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Football Pink #3: La Pink, altra faccia della Bari

Più o meno tutti quanti gli appassionati di calcio conoscono bene il Football Club Bari o, più semplicemente come viene detta in città, la Bari. Balzata agli onori di cronaca più volte negli ultimi anni, a causa della grande presenza di pubblico al San Nicola, costantemente lo stadio più popolato della B, ma anche per tristi eventi quali il coinvolgimento di diversi giocatori nelle vicende del calcio scommesse o per le intricate vicende societarie, la società è sia una tra le più gloriose del sud Italia, terza per partecipazioni in massima serie, sia discreta fucina di talenti: basti pensare che tra le file biancorosse hanno militato giocatori del calibro dei campioni del mondo Zambrotta e Perrotta, il perno della difesa della Juventus Bonucci e il diamante grezzo del calcio italiano Antonio Cassano, prodotto del vivaio.

Se, come detto, oggi la squadra lotta in serie B con buoni risultati, in costante lotta per la massima serie, non lontano dal San Nicola un’altra formazione biancorossa sgomita per il medesimo obiettivo. E nonostante un ruolino di marcia impressionante, composto da sole vittorie eccetto una singola sconfitta, è al secondo posto del girone D della serie cadetta, alle spalle della Roma. Basta spostarsi al centro sportivo Campo dei Fiori, dove, lontane dai riflettori, diciotto ragazze sono pronte ad iniziare l’allenamento. Per l’altra Bari, l’articolo determinativo “la” è davvero d’obbligo: si tratta, infatti, della Pink Bari, la compagine femminile cittadina.

La visita alla squadra si apre tra chi mi scambia per un nuovo preparatore e chi mi guarda come se fossi un alieno, riuscendo a percepire fin da subito il clima che c’è da queste parti: sembra di essere arrivati in quella che è una grande famiglia. Sul campo sintetico mister Roberto D’Ermilio, che conta ventitre presenze in serie B, divise tra la maglia biancorossa e quella della Ternana, negli attimi immediatamente precedenti l’allenamento parla ad un gruppo che ascolta attentamente in silenzio, come un vero club professionistico. Dopo, si inizia: bastano pochi minuti e, mentre scambio due parole su quelle che sono le attività della Pink con il vicepresidente Signorile, si scatena un acquazzone, diventato un vero e proprio nubifragio con tanto di grandine, che rende il sintetico dove si allena la squadra un acquitrino al limite della praticabilità. 

I miei occhi si posano sulla squadra, convinto di vedere una reazione di sdegno nelle diciotto ragazze. 

E invece nientesilenziose come ad inizio allenamento, le calciatrici seguono le direttive dello staff tecnico e continuano l’allenamento come se nulla fosse, dimostrando una professionalità più unica che rara. Nel mio passato arbitrale, ho visto condizioni climatiche e situazione dei campi ben migliori e fiumi di giocatori, quasi tutti uomini, lamentarsi in continuazione. Qui, invece, nessuna reazione negativa, ma solo una dedizione assoluta al lavoro della squadra. In testa al gruppo, Marina Rogazione, capitano storico della squadra, nonché una delle ragazze che mi aveva scambiato per un nuovo preparatore…

Marina è tornata a calcare i campi da calcio lo scorso dicembre, dopo uno stop forzato di un anno e mezzo legato al trasferimento da Bari a Londra per un sostenere un master in giurisprudenza. La maglia della Pink, comunque, è una seconda pelle, e lo dimostra con una frase da vera bandiera, sempre più rare nel calcio maschile. 

“Mi sono sempre detta che avrei indossato un’unica maglia nella mia vita, quella della Pink Bari. Ho avuto altre opportunità di giocare, a Londra e a Torino, ma l’amore per questa maglia mi ha sempre fatto declinare ogni offerta.”. Da vera leader, Marina plaude il gruppo: “È anche merito loro se sono riuscita a tornare a dare il massimo dopo il periodo di inattività. Le giovani in rosa da una parte, con la loro grinta e voglia di giocare, spingono noi più esperte a dare il 110%, dall’altra, a volte, ci costringono a porre loro un freno per aiutarle a capire se e dove stiano sbagliando. Ma è anche a ragazze fantastiche come Jenny Piro, nuovo capitano e anima di questa squadra, e del nostro mister se riusciamo a mantenere una mentalità adulta e vincente.”

Mentre la grandine continua a picchiettare sul tettuccio della panchina, mi raggiunge sorridente Isabella Cardone, fino alla scorsa stagione allenatrice della Pink e ora passata dietro la scrivania. La passione per il campo, comunque, è rimasta intatta: ancora adesso, infatti, preferisce farsi chiamare mister. Con lei parliamo di “un progetto che nasce 15 anni fa sui campi di un oratorio, con l’obiettivo di portare le ragazze di una città come Bari ad uno sport come il calcio femminile, allora quasi assente. Abbiamo cominciato con un numero molto esiguo di tesserate, una decina, tra cui la nostra bandiera Rogazione, fino ad oggi, dove possiamo contare un centinaio di ragazze, delle quali circa una settantina sono under 16”

“Ci piacerebbe”, continua, “fare della Pink Bari una società di riferimento per tutto il movimento calcistico femminile sia in Puglia che nell’intero Meridione: per questo, è fondamentale avere uno staff qualificato, giovane e volenteroso come il nostro, composto interamente da laureati, o in procinto di farlo, in Scienze Motorie. Ma non solo: garantiamo alle nostre giovani ragazze sussidi con lo studio e nell’alimentazione, mettendo a loro disposizione anche una nutrizionista, per farle crescere il più possibile all’interno della nostra società. E i risultati ci danno ragione: la struttura base della Pink Bari è costituita da ragazze del vivaio, con una rosa competitiva che ha necessitato di pochi innesti e che sta riservando soddisfazioni in campionato. Inoltre, siamo molto orgogliose delle ragazze nel giro delle Nazionali giovanili e di aver organizzato, lasciando trasparire l’impronta della Pink, l’amichevole della rappresentativa dell’Italia Under 17 contro la Repubblica Ceca a Bitetto.
La speranza è quella di ritornare in Serie A, dopo la retrocessione dell’anno scorso, e crescere ancora a livello di settore giovanile, con il quale abbiamo storicamente ottenuto i migliori risultati, avvicinandoci al mondo maschile e sviluppando sinergie con esso: da circa tre anni lavoriamo con il Bari condividendo obiettivi e competenze, perché noi possiamo imparare molto da loro e viceversa, ad esempio per quanto riguarda determinazione, dedizione, umiltà e sacrificio che abbiamo messo per cercare di raggiungere i risultati raggiunti.

Intanto, il diluvio non accenna a smettere, tanto da costringere mister D’Erminio a sospendere l’allenamento. Solo in questo momento le ragazze lasciano da parte la professionalità e improvvisano una gara di nuoto sul sintetico (e credetemi, mancava veramente poco affinché quel campo divenisse una piscina), mentre l’allenatore, dopo una rapida doccia, mi parla della sua prima esperienza su una panchina femminile.

“Ho accolto questa sfida con entusiasmo all’inizio della stagione”inizia, “anche se per me era un mondo completamente da scoprire. Adesso posso senz’altro dire che è un’esperienza positiva, che arricchisce il mio patrimonio personale. Gestire un gruppo femminile richiede un approccio diverso rispetto alle squadre maschili, soprattutto dal punto di vista psicologico e della sensibilità, ma questa squadra, dedita al lavoro e ai sacrifici, mi rende soddisfattissimo della decisione presa. Inoltre, la scoperta del calcio ‘in rosa’ e del mondo Pink Bari per me è stata molto lieta: ho accettato la proposta di prendere in mano questa panchina spinto dalla serietà e dalla possibilità di lavorare con uno staff qualificato e con un’organizzazione decisamente migliore rispetto a moltissime squadre maschili. Il progetto giovanile, che permette alla società di operare su vasta area all’interno di una città come Bari, è chiaramente il fiore all’occhiello di questa realtà, al di là di una prima squadra che, comunque, nonostante l’età media bassissima, sta lottando a duello con la Roma, prima a punteggio pieno, per riagguantare la massima serie, il sogno che tutti noi cerchiamo di raggiungere. Non sarà facile, ma vogliamo provarci: per le valutazioni del caso, attenderemo fine stagione

Oramai, la mia presenza ha attirato le attenzioni dell’intero ambiente. Sono le ragazze, adesso, a volermi raccontare qualcosa del progetto della Pink: le volontarie sono Francesca Soro e la giovanissima Lucia Strisciuglio, classe ’99.
“Ci impegniamo a portare avanti questo progetto improntato principalmente sulle giovani in una città come Bari, quindi ci mettiamo impegno e fatica” dice la Soro “Bari ci dà comunque un’alta visibilità ed è bello che molti, in città, ci chiedano dei nostri risultati.
“Speriamo di tornare presto su un campo di Serie A” le fa eco la Striscuglio “cercando di non commettere gli errori del passato per far sì di non perdere la massima serie. Siamo un gruppo molto unito, la nostra età non conta e l’apporto del vivaio lo facciamo sentire. Noi ci siamo.”

Tra le file della Pink, inoltre, c’è anche una giocatrice che ha un cognome noto a praticamente tutti gli appassionati di calcio maschile. Debora, classe ’97, di professione difensore, di cognome Novellino. Già, Debora è nipote di Walter, ex tecnico, tra le altre, di Sampdoria e Napoli e adesso ad Avellino.

Il cognome? Non è un peso”, racconta, “né tantomeno un problema. Io faccio la mia carriera e mio zio sta facendo la sua. Un consiglio che mi ha dato, comunque, è quello di rimanere sempre umile e continuare per la mia strada.”

Debora ha anche un’altra particolarità. Infatti, nel gennaio 2016 è stata eletta Prima Miss dell’Anno, titolo che l’ha portata a partecipare alle prefinali nazionali di Miss Italia.
“Conciliare il concorso con la mia attività di giocatrice è stato molto semplice. Ho sempre dato la precedenza al calcio, e se avessi voluto continuare con le selezioni avrei dovuto conciliare gli impegni correlati con gli allenamenti. La società, comunque, mi è stata sempre vicina in questa avventura, così come è attenta nel seguire le esigenze di tutti: sarebbe bello ripagarla con la promozione, e terremo duro per raggiungere l’obiettivo. Mi piacerebbe, inoltre, che i nostri sforzi venissero maggiormente apprezzati portando più gente a seguire le nostre partite, sarebbe molto bello”

Debora sorride. Come prima di lei avevano fatto le sue compagne, il mister D’Erminio e la mister Cardone. Il progetto Pink, visto dal vivo, porta addosso il sorriso sul volto di tantissime altre ragazze che, ogni settimana coltivano i sogni di un mondo che, in Italia, è ancora maschile e maschilista. Ma, si sa, la passione non ha sesso, e i sogni, anche quelli che vedono una sfera di cuoio rotolare dentro una rete, vanno inseguiti sempre.

Marco Montrone, di www.footballpills.com

Simona Bianchi, Lucchese: “Lottiamo per conquistare la vetta”

Classe ’79, nella vita quotidiana lavora per le Poste Italiane ma sul campo è un bomber con il vizio del gol: Simona Bianchi, attaccante della Libertas, gioca a calcio da quando aveva tredici anni ed è una ragazza riservata, disponibile e testarda, che fa della determinazione la sua caratteristica principale.

Da pochi mesi alla Libertas, è già un perno fondamentale del team di Elena Bruno, e domenica scorsa ha rifilato la “manita” al Rinascita Doccia, trascinando la sua squadra ad un successo importante:
“Il risultato fa pensare ad una partita semplice, ma non è stato affatto così; merito della vittoria è stato dato dalla costruzione di gioco fin dai primi minuti e siamo state brave a non concedere praticamente nulla alle avversarie, giocando così una buona partita.”

Dopo la vittoria con il Rinascita Doccia, si potrebbe pensare che la promozione sia già di casa Libertas, ma Simona preferisce tenere i piedi ben saldi per terra:
“Non possiamo ugualmente permetterci di sbagliare, dobbiamo lottare per conquistare la vetta: nel calcio nulla è scontato.”

Sul suo rendimento e su quello della Libertas in questi primi mesi, Simona non ha dubbi:
“Il bilancio è sicuramente positivo! La squadra è principalmente costituita da ragazze giovani che mostrano ottime individualità e ampi margini di miglioramento: i risultati credo siano evidenti guardando la classifica. Per quanto riguarda il mio rendimento personale preferirei che fossero gli altri a “giudicarmi”, ma di sicuro mi impegnerò a dare sempre il massimo in ogni match.”

La rossonera è diventata un punto di riferimento per tutte le giovani calciatrici della Libertas ed essendo una giocatrice esperta, cerca di trasmettere loro quei valori importanti sia nel calcio che nella vita come la determinazione e l’umiltà, “aspetti fondamentali per la crescita di ogni atleta.”

La comunicazione e il marketing hanno fatto sì che il mondo del calcio femminile iniziasse ad assumere un’importanza maggiore in Italia, ma Simona crede che la strada sia ancora lunga:
“Ci sono stati sicuramente dei progressi ma credo si possa e si debba fare ancora molto.”

Alessia Gritti, Mozzanica: “La Nazionale deve lavorare per crescere.”

Una nazionale azzurra, con qualche tinta grigia di troppo, è tornata a casa da Cipro con il magro bottino dell’11° posto conquistato, nel tradizionale trofeo internazionale della Cyprus Cup. Tra le protagoniste della trasferta nel mezzo del Mediterraneo anche due biancocelesti: Daniela Stracchi e Alessia Gritti. Quest’ultima schierata in campo dall’inizio in due delle quattro gare giocate dall’Italia (nell’esordio con la Korea del Nord e nel terzo match con la forte Svizzera) con le quali la n. 1 bergamasca aggiunge due gettoni di presenza con la maglia azzurra, dopo l’esordio brasileiro di Manhaus.

“Due risultati, un pochino bugiardi, in particolare quello con la Svizzera, dove in realtà la squadra non era andata così male. Dobbiamo crescere ancora molto sotto il punto di vista fisico e a livello di squadra. Siamo un gruppo giovane che ha bisogno di giocare insieme più partite per trovare l’equilibrio e il gioco. Abbiamo ancora tre mesi prima dell’Europeo, nei quali ci raduneremo in diverse occasioni per migliorare questi aspetti, in particolare tra giugno e luglio, dove svolgeremo il ritiro di preparazione al torneo, che sarà decisivo e dove dovremo lavorare al massimo per farci trovar pronte.”

Parole chiare e saggiamente dosate da Alessia che a Cipro si è in pratica alternata tra i pali della nazionale con Sabrina Tasselli.
“Con il gruppo mi sto trovando bene, ma come ho già detto per trovare l’intesa migliore tra i reparti c’è ancora del lavoro da fare.”

Tavagnacco, nel 2017 raccolti solo 5 punti

Il momento non è dei migliori. Dopo una prima parte di Campionato quasi impeccabile, il 2017 del Tavagnacco è da media retrocessione. Nelle sette partite disputate nel nuovo anno, le friulane hanno racimolato appena 5 punti, incassando quattro sconfitte e raccogliendo due pareggi e una sola vittoria. Un rollino di marcia decisamente poco incoraggiante. La causa? Certamente i tanti infortuni che hanno limitato al massimo le scelte di mister Amedeo Cassia. A questo si aggiunge il fatto che spesso, chi è subentrato, non ha saputo dare alla squadra quella spinta necessaria per cambiare le partite (e i risultati).

Nonostante tutto la situazione non è ‘drammatica’, visto che il Tavagnacco occupa la sesta posizione in classifica con 24 punti. Ma la zona play out si avvicina, e ormai è distante solo 4 punti (nella serie A femminile retrocedono le ultime quattro: ultima e penultima direttamente, dal 7° al 10° posto ci sono i play out per decretare le altre due retrocessioni. Per la 7° classificata, però, c’è un ulteriore opportunità: nel caso in cui mantenga 7 o più punti di distanza dalla 10°, può salvarsi senza giocare i play out).

Sabato a Tavagnacco arriva il Brescia, seconda forza del Campionato, distante solo 3 punti dalla capolista Fiorentina (sconfitta, dopo 15 vittorie consecutive, nell’ultimo turno). «Spero di poter recuperare alcune giocatriciammette Amedeo Cassia – ma dovremo certamente stringere i denti anche contro il Brescia. Dispiace ma è un’annata particolare, nella quale dobbiamo far fronte davvero a molti infortuni. L’importante – conclude – è che chi scenderà in campo sia pronto a dare tutto».

Le assenze stanno pesando sui risultati anche per Elisa Camporese, che sottolinea come si senta la mancanza di elementi come Tuttino e Zuliani in mezzo al campo. Per Roberta Filippozzi contro il Brescia servirà un atteggiamento diverso rispetto a quello visto con il Cuneo: «A volte siamo un po’ troppo molli – afferma –. Per compensare la mancanza di giocatrici importanti ci vuole il carattere: dovremo lottare su ogni pallone».

Sport Expo: Sabato le gialloblù nello stand Hellas Verona

Emozioni e valori da condividere e preservare, lo sport nella sua essenza più vera. Anche il Verona Femminile, all’interno degli eventi organizzati  dall’Hellas Verona, reciterà una parte da protagonista in Sport Expo, manifestazione patrocinata dall’assessorato allo Sport e tempo libero e dall’Assessore Alberto Bozza, incentrata sull’attività sportiva dedicata a ragazzi e ragazze dai 6 ai 14 anni che avrà luogo a VeronaFiere dal 18 al 20 marzo, che quest’anno arriva alla sua undicesima edizione e ad oggi conta 337.000 partecipanti.

L’Hellas Verona sarà presente al Padiglione 11, offrendo per tutta la durata dell’esposizione diverse attività mirate per i più piccoli, coinvolgendo in prima persona gli allenatori qualificati del Settore Giovanile e tutti i ragazzi e le ragazze della cantera gialloblù, senza dimenticare i partecipanti del Progetto Scuola. Un’occasione per conoscere da vicino il mondo gialloblù, la gioia e la spensieratezza del giocare insieme, divertendosi. Lo scopo di Sport Expo è proprio quello di educare ad uno stile di vita sano, basato sulla pratica sportiva e sulla corretta alimentazione, e diffondere i valori dello sport quali condivisione e spirito di sacrificio. E per scoprire – perché no? – i futuri campioni o campionesse del domani.

Il sabato pomeriggio verrà dedicato all’attività giovanile femminile con mini tornei ed esibizioni delle giovanili e della scuola calcio femminile Hellas Verona. Al termine del match di campionato,  che vedrà impegnate Gabbiadini e compagne allo Stadio Olivieri di via Sogare contro il Chieti, una rappresentanza della squadra sarà presente nell’area dedicata all’Hellas Verona e prenderà parte alle attività con le baby gialloblù.

Alla conferenza stampa di presentazione, avvenuta presso il Centro Congressi di VeronaFiere, a rappresentare l’Hellas Verona erano presenti anche il direttore operativo Francesco Barresi e il difensore gialloblù Michelangelo Albertazzi. Tanti gli sport che ogni anno sono presenti a Sport Expo, dai più tradizionali come il calcio, la pallavolo, il basket, il rugby, il tennis, il tiro con l’arco, il football americano, il ciclismo, la scherma, l’atletica leggera e il tamburello a quelli meno comuni come la canoa kayak, il kite, la danza sportiva, l’arrampicata sportiva, l’hockey su prato, il Kendo, attività subacque, windsurf, pesca sportiva solo per citarne alcuni.

«Partecipiamo con gioia a Sport Expo – ha detto il Direttore Operativo gialloblù organizzando tante attività per i più piccoli, come la Hellas School Cup e i tanti tornei dedicati, forti anche della collaborazione del Verona Calcio Femminile. Il nostro augurio è che i ragazzi si divertano, l’ambiente della Fiera di Verona lo permette agilmente. La bontà di questa manifestazione, che colpisce per l’entusiasmo di bambini e addetti ai lavori, è certificata dalla numerosa partecipazione degli sport coinvolti. Un doveroso grazie alle istituzioni, che grazie al loro supporto rendono possibile tutto questo».

«Giusto iniziare a praticare sport fin da piccoli e questa è un’occasione importante per scoprire la propria passione – ha spiegato Albertazzi – Sport Expo dà una concreta possibilità a bambini e famiglie di venire a contatto con tantissimi sport, anche meno conosciuti, e di passare momenti di divertimento con altri ragazzi, aiutandoli a crescere con i valori di rispetto di compagni e avversari».

L’ingresso all’evento è gratuito con registrazione obbligatoria per i maggiorenni (CLICCA QUI) o sul sito dedicato all’evento sportexpoverona.it/.

Storie Biancoscudate: Giorgio e Marta Michielon, padre e figlia in campo con il Padova

Non è “figlia di”, ma sicuramente è “figlia d’arte”. Non hanno le luci dei riflettori puntate addosso, ma possono vantare una storia unica. Papà e figlia in campo con la stessa maglia, a distanza di tre decenni, entrambi in un campionato calcistico nazionale.

Anche il Padova può vantare un grado di successione in rosa, proprio come successo all’Inter con Beppe Baresi e la figlia Regina. Lui, il papà, è Giorgio Michielonstopper biancoscudato a cavallo tra gli anni ’70 e ’80. Lei è la figlia Marta Michielon, 22enne regista del Calcio Padova Femminile. Certo, Michielon e Baresi hanno poco in comune, se non ruolo e generazione calcistica. Ma più per sfortuna che per demerito di Giorgio, il quale, dopo l’esordio in biancoscudato a 17 anni, 29 presenze e 1 gol in 3 stagioni, ha dovuto appendere le scarpe al chiodo giovanissimo, a seguito di un grave infortunio quand’era in prestito al Monselice di Reja.

Chi si sarebbe mai immaginato che quel filo spezzato l’avrebbe riannodato Marta?
«Io no di certo», sorride il papà, «Anzi, ricordo bene il giorno in cui mia figlia, a 5 anni, mi disse che voleva fare la calciatrice. Le risposi: ma come, una femminuccia? Con il sole, il ghiaccio, la pioggia? La consuetudine non vuole che una ragazza giochi a pallone. Almeno questo pensavo prima di toccare con mano lo splendido mondo del calcio femminile. Marta mi ha fatto ricredere. Non nego che, le prime volte che l’ho vista correre con quello scudo sul petto, mi sono rivisto in lei».

Marta, che nella vita studia scienze dell’educazione, ha iniziato con i maschi dell’Abano, prima di passare al vivaio del Padova femminile, di cui adesso è vice capitano della prima squadra. Ma tra i due chi è il più forte? Papà non ha dubbi.
«Sicuramente lei. Io ero un giocatore più fisico, lei invece è molto più tecnica di me».
Marta annuisce:
«Questo complimento me lo fa spesso. Dopo avermi detto che corro poco, sono lenta e devo calare di peso».

Frecciatina, tra le tante che i due si scagliano, nel più classico rapporto di amore-odio tra papà e figlia ventenne. Con lui che dagli spalti urla ad ogni azione, lei che ogni tanto gli fa cenno di star zitto, ma se non viene a vedere qualche gara ne sente subito la mancanza.
«Mi spiace non averlo mai potuto vedere in campo, anche se qualche partita insieme, in spiaggia, l’abbiamo fatta», spiega Marta, che doveva ancora nascere quando il padre festeggiava il più grande trofeo della carriera, la Coppa Italia semi professionisti vinta nel 1980.

«Fui in campo in entrambe le finali», ricorda Michielon, che ha donato alla mostra dei cimeli biancoscudati la medaglia vinta quel giorno. «All’Arechi, purtroppo, causai il rigore che diede il vantaggio alla Salernitana. Finì 3-1 per loro. Ma al ritorno all’Appiani Vitale si scatenò, vincemmo 4-0 e fu una festa memorabile».

Il futuro? Entrambi non hanno dubbi: «Nel 2018 saliamo a braccetto. Padova maschile in serie B e quello femminile in A».

Sarah Pace non si arrende ‘May’: “Peccato la mia rete non sia bastata ma ci rifaremo”

Non sarà stata la miglior prova del girone di ritorno, ma la Femminile Rimini ha reagito, accorciato le distanze e alla fine avrebbe pure meritato il pari. La sconfitta di domenica contro il Consolata ha interrotto la striscia positiva di quattro turni e ovviamente non lascia soddisfatta il jolly Sarah ‘May’ Pace.
“L’approccio è stato meno grintoso del solito, non siamo entrate in partita, eravamo anche controvento. Nel secondo abbiamo subìto immediatamente un gol evitabile, il secondo del Consolata invece è stato molto bello. Sul 2-0 per le modenesi abbiamo reagito ed anche arrivato il mio gol, peccato non averla pareggiata”.

A proposito del terzo gol stagionale di Pace, l’azione è stata convulsa ma la centrocampista/attaccante biancorossa in piena linea con la sua instancabile determinazione è riuscita a infilare la sfera in rete al 75′.
“E’ arrivato un cross di Sara Fiumana, Amala ha calciato in porta, il portiere ha ribattuto e il pallone è rimasto lì. A quel punto mi sono fiondata sulla sfera, una prima conclusione è stata respinta, poi in scivolata con il sinistro è finalmente entrata. Anche se mi dispiace perché non è bastata per conquistare un risultato positivo, la dedico alla mia nipotina Sharon”.

Durante il riscaldamento, in concomitanza con l’uscita dallo stadio degli ultras biancorossi al termine della gara maschile Rimini-Faenza, è stato molto stimolante il coro di incitamento proveniente dalla Est.
“Ci ha caricato, poi sono arrivate anche altre battute – prosegue sorridendo Pace – con i sostenitori che ci dicevano che erano tutti single”.

La partita più importante della Femminile Rimini si è giocata però all’ingresso in campo assieme all’Associazione “Rompi il silenzio” per dire basta alla violenza sulle donne. “E’ stata una bellissima iniziativa, per noi della Femminile Rimini è motivo di grande orgoglio”.

Domenica le biancorosse avranno la possibilità di riscattarsi contro il Junior Fiorano. “Cerchiamo di correggere gli errori visti contro il Consolata, io stessa non sono soddisfatta della prestazione. Domenica vogliamo rifarci e festeggiare i tre punti”.

Arianna Montecucco e Caterina Bargi: la sfida continua!

Caterina Bargi segna a Musiello e raggiunge Arianna Montecucco al vertice della classifica cannonieri!!!

Domenica nella partita che l’Amicizia Lagaccio vince in trasferta con il Musiello il bomber Caterina Bargi trascina alla vittoria la sua squadra segnando la rete del 1 – 3 definitivo. Il bomber ligure Bargi con questa segnatura, porta il suo bottino a sedici reti e si colloca prepotentemente al vertice della classifica alla pari il bomber piemontese Arianna Montecucco (Novese) che nel match con l’Empoli rimane al’asciutto.
Due grandi calciatrici che continuano a lottare partita dopo partita per il primato nella classifica bombers del “Girone A” del campionato Nazionale di Serie B.

Al secondo posto segue con tredici reti la brava Deborah Soragni (Alessandria).
Al terzo posto con undici reti due calciatrici di grandi qualità Norma Cinotti (Empoli) e Teresa Fracas (Ligorna).

Sola al quarto posto con dieci reti Natasha Carrozzo (Lucchese).
Con nove segnature un gruppetto che vede Barbara Di Stefano (Novese), Erika Ponzio (Torino), Cecilia Prugna (Empoli) e la Giulia Tortarolo (Molassana Boero) che nella partita casalinga con il Torino ha segnato una doppietta.

La sfida a suon di gol per la vittoria finale nella classifica diventa partita dopo partita sempre più interessante.

Tre Sammarinesi al raduno FIGC

In tema di calcio femminile, si è tenuto il sesto raduno che coinvolge Marche e le province di Forlì-Cesena e Rimini, a cui hanno partecipato 12 ragazze (tra le quali tre Esordienti della FSGC) impegnate in 6 mini-partite da 12 minuti contro ragazzi classe 2004 del Centro Federale di Urbino. Il prossimo appuntamento è fissato a lunedì 27 marzo, sempre presso il CTF di Urbino, al fine di definire al meglio il gruppo delle 16 ragazze della selezione. Presenti il selezionatore della FIGC Paolo Mandolini insieme alla Team Manager Emily Mosca; per la Federcalcio sammarinese il Responsabile Tecnico Claudio Amadori, oltre a Valeria Canini ed Eraldo Reggini – rispettivamente Responsabile del Settore Giovanile e Coordinatore dei Progetti di Sviluppo – che hanno seguito da vicino il percorso di Chiara Beccari, Eleonora Cecchini e Rebecca Pizzi, i tre prodotti del vivaio della Federazione Sammarinese.

Torneo Arco di Trento – Beppe Viola: La Res Roma alza il trofeo

La Res Roma conquista la 16esima edizione della competizione riservata alle squadre Primavera del calcio femminile del Torneo Arco di Trento – Beppe Viola superando il Napoli con un rotondo 4-0 sul campo principale di Arco. Primo successo storico per le giallorosse che centrano la doppietta dopo il titolo Primavera. Dopo neanche 20’ la Res Roma era già avanti di due lunghezze grazie alla doppietta di Elisa Polli brava a sfruttare le incertezze della difesa partenopea. Le giallorosse hanno sprecato tante occasioni e dietro non hanno mai rischiato. Al 13’ del secondo tempo la squadra di Fabio Melillo ha messo la partita in ghiaccio con Camilla Labate che ha costretto un’avversaria a deviare la sfera nella propria porta. E’ stato un monologo giallorosso, il Napoli più giovane ed inesperto ha fatto quello che ha potuto. Al 38’ con una bella conclusione dalla distanza la Polli ha fissato il risultato sul 4-0 con la giocatrice della Jesina (in prestito) che ha marchiato a fuoco la gara con la tripletta personale. Negli ultimi tre anni la Res Roma ha fatto il pieno di titoli giovanili, due scudetti Primavera ed ora il primo titolo del Beppe Viola dopo la finale della scorsa edizione. Non è un caso se almeno sei giocatrici capitoline sono nel giro delle varie nazionali di categoria. La Res Roma rimane un tabù per il Napoli che ha perso le ultime due semifinali del campionato Primavera sempre con le giallorosse ed ora al primo incrocio ad Arco si è dovuto inchinare di nuovo. Certo la fortuna non ha baciato le ragazze di mister Gaetano Catalano che nel primo tempo ha perso per infortunio Pozone e Moccia. Hanno premiato le squadre il Segretario del Dipartimento calcio femminile LND Patrizia Cottini e il Delegato del calcio femminile del CPA Trento Ida Micheletti.
Soddisfatto il mister della Res Roma Fabio Melillo:” Ho la fortuna di allenare un gruppo fantastico cresciuto insieme negli anni. Dopo il titolo Primavera ci tenevamo a centrare anche questo obiettivo. La gara è andata come l’avevamo preparata, le ragazze ormai giocano a memoria ma una partita secca non è mai scontata. Siamo stati bravi a togliere subito il respiro alle avversarie. Questo titolo è la conferma che il lavoro sul settore giovanile alla lunga paga”.
L’allenatore del Napoli Gaetano Catalano trova il lato positivo di questa esperienza:” La nostra squadra è ancora giovane e inesperta rispetto alla Res Roma che ha tante nazionali in organico. Nonostante l’esito della finale siamo contenti di essercela giocata dopo quattro partecipazioni chiuse in semifinale. Anche queste sconfitte servono per crescere”.
Arianna Caruso, autrice di una prestazione esemplare, ci spiega il fenomeno Res Roma:” Siamo un gruppo affiatato che negli anni si è cementato. Abbiamo meritato il successo giocando con convinzione e carattere senza sottovalutare l’avversario. Volevamo tanto questo successo dopo la beffa della scorsa edizione ed in campo l’abbiamo dimostrato”.
Nella mattinata l’AGSM Verona si è preso il terzo posto battendo ai rigori un tenace Mozzanica che nel secondo tempo ha recuperato le due reti di svantaggio subite nei primi 45’. Enzo Rosa ha premiato le squadre in rappresentanza del CPA Trento.

Napoli-Res Roma 0-4
NAPOLI (4-3-3): Cioce; Lombardi, Musella (Cap.), Iorio, Pozone (29’pt Girolamo); Marotta C. (36’st Perez), Asta, De Biase; Esposito L., Moccia (1’st Marotta D.), Massa (44’st Esposito R.). A disp: Costigliola. All: Gaetano Catalano
RES ROMA (4-2-3-1): Parnoffi (28’st Franco); Pienzi (15’st De Angelis), Liberati (36’ Cice), Corrado, Giuliano; Caruso, Porcarelli (24’st Natali); Greggi, Labate (Cap.), Di Giammarino; Polli (40ì’st Valentini). A disp: Chaid, Graziosi, Cosentino. All: Fabio Melillo
Reti: 15’pt, 18’pt e 38’st Polli (R), 13’st aut. Iorio (R)
Arbitro: Denise Perenzoni di Rovereto
Assistenti di linea: Andrea Angheben di Rovereto e Davide Pederzolli di Trento
Recupero: 2’ + 3’
Angoli 1 a 8

Primo tempo completo appannaggio della Roma che mette all’angolo il Napoli. Al 9’ De Biase tutta sola di testa sfiora il palo alla destra della Cioce. In tre minuti tra il 15’ e il 18’ le capitoline piazzano due colpi al cuore del Napoli. E’ Elisa Polli a firmare la doppietta. L’attaccante della Jesina (in prestito per la competizione) prima approfitta di un pasticcio in area della difesa napoletana scaraventando la sfera in rete a pochi passi dalla linea di porta. Tre minuti dopo sempre la Polli ruba palla al limite dell’area e di destro indovina l’angolo giusto tra palo e traversa. Al 25’ la Roma sfiora il tris, Labate scarta il portiere e a porta sguarnita si vede respingere la conclusione a botta sicura da una giocatrice avversaria. La sfortuna si abbatte sulle partenopee che perdono per infortunio Pozone e Moccia. Il Napoli ci prova ma la Roma controlla bene il campo, si chiude il primo tempo con le giallorosse avanti di due lunghezze. Il secondo tempo si apre con lo stesso canovaccio del primo. Pronti via e la Roma continua ad attaccare senza soluzione di continuità. Al 10’ la Di Giammarino non inquadra la porta da ottima posizione a pochi passi dalla porta. Tre minuti dopo arriva il tris per le giallorosse. La Cioce ribatte la prima conclusione poi Labate arriva di gran carriera e piazza un diagonale velenoso che la Iorio devia nella propria porta. La partita ormai ha una sceneggiatura già scritta, passano i minuti e la Roma è sempre padrona del campo. Al 38’ il terzo acuto di Elisa Polli che di sinistro dalla distanza non lascia scampo alla Cioce. Poker della Roma. Non succede più nulla, la Res Roma vince meritatamente il Torneo.

SEMIFINALI
Napoli-Mozzanica 3-1
Res Roma-AGSM Verona 6-5 dcr (1-1)

FINALE 3^ e 4^
Mozzanica-AGSM Verona 8-9 dcr (2-2)
Reti: 33’pt Pasini (V), 5’st Goula (V), 27’st Salvi (M), 38’ st Valesi (M)

Albo D’oro

2017: Res Roma
2016: Fiorentina Women’s
2015: Acf Brescia
2014: Acf Torino
2013: Acf Firenze
2012: Acf Firenze
2011: Acf Brescia
2010: Pca Atalanta
2009: Acf Asd Bardolino
2008: Acf Torino
2007: Acf Torino
2006: Rappr. Primavera Girone 2 Nordest
2005: Rappr. Primavera Girone 2 Nordest
2004: Rappr. Primavera mista A2 – B
2003: Rappr. Primavera Girone A
2002: Rappr. Primavera Girone A

E’ stato un torneo in cui si sono intrecciate storie di calcio e di vita, un universo quello del calcio femminile che ha tanto da raccontare soprattutto in questa fascia d’età in cui una calciatrice diventa padrona del proprio futuro. Nel Napoli c’è Azzurra Massa, giocatrice classe 1999 che sta ripercorrendo il cammino del padre. Perché Azzurra è figlia di Giuseppe, ex calciatore bandiera di Lazio e Napoli degli anni ’70. Non è un caso se la diciottenne in campo ricopre lo stesso ruolo del padre.
Benedetta De Biase, centrocampista di soli quindici anni, già titolare della formazione allenata da Marco Mazziotti da inizio anno dopo le prime apparizioni delle stagioni precedenti. La sua crescita ha attirato l’interesse della nazionale, con la convocazione da parte del tecnico Massimo Migliorini nella nazionale under 16. Una storia di riscatto quella della De Biase, che vive con la sua numerosa famiglia nel quartiere Sanità, a due passi dal cimitero delle Fontanelle, e che è riuscita prestissimo, con caparbietà e voglia, a imporsi all’attenzione nazionale, senza abbandonare gli studi all’istituto alberghiero. Lo scorso febbraio è stata protagonista sempre con la maglia azzurra al torneo di Loughborough.
Il Napoli Primavera in fondo è un affare di famiglia, in senso buono. In organico ci sono due coppie di sorelle, Claudia e Daria Marotta (gemelle), Luisa e Roberta Esposito cresciute insieme a Napoli e pallone. E infine “speedy” Martina Moccia che prima di calcare i campi da calcio era specialista nei 100 metri in atletica leggera.

Nella Res Roma c’è Alessia Parnoffi (classe 1999) che ad Arco di Trento ormai è di casa. Per lei questa è stata la quinta partecipazione, nessuna giocatrice è stata tanto assidua in una competizione giovanile come quella del Beppe Viola. La prima esperienza ad Arco Alessia l’ha fatta con la Roma poi tre anni con il Napoli ed ora con la Res Roma. Questa finale per lei è stata come una sorta di nemesi ma la sua prestazione in campo sembra proprio non averne risentito.
Un’altra ragazza a cui oggi forse è sanguinato il cuore è Raffaella Giuliano, dall’alto dei suoi 19 anni la più grande del gruppo giallorosso. Raffaella, che la scorsa estate si è tolta la soddisfazione di vivere uno stage negli States con l’OSA FC, è cresciuta con il Napoli. La Giuliano insieme a Greggi, Labate, Caruso, Di Giammarino e Corrado sono i gioiellini della Res Roma: tutte le ragazze fanno parte della nazionali Under 15, 16, 17 e 19.

Le squadre Primavera lunedì 13 marzo hanno preso parte all’incontro-dibattito“CALCERO’: bandiere, radici, talenti”. Un momento importante di confronto sul tema dei vivai calcistici maschili e femminili. Hanno partecipato Giancarlo Antognoni, l’allenatore del Chievo Rolando Maran, l’ex campione di Juve e Verona Pietro Fanna, il giornalista Paolo Condò e le prime firme di Gazzetta dello Sport e Corriere della Sera. Per la Lega Nazionale Dilettanti, oltre alle quattro società partecipanti, hanno preso parte all’incontro il Presidente del CPA Bolzano Ettore Pellizzari e il Segretario del Dipartimento femminile LND Patrizia Cottini.
Nel contesto del Torneo Beppe Viola si è disputata anche la quarta edizione della competizione riservata alle formazioni under 15 dei club di calcio femminile. L’evento si è svolto nell’impianto di Cornalè di Isera e in quello di Villa Lagarina. In campo 270 calciatrici. Hanno partecipato Isera, Florentia, Hellas Verona, Voran Laives, Riccione, Vipiteno, Firenze e Pink Bari. Proprio le baresi hanno conquistato il titolo battendo in finale per 1-0 le scaligere.

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