimi anni, decisa a darsi un profilo internazionale e a divenire come il Postdame in Germania, eccellenza nel femminile a prescindere dai club maschili. Il neo è sempre quello del monte ingaggi, anche se Sisal, altro scacco matto del presidente Cesari potrebbe puntare tutto sulla Hope Solo come immagine aprendo margini all’ accordo storico.
WELCOME HOPE!
Voci ma non solo voci, ed una sola meravigliosa certezza, che lentamente, qualche giocatrice di fama mondiale possa anche solo osservare con sguardo attento Brescia e Fiorentina che si organizzano con professionalità per eccellere com top club. Tutto questo non può che fare bene al calcio femminile italiano, che anche grazie a portatori di interesse esterni, potrebbe aumentare i suoi confini. Bisogna purtoppo ricordare, che spesso non si vedono più di 300 persone nelle gare del massimo campionato di casa nostra, una giocatrice con più like di una rock star, cosa potrebbe smuovere?