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Giuseppe Boni, Mozzecane: “Dare il massimo adesso per non avere rimpianti in futuro”

Giuseppe Boni fonda nel 1997 la Fortitudo Mozzecane, vent’anni dopo vive il primo anno da presidente. Lungo questo tempo ha ricoperto tantissimi ruoli: segretario, giardiniere, magazziniere, dirigente, direttore sportivo e allenatore di prima squadra e giovanili. E’ la vera anima del club per cui nutre una fortissima passione

Dal 1997 a oggi lei ha ricoperto all’interno della società i ruoli più svariati, a quale periodo è maggiormente legato? c’è un episodio particolare che ci desidera raccontare?
I primi anni sono stati i più spensierati ed istintivi ma allo stesso tempo i più emozionanti e da loro è arrivata la spinta più grande per l’attività messa in atto in questi vent’anni. Certamente la promozione in serie A del 2011-12 resta probabilmente l’apice di tutto il nostro impegno, miracolosa sotto certi aspetti perché ottenuta in un piccolo comune di 5000 abitanti.

Secondo lei come si è evoluto il calcio femminile in questi 20 anni?
Mi aspettavo uno sviluppo più rapido e per molti anni ho sognato che questo avvenisse, ma piano piano mi sono disilluso anche se onestamente in questo momento credo che stia cambiando qualcosa più per una costrizione/obbligo che per un vero cambiamento di mentalità nei confronti del nostro movimento da parte di coloro che governano il mondo del calcio

Nella sua carriera all’interno del mondo calcistico da chi ha preso l’insegnamento più importante che oggi cerca di trasmettere alla sua squadra? e qual è?
In tempi in cui non si trovavano palloni, scarpe, maglie e non c’erano soldi, ne alternative al gioco del calcio un certo Nizzola Enea ha radunato tutti i ragazzi del piccolo paese di Barbasso (MN), ha costruito una squadra e ci ha innestato la passione; per ricompensare tutto quello che lui ha fatto per me (noi) ho cercato di riproporlo qui a Mozzecane

Quali sono le sue previsioni per l’ultima parte di stagione?
Sono convinto che la nostra giovanissima formazione non possa far altro che crescere e quindi recuperare anche qualche posizione in classifica, ma aspetto ancor più fondamentale che tutte le ragazze scendano sempre in campo con grandi motivazioni e spirito di squadra

Il calcio femminile in Italia purtroppo non gode del giusto riconoscimento, che miglioramenti spera possa intraprendere la federazione per la crescita di questo sport?
L’obbligo per le società maschili professionistiche di tesserare e costruire squadre al femminile credo che possa essere un buon traino per l’aumento delle tesserate sempre che venga fatto con lo spirito giusto e non solo per obbligo. Certamente un club del genere sarà più motivato a lavorare bene se sarà costretto ad arrivare a formare anche una prima squadra e non solo a fermarsi all’età allieve anche se tutto ciò potrebbe essere letale per la sopravvivenza di società piccole come la nostra.

 Vuole dire qualcosa alle possibili calciatrici future?
Il tempo passa in fretta e occorre dare il massimo adesso, in questo momento, per non avere rimpianti in futuro: anche se sono soddisfatto, sono infatti convinto che il 90% delle nostre atlete possa fare molto di più, perché le potenzialità e le capacità ci sono.

Coi cambiamenti che sono in atto per le ragazze che amano veramente tale gioco si possono davvero aprire prospettive diverse: per esempio, avere finalmente l’opportunità di vivere di calcio come una professione. Pertanto, ogni nostra giovane tesserata dovrebbe avere una motivazione molto più forte per crescere e migliorare.

Un grande ringraziamento a Giuseppe Boni, alla responsabile marketing Alice Bianchini e tutta la società della Fortitudo Mozzecane per la disponibilità dell’intervista a cui auguriamo un grande in bocca al lupo per l’ultima parte della stagione!

Castelvecchio contro un insidioso Grifo, Pescara cerca il doppio successo

Torna la domenica di campionato con la sesta giornata di Serie B del Girone B:

Permac Vittorio Veneto sempre col fiato sul collo con un Sassuolo che rimane distaccato di 2 punti e che in questa giornata affronteranno rispettivamente Marcon (ore 19.00) e Federazione Sammarinese. La Saponeria dopo aver ottenuto una vittoria importante tornerà in campo per affrontare la squadra di Grilli, ovvero l’Arezzo. Apparentemente facile sulla carta lo scontro per il Padova contro l’Udinese, mentre Castelvecchio avrà un incontro molto più ostico contro la Grifo Perugia. Saranno infine due bei testa a testa quello tra Imolese contro New Team per risalire la classifica tra alti e bassi e quello tra Gordige e Virtus Padova per punti in chiave salvezza.

Gare della 6^ giornata di ritorno:
Arezzo-La Saponeria Unigross Pescara (Leonardo Funari di Roma 1)
Padova-Udinese (Matteo Mori di La Spezia)
Sammarinese-Sassuolo (Luca Zippilli di Ascoli Piceno)
Gordige-Virtus Padova (Bogdan Nicolae Sfira di Pordenone)
Grifo Perugia-Castelvecchio (Leonardo Tesi di Lucca)
Imolese-New Team Ferrara (Daniele Pozzi di Roma 1)
Permac Vittorio Veneto-Marcon (Ermal Bullari di Brescia)

Valpolicella e Inter nel tranello Azalee e Meda

Sesta giornata di ritorno del Campionato di Serie B del Girone C:

Azalee pronte ad ospitare la capolista Valpolicella, mentre Meda ospite in casa Nerazzurra. L’andata per la Valpo aveva visto un pesante KO con una vittoria di 2 a 1 della squadra di Gallarate, sarà per cui tanta la voglia di rivalsa. Stessa cosa valida per l’Inter che all’andata aveva trovato una pesante sconfitta di 3 a 1 contro la squadra di Zaninello. Unterland Damen diretto invece a casa del Mozzecane, mentre Milan Ladies contro l’ultima in classifica Sudtirol. Azzurra che dopo aver conquistato 3 punti settimana scorsa proprio contro con il Sudtirol allunga sempre di più le distanze verso la salvezza matematica ma questo weekend dovrà affrontare l’ostico San Pro Bonifacio di Pignatelli. Ancora in lotta per la salvezza rimane anche Vicenza che in questa giornata vedrà come avversaria la Riozzese, mentre l’Orobica avrà un vero e proprio testo a testa con Trento Clarentia che continuano a fondersi quarto e quinto posto in classifica.

Gare della 6^ giornata di ritorno:
Azalee-Fimauto Valpolicella (Senthuran Lingamoorthy di Genova)
Trento Clarentia-Orobica (Francesco D’Eusanio di Faenza)
Inter Milano-Real Meda (Gianluca Rizzello di Savona)
Fortitudo Mozzecane-Unterland Damen (Davide Simonini di Gallarate)
Pro San Bonifacio-Azzurra San Bartolomeo (Raimondo Borriello di Arezzo)
Riozzese-Vicenza (Federico Franco di Cuneo)
Sudtirol Damen-Milan Ladies (Aleksandar Djurdjevic di Trieste)

Roma CF contro l’Apulia, Pink contro Carpisa

Continua il campionato di Serie B del Girone D. Ecco cosa prenderà la sesta giornata di ritorno:

La capolista Roma CF torna in campo per affrontare l’Apulia Trani, squadra rivelazione in questa seconda metà di campionato che è riuscita a mettere in difficoltà squadre dal calibro elevato e favorite. Pink invece affronterà il Napoli Carpisa Yamamay dove la squadra di D’Ermilio cercherà l’inseguimento costante verso le giallorosse. Latina reduce da un poverissimo di settimana scorsa, avrà invece un weekend più difficile questa settimana contro Nebrodi, mentre Grifone sempre in lisca per la salvezza dovrà confrontarsi contro l’ostico Domina Neapolis che sarà alla ricerca di riscatto dopo la sconfitta contro la Pink. Napoli Dream Team, attualmente salvo, invece potrà confrontarsi contro la Roma XIV, squadra Romana che pian piano ha preso una buona piega come quella dell’Apulia. Infine le due Women, Salento e Lazio si affronteranno con l’obiettivo di punti per risalire la classifica.

Gare della 6^ giornata di ritorno:
Grifone Gialloverde-Domina Neapolis (Giorgio Di Cicco di Lanciano)
Napoli Dream Team-Roma XIV (Andrea Maria Masciale di Molfetta)
Pink Bari-Napoli (Stefano Milone di Taurianova)
Roma-Apulia Trani (Valerio Pezzopane de L’Aquila)
Salento Women Soccer-Lazio Women (Maria Teresa Travascio di Moliterno)

Cincotta e Fattori in coro: “Ripartire con serenità e tornare a vincere”

La Fiorentina Women’s  ospiterà il Luserna nella sesta giornata di ritorno (ore 15, Bozzi). Ai microfoni di Violachannel hanno presentato la sfida i due allenatori viola.

Le parole di Antonio Cincotta: “Ripartiremo dal secondo tempo contro il Mozzanica, siamo ottimisti e andiamo avanti con serenità d’animo. Loro ci aspetteranno, ci sta possano ambire ad un pareggio, però conosciamo il nostro valore e andremo a fare la nostra partita”.

Così Sauro Fattori: “Dobbiamo ritrovare l’abitudine a vincere, adesso non dobbiamo più fallire. Adesso la forza mentale sarà determinante. Il traguardo è sempre più vicino e la fibrillazione aumenta, ma dobbiamo essere sereni e ripartire bene dopo la sconfitta della scorsa settimana”.

Credit Photo: Chiara Baglioni – http://www.violanews.com/

Le convocate per la trasferta di Tavagnacco

Farà visita al Tavagnacco il Brescia nella giornata di domani dopo la vittoria casalinga sullo Jesina che ha rilanciato le ambizioni della squadra biancoblu.
AVVERSARIA – La squadra gialloblu è reduce dalla sconfitta contro il Cuneo per 2-1 ed occupa il sesto posto in classifica a quota 24 punti.
PRECEDENTI – Nella gara di andata il Brescia si impose 2-0 grazie alla doppietta di Sabatino, in totale i confronti sono al momento quindici, con cinque vittorie biancoblu, quattro pareggi e sei sconfitte, l’ultima delle quali arrivata nell’ottobre del 2013. Il Brescia da allora ha sempre vinto, pareggiando solo l’ultima gara disputata in Friuli nella scorsa stagione quando il gol di Bonansea venne pareggiato da Camporese. L’ultima sconfitta in casa del Tavagnacco risale all’aprile del 2010 quando le gialloblu si imposero 3-0.
ALLENATORI – Terzo confronto tra Bertolini e Cassia, una vittoria per l’allenatrice biancoblu ed un pareggio finora.
DIRETTA – La partita sarà trasmessa in diretta streaming su BCFtv a partire dalle ore 15.
ARBITRO – Dirigerà l’incontro il signor Villa di Rimini, coadiuvato dagli assistenti Cesarin e Ronghi di Cormons.
CONVOCATE – Queste le diciotto selezionate da Milena Bertolini per la trasferta in Friuli
Portieri: Ceasar, Marchitelli.
Difensori: D’Adda, Gama, Manieri, Salvai.
Centrocampiste: Bonansea, Cernoia, Eusebio, Fuselli, Ghisi, Lenzini, Mele, Serturini, Tyryshkina.
Attaccanti: Girelli, Sabatino, Tarenzi.

Femminile: la Nazionale U.17 incontra la selezione territoriale U.15 del Progetto Calcio+15

Calcio femminile azzurro protagonista oggi al Centro di Preparazione Olimpica Giulio Onesti. In occasione dell’allenamento della Nazionale Femminile U17, le ragazze di Rita Guarino sono state raggiunte dalla Selezione Territoriale Femminile Under 15.

Le Azzurrine del gruppo di Roma, Frosinone, Latina e Caserta al centro del Progetto Calcio+15 hanno quindi assistito all’allenamento della selezione italiana impegnata nella preparazione alla Fase Elite del Campionato Europeo, prima di scendere in campo per le attività previste dal loro programma tecnico.

La giornata è stata anche un’importante opportunità per illustrare il nuovo progetto dedicato alla categoria Under 15 Femminile, sviluppato dal Settore Giovanile e Scolastico in collaborazione con le Squadre Nazionali Femminili e presentato recentemente a Coverciano.

Alla riunione, in cui sono intervenuti il Coordinatore Regionale del Lazio, Franco Pascucci, il CT della Nazionale Femminile Under 19, Enrico Sbardella e Massimo Tell, Responsabile dell’Attività di Base, hanno preso parte i tecnici e i dirigenti delle società del territorio che svolgono attività femminile e delle altre che sono interessate ad avviarla presso le proprie scuole calcio.

Ilaria Sarsilli, Mozzanica: “Mossa vincente contro la Fiorentina Women’s? Il cuore!”

Ilaria Sarsilli, figlia di Luigi Sarsilli, storico presidente dell’ASD Mozzanica, è l’attuale presidentessa della società. Sulle orme del padre oggi cerca di raggiungere gli obiettivi e i sogni che il Pres purtroppo non ha avuto la possibilità di vedere e realizzare.

Suo padre è stata u­na persona ben voluta­ da tutti ed ha sempr­e dimostrato un grand­e amore e una grande ­passione verso la sua­ squadra, vuol ricord­are con noi un   mome­nto particolare che p­uò simboleggiare ques­to suo grande sentime­nto verso Mozzanica c­alcio femminile?

Sinceramente ci sono ­mille episodi, aneddo­ti, ricordi ecc legat­i al grande sentiment­o che mio papà nutriv­a verso la squadra, m­i piace ricordarne no­n uno in particolare ­ma lo spirito con cui­ lui ha sempre tratta­to tutte le atlete…­ per lui erano tutte ­come sue figlie, part­i di un’unica grande ­famiglia
 .

Lei sta vivendo il ­primo anno da preside­ntessa, com’è cambiat­o il suo rapporto con­ le calciatrici?

Presidentessa?! già q­uesto titolo mi mette­ in difficoltà, facci­o molta fatica ad acc­ettar il fatto di dov­er “sostituire” mio p­apà. 
Il Pres era lui e sto­p! se sento chiamare ­Pres ancora oggi mi g­uardo intorno pensand­o di vederlo arrivare­ con la sua macchina ­o con la sua biciclet­ta…
Accetto il passaggio ­di consegna ma non vo­glio e non posso sost­ituirmi a lui…voglio ­portare avanti tutto,­ o per lo meno, quell­o che riesco e posso,­ cercando sempre di f­arlo come l’avrebbe f­atto lui, e anche con­ le calciatrici cerco­ di coltivare il rapp­orto di stima ed amic­izia che avevo prima.­ Non sono una persona­ autoritaria, cerco s­empre di andar d’acco­rdo con tutti, dando ­rispetto ed attenzion­e a tutti con la sper­anza di ricevere altr­ettanto.

Qual è il suo sogno­ da presidentessa?
Il mio sogno è un tro­feo per mio papà…l’an­no scorso gli è sfugg­ito, non ce l’ha fatt­a; io ce la devo mett­er tutta! perché, sec­ondo me per tutto que­llo che ha fatto, un ­trofeo se lo merita.

La Fiorentina veniv­a da una serie consec­utiva impressionante ­di vittorie, spesso c­on risultati molto la­rghi, quanto è orgogl­iosa delle sue ragazz­e per questa vittoria­?
Tantissimo… se lo mer­itano, vedendo ogni g­iorno il lavoro e la ­fatica con la quale p­ortano avanti la loro­ passione per questo ­sport. Siamo una squa­dra che tutti, a mio parere, dovrebbero ri­spettare, anche se, a­ volte, solo per il n­ome poco “altisonante­” veniamo dimenticati­. 
A inizio campionato v­enivamo indicati come­ una squadra che dove­va lottare per la sal­vezza, oggi, terzi in­ classifica, unica sq­uadra ad aver battuto­ la capolista… non po­sso che esserne felic­e, e se poi avessimo ­avuto quel pizzico di­ fortuna…. chissà .­….


E’ stata una grande­ prova di cuore, una ­vittoria meritata, qu­al è stata secondo le­i la mossa vincente p­er fermare la capolis­ta?
La mossa vincente di ­questa vittoria? il c­uore!, il cuore che o­gnuna di loro c’ha me­sso, son convinta che­ le ragazze han lotta­to per un unico obiet­tivo… il loro Pres

Probabilmente la co­rsa per i primi due p­osti è troppo lontana­, ma sicuramente c’è ­un terzo posto da dif­endere, quali sono gl­i obiettivi per l’ult­ima parte di stagione­?
Purtroppo abbiam pers­o punti importanti, s­econdo me anche immer­itatamente, durante q­uesto campionato, pot­evam giocarcela, se n­on per lo scudetto al­meno per il secondo p­osto… ma è andata c­osì. 
Ora lottiamo per tene­rci stretto questo 3°­ posto sulla scia del­ Brescia… e poi ? sog­nare non costa nulla…
 e c’è sempre una Copp­a Italia ……

Un grande ringraziamento a Ilaria Sarsilli e tutta la società dell’ASD Mozzanica per la disponibilità dell’intervista a cui auguriamo un grande in bocca al lupo per l’ultima parte della stagione!

Una carriera agli antipodi, tra parate e gol. Vanessa Venturini: «Sono nata attaccante, oggi faccio il portiere»

Una carriera agli antipodi, sempre in maglia gialloblù. Da attaccante a portiere, da portiere ad attaccante. E, oggi, ancora tra i pali, a difesa della porta della prima squadra. «In quattordici anni di Fortitudo Mozzecane ho imparato a fare tante cose: dal segnare un gol a respingere un rigore». Vanessa Venturini si dondola sull’altalena dei ruoli da tempo, molto tempo. L’istinto è la sua arma principale, la passione il suo carburante. «E pensare che fare il portiere non mi aveva mai particolarmente interessato – confessa la vice di Francesca Olivieri -. Mio nonno materno, però, era stato un estremo difensore a livello dilettantistico, quindi, chissà, alla fine mi sono lasciata trascinare dal cuore». È reduce dalle parate decisive contro il Milan Ladies, Vanessa. Dopo che in questo campionato di serie B era scesa in campo solo contro l’Orobica e il Südtirol Damen, nel girone di andata. E ora, nel mirino ha già messo l’Unterland Damen.

Una carriera agli antipodi. Venturini, si immaginava un percorso così?
«No. Ma la definizione è azzeccata, visto che ho cominciato attaccante e adesso sono un portiere. Ho ricoperto i due ruoli soprattutto per esigenza dei tecnici, e perché ho sempre creduto che fosse giusto giocare dove il gruppo avesse bisogno».

Punta prima, estremo difensore poi. L’alternanza di ruoli ha sempre rappresentato una costante.
«All’inizio mi piaceva giocare attaccante, però nella categoria pulcine, così come nelle esordienti, avevo provato anche a stare in porta. Quindi, un’infarinatura di entrambe le posizioni l’avevo acquisita subito. Dopodiché, in Primavera ho fatto la punta e all’occorrenza il portiere nei primi due anni, l’estremo difensore fisso nei tre successivi, e l’attaccante nella stagione 2014/15, in cui ho disputato una sola partita tra i pali, contro l’Agsm Verona nella gara di andata di campionato. Da due annate, invece, sono stabilmente uno dei portieri della prima squadra».

Come ci si trasforma da attaccante ad estremo difensore?
«Non è facile: occorrono impegno e sacrificio. I due ruoli prevedono movimenti e compiti diversi, ed allenamenti con peculiarità specifiche. Non solo: stare in porta vuol dire guardare il gioco da dietro, ossia da un altro punto di vista, e bisogna abituarsi a ragionare in una certa maniera. Sono sincera: ho fatto più fatica a passare dall’attacco alla porta piuttosto che il contrario».

Essere impiegata in due posizioni tanto diverse è stato uno stimolo o le ha creato un po’ di disagio?
«Avendo provato allenamenti differenti sono riuscita a lavorare su più aspetti a livello fisico e ho dimostrato di sapermela cavare in diverse situazioni. Ho sempre amato lo sport in generale, pertanto non ho incontrato particolari difficoltà ad adattarmi ai cambiamenti. Tuttavia, non avendo avuto l’opportunità di specializzarmi bene su un ruolo preciso, un minimo di confusione è saltata fuori: mi ricordo che, nella stagione 2014/15, andavo al campo per l’allenamento non sapendo mai in che modo vestirmi».

Come viveva la situazione?
«Non è stato semplice. In borsa avevo sempre il doppio cambio e solo all’ultimo momento capivo se indossare la divisa da portiere o quella da attaccante. Nei primi due mesi, tra l’altro, mi allenavo in porta durante la settimana ma nel weekend giocavo fuori, non riuscendo per forza a dare il massimo: ad un certo punto ho chiesto che venisse fatta chiarezza e da lì in poi ho lavorato regolarmente come punta».

Tra attaccante e portiere ci sono elementi in comune?
«Innanzitutto la concentrazione: il portiere deve farsi trovare pronto in ogni circostanza per parare un tiro, l’attaccante sa che occorre essere cinici e freddi sotto porta per segnare. Inoltre, in entrambi i casi è presente il concetto dell’attesa: l’estremo difensore aspetta che le avversarie concludano a rete, mentre la punta, pur muovendosi di continuo, ha bisogno di ricevere il pallone giusto per colpire».

Cosa significa essere portiere in prima squadra?
«È una soddisfazione. Ho iniziato a giocare a calcio a Mozzecane quando avevo otto anni e arrivare nella formazione principale della società dopo aver militato in tutte le categorie giovanili è un orgoglio: rispetto alla Primavera, qui c’è un’intensità di gioco più alta e le responsabilità aumentano. Inoltre, nonostante abbia sempre avuto preparatori bravi, queste le considero le mie prime vere stagioni da estremo difensore: nello scorso campionato sono riuscita a disputare più di metà incontri e sono contenta dei passi in avanti che ho compiuto, invece negli ultimi mesi gli infortuni mi hanno penalizzato».

L’aspetto più particolare dell’estremo difensore a cui si è dovuta abituare?
«Far sì che la squadra si fidasse di me. Quando hai la fiducia delle compagne, sei più sicura e rendi meglio».

Da due stagioni il suo preparatore è Claudio Bressan. C’è intesa?
«Abbiamo un bel rapporto, sia dentro che fuori dal campo. Claudio è stato fondamentale nella mia crescita tecnica, ha creduto in me, mi ha sempre incitato a non mollare e si è dimostrato comprensivo nei miei momenti di difficoltà. Insieme abbiamo lavorato parecchio e lo ringrazio con sincerità: Bressan mi ha insegnato un sacco di cose, è venuto incontro alle capacità dell’atleta che aveva di fronte ed è merito suo se, oggi, mi sento un portiere migliore».

Come si trova con la collega di reparto, Francesca Olivieri?
«Bene, anche se il nostro rapporto è strettamente legato al calcio. Francesca è brava, si impegna molto, è sempre concentrata, e ha voglia di far vedere tutto il suo valore. La competizione tra noi? Non ho mai cercato rivalità con nessuno dei portieri con cui ho lavorato: è un attimo trasformare il dualismo in qualcosa di negativo e non ha senso rovinare un’ipotetica amicizia per disputare una gara in più o in meno».

Le piacerebbe, un giorno, diventare la titolare della prima squadra?
«Giocare con continuità è l’ambizione di qualsiasi calciatrice: allenarsi per poi stare in panchina non piace e non è bello. In ogni caso, non mi sento pronta per essere titolare: devo ancora crescere. Un portiere della Fortitudo che ho ammirato? Paola Bianchi e Ylenia Colcera, con cui mi sono allenata: scelgo Paola per l’esperienza e i consigli che mi ha dato, Ylenia per il carattere e l’umiltà. Entrambe, comunque, trasmettevano grande passione».

Domenica scorsa è stata impiegata contro il Milan Ladies (0-0) risultando decisiva in più di un’occasione. E dire che non scendeva in campo dall’8 gennaio contro il Südtirol Damen.
«È vero. Era da mesi che non giocavo ed ero davvero agitata, già a partire dal riscaldamento. Ho avuto bisogno di un po’ di rodaggio ma con il passare del tempo ho acquisito maggiore sicurezza e fiducia, grazie anche ad alcuni interventi. Insomma, penso di aver fornito una buona risposta e di aver svolto il mio dovere. E, poi, non ho subito gol, quindi sono felice. La parata più complicata? L’uscita su Giulia Redolfi lanciata a rete, nei minuti conclusivi: pur partendo in ritardo sono riuscita a respingere la conclusione».

Ad inizio ripresa si è scontrata con la compagna Nana Welbeck, prendendo un colpo alla tempia. Sarebbe potuta uscire ma è rimasta al suo posto.
«La botta è stata forte però il male era sopportabile. Non volevo mollare, tuttavia se mi fossi resa conto che quel colpo avrebbe potuto danneggiare la mia prestazione e, di conseguenza, il gruppo, avrei chiesto il cambio».

Un passo indietro, alla sfida d’andata contro l’Orobica (3-0): a Bergamo, Venturini debutta nel torneo 2016/17, respinge il rigore a Luana Merli parando il rigore numero uno in carriera con la prima squadra. Cosa provò?
«Una forte emozione. Ed è stato bello vedere la contentezza da parte delle compagne. Purtroppo eravamo già in svantaggio per 2-0 ma personalmente quell’intervento mi regalò molta gioia: nello scorso campionato, ho avuto due occasioni per parare un rigore, ancora contro l’Orobica all’andata e contro il Milan Ladies al ritorno, però in entrambi i casi non ce l’avevo fatta. Beh, mi sono preso una piccola rivincita».

Quando si è poco utilizzate, in che modo si riesce a farsi trovare pronte?
«Ho sempre pensato al bene della squadra: come le altre corrono e si impegnano, pure io devo dare il mio contributo».

La frase che la identifica?
«In porta sono istinto puro. Non avendo potuto imparare le basi del ruolo in maniera completa, mi affido spesso all’impulsività e, appunto, all’istinto».

Contro l’Unterland Damen, domenica 19 marzo, sarà di nuovo titolare. Sensazioni?
«Sono contenta e mi impegnerò al 100%. Sapevamo che Olivieri sarebbe andata qualche giorno in Inghilterra con la scuola, quindi questa era una cosa programmata da tempo. Spero di replicare, anzi, di migliorare la buona prestazione della settimana scorsa: di sicuro, aver rimesso piede in campo con il Milan Ladies mi ha trasmesso più tranquillità e arriverò alla sfida contro l’Unterland più sicura».

Cosa le piaceva ieri dell’attaccante e cosa apprezza oggi del portiere?
«Effettuare una parata decisiva e salvare il risultato sono gli aspetti più gratificanti per un estremo difensore, mentre quando facevo la punta adoravo segnare e festeggiare con le compagne».

A proposito, nel 2014/15 realizzò otto reti nel campionato Primavera. Il fiuto del gol non le mancava.
«Probabilmente è così (ride, ndr). Nonostante avessi giocato in porta negli anni precedenti, in quella stagione me la cavai bene non rubai il posto a nessuna. Da attaccante, preferivo muovermi sulle fasce e arrivare in area, e al tiro, dall’esterno».

Nelle sue vene le scorre di più il sangue da estremo difensore o da punta?
«Ormai sono un portiere a tutti gli effetti. Se ora mi proponessero di tornare a giocare davanti, rifiuterei: mi dispiacerebbe buttare via il lavoro e la fatica che ho fatto negli ultimi due anni».

Un aneddoto tra i pali?
«Nella passata stagione, in casa contro l’Orobica, mi feci male durante il riscaldamento ma scesi in campo lo stesso perché Olivieri era infortunata: mi stavo esercitando sui cross e, dopo aver respinto un traversone insidioso, togliendo la palla dall’incrocio, sono finita contro il palo. Mi girava un sacco la testa e mi usciva sangue dal naso, però, appena Bressan si avvicinò, la prima domanda che gli posi fu: almeno ho parato il pallone? (sorride, ndr). Per fortuna fu solo una forte botta, anche se il giorno seguente mi sono ritrovata con un occhio nero e il naso gonfio».

È più importante una parata o un gol?
«Scegliere è complicato. Entrambi regalano una grande gioia e, di solito, la maggior parte della gente ricorda di più una rete piuttosto che un intervento del portiere. Tuttavia, voto per la parata: ben dieci calciatrici hanno la chance di segnare, mentre una sola persona può respingere un tiro dell’avversario. Inoltre, è proprio una soddisfazione ricevere i complimenti delle compagne dopo una bella respinta».

Prova di maturità per le Biancocelesti sul Lago di Como

Archiviata la vittoria sulla Fiorentina, le biancocelesti sono tornate al consueto lavoro settimanale sul campo di gioco del centro sportivo comunale di via Aldo Moro. Capitan Locatelli e compagne devono prepararsi alla trasferta di Como, un campo che, in un passato non troppo lontano, si è spesso rivelato insidioso per la squadra bergamasca.

La formazione guidata dal tecnico Giuseppe Gerosa (che non sarà in panchina per squalifica) ha migliorato nettamente il proprio score nelle ultime gare, collezionando 8 punti in sei partite, dei quali tre contro il Tavagnacco ed uno con il Verona, rientrando così a pieno titolo nella lotta per la salvezza. Il tutto fa quindi pensare ad una gara da non prendere sottogamba e pertanto le ragazze dovranno essere brave a mettere nel dimenticatoio il risultato con la capolista.

Categorico mister Garavaglia: “Dobbiamo ricalarci nella realtà del campionato e scordarci la partita di domenica scorsa. Se pecchiamo di superficialità rischiamo di rovinare quanto di buono costruito, pertanto voglio che le ragazze affrontino la gara di sabato con la massima concentrazione. Andiamo su un campo delicato, dove incontreremo una squadra che è in forma e può metterci in difficoltà se non approcciamo la gara come si deve. Mi aspetto da tutte una prova di maturità.”

Tanto più che se le orobiche vorranno mantenere il terzo posto, dovranno vincere senza far troppi calcoli. Verona e Res Roma, appaiate ad un solo punto sotto, avranno la possibilità di giocare tra le mura amiche due partite non proibitive (Chieti e Cuneo) e quindi potrebbero approfittare di un eventuale scivolone di Locatelli e compagne.

Il tecnico meneghino non potrà disporre di Sara Baldi, che ha già raggiunto il ritiro della nazionale Under 17, per partecipare alla fase élite dell’Europeo di categoria, che sarà quindi sostituita con buone probabilità da Giorgia Pellegrinelli, ormai sulla via del pieno recupero. Come nella gara d’andata tra le fila lariane vedremo due ex mozzanichesi: Viola Brambilla e Michela Cambiaghi, attualmente in prestito alla squadra comasca.

Probabili formazioni di sabato 18 marzo:
Como 2000 (3-4-1-2): VENTURA; OLIVIERO, STEFANAZZI, PREVITALI; MERIGO, FUSETTI, BRAMBILLA, CASCARANO; POSTIGLIONE, CAMBIAGHI. All. Giuseppe Gerosa.
Mozzanica (4-3-3): GRITTI; MOTTA, RIZZON, LOCATELLI, LEDRI; SCARPELLINI, ALBORGHETTI, STRACCHI; PELLEGRINELLI, GIACINTI, PIRONE. All. Elio Garavaglia.
Arbitro: Gabriele Gandolfo di Bra; assistenti: Peschiera di Seregno e Rossi di Gallarate.

Le altre gare della sesta giornata di campionato:
AGSM VERONA-CHIETI
TAVAGNACCO-BRESCIA
FIORENTINA-SAN BERNARDO LUSERNA
JESINA-SAN ZACCARIA
RES ROMA-CUNEO

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