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Elisa Benelli, San Zaccaria: “La Serie A è il mio sogno”

Elisa Benelli è una delle giovani della formazione primavera di Marinella Piolanti che sta disputando la seconda fase del campionato di categoria. Anche lei è tra le tante promesse del vivaio biancorosso per il futuro e, come tante delle sue compagne, la sua passione per il calcio è nata da piccolissima.
“Avevo sei anni quando ho iniziato a dare i primi calci per strada assieme ai miei amici e alla TV guardavo le partite assieme a mio babbo e a mio nonno”.

Parte da qui la passione per il pallone di Elisa e trova sbocco grazie al fratello.
“Quando ha iniziato lui a giocare andavo a vederlo ed avevo sempre più voglia di far parte di una squadra e non di giocare nel vialetto di casa. Mi andava stretta questa cosa e allora quando ho finito il mio vecchio sport (nuoto), ho iniziato a giocare con i maschi. All’inizio avevo paura – racconta – ed in effetti non è stata una bella esperienza perché non ho mai giocato tanto ed è finita dopo tre mesi”.

Elisa però non si è arresa e ben presto la passione ha fatto il resto.
“Continuavo a giocare nel vialetto di casa convinta che prima o poi sarei tornata a giocare in una squadra e così è stato. Da cinque anni sono nel San Zaccaria anche se i primi due non li ho potuti giocare perché non ero ancora abbastanza grande. Sono molto contenta di quello che sto facendo – conferma – e sento di essere migliorata tanto non solo dal punto di vista calcistico, ma anche da quello del carattere grazie alle compagne e a Marinella Piolanti”.

L’avventura in primavera di Elisa le ha fatto vivere momenti contrastanti, come accade spesso nello sport.
“Il momento più bello è stato battere il Bologna 3-1 nel derby due anni fa: il giorno prima mi ero tolta il gesso ma per essere pronta ho continuato ad allenarmi anche se avevo il gesso ed è stata una bella soddisfazione”. Di contro, la stessa voglia di giocare a tutti i costi è coincisa con il momento più difficile. “Mi sono strappata il quadricipite e per rientrare il prima possibile ho accelerato i tempi, infortunandomi di nuovo”.

Momenti brutti alle spalle ora c’è il bel periodo che sta vivendo con la Primavera, anche se la seconda fase del campionato è molto dura.
“Le partite sono molto difficili, ma lottare fino all’ultimo con le mie compagne è bellissimo. Ora restano due partite importantissime con Sassuolo e Bologna, poi vedremo. La mia stagione? Sono contenta, anche se avrei voluto segnare di più, ma sento di essere migliorata sotto l’aspetto atletico, tattico e tecnico e questo mi soddisfa molto. Devo ancora migliorare il piede sinistro, ma continuo a lavorare per realizzare il sogno che è poter giocare in Serie A e magari un giorno anche in Germania”.

Credit Photo: http://www.usdsanzaccaria.it/

Alberto e Chiara, il calcio di padre in figlia: «Lui è un sostegno costante», «Lei mi rende veramente fiero»

Di parole non se ne dicono tante. Bastano gli sguardi per far capire quanto siano legati. L’amore per il pallone li accomuna, a Mozzecane condividono la loro passione più grande. «Chiara mi riempie di orgoglio: ha ottime qualità e sta crescendo sia come calciatrice che come donna», «Papà mi ha fatto scoprire il calcio: è un bravo allenatore e una persona su cui si può sempre contare». Arrivano da Pegognaga, dopo gli abituali quaranta minuti di auto. La vigilia di Pasqua la trascorrono al campo di San Zeno, uno accanto all’altra: lei, 17 anni, attaccante della prima squadra, lui (52 anni), tecnico della Primavera. Padre e figlia insieme, insomma, Chiara e Alberto De Vincenzi «viaggiano» tra ricordi, confessioni e un allenamento d’eccezione. Uniti alla Fortitudo, uniti nella vita di tutti i giorni.

Chiara, che effetto fa avere suo padre nella stessa società?
«È abbastanza normale. Ognuno reagisce a modo proprio, ma io vivo la situazione in maniera tranquilla e serena. Stare con lui a casa o vederlo al campo tre-quattro volte alla settimana non fa molta differenza. Anzi, sono contenta che mi sia vicino anche nel calcio: papà mi aveva già allenato cinque anni fa allo Sporting Pegognaga (categoria esordienti, ndr), con i maschi, e nella passata stagione nella Primavera della Fortitudo, quindi ormai sono abituata».

Alberto, che effetto fa vedere sua figlia attaccante della prima squadra?
«È davvero gratificante, per il sottoscritto e per l’intera famiglia. Due estati fa ho raggiunto Chiara a Mozzecane per guidare la Primavera, sperando di allenare pure lei: ci sono riuscito da fine agosto a metà novembre (2015, ndr), poi Chiara è stata promossa in prima squadra e ha iniziato a giocare con continuità in serie B. Mia figlia sta maturando e mi auguro che si diverta sempre. Dopodiché, sarà il destino a dire se farà strada o meno».

Com’è papà Alberto tecnico?
Chiara: «Severo, preparato e scrupoloso. Dà tanti consigli e incita parecchio le proprie ragazze, sostenendole e spronandole a impegnarsi al massimo. Papà è la stessa persona sia dentro che fuori dal campo: i due modi di comportarsi si equivalgono».

Com’è Chiara calciatrice?
Alberto: «Ha grandi qualità, è valida tecnicamente e corre molto per la squadra, però dovrebbe avere un po’ più di carattere. Qualche ramanzina, infatti, a volte se la prende».

Durante le sedute della Primavera, butta mai l’occhio nella metà campo vicina per sbirciare l’allenamento di Chiara?
A: «Spesso. Guardo cosa fa, quanto si impegna e come si muove. Non solo: mi piace osservare gli esercizi preparati dallo staff tecnico della prima squadra. Nel calcio c’è sempre da imparare».

Il consiglio più importante di papà?
C: «Non mollare per alcun motivo, lottare con determinazione, dare l’anima in qualsiasi partita e non smettere mai di credere in ciò che si fa e nei sogni».

Alberto, com’è stato lavorare con Chiara nella scorsa stagione?
«Trovo piacevole allenare la propria figlia: vederla migliorare è un orgoglio e, quando accade, capisci che c’è collaborazione e sintonia da entrambe le parti».

Chiara, come si è trovata ad essere allenata da papà?
«Bene, ma è stato un po’ particolare. Sai di dover dare il massimo in ogni situazione e di dimostrare costantemente qualcosa in più delle altre, proprio perché sei sotto il controllo di tuo padre».

Pregi e difetti di Chiara?
A: «Ha un buon controllo di palla, un bel tiro, un’ottima velocità ed è brava nel dribbling, però non tenta molto l’uno contro uno e calcia poco in porta. In generale, Chiara è una ragazza davvero buona con chiunque ma a volte è permalosa».

Pregi e difetti di Alberto?
C: «Mio padre è una persona gentile, disponibile e altruista, che cerca di trasmetterti forza e coraggio. Tuttavia è troppo esigente, sia in campo che fuori (sorride, ndr)».

Avere una figlia di 17 anni è un vantaggio per gestire meglio le giovani della Primavera?
A: «Sì. È un aspetto che mi aiuta a comprendere con maggiore dimestichezza certe dinamiche e, al contempo, mi offre la possibilità di fare i giusti correttivi, sia a me stesso che alle ragazze».

Chiara, lei frequenta il Liceo tecnologico: il calcio è una scienza esatta?
«No. Nel calcio servono soprattutto creatività e fantasia, altrimenti bisogna compensare questa mancanza con parecchia grinta e spirito combattivo. Io non mi considero molto creativa, infatti dovrei imparare ad osare di più».

Alberto, un giudizio, da genitore, sul pubblico del calcio femminile?
«Il tifo è sempre il tifo e i propri colori si seguono con passione. In ogni caso, qui ci sono meno litigi e maggiore rispetto».

Alberto, si soffre di più in panchina o tra il pubblico?
«In panchina, senza dubbio. La partita crea tensione, nervosismo, devi saperla leggere con attenzione e rimanere concentrato dal primo all’ultimo minuto. Al contrario, In tribuna sei un po’ più rilassato e, in certi momenti, hai la possibilità di scambiare qualche battuta con gli altri genitori e i dirigenti».

Avete mai litigato con il pubblico?
C: «No. Al massimo, ho risposto d’istinto a qualcosa che avevo ascoltato. Ma sempre in modo pacato e leggero».
A: «Da allenatore no. Sono capitate, invece, alcune discussioni con gli allenatori avversari».

Chiara, papà in campo la trattava come tutte le altre?
«Sì. Anzi, da me pretendeva molto di più. E se doveva rimproverarmi e punirmi non si faceva problemi: ricordo che più di una volta, quando mi vedeva distratta e mi sorprendeva a ridere durante gli allenamenti, mi ha obbligato a fare, di corsa, qualche giro di campo».

Alberto, conferma? Con Chiara non aveva un occhio di riguardo?
«Confermo: nessuno sconto. Con tua figlia sei particolarmente esigente, perché desideri che dia il meglio di sé. E lo sono pure quando la seguo dagli spalti: tento di incitarla e correggere eventuali piccoli errori, ma non intervengo mai su certe disposizioni. È giusto che lei ascolti mister Fabiana Comin».

Chiara, un rimprovero che riceve da suo padre?
«Papà si arrabbia parecchio se nota che mollo o che scendo in campo senza grinta. Oppure se esco alla sera e il giorno dopo gioco male: quando c’è una gara, preferirebbe che restassi a casa a risposare».

Alberto, segue le partite di Chiara?
«Se non ho impegni con la Primavera, cerco di essere presente il più possibile. In casa ci sono quasi sempre stato e ho partecipato anche a diverse trasferte: quest’anno sono andato a vederla contro l’Orobica, il Clarentia Trento, il Fimauto Valpolicella, la Pro San Bonifacio, la Riozzese e il Real Meda».

Chiara, nel campionato 2016/17 è stata utilizzata una sola volta dalla Primavera, nella gara di andata contro la Pro San Bonifacio. Al di là di questo episodio ha assistito ai match di papà?
«Purtroppo no. Se avessi tempo, avrei voglia di seguire le partite della Primavera, ma avendo tanto da studiare per la scuola è complicato riuscire ad avere libero il sabato pomeriggio. Nella scorsa stagione capitava qualche volta, quest’anno no».

A casa De Vincenzi, il calcio è l’argomento principale?
C: «Sì, ne parliamo quasi sempre. Il pallone è la mia passione, di mio padre e di mio fratello Enrico (19 anni, ndr), che gioca negli juniores regionali del Suzzara. Di conseguenza, è inevitabile che il calcio salti spesso fuori, a tavola e non solo».

Vania (la madre di Chiara) si sente «in gabbia» e «costretta» a parlare di calcio?
A: «No. Al contrario, le fa piacere, va a vedere con grande interesse le partite e interviene per dire la sua: Vania è molto attenta e protettiva nei confronti di Chiara e di Enrico, quindi io cerco di mediare e farle capire che il calcio è una cosa, gestire i figli è un’altra».

Se arriva una critica nei confronti dell’altro o dell’altra, in che modo reagite?
C e A: «Ci difendiamo a vicenda, però con obiettività: se l’opinione è corretta diamo un responso positivo, altrimenti ci innervosiamo. Di fronte ad un complimento, invece, siamo davvero fieri».

Alla domenica sera commentate gli incontri della Fortitudo Mozzecane?
A: «Appena terminata la gara preferisco lasciare Chiara tranquilla, a meno che non siano successe cose eclatanti. Dopodiché, a tavola, quando sono trascorse due-tre ore, ci addentriamo nel discorso e analizziamo il match».
C: «Sì. Parlare con mio padre della partita è utile: il suo punto di vista e i suoi consigli sono importanti».

Chiara ha appena eguagliato il record di presenze (venti) in un solo campionato di B, stabilito nel 2015/16, e finora ha segnato quattro gol, due in più dello scorso torneo. Alberto, la stagione di sua figlia?
«Nel complesso è positiva. Disputare il secondo campionato in serie B a 17 anni, e scendere in campo con tanta continuità, denota infatti che sta maturando e che si sta dimostrando all’altezza. Rispetto alla passata annata Chiara è cresciuta, ma vorrei che migliorasse ancora».

E Chiara è soddisfatta della propria stagione?
«Parzialmente. Sono felice di aver realizzato più reti rispetto allo scorso campionato, però desidererei segnare con maggiore costanza e aiutare di più la squadra. Il mio miglior match? La sfida di ritorno contro il Clarentia Trento (1-1, ndr): mi sentivo bene fisicamente, mi sono divertita un sacco a giocare sotto la pioggia, ho servito l’assist per il gol di Alice (Martani, ndr) e sono anche riuscita a saltare l’avversario e a tirare in porta».

Ad una giornata dal termine del campionato, la Primavera di papà è terza in classifica. Un giudizio?
C: «La Fortitudo deve ritenersi soddisfatta: le ragazze hanno cominciato molto bene la stagione, poi hanno passato un periodo difficile, in cui hanno perso qualche punto di troppo, ma sono state brave a rialzarsi e a finire in crescendo il torneo. Auguro loro di arrivare seconde».

Alberto, il bilancio del tecnico?
«Sono contento perché abbiamo migliorato la posizione della scorsa annata (sesto posto, ndr) e perché le ragazze hanno fatto buoni passi in avanti. Purtroppo abbiamo sofferto in alcuni incontri a causa di infortuni e di poca concentrazione, probabilmente per colpa pure mia, però il gruppo si è ripreso nel finale. Speriamo di concludere al meglio il campionato».

Di cosa parlate, in auto, mentre arrivate al campo o tornate a Pegognaga?
C: «Prima delle partite papà mi dà consigli e mi incoraggia. Dopo, invece, si complimenta se sono stata brava oppure mi fa notare gli errori e dove ho sbagliato».
A: «Quando Chiara ha terminato l’allenamento, le domando com’è andata la seduta, se sta bene fisicamente e quali esercizi ha svolto. Ci tengo ad essere informato».

Il rapporto tra Chiara e Alberto?
C: «Papà mi ha fatto appassionare al calcio: se oggi ho l’opportunità di giocare a pallone, e amo così tanto questa disciplina, il merito è suo. Quando avevo 5-6 anni, ha iniziato a portarmi al campo sportivo dove lavorava e mi allenava tutti i giorni facendomi provare stop, colpi di testa, passaggi e tiri. Inoltre, lo ringrazio per i numerosi sacrifici che fa per me, accompagnandomi avanti-indietro ad ogni allenamento».
A: «Buono, ci vogliamo molto bene. Certo, mi piacerebbe avere più dialogo con mia figlia, solo che lei è una ragazza di poche parole. Anzi, penso parli di più in campo, con la palla al piede (sorride, ndr)».

Quale squadra tifate?
C: «Juventus. Io, papà ed Enrico guardiamo insieme le gare di serie A in televisione, non la Champions League perché lui va a vederla al bar con gli amici, e commentiamo i gol e l’andamento del campionato. Papà, però, è un tifoso molto più sfegatato di me. Il calciatore bianconero che preferisco? Paulo Dybala: è un campione, ha grande classe ed è anche un bell’uomo».

Un suggerimento a Chiara?
A: «Calciare di più in porta e provare con maggiore continuità l’uno contro uno».

Un suggerimento a mister De Vincenzi?
C: «Urlare un po’ meno con le ragazze (sorride, ndr) perché sono più permalose e sensibili rispetto ai ragazzi».

Credit Photo: http://fortitudo.org/

Amichevole internazionale per Lazio Women con lo Stjarnan

Partita amichevole di lusso al Mancini Park Hotel di Roma questa settimana per la Lazio Women, contro la squadra della massima serie islandese dello Stjarnan FC, in ritiro a Roma per preparare l’esordio in campionato fissato per il prossimo 27 aprile. Una compagine dalla grande forza fisica e strutturata in centimetri e chilogrammi quella nordica, che venerdì scorso prima di Pasqua, aveva battuto per 4-2 la RES Roma, squadra della nostra Serie A, schierando per l’occasione due straniere.

Le biancocelesti su un ottimo campo in erba naturale, hanno giocato compatte, non facili da perforare in difesa e quindi molto ermetiche, nel primo tempo senza riuscire a graffiare.
Nella ripresa lo Stjarnan ha trovato qualche linea di passaggio in più, ed in due occasioni ha trovato la via del gol. Per la Lazio Women due conclusioni della Berarducci, una su punizione ed una da posizione defilata, parate dal portiere Islandese. Durante l’evento hanno svolto lavoro differenziato per le biancocelesti la centrocampista Sette ed il difensore Angelini.
Un’ottima esperienza per la squadra allenata da Roberto De Cosmi, un altro tassello importante in vista della ripresa della nostra Serie B domenica prossima sul campo del Napoli Dream Team, dopo i match con la Nazionale Under 17 della CT Guarino, l’amichevole con le giapponesi del Tokyo, e ieri una gara contro una squadra della massima serie per superare la lunga sosta del torneo.

Questo il tabellino della formazione capitolina.
LAZIO WOMEN (4-2-3-1):
 Sarnataro; Cela, Vaccari (1’st Fabbroni), Lommi, De Luca (1’st Foschi); Lombardozzi (1’st Lattanzi), Vittori; Spagnuolo (1’st Santoro), Berarducci, Corradino (1’st Tagliaferri); Coletta.
All.: Roberto De Cosmi.

Credit Photo: Lazio Women – Facebook

Pink, Rebecca Difronzo : “Sensazione incredibile vincere da capitano”

Protagonista e leader assoluto della squadra nelle vesti di capitano alla Bottagisio Cup di Verona; vincitrice del torneo giovanile under 15 di Arco, senza incassare neanche una rete. Andiamo alla scoperta di Rebecca Difronzo, classe 2003, portiere dal sicuro avvenire della Pink Bari Primavera, estremo difensore di indubbio valore della nuova generazione.

Ciao Rebecca, gli addetti ai lavori ti definiscono un portiere moderno dotata di “grande reattività, molto brava nella gestione della palla con i piedi”. Ti riconosci in questa definizione ?
“Ciao Mariano, si oggi per un portiere è fondamentale saper usare bene i piedi, infatti prima di essere portieri si impara a giocare in mezzo. Spesso però non penso ai miei pregi ma bensì cerco di migliorare i miei difetti allenamento per allenamento”.

Hai avuto il merito di indossare la fascia da capitano nel recente torneo di Bottagisio, andando a bissare il successo ottenuto ad Arco. Con quali aspettative eravate partiti a Verona ? Da leader del gruppo a chi dedichi questi due importanti successi della tua carriera ?
“Sapevamo benissimo tutte che dopo il grande successo di Trento ci sentivamo in grado di poter portare a casa un ottimo risultato anche a Verona, infatti sin da subito ci siamo prefissate l’obbiettivo di vincere, avevamo tutte le carte in regola per farlo. Sono molto orgogliosa di essere stata il capitano della squadra, e sapevo che essendo una delle più grandi avrei potuto dare in mano alle più piccole in momenti di tensione e difficoltà. Del resto però non mi sarei mai aspettata di vincere un torneo con la fascia da capitano, è stata una sensazione incredibile! Ringrazio tutte le ragazze per l’impegno e la grinta che ci hanno messo fin dal primo secondo, lo staff che ci allena e che crede sempre in noi, e la presidente che ci permette di partecipare ai tornei nazionali. Queste vittorie le dedico ai miei genitori che mi hanno sempre supportata nonostante non fossero pienamente d’accordo sul fatto che io giocassi a calcio, un particolare ringraziamento va anche a mio nonno che spessissimo mi ha pazientemente accompagnata e ripresa dagli allenamenti”.

Nella tua crescita come atleta che importanza ha avuto l’esperienza al Manchester City Women Summer Camp ? Ci racconti le emozioni del tuo viaggio in Inghilterra ?
“L’esperienza a Manchester è stata importantissima per la mia carriera calcistica, non soltanto come atleta, ma bensì anche come interpretazione del calcio femminile. In Inghilterra ho avuto modo di aprire gli occhi ad un nuovo mondo ed a un nuovo modo di vedere il calcio femminile. Innanzitutto sono rimasta davvero sorpresa dal luogo in cui il Manchester City Women gioca : possiede un stadio tutto suo con 7.000 posti e un campo in erba vera curato ogni giorno. È stato incredibile vedere come è sviluppato il calcio femminile in questo paese. Da atleta é stata un esperienza che mi ha fatto crescere sotto più punti di vista. Ho senz’altro migliorato il mio inglese per quanto riguarda il linguaggio tecnico del calcio, mi sono confrontata con altre calciatrici di tutto il mondo, ed infine ho provato la sensazione di vivere come un giocatore professionista. Anche quest’anno ritornerò a fare quest’esperienza e a rivivere il mio sogno”.

Infine, come è nata la tua passione per il calcio femminile ed in particolare la scelta del ruolo di portiere ? A chi ti ispiri come modello ?
“Inizialmente già da quando avevo due anni mi piaceva guardare il calcio ma non avevo pensato di giocarci. Successivamente quando avevo otto anni e andavo a casa di mia zia giocavo con mio cugino, che volendo sempre calciare, mi metteva in porta. Non mi piaceva fare il portiere, ma dopo molti tiri iniziai ad impegnarmi nel pararglieli e da li cominciai ad imparare a fare il portiere vedendo video su youtube. Tre anni fa dopo esser entrata a far parte della Pink iniziai ad appassionarmi al calcio femminile. Tanto é vero che dopo un pò scoprii due portieri che sarebbero diventati i miei attuali idoli: Hope Solo e Karen Bardsley. Per me sono un ispirazione nel capire che nonostante le critiche e nonostante il fatto che il calcio femminile non è molto sviluppato sono riuscite a diventare calciatrici professioniste e fare della loro passione un lavoro. Spero anch’io un giorno di poter ambire a questo, e nel frattempo, I’m building my dream!”.

Credit Photo: Pink Bari Calcio Femminile – Facebook

Roma Calcio Femminile Under12 al Ravenna Women Cup 2017

Si è conclusa il “Ravenna Women Cup 2017”, la prestigiosa manifestazione calcistica internazionale per under 12 a cui la Roma calcio femminile ha, ovviamente, partecipato. A vincerla è stata la Juventus, ma tutte le squadre partecipanti meritano un elogio.
Complimenti speciali alle Lupacchiotte della Roma calcio femminile che hanno giocato a viso aperto, facendosi valere in campo, con tutte le avversarie! Le squadre affrontate dalle capitoline son state il Barcellona, il Genoa, il Brescia, il San Zaccaria, il Sanremo e le russe del Chertonovo.
Un’emozione indescrivibile per loro confrontarsi con realtà importanti come il Barcellona.
Le ragazze giallorosse ringraziano tutti i genitori che le hanno seguite e accompagnate con i loro cori unendosi ai molti supporters romanisti in tribuna.
Grazie anche a tutti i componenti lo Staff della Roma calcio femminile presenti a Ravenna, per il loro impegno e la passione che hanno messo e mettono sempre verso le giovani giallorosse.
Questi i nomi delle giovani campionesse che han disputato il torneo: Martina, Michela, Flaminia, Martina, Marta, Sara, Giorgia, Vanely, Francesca, Dalila, Greta, Jasmine, Eleonora, Viola, Matilde, Martina, Francesca. Tra le foto le vediamo posare con la divisa giallorossa insieme alla squada del Barcellona.

Credit Photo: Comunicato Stampa (Roma Calcio Femminile)

Empoli ladies: Open day, ci siamo anche noi!

Empoli Ladies, con il patrocinio del Comune di Empoli, organizza l’Open Day ci siamo anche noi, dedicato alle ragazze nate dal 2003 al 2009Martedì 25 Aprile dalle 14:00 alle 19:00 presso il campo sportivo Cortenuova in Via Pian dell’Isola ad Empoli. A fine manifestazione alle partecipanti verrà regalato un pallone Joma autografato dal capitano della prima squadra Elisa Caucci.

Credit Photo: Empoli Ladies – Facebook

Sofia Cantore sventola il tricolore: Per noi e per l’Italia abbiamo voluto l’Irlanda!

Sofia Cantore ed suo il graffio dilaniante alla Norvegia, si, proprio una zampata, proprio come quella che le ha permesso di servire la propria compagna di reparto Benedetta Glionna, al fine di siglare un 1-1 contro le nordiche, miccia di un crederci Azzurro divampato poi in vittoria.
Ancora emozionata ed eccitata dal prestigioso e storico traguardo europeo, e con un biglietto per l’Irlanda tra le mani, l’abbiamo intercettata appena tornata a Monza dal lungo tour dell’U19, per un’intervista  che “La Giovane Italia” le ha dedicato in forma di un coinvolgente monologo:

“Abbiamo iniziato al meglio di petto alla Serbia, successo per 0-3. Formazione contro cui dovevamo assolutamente vincere, in quanto la credevamo la squadra cuscinetto, idea, però, rivelatasi poi non concreta, per il posteriore successo balcanico di fronte alla Svezia nell’ultima uscita.
Cariche, contro le giallo-blu abbiamo subito purtroppo una batosta morale, forse troppo larga e netta: la prima rete avversaria è stata un duro colpo e la demoralizzazione ha preso il sopravvento. Nella ripresa, invece, abbiamo cercato di reagire, ma la seconda marcatura svedese è arrivata nel momento meno opportuno.
Forse le nordiche… Non erano poi così qualitativamente distanti da noi, per non parlare sotto il profilo tattico. Proprio per questo si percepiva, nel post partita, veramente un marcato e profondo rammarico comune e diffuso.
A prescindere da tutto, di petto alla Norvegia era divampata in noi la voglia di lottare e crederci, di tentarci, nonostante servisse contemporaneamente una vittoria della Serbia contro la Svezia.
Partite male nei primi quindici minuti, con un gol delle padroni di casa, le abbiamo poi letteralmente schiacciate nella loro metà campo. Quindi, impossessateci del gioco e marcato il pareggio, oltre a sapere della temporanea vittoria balcanica, ci abbiamo creduto: mano in area della centrale norvegese, rigore di Mascarello e gol.
Una gioia incontenibile, un’emozione difficilmente descrivile a parole. Il tricolore sventolava al cielo norvegese e tutte abbiamo festeggiato assieme per lo storico traguardo.
Passati pochi giorni, quindi, posso affermare ancora felicemente: Per noi, per Caruso che si era infortunata, per il nostro capitano Peressotti da lungo tempo indisponibile, per l’Italia… Si vola in Irlanda!”

Credit Photo: http://www.lagiovaneitalia.net/

Under 16, Heden Corrado : “Il nostro obiettivo è migliorarci sempre”

Fiore all’occhiello del calcio giovanile made in Italy, difensore della Res Roma Primavera, nel giro della Nazionale under 16 con cui parteciperà al prossimo Torneo delle Nazioni. Conosciamo meglio Heden Corrado, classe 2002, speranza delle azzurrine con cui ha partecipato allo scorso Torneo di Loughborough in Inghilterra nonchè punto di forza della retroguardia giallorossa con cui ha vinto di recente il Torneo di Arco.

Ciao Heden, ti potresti presentare, descrivendoci il tuo ruolo in campo e le tue caratteristiche tecniche ?
“Sono un difensore, ho compiuto da un mese 15 anni e gioco nella Res roma, squadra che milita nella serie A femminile ma io gioco con le piú piccole”. 

Sei tra le convocate al prossimo Torneo delle nazioni con l’under 16. Quali sono i vostri obiettivi per questa manifestazione ? Quali sono secondo te gli avversari da battere ?
Il nostro obbiettivo è quello di migliorarci sempre, dimostrando tutte insieme di essere una grande squadra; credo che tutti gli avversari siano da battere, anche se per la Francia abbiamo un “pensiero” in più per riscattare la sconfitta nella finale dello scorso anno”.

Negli ultimi tre anni la Res Roma ha fatto il pieno di titoli giovanili, due scudetti Primavera e di recente il primo titolo del Beppe Viola dopo la finale della scorsa edizione. Sei stata tra le protagoniste al recente torneo di Trento, siglando il rigore decisivo in semifinale contro il Verona. Ti aspettavi questo exploit della tua squadra ? A chi dedichi questo importante trofeo della tua carriera ?
Avevamo tanta voglia di far bene e portarci a casa il titolo, abbiamo giocato due ottime gare. Dedico il trofeo al mister Melillo che ci teneva tanto, a tutto lo staff della società, alla squadra e alla mia famiglia che mi segue sempre da lontano”.

Infine, come è nata la tua passione per il calcio femminile ?
La passione me l’hanno trasmessa mio fratello e mio padre, insieme a loro ci sono stati i primi calci ad un pallone. Poi in terza elementare i miei genitori mi hanno segnato nella squadra maschile in cui giocava mio fratello e da li è partito il tutto. Li ho giocato 5 anni e mi sono sempre trovata bene con i compagni. Adesso gioco nella Res Roma da due anni e non potevo fare scelta migliore”.

La redazione bari.iamcalcio.ir ringrazia Heden Corrado, difensore della Res Roma e della Nazionale Under 16 per l’intervista concessa, nonchè il sig. Artemio Scardicchio responsabile della società giallorossa per la cortese autorizzazione concessa.

Credit Photo: http://www.figc.it/

La Rappr. Femminile FSGC si sggiudica il 30° Torneo Città Della Pace

La Rappresentativa Femminile della Federazione Sammarinese F.S.G.C. ha partecipato alla 30° edizione del Torneo Città della Pace in svolgimento a Rovereto (TN) durante il periodo Pasquale.

Nella giornata di Sabato 15 aprile la manifestazione si è aperta ufficialmente sul Colle di Miravalle dove tutti gli atleti, come da tradizione, hanno giurato sotto la Campana dei Caduti simbolo di pace, fratellanza e della Città.

Nel pomeriggio le ragazze Sammarinese sono scese in campo, nella prima partita, contro la squadra Italiana del Vicofertile che si conclude 4-1 con un pokerissimo di Fulvia Dulbecco.

La seconda partita è contro la squadra Tedesca dell’Eintracht Kattenhochstatt. La partita finisce 7-0 con le reti di Nausica Costantini, Rosita Fratti, Elisa Paganelli, Fulvia Dulbecco, Yesica Menin e doppietta di Valeria Canini.

Nella giornata di domenica 16 aprile le ragazze del Titano hanno affrontato, nella prima partita, la formazione Bosniaca del ZNK Zeljenicar che è stata battuta 3-0 con le reti di Fulvia Dulbecco (doppietta) ed Yesica Menin, ma la squadra balcanica si ritira dal campo per diverbi con il direttore di gara, consegnando la vittoria a tavolino alla formazione Sammarinese.

L’ultima partita contro la formazione Tedesca del Tettnang la vittoria è fondamentale perché le due squadre sono appaiate a pari punti in classifica, quindi chi vince accede alla finale allo Stadio Quercia per aggiudicarsi il primo posto. Fulvia Dulbecco mette a segno 1 rete per tempo e permette l’accesso alla finalissima.

Alle 20:00 le ragazze si presentano allo Stadio Quercia, teatro di due finali perse, cariche e determinate a non rivivere il triste epilogo delle edizioni passate.

La squadra avversaria è la Tedesca Anhausen arrivata prima nel girone A con 3 vittorie e un pareggio.
Al minuto 17 della prima frazione Fulvia Dulbecco, assistita tra le linee da Magda Nicolini, scavalca il difensore avversario con un sombrero, si porta avanti la palla con il tacco destro ed al volo di sinistro, dal limite dell’area, fa partire un tiro che sbatte sul palo e finisce in rete per realizzare un gol fantascientifco.

Così la formazione Sammarinese alla terza finale riesce a vincere ed alzare al cielo il Torneo della Pace nella sua storica 30esima edizione coronando un percorso netto fatto da 5 vittorie.

Credit Photo: http://www.fsgc.sm/

‘Danone Nations Cup’: nel week end al via la Fase Interregionale

Entra nel vivo la seconda edizione della ‘Danone Nations Cup’, la competizione mondiale Under 12 che in Italia è riservata alle formazioni femminili attraverso un format innovativo che vuole contribuire al progetto di sviluppo del calcio femminile definito negli anni scorsi dalla Federcalcio.

Sabato 22 aprile prenderà il via la Fase Interregionale del torneo, iniziato lo scorso febbraio attraverso le fasi provinciali e regionali sotto l’egida del Settore Giovanile e Scolastico della FIGC. Saranno 16 le squadre ai nastri di partenza, 12 delle quali già qualificate, suddivise in quattro gironi per determinare le semifinaliste: la prima tappa dei concentramenti che daranno l’accesso alla Fase Finale è in programma il prossimo fine settimana a Torino (22 e 23 aprile), poi sarà la volta di Imola (29 e 30 aprile), Verona (6 e 7 maggio) e Roma (20 e 21 maggio).

Le vincenti dei quattro gironi si affronteranno nelle finali che si terranno a Coverciano il 17 e 18 giugno, quando in palio ci sarà anche il pass per la Finale internazionale prevista a settembre a New York.

‘Danone Nations Cup’: le qualificate alla Fase Interregionale

GIRONE 1 – TORINO 22/23 APRILE
Juventus FC
Torino FC
Genoa CFC
Virtus Entella

GIRONE 2 – IMOLA 29/30 APRILE
Perugia Calcio
AS Livorno Calcio
US Sassuolo Calcio – Bologna FC – Imolese F&M – Sassuolo Calcio femminile
(ultima fase regionale 22/04 – le prime 2 accedono alla Fase Interregionale)

GIRONE 3 – VERONA 06/07 MAGGIO
Atalanta BC
AC Milan
Brixten – Hellas Verona – Vicenza – SRLD Women Venezia – ASD Condor S.A. Treviso
(ultima fase regionale 23/04 – le prime 2 accedono alla Fase Interregionale)

GIRONE 4 – ROMA 20/21 MAGGIO
Città di Palermo
ASD Pink Sport Time
AS Roma – Napoli CFM Collana – SS Calcio Napoli – Oasi Giugliano
(ultima fase regionale 23/04 – le prime 2 accedono alla Fase Interregionale)

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