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Storia della UEFA Women’s Champions League

Nel corso dell’incontro del 23 maggio 2000 a Parigi, il Comitato Esecutivo UEFA ha approvato la proposta di istituire una competizione continentale per squadre di club femminili. In questo modo è nata la UEFA Women’s Cup. In occasione dell’edizione 2009/10 del torneo, la decima, la competizione è stata ribattezzata UEFA Women’s Champions League, come sancito nel dicembre 2008.

All’edizione 2001/02 del torneo parteciparono 33 squadre e la finale vide come protagoniste l’1. FFC Frankfurt ,padrone di casa, e l’Umeå IK. Imponendosi 2-0 al Waldstadion, la formazione tedesca divenne la prima vincitrice del torneo il 23 maggio 2002.

Nel 2002/03, furono 35 le squadre coinvolte e in semifinale l’Umeå si prese la propria rivincita sul Francoforte, superando 7-6 ai rigori le tedesche dopo che entrambe le gare si erano concluse 1-1. Le svedesi si imposero 4-1 in casa e 3-0 in trasferta sulle denaesi del Fortuna Hjørring nella doppia finale, conquistando così il trofeo.

L’edizione 2003/04 vide protagoniste ben 40 squadre, ma a dominare furono nuovamente formazioni svedesi e tedesche. In finale l’Umeå, rafforzato dall’innesto di Marta, superò il Francoforte imponendosi 3-0 sul terreno amico per poi dilagare 5-0 in Germania e conquistando così il trofeo per il secono anno consecutivo.

Nel 2004/2005 le squadre coinvolte furono addirittura 43, a conferma del crescente prestigio della manifestazione, e per la seconda volta fu una formazione tedesca ad ottenere il successo. L’1. FFC Turbine Potsdam si impose infatti con un 5-1 complessivo sulle campionesse di Svezia del Djurgården/Älvsjö.

Anche nel 2005/06 il Potsdam arrivò nuovamente in finale – dopo la vittoria contro il  Djurgården/Älvsjö – ma fu il Francoforte a riportare la coppa in Germania, dopo aver vinto l’andata in trasferta per 4-0 e il ritorno per 3-2 in casa. Nella gara di ritorno Steffi Jones e Birgit Prinz  segnrono esattamente come era accaduto contro l’Umeå nella prima finale quattro anni prima.

Nel 2006/07, successe l’inaspettato – le due squadre tedesche eliminate ni quarti: il Francoforte sconfitto dal Kolbotn IL e il Potsdam battuto dal Brøndby IF. L’Arsenal, prima formazione inglese a disputare una finale, conquistò il trofeo imponendosi 1-0 sul campo dell’Umeå e pareggiando 0-0 in casa.

Nella stagione 2007/08 le partecipanti furono 45, m la finale fu nuovamente un faccenda tra Umeå e Francoforte: Marta segnò per le svedesi dopo appena 12 secondi nella gara di andata, ma Conny Pohlers, già vincitrice con il Potsdam nel 2005, trovò il gol per l’1-1 finale. Una settimana dopo, davanti al pubblico record di 27.640 spettatori al Waldstadion, Pohlers firmò una doppietta, regalando il successo per 3-2 e il terzo titolo continentale alle tedesche.

Nella stagione 2008/09, l’ultima prima del passaggio da UEFA Women’s Cup a UEFA Women’s Champions League, la finale fu appannaggio di due squadre al debutto nel torneo. L’FCR 2001 Duisburg ebbe la meglio sui russi dello Zvezda-2005 imponendosi 6-0 a Kazan prima dell’1-1 alla MSV Arena, dove 28.112 spettatori in festa celebrarono la squadra superando il record di pubblico stabilito la stagione precedente a Francoforte.

L’edizione inaugurale della UEFA Women’s Champions League, nel 2009/10, vide la presenza tra le 53 squadre partecipanti delle otto seconde classificate in campionato dei paesi con il ranking più alto, ma a disputare la finale a gara unica a Getafe furono due squadre vincitrici dei rispettivi tornei nazionali, Potsdam e Olympique Lyonnais. Dopo 120′ senza reti, la formazione tedesca si impose per 7-6 ai calci di rigore.

Fortune capovolte nel 2010/11 quando le due stesse squadre si sono ritrovate nella finale al Craven Cottage di Londra. Le reti di Wendie Renard e Lara Dickenmann permettono al Lione di battere il Potsdam 2-0 e di regalare il primo trionfo alla Francia.

La storia si ripete nel 2011/12, con il Lione che dopo aver eliminato il Potsdam in semifinale supera 2-0 in finale il Francoforte grazie a un rigore di Eugénie Le Sommer e a un gran gol di Camille Abily di fronte a un pubblico da record in Germania: ben 50.212 spettatori assistono infatti alla sfida dell’Olympiastadion di Monaco.

Il Lione torna in finale per la quarta volta consecutiva nel 2012/13, ma non centra il tris di trionfi perdendo 1-0 contro il VfL Wolfsburg allo Stamford Bridge di Londra per un rigore al 73′ di Martina Müller. Come il Francoforte nel 2002, il Potsdam nel 2005 e il Duisburg nel 2009, il Wolfsburg solleva il trofeo al debutto in Europa.

Il Wolfsburg raggiunge la finale anche nel 2013/14 e a Lisbona le tedesche si trovano davanti le debuttanti del Tyresö FF. Le svedesi vanno in vantaggio 2-0 e 3-2 ma il Wolfsburg vince 4-3 con Müller ancora autrice del gol decisivo.

Il titolo torna al Francoforte nel 2014/15. Il Paris Saint-Germain fa il suo debutto in finale dopo aver eliminato Lione e Wolfsburg, ma perde 2-1 a Berlino dopo il gol nel recupero di Mandy Islacker.

Angelica Parascandolo, originaria di Buonabitacolo, conquista la serie A con il Pink Bari

Il Vallo di Diano sbarca nella serie A di calcio femminile grazie ad Angelica Parascandolo, giovane attaccante della FC Bari 1908 Pink ed originaria di Buonabitacolo.

La Pink Bari è infatti tornata in serie A, dopo aver battuto ai calci di rigore la Roma nello spareggio promozione svoltosi sul campo neutro di Pescara. Una partita, dove proprio la giovanissima Parascandolo è stata autrice di un rigore andato a segno.

Classe 2000, grinta da vendere: la giovanissima buonabitacolese, calca la scena dei campi di calcio da quando aveva sei anni, allenandosi duramente e collezionando notevoli traguardi. Angelica, nonostante la giovane età, ha già accarezzato il sogno azzurro: solo qualche mese fa, è stata convocata dalla Nazionale under 17. Grande soddisfazione anche a Buonabitacolo, dove le notizie dei continui successi della giovane sono seguiti e accolti con gioia e soddisfazione, portando onore e prestigio in una terra che ha visto crescere un talento.

Una bella soddisfazione in un ambiente considerato spesso prettamente maschile ma che grazie alla tenacia di giovanissime atlete promuove e garantisce pari opportunità anche nel mondo dello sport.

Valentina Bergamaschi, due gol e Coppa Svizzera in bacheca

Valentina Bergamaschi continua ad essere protagonista in Svizzera. L’attaccante nata a Cittiglio ha vinto la Coppa Svizzera con la maglia Neunkirch, formazione che in finale ha battuto lo Zurigo ai rigori col risultato di 7-6. Valentina ha sbloccato la partita portando avanti le sue, poi la formazione ha subito il gol del pari che ha sancito i rigori. La classe 1997, che veste anche la maglia della nazionale maggiore, è stata la sesta a presentarsi sul dischetto e non ha fallito.

Archiviata la Coppa, resta il campionato. Quando mancano due partite alla fine, il Neunkirch è primo a +2 sullo Zurigo e nel cammino della compagine sono state fondamentali le 24 reti segnate da Valentina che è capocannoniere. Mercoledì affronterà il Basilea, sabato chiuderà la stagione contro la sua ex squadra, il Lugano e spera di ottenere il secondo titolo della stagione. C’è poi il capitolo Nazionale, il prossimo impegno sono gli Europei che si svolgeranno nei Paesi Bassi tra il 16 luglio e il 6 agosto e Valentina spera nella chiamata.

«Sono felicissima del mio cammino personale – dice – e soprattutto della squadra perché non pensavo fossimo un gruppo così competitivo. Lavoriamo come delle professioniste allenandoci otto volte a settimana e siamo cresciute tantissimo. Io personalmente – aggiunge – sono maturata dal punto di vista umano perché stare lontano da casa mi ha aiutato a diventare grande».

Elisa Cascioli – http://www.varesesport.com/
Credit Photo: http://www.varesesport.com/

Festa del Calcio Femminile: domani a Genova la III Edizione Women’s Football Day

Venerdì 2 Giugno a partire dalle 9.30 fino alle 19:00 circa, al campo Sandro Pertini dell’ Associazione Sportiva Multedo 1930 in via Ronchi 19, Genova – Multedo la III Edizione del WOMEN’S FOOTBALL DAY “Il patrimonio del Calcio Femminile tra storia, attualità e futuro”. Una giornata insieme per presentare, celebrare e scoprire il Calcio Femminile.
L’evento patrocinato dalla LND, ha come obbiettivo promuovere il Calcio Femminile a Genova e si pone come ulteriore emblema per la lotta contro la discriminazione delle donne.

Un galà che prevede un mini torneo all’italiana tra:
A.C.F. Alessandria
Genoa C.F. 1999
A.S.D. Femminile Inter Milano
S.C. Molassana Boero A.S.D.
F.C.D. Novese Calcio Femminile

e la presentazione e premiazione di ospiti legati allo sport ed alla cultura quali:
Maura Fabbri centrocampista del Genova tra il 1968 ed il 1970, Rosario Amendola allenatore della Nazionale Femminile Italiana Under 23 e Vice allenatore della Nazionale Femminile Maggiore, Dott. Ivaldi e Sig.ra Storti in rappresentanza della LND Liguria, Dott.ssa Ilaria Cavo Assessore regionale dello Sport ligure, Sig.ra Francesca Mantovani figlia dell’ex Presidente della Sampdoria Paolo Mantovani, Samanta Airoldi filosofa e scrittrice e tanti altri non meno importanti. Presenti anche Primocanale per la trasmissione televisiva Dilettantissimo e TeleGenova in rappresentanza dei media liguri.

Scarica il programma del Torneo.

Dove guardare la finale di UEFA Women’s Champions League

La finale di UEFA Women’s Champions League si svolgerà giovedì 1 giugno a Cardiff – calcio d’inizio alle 20:45CET – con i tifosi di tutto il mondo che potranno assistere alla sfida tra Lyon e Paris Saint-Germain.

La copertura paneuropea sarà garantita da Eurosport, mentre anche France 2 avrà la copetura in diretta nella nazione delle due squadre finaliste. Gli spettatori del Medio Oriente e del Nord Africa potranno assistere alla gara su beIN Sports, mentre, negli altri territori dove non è prevista la copertura da parte di alcuna emittente, i tifosi potranno guardare la partita su UEFA.com e UEFA.tv.

 

Inoltre saranno disponibili gli highlights su UEFA.com e UEFA.tv dalla mezzanotte CET.

Dove guardare: emittenti partner ufficiali (soggetto ad aggiornamento):

Europa

Albania: Eurosport
Andorra: Eurosport
Armenia: Eurosport
Austria: Eurosport
Azerbaigian: Eurosport
Bielorussia: Eurosport
Belgio: Eurosport
Bosnia ed Erzegovina: Eurosport
Bulgaria: Eurosport
Croazia: Eurosport
Cipro: Eurosport
Repubblica Ceca: Eurosport
Danimarca: Eurosport
Estonia: Eurosport
Finlandia: Eurosport
Francia: EurosportFrance 2
ERJ Macedonia: Eurosport
Georgia: Eurosport
Germania: Eurosport
Grecia: Eurosport
Ungheria: Eurosport
Islanda: Eurosport
Israele: Eurosport
Italia: EurosportNuvola61
Kazakistan: Eurosport
Kosovo: Eurosport
Lettonia: Eurosport
Lituania: Eurosport
Lussemburgo: Eurosport
Liechtenstein: Eurosport
Malta: Eurosport
Moldavia: Eurosport
Monaco: Eurosport
Montenegro: Eurosport
Olanda: Eurosport
Norvegia: EurosportNRK
Polonia: Eurosport
Portogallo: Eurosport
Repubblica d’Irlanda: Eurosport
Romania: Eurosport
Russia: Eurosport
San Marino: Eurosport
Serbia: Eurosport
Slovacchia: Eurosport
Slovenia: Eurosport
Spagna: Eurosport
Svezia: Eurosport
Svizzera: EurosportSRF/RTS/RSI (online only)
Turchia: Eurosport
Ucraina: Eurosport
Regno Unito: Eurosport
Stato Vaticano: Eurosport

Finale UEFA Women’s Champions League: la vigilia

  • Al Cardiff City Stadium, il Lione affronta il Paris Saint-Germain nella prima finale tutta francese
  • Il Lione è alla sesta finale (record ex aequo) e cerca di raggiungere il primato di quattro vittorie dell’FFC Frankfurt
  • Il PSG ha perso la sua unica finale per 2-1 contro il Francoforte nel 2015
  • Entrambe le squadre hanno vinto un confronto diretto ciascuna in campionato. Il Lione, però, ha conquistato il titolo e ha battuto il PSG in finale di Coppa di Francia ai rigori
  • L’attaccante Alex Morgan del Lione ha recuperato da un infortunio e si è allenata regolarmente

Ultime dagli spogliatoi
Per un infortunio al bicipite femorale rimediato il 13 maggio nel 3-0 sul PSG in campionato, Alex Morgan ha saltato finale di Coppa di Francia di sei giorni dopo e il 3-0 di giovedì scorso sul Metz, ultima gara della Division 1 Féminine. Questa settimana, però, l’attaccante si è allenata regolarmente e sarà disponibile per l’ultima partita della stagione in prestito a Lione. Per quanto riguarda il PSG, Sabrine Delannoy dovrebbe essere pronta per l’ultima partita della carriera nonostante un problema alla caviglia.

 

Probabili formazioni
Lione: Bouhaddi; Houara-D’Hommeaux, M’Bock Bathy, Renard, Buchanan; Kumagai, Abily, Marozsán, Majri; Le Sommer, Hegerberg/Morgan

PSG: Kiedrzynek; Delannoy, Georges, Parades; Perisset, Geyoro, Formiga, Cruz Trana, Lawrence; Delie, Cristiane.

Dichiarazioni nelle conferenze stampa di mercoledì

  • Gérard Prêcheur, allenatore Lione

Alex Morgan è tornata ed è disponibile per domani – scoprirete poi se partirà titolare! Quando conquisti una finale di coppa ai calci di rigore con otto rigori non puoi dire che sarà una partita facile o abbassare la guardia! Se partecipi a una competizione, vuoi sempre vincere. Possiamo vincere il secondo triplete consecutivo. Nessuno ci è mai riuscito prima d’ora, è una grande ulteriore motivazione. 

  • Patrice Lair, allenatore PSG

E’ fantastico, mai avrei pensato che sarebbe stato possibile [una finale tutta francese]. Quando abbiamo raggiunto le finali con il Lione, solitamente giocavamo contro squadre tedesche, mentre ora ci sono due club francesi. Questo dimostra quanto le squadre francesi si siano evolute.

Il Lione ovviamente è favorito, è probabilmente la miglior squadra al mondo. Ma noi abbiamo i nostri punti di forza. Forse noi abbiamo una rosa più corta, ma possiamo farcela se giochiamo come sappiamo. Non abbiamo paura. Siamo molto motivati e felici di essere nuovamente in finale – non pensavo sarebbe accaduto così presto [dopo essere diventato allenatore la scorsa estate], ma lo abbiamo meritato.

L’opinione dei reporter: Paul Saffer
Portando il Lione ai rigori in finale di Coppa di Francia circa due settimane fa, il PSG è sembrato più competitivo dopo la sconfitta per 3-0 in campionato di sei giorni prima, che costringe le parigine a vincere a Cardiff per andare in Europa. Lair ha vinto due titoli europei con il Lione e lo stesso vale per molte giocatrici del PSG, ma il Lione resta la squadra da battere: anche se Alex Morgan dovesse mancare, Ada Hegerberg, Eugénie Le Sommer e Dzsenifer Marozsán formeranno un attacco incredibile.

Lo sapevi?

  • Lair ha regalato al Lione i primi due titoli europei nel 2011 e 2012. In squadra c’erano Shirley Cruz Traña e Laura Georges, che oggi militano nel PSG. Il tecnico potrebbe diventare il primo allenatore a festeggiare tre trionfi.
  • Con la maglia del Francoforte, Marozsán (Lione) e Verónica Boquete (PSG) hanno battuto la squadra della capitale per 2-1 nella finale del 2015.
  • Sarah Bouhaddi, Wendie Renard, Camille Abily e Le Sommer del Lione hanno vinto le finali del 2011, 2012 e 2016.

Nazionale U17 Femminile di Futsal: 30 convocate per il raduno in programma nel weekend a Roma

Il Commissario tecnico delle Nazionali di Futsal, Roberto Menichelli, incaricato dalla FIGC di attuare il programma di sviluppo mirato alla formazione delle nuove Nazionali Under 19 e Under 17, maschile e femminile, ha convocato 30 giocatrici per il raduno di sintesi – che segue i tre raduni per macro-aree – della Nazionale Under 17 femminile di futsal.

Lo stage, in preparazione al torneo di sviluppo UEFA in programma a Campobasso dal 21 al 25 giugno, si svolgerà sabato 3 e domenica 4 giugno al Pala To Live di Roma. Al quadrangolare organizzato dall’Italia parteciperanno Russia, Kazakistan e Romania.

L’elenco delle convocate

Portieri: Chiara Anna D’Urso (Sporting Paternopoli), Elena Eusepi (Eta Beta), Martina Giuffrida (Aci Catena), Ludovica Luzi (Lazio), Carlotta Scarcella (FB5 Team Rome), Francesca Trumino (Ternana Ibl Banca);
Giocatrici di movimento
Martina Antonelli (Orvieto), Roberta Bergamotta (Borussia Policoro), Arianna Bovo (Real Fenice), Veronica Calendi (Vittoria Sporting), Ilaria Ceccobelli (Virtus Ciampino), Carmel D’Ambrosio (Lazio), Federica D’Amico (Città di Taranto), Maria Chiara De Massis (Pescara), Giorgia Di Felice (Torraccia Roma), Marfil Errico (Neapolis), Federica Gentile (Borussia Policoro), Laura Li Noce (Pro Megara Iblea), Marta Lorrai (Jasnagora), Lisa Molon (Thienese), Lara Moretti (FB5 Team Rome), Martina Murru (Santu Predu), Carmela Nasso (Sporting Locri), Sofia Nicoletti Pini (Polisportiva Filottrano), Claudia Ruffini (History Roma 3Z), Sabrina Scommegna (Arcadia Bisceglie), Lisa Semolini (Real Grisignano), Alessia Valendino (Real Sandos), Giorgia Vianale (Pescara), Alessia Zoppo (Grivan Group).

Staff – Commissario tecnico: Roberto Menichelli; collaboratori tecnici: Davide Marfella e Riccardo Budoni; Medico: Giuseppe Maccauro; Fisioterapista: Claudio Princiotta.

Giornata relax a Villa dei Cedri

Ultimi allenamenti della stagione sportiva 2016-2017 per le ragazze della prima squadra di Agsm Verona che questo mercoledì 31 maggio hanno trascorso una giornata di relax presso il Parco Termale del Garda – Villa dei Cedri, approfittando di una giornata dal clima prettamente estivo.
Le gialloblù hanno potuto beneficiare delle proprietà anti infiammatorie dell’Acqua Termale di Villa dei Cedri (composta in gran parte da bicarbonato, calcio, magnesio e con una quantità significativa di silicio): si tratta di un’acqua alcalina con ph 7.8, dagli effetti antinfiammatori ideali per ottimizzare il recupero fisico e le performance individuali e quindi ad eliminare più facilmente le scorie accumulate durante lo stress fisico delle partite.

Parco Termale del Garda – Villa dei Cedri, partner ufficiale di Hellas Verona e Verona femminile, mette a disposizione delle atlete gialloblù tutte le proprie strutture termali, piscine, palestra e centro riabilitativo
Villa dei Cedri si avvale del Centro Bernstein come partner scientifico per tutti i programmi rivolti al mondo dello sport.
L’Agsm Verona, al pari dei colleghi dell’Hellas Verona può usufruire dunque di strutture all’avanguardia immerse in un parco termale tra i più rinomati d’Europa a due passi dal Lago di Garda.
In questi ultimi anni anche diversi calciatori dell’Hellas Verona, dell’Agsm Verona calcio femminile oltre che ad altri atleti e sportivi di alto livello, hanno usufruito dei servizi offerti dal Parco proprio per il loro benessere e recupero motorio.

L’arbitro Bibiana Steinhaus emozionata per la finale di Cardiff

L’arbitro Bibiana Steinhaus non ha dubbi su come si sentirà quando si troverà a centrocampo con le due squadre allineate prima del fischio d’inizio della finale di UEFA Women’s Champions League che si giocherà giovedì tra il Lyon e il Paris Saint-German al Cardiff City Stadium.

“Probabilmente avrò la pelle d’oca”, ammette la 38enne agente di polizia proveniente dalla città di Bad Lauterberg, che si trova nella bassa Sassonia nella parte settentrionale della Germania.

“È forse il momento che mi piace di più… la sensazione di essere lì, di essere stata scelta per la partita insieme alla mia squadra. Sono veramente grata di dirigere la finale e che la gente abbia talmente tanta fiducia in me da essere stata mandata lì”.

Sebbene sia abituata alle partite importanti di calcio femminile, dato che ha diretto la finale di Coppa del Mondo Femminile FIFA del 2011 in patria e la finale delle Olimpiadi femminili del 2012 a Londra, Steinhaus ha ammesso di emozionarsi a ogni nuova partita.

“È davvero un onore essere stata chiamata per dirigere la partita di Cardiff, e di fare parte della Women’s Champions League, che è una competizione fantastica”.

Steinhaus sarà accompagnata in finale dagli assistenti arbitri Katrin Rafalski e Christina Biehl, e dal quarto uomo Riem Hussein, tutti provenienti dalla Germania. L’arbitro di riserva Sian Massey (Inghilterra) completa la squadra arbitrale.

L’arbitro tedesco vede nella finale tutta francese di giovedì in Galles un’occasione ideale per mettere in evidenza gli enormi passi in avanti fatti dal calcio femminile – e dall’arbitraggio femminile – negli ultimi anni.

“Velocità e dinamica del calcio femminile sono decisamente cresciuti”, ha spiegato Steinhaus. “Le giocatrici adesso sono delle atlete – e gli arbitri donne sono dovute crescere allo stesso ritmo. In questa finale e neglii imminenti Women’s EURO, avremo la possibilità di vedere quanti progressi sono stati fatti”.

“La UEFA sostiene fortemente il calcio femminile e gli arbitri donne, e questo è stato un fattore determinante”.

Recentemente Steinhaus ha raggiunto un altro importante traguardo. La prossima stagione infatti diventerà il primo arbitro donna a dirigere partite di Bundesliga maschile in Germania – un premio non solo per le sue doti di arbitro ma anche per il suo grande impegno nel corso degli anni.

“Sono diventata arbitro perché non ero una grande calciatrice, e arbitrare è entrato nel mio sangue. Semplicemente mi piace fare ciò che faccio”.

Steinhaus sa che il rispetto è un fattore fondamentale nel calcio, tra giocatori, allenatori, arbitri e chiunque nella partita. “Indossiamo tutti nella maglietta i badge ‘Respect’, ma dovremmo davvero considerare il rispetto come un valore fondamentale nelle nostre vite. Lavoriamo tutti sullo steso ‘prodotto’ – il calcio – e dobbiamo essere uniti e ‘vendere’ questo prodotto come un qualcosa di potenzialmente universale”.

La squadra arbitrale di Cardiff sarà concentrata e unita. Tutti gli ufficiali di gara utilizzeranno le fondamentali competenze nella gestione degli individui che gli arbitri devono avere per riuscire nel proprio lavoro.

“Credo fermamente che la gestione delle persone sia una parte fondamentale dell’arbitraggio. La stessa cosa accade nella vita – come si reagisce alle persone e come loro rispondono alla tua reazione. Un arbitro deve prendere delle decisioni in campo… metà dei giocatori sono d’accordo con la tua scelta mentre l’altra metà no! Questo è il lavoro di chi deve prendere decisioni, e la stessa cosa accade nella vita”.

“Mi domando sempre: ‘Ho fatto il lavoro migliore possibile? Mi sono preparata nel modo giusto? Ho fatto il possibile per prendere la decisione corretta?’ Se posso dire di aver fatto tutte queste cose, allora mi sento a posto con la me stessa e con la mia coscienza…”

Francesca Olivieri, una certezza tra le mani: «Ho recuperato fiducia ed energia»

Dalle incertezze ad una certezza: «Ho ritrovato me stessa e quello che so fare tra i pali». Dagli errori iniziali al rigore respinto a Sara Capovilla all’ultima giornata, ciliegina sulla torta della sua prima vera stagione da titolare in serie B. Francesca Olivieri para, si tuffa e comanda la difesa. «Non sono ancora al 100% delle mie possibilità ma sto lavorando sodo per arrivarci». Diciannove come le sue presenze in campionato, diciannove come i suoi anni, compiuti lo scorso febbraio. La Fortitudo Mozzecane è nelle sue mani.

Olivieri, dopo i 1.800 minuti disputati quest’anno si sente maturata?
«Sono autocritica per natura e avrei voluto fare di più, però mi ritengo abbastanza soddisfatta. Nelle prime tre giornate ho commesso tanti errori, però poi mi sono rimboccata le maniche e mi sono rialzata, crescendo alla distanza e recuperando quella sicurezza che avevo un po’ lasciato per strada. Quindi sì, mi sento maturata».

Mai aveva giocato diciannove incontri in una sola annata, ha terminato sei partite senza subire gol (record in carriera in un solo campionato) ed è rimasta imbattuta, due volte, per due gare di fila. Anche i numeri testimoniano il suo miglioramento.
«Dati così fanno piacere, senza dubbio, perché testimoniano appunto una crescita. Speravo di riuscire a terminare più incontri senza prendere gol, ma sono comunque felice che la Fortitudo sia migliorata, nel suo complesso, con il passare dei mesi. I meriti, infatti, sono da dividere fra tutto il gruppo: quando la squadra non subisce reti, vuol dire che portiere, difesa e fase difensiva lavorano bene».

Quanto è importante scendere in campo con continuità?
«È indispensabile. Venendo impiegata con costanza ho trovato, anzi, ritrovato, equilibrio, tranquillità, la giusta concentrazione, la sicurezza nei miei mezzi, e ho ripreso confidenza con il ritmo e le dinamiche di una partita. Al contrario, nelle ultime due stagioni non ho avuto l’opportunità di giocare con continuità, sia per scelte tecniche sia per i molti problemi fisici dell’anno scorso, e avevo perso proprio quegli automatismi, tecnici e mentali, necessari per rendere al meglio. È difficile, infatti, accendere e spegnere l’interruttore del cervello scendendo in campo una volta ogni tanto».

In che modo ci si butta alle spalle tre match difficili e si volta pagina?
«Con tenacia e voglia di rivalsa. Non è stato facile perché ero delusa da me stessa e avvertivo maggiore pressione, però desideravo riprendermi il posto e dimostrare che la vera Francesca non era quella vista nelle prime tre gare. In più, sono convinta che stare in panchina alla quarta giornata mi sia servito: sono tornata titolare la settimana successiva con il Milan Ladies, complice un problema fisico di Vanessa (Venturini, ndr), riuscendo a fare un paio di buoni interventi. Ecco, una partita così tirata e combattuta (0-0, ndr) ha forse messo più in risalto le mie parate e mi ha aiutato».

In quali sfide si è espressa al meglio?
«Principalmente nel girone di ritorno, in particolare contro Clarentia Trento, Azalee, Inter Milano e Riozzese».

Contro il Fimauto Valpolicella, all’ultima giornata, ha parato il primo rigore in serie B: che emozione ha provato?
«In quell’istante ero felicissima, poi abbiamo subito gol sulla ribattuta (Daiana Mascanzoni, 0-3, ndr) e mi è dispiaciuto. In ogni caso, parare un rigore a una squadra forte come il Fimauto Valpolicella e a un’atleta esperta come Capovilla è stato un grande motivo di orgoglio. Peccato, però, che non la mia respinta non sia servita a nulla (k.o per 0-5, ndr). I secondi prima del penalty? Io e Sara ci siamo guardate e avevo sensazioni positive: Capovilla ha posizionato il pallone, ha preso la rincorsa e mi sono resa subito conto che non avrebbe calciato di potenza ma che avrebbe tentato un tiro piazzato. Ho aspettato a muovermi fino all’ultimo istante, quindi mi sono buttata. È andata bene».

La sua striscia di imbattibilità 2016/17 più lunga è stata di 331 minuti. Un altro record per lei. Più passavano le settimane, più teneva conto di questo dato?
«Non incassare reti rappresenta una vittoria per un portiere e, lo ammetto, ci stavo prendendo gusto. Una volta aver passato indenne il secondo tempo con l’Orobica (al ritorno, ndr), una spinta importante me l’ha data il successo contro la Pro San Bonifacio: abbiamo battuto la terza in classifica, per di più in un derby e mantenendo la porta inviolata. Ero molto carica e dopo quella partita e mezza ho cercato con tutte le mie forze di allungare il più possibile la striscia di imbattibilità: ci sono riuscita contro la Riozzese e nel primo tempo contro l’Inter Milano, poi il valore delle nerazzurre è venuto fuori. Non subire gol ti fa sentire più sicura e mette un po’ in soggezione gli avversari, perché se un portiere non viene battuto per un tot di tempo un motivo c’è sempre».

La formazione che le ha segnato di più in carriera è appunto l’Inter Milano: 14 reti. Le nerazzurre sono la sua bestia nera?
«No, anche se quattordici gol non sono pochi. L’Inter Milano è un club davvero forte ed è una delle squadre che ho affrontato di più, perciò è normale che ci sia il rischio di incassare diversi gol».

Eppure contro le nerazzurre, sia all’andata che al ritorno, Olivieri ha disputato due ottime prestazioni…
«Vero. Nonostante le sconfitte (0-4 e 4-2, ndr), mi fa piacere essere riuscita a tamponare gli attacchi dell’Inter Milano, aver ridotto il passivo e aver aiutato la Fortitudo. Ho dato il massimo».

Soprattutto nella seconda parte di stagione ha dovuto convivere con diversi i problemi fisici, dal gomito sinistro alla gamba destra. Come si gioca nonostante il male? 
«Stringendo i denti, facendosi dare una mano dalle compagne e trovando soluzioni differenti. Un esempio? Iniziare a rinviare il pallone con il piede mancino: in squadra dicono addirittura che i miei lanci vengano meglio così (sorride, ndr). Ho una voglia incredibile di giocare e desidero saltare meno partite possibili».

In carriera, in serie B, è rimasta imbattuta in dieci gare: sette volte in trasferta e tre a Mozzecane. Perché va meglio fuori casa?
«Penso che il mio rendimento rispecchi quello della Fortitudo: ultimamente otteniamo risultati migliori, e ci esprimiamo con maggiore autorevolezza, in trasferta, di conseguenza è più facile mantenere la porta inviolata lontano da Mozzecane. Probabilmente, giocare in casa di qualcun altro ti mette più pressioni addosso e la concentrazione cresce inconsciamente».

Commenti le dichiarazioni rilasciate recentemente dal suo allenatore e dal suo preparatore. Fabiana Comin: «Quest’anno Olivieri è stata molto brava e, appena si è trovata scavalcata da Venturini, ha saputo pure sfruttare un colpo di fortuna». Claudio Bressan: «Se Francesca riuscirà a crescere ancora, in futuro potrà giocare in serie A».
«Concordo con Comin: se Vanessa fosse stata a posto fisicamente contro il Milan Ladies, avrebbe giocato lei e forse il mio campionato sarebbe andato in modo diverso. Dopodiché, ci ho messo anche del mio per riprendermi il posto. Dall’altra parte, ringrazio Bressan per le belle parole: ho parecchia strada da percorrere ma se con il tempo migliorerò e mi capiteranno le occasioni giuste, mi piacerebbe giocare in serie A. Guardando il livello generale dei portieri nella massima categoria, spero un giorno di potermi togliere qualche soddisfazione impegnandomi e facendo sacrifici».

Credit Photo: Graziano Zanetti Photography

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