Pro San Bonifacio-Letizia Malvezzi 0-2, tutto in un weekend. Vittoria al sabato con la Primavera, successo alla domenica con la prima squadra. Il difensore della Fortitudo Mozzecane ha fatto en plein. «Una soddisfazione doppia, sono due volte più felice». In campo sia nello 0-1 delle baby che nello 0-3 delle grandi. Il gol-vittoria segnato da una parte, i nove minuti finali disputati con personalità dall’altra. A 15 anni, il bis è un orgoglio: «Avere la meglio in un derby è sempre bellissimo, figurarsi in due».
Malvezzi, iniziamo dal derby Primavera: vincere grazie ad una propria rete che emozione regala?
«Una forte gioia. Essendo un difensore, non mi capita spesso di segnare o di avere tante opportunità per fare gol: abbiamo battuto un calcio d’angolo, in area si è creato un po’ di caos e appena mi sono trovata la palla vicino l’ho appoggiata in rete di testa. Sentivo molto il derby con la Pro San Bonifacio, pertanto averlo deciso è fantastico».
Nella gara d’andata, la Pro San Bonifacio si impose per 1-6, lei causò un rigore e venne ammonita. Stavolta la storia è stata diversa.
«Ci siamo riscattate alla grande. In dicembre tutte avevamo giocato male, mentre al ritorno abbiamo disputato un ottimo incontro. E il gol rappresenta una mia personale rivincita».
Il giorno dopo, invece, eccola in azione nel derby delle grandi. La sua partita?
«Innanzitutto, non mi aspettavo di scendere in campo contro una squadra blasonata (le rossoblù sono terze, ndr): quando mister Fabiana Comin mi ha detto di scaldarmi l’agitazione è salita ma poi, grazie all’incitamento delle compagne e appunto dell’allenatore, mi sono concentrata e ho giocato abbastanza tranquilla, compiendo due-tre buoni interventi. Ci tenevamo tantissimo a dimostrare il nostro valore nel derby e abbiamo dato tutte l’anima, anche per riscattare la brutta sconfitta subita contro l’Azzurra San Bartolomeo (0-1, ndr). Sfidare una formazione d’alta classifica? Mette maggiore pressione. Non avevo ancora affrontato un avversario di così alto livello però sapevo di dovermi impegnare al massimo per aiutare la Fortitudo».
Ha marcato Rossella Cavallini, un attaccante bravo ed esperto. Come è andata?
«(sorride) Un po’ di paura c’era, ma ho tirato fuori grinta, determinazione, e ho cercato di fare il possibile. Inoltre, sapevo di poter contare sul sostegno delle compagne».
Aveva definito Francesca Salaorni il suo modello alla Fortitudo Mozzecane. Come si è trovata a giocare in coppia con lei, al centro della difesa?
«È stato molto bello. Francesca mi stimola a dare il meglio e mi aiuta parecchio, sia in allenamento che in partita. Quando sono entrata in campo, mi ha detto: Dai, metticela tutta. E durante il match continuava a caricarmi. A fine gara, poi, ci siamo complimentate a vicenda».
Affrontare un derby con la Primavera e con la prima squadra: cosa cambia?
«Con la Primavera mi confronto con ragazze della mia età, o quasi, quindi mi sento più sicura e tento di sfruttare al massimo l’esperienza che ho accumulato lavorando con Comin. Con la prima squadra, invece, sono la più giovane e, da parte mia, viene fuori un po’ di timore reverenziale nei confronti di compagne ed avversarie. In ogni caso, ho avvertito più pressione nella sfida con la Primavera: al sabato sapevo che avrei giocato e mentalmente ero più tesa, mentre alla domenica la concentrazione è salita una volta in campo».
L’immagine indimenticabile del doppio derby?
«Sono due. In primis, il momento in cui ho segnato il gol e ho esultato con il gruppo. Dopodiché è stato emozionante rendersi conto, con la prima squadra, di aver vinto il derby: nella ripresa, la Pro San Bonifacio non riusciva a concretizzare le occasioni da gol e noi, al contrario, stavamo giocando con grande intensità e ordine. Lì abbiamo capito di avercela fatta».
In che modo si stacca la spina dalla gara con la Primavera e si riesce a farsi trovare pronte per il match con la prima squadra?
«Non è semplice passare in ventiquattr’ore da una sfida all’altra, in particolare a livello mentale. Occorrono tanta concentrazione e riposo: il sabato sera, infatti, mi sono rilassata e non sono andata a letto tardi».
In campionato, Comin l’ha impiegata contro Unterland Damen e Südtirol Damen, dal primo all’ultimo minuto, e contro la Pro San Bonifacio: in questi 198 minuti, la Fortitudo ha sempre vinto e non ha mai subito reti. Letizia è un portafortuna?
«Forse, però piccolo (sorride). Quando il tecnico mi ha chiamato in causa mi sono sempre impegnata al massimo, sia da esterno basso che da centrale. Continuerò a lavorare sodo e spero di poter giocare qualche minuto anche nelle quattro partite che mancano alla fine del campionato».
Dopo otto mesi di stagione, si sente più parte della prima squadra o della Primavera?
«Della prima squadra, nonostante al sabato scenda spesso in campo con la Primavera. Grazie allo staff tecnico, credo di essere abbastanza cresciuta tecnicamente, tatticamente e caratterialmente. Mi fa piacere aver imparato ad allenarmi e a stare con atlete e ragazze più grandi».
I nove minuti contro Veronica Brutti e socie cosa le hanno lasciato?
«Maggiore fiducia in me stessa: mi sono resa conto che pure io posso giocare contro una squadra forte come la Pro San Bonifacio. Magari non per l’intera gara, ma per un po’ sì».
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