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Speciale Analisi Top-scorer Europa: Mandy Islacker (FFC Frankfurt)

Arrivati al termine dei maggiori Campionati Nazionali Europei, abbiamo stilato una classifica dei top-scorer tenendo conto dei gol realizzati in rapporto all’incidenza che hanno sulla propria squadra. Estrapoliamo le prime giocatrici per ogni nazione avendo ordinato i risultati secondo il Ranking Uefa dei maggiori campionati femminili europei:

Nome Nazionalità Ranking Squadra Nazione Gol Gol/
squadra
Incidenza Indice
Islacker Tedesca 1 FFC Frankfurt Germania 19 40 47% 9,0
Dalie Francese 2 PSG Francia 15 54 28% 4,2
Carter Inglese 3 Arsenal Inghilterra 10 55 18% 1,8
Herlovsen Norvegese 4 Kvinner Norvegia 30 88 34% 10,2
Blackstenius Svedese 5 Linkopings FC Svezia 19 73 26% 4,9
Hermoso Spagnola 6 Barcelona Spagna 35 98 36% 12,5
Revteler Svizzera 7 Luzern Svizzera 19 47 40% 7,7
Bergamaschi Italiana 8 Neunkirch Svizzera 24 79 30% 7,3
Miedema Olandese 9 Bayern M. Germania 14 36 39% 5,4
Clelland Scozzese 11 Tavagnacco Italia 23 59 39% 9,0

Classifica generale europea per ranking nazione e indice pericolosità

Iniziamo quindi l’avvicinamento agli Europei 2017 analizzando le giocatrici della super classifica europea contro le quali si scontrerà la nostra nazionale nel girone eliminatorio: Islacker per la Germania e Blackstenius per la Svezia (nella prossima analisi).

Mandy Islacker del FFC Frankfurt è la vincitrice della classifica marcatori della Bundesliga 2016/17 con 19 goal realizzati in 22 partite giocate. Trasferitasi al FFC Frankfurt nel 2014, dopo aver giocato nel Bayern Munich (2007-2010) e Duisburg (2010-2013), ha iniziato ad esprimersi al meglio nel suo ultimo anno al Duisburg con 15 goal su 21 partite giocate. Grazie ai suoi gol 109 gol in carriera, ha conquistato il 9° posto in classifica marcatori di sempre della Bundesliga affiancando le più grandi giocatrici tedesche. Nell’ottobre del 2015 ha inoltre esordito nella Nazionale Maggiore, dove ha giocato 15 partite segnando 5 goal.

Squadra Stagione Partite giocate Gol tot.squadra Gol realizzati Gol/partita Incidenza
MSV Duisburg 2004/05 14 91 3 0,21 3%
SGS Essen 2006/07 8 55 4 0,50 7%
Bayern Munich 2007/10 31 166 17 0,55 10%
MSV Duisburg 2010/13 57 151 32 0,56 21%
BV Cloppenburg 2013/14 22 34 12 0,54 35%
FFC Frankfut 2014/15 21 74 5 0,24 7%
FFC Frankfut 2015/16 22 49 17 0,77 35%
FFC Frankfut 2016/17 19 40 19 1,00 47%
Nazionale Tedesca 2015/17 15   5 0,33  

Dati statistici della carriera di Mandy Islacker

Dotata di buone abilità tecniche e balistiche sia di piede che di testa, è un pericolo costante in area per le avversarie quando gioca con la propria squadra di club (FFC Frankfurt) e anche con la Nazionale tedesca.

Mandy Islacker è un’attaccante pura da area di rigore che occupa preferibilmente la zona centrale dell’attacco cercando di trovare spazio tra le maglie della difesa avversaria con smarcamenti preventivi quando la propria squadra recupera il possesso. E’ il principale terminale offensivo della squadra, rimane sempre alta interessandosi poco della fase difensiva e pronta ad attaccare l’area centralmente su cross e traversoni. Se l’azione si sviluppa centralmente, esce talvolta dall’area di rigore per cercare triangolazioni o catene nella zona di rifinitura, così da superare la linea difensiva. In alternativa, quando lo sviluppo dell’azione giunge in area condotto da altre compagne, la preferenza di Islacker è quella di posizionarsi verso il secondo palo pronta per una ribattuta a rete in caso di respinta del portiere.

In determinate situazioni di gioco si sposta sul fronte sinistro dell’attacco in modo da supportare lo sviluppo su quella fascia ed andare lei stessa al cross per le compagne che si sono inserite centralmente in area di rigore.

In sintesi, Mandy Islacker, è una giocatrice molto pericolosa in area di rigore, che sa leggere bene la disposizione difensiva avversaria e trovare gli spazi e i tempi giusti per ricevere i passaggi delle compagne. Riesce spesso ad anticipare la propria marcatura, disponendosi smarcata alla ricezione e pronta alla conclusione. Abile nel tiro e nel colpo di testa è sicuramente un’avversaria da controllare da vicino cercandone di limitare gli spostamenti e gli smarcamenti. Queste sue abilità hanno permesso al FFC Frankfurt di giungere in 5° posizione in Bundesliga e le hanno confermato la convocazione in Nazionale per gli Europei che inizieranno a breve in Olanda.

Melania Martinovic, Res Roma: “Una chiamata inaspettata ma fortemente voluta”

Il suo nome è inserito nella lista delle 30 pre convocate dal c.t della Nazionale maggiore Antonio Cabrini in vista della prima fase del raduno che si svolgerà a Coverciano da lunedì 19 a venerdì 23 giugno, in preparazione della Fase Finale del Campionato Europeo, in programma in Olanda dal 16 luglio al 6 agosto; ha disputato un primo ed eccellente campionato di serie A con la maglia della Res Roma realizzando ben 12 reti (tutte su azione) dopo essere stata capocannoniere con la maglia del Chieti con 24 centri in serie B. Diamo il giusto spazio e riconoscimento a Melania Martinovic, classe 1993, attaccante rapida e di movimento con il fiuto del goal, amante del gioco in profondità con spiccate attitudini nello stacco aereo.

Ciao Melania, ti potresti presentare al pubblico degli appassionati sportivi descrivendoci le tue caratteristiche tecniche e  la tua collocazione tattica in campo?
Mi chiamo Melania Martinovic, sono nata il 26/05/1993 e ho cominciato a giocare a calcio che ero bambina, 7 anni circa, in una squadra maschile. Pochi anni dopo però ho intrapreso una strada diversa e lasciai il calcio per praticare altri sport. All’età di 18 anni, quasi per sfida decisi di rimettermi in gioco, e dopo due campionati in serie C ed uno in serie B con la Roma calcio femminile, tre anni fa mi arrivò una chiamata dall’Acese, squadra che all’epoca militava nel campionato di serie B, e decisi di sposare il progetto della società, ma facevo la giocatrice pendolare insieme a Gioia Masia e Daniela Di Bari, due grandissime donne e calciatrici, due icone che rappresentano per me un esempio. Quell’anno vincemmo il campionato di serie B e conquistammo la serie A, ma per problemi lavorativi decisi di andare via e insieme alle mie due compagne di squadra approdammo a Chieti, società ambiziosa che mirava sin da subito a vincere il campionato. Vincemmo anche quell’anno, con numeri da far paura, e fui capocannoniere dell’intero campionato di serie B, sud, centro e nord, con 24 reti totalizzate. Finita la stagione, anche questa da giocatrice pendolare, ricevetti la chiamata da parte della Res Roma, e la voglia di tornare ad allenarmi con il gruppo, la serietà e gli obiettivi di questa società mi hanno spinto a sposare il progetto, scelta che farei altre mille volte, perché ad oggi posso dire di sentirmi migliorata, e non mi voglio fermare, continuando a migliorarmi costantemente. Mi definisco un attaccante veloce che ama giocare in profondità, sempre alta sulla linea del fuorigioco perché ho guizzo verso la porta, buone capacità nel gioco aereo e vedo la porta con numeri importanti testimoniati dalle ultime stagioni. Ho sicuramente ancora tanto da migliorare, delle doti tecniche da affinarevisto che mi sono affacciata da poco nel mondo del calcio che conta, però concludere la mia prima stagione in serie A con 12 goal fatti tutti su azione è un punto di partenza importante per migliorarmi ogni anno di più”. 

Sei tra le 30 convocate nella Nazionale Maggiore per il raduno di Coverciano. Ti aspettavi questa chiamata ? Che significato avrebbe per te partecipare agli Europei ?
Questa chiamata è stata del tutto inaspettata, ma allo stesso tempo estremamente voluta. Quando ho ricevuto la convocazione non riuscivo a crederci, un groviglio di emozioni mi hanno stretto forte lo stomaco, ancora non ci credevo, ma mi sentivo terribilmente felice. Ora penso a fare il massimo per questa fase di preparazione all’europeo, voglio giocarmi ogni possibilità, e se dovesse arrivare l’importante convocazione che mi garantirebbe di poter partecipare ad una competizione così importante con la maglia della mia nazione, beh penso che non ci sia niente di più gratificante per una calciatrice dopo tanti sacrifici e tanta dedizione”.

Un tuo giudizio sulla stagione appena conclusa con la Res Roma. Soddisfatta degli obiettivi personali e di gruppo raggiunti al tuo primo anno in giallorosso ?
La stagione appena conclusa con la Res Roma è stata un grande successo per tutta la società e per tutte noi giocatrici. Siamo una squadra molto giovane, forse la più giovane, ma abbiamo in rosa ragazze di grande talento e di grandissima prospettiva che guidate dalle più grandi, le veterane di questo gruppo, hanno saputo esprimersi al meglio e crescere ancora di più. Simonetti, Caruso, Greggi, sono ragazze che faranno parlare di loro, perché hanno un talento che non si trova spesso alla loro età. Sapevamo il nostro valore sin dai primi giorni di preparazione, poi il lavoro, i sacrifici, la voglia di fare, la dedizione, la cattiveria, e un po’ di sana furbizia ci hanno permesso di affermarci come meritavamo. Nel girone di ritorno i vari infortuni ci hanno un po’ penalizzato, ma sono inconvenienti che possono capitare in una stagione, quindi abbiamo imparato la lezione e siamo pronte a ripartire già da subito per migliorarci ancora di più e colmare quelle lacune e quei difetti che ci hanno fatto un po’ soffrire durante il campionato”.

Infine ci descriveresti la tua giornata tipo, fuori e dentro il campo da gioco
La mia giornata tipo? Io sono una ragazza molto semplice e conduco una vita altrettanto semplice. Sono una studentessa, ho deciso quest’anno di intraprendere gli studi presso la facoltà di infermieristica, sperando di riuscire a passare a settembre al corso di laurea di Fisioterapia. Ogni mattina mi sveglio presto e vado a lezione, seguo i corsi dalla mattina fino al primo pomeriggio e subito dopo mi dirigo al campo per l’allenamento, e finito torno a casa. Faccio tanti sacrifici per poter far combaciare tutti gli impegni, ma per il calcio qualsiasi tipo di sacrificio non mi pesa affatto perché è ciò che di più mi rende felice”.

Credit Photo: http://romafemminile.it/

Serturini-Lenzini Vs Tortelli-Zazzera: la Finale di Coppa Italia si accende per le U19

Per ora Supercoppa Italiana alle leonesse, Scudetto alle Viola e l’ultimo titolo in palio chi lo sa: un finale di stagione degno delle due principali protagoniste.
Sarà così che si presenteranno il club del presidente Giuseppe Cesari  ed il club del presidente Sandro Mencucci al tavolo di contesa  della Coppa Italia 2016/2017, con un big match terzo round stagionale tra le due compagini appena citate, un “Derby d’Italia” del calcio femminile italiano che si ripeterà anche per la conquista della coccarda tricolore.
Da una parte la linea U19 della Fiorentina, composta da Alice Tortelli, difensore centrale, classe 1998, Francesca Durante e Noemi Fedele, ambo estremi difensori, ambo classe 1997, Valery Vigilucci, esterna di centrocampo, classe 1997, e Danila Zazzera, attaccante di movimento, classe 1998, e dall’altra quella U19 del Brescia, formata da Laura Ghisi, mediana, Martina Lenzini, terzino destro, Giulia Pezzotta, attaccante, ed Annamaria Serturini, esterna offensiva, tutte rigorosamente classe 1998.
Un trofeo che  le leonesse hanno alzato tre volte nelle ultime cinque stagioni (2o11/2012, 2014/2015 e 2015/2016) e che darebbe ulteriore prestigio alla bacheca del undici lombardo, ormai piazza di riferimento della Serie A, oltre ad impreziosire una stagione terminata in ogni caso con la qualificazione alla prossima Champions League.
Discorso diverso  è quello riguardante la Fiorentina, la quale sogna il double, dopo aver portato il primo scudetto dalla sua storia in riva all’Arno, grazie  all’abilità del proprio tecnico gigliato Sauro Fattori.
Le due finaliste sono giunte all’atto conclusivo eliminando la concorrenza del Tavagnacco, altra squadra habitué della Coppa Italia, con due centri di fila nel 2012/2013 e 2013/2014, e dell’Empoli Ladies, unica compagine di Serie B ad essere rimasta in corsa sino alle semifinali della competizione, al netto di  larghe imposizioni contro il Chieti e contro l’Unterland.
Il Brescia ha liquidato il Tavagnacco per 4-0,  doppietta di capitan Cernoia e reti di Girelli e Sabatino, mentre  la Fiorentina, nella gara disputata al “Castellani” di Montelupo, si è imposta sull’Empoli per 0-3, con doppietta di Bonetti e incornata di Mauro.
Una finale quindi… Da vivere e giocare tutta d’un fiato.

Francesca Pittaccio, protagonista italiana dell’Euro Winner Cup di beach soccer

Francesca Pittaccio, attaccante con un trascorso in serie A: “Ho giocato in serie A con la Res Roma, ma ormai sono due anni che vesto, in serie B, la maglia della Roma Calcio Femminile.
Ma la sua passione per il calcio la porta a giocare con la squadra maschile della Lodigiani formazione capitolina che diversi anni fa militava in Lega Pro: “Con loro ho giocato fino a 16 anni”, conferma Francesca.
Lo scorso campionato la sua squadra, la Roma ha perso lo spareggio per la serie A, contro Bari, ai calci di rigore. Una delusione che andava smaltita con un’esperienza nuova diversa, stimolante. Tra la Lodigiani e la Roma Francesca Pittaccio ha anche la possibilità di vestire la maglia azzurra “Ho giocato anche in Nazionale”, confessa.

Ritorniamo alla delusione di questa stagione appena conclusa: “Dopo una grande delusione sportiva volevo fare tutto tranne che riniziare e giocare a calcio”.
Ma invece arriva una proposta interessante. La chiama il presidente Luigi Cicuto che ha appena formato una squadra di Beach soccer la Terracina BS Femminile.
Gli arriva la telefonata e “Sono arrivata non conoscendo niente e nessuno. Tutto totalmente nuovo. Società, mister e, addirittura le compagne di squadra”.
Ma proprio l’aria di novità di festa trasforma questo gruppo di sconosciuti in una vera squadra: “In poco tempo mi sono subito ambientata. Ora, purtroppo è finito tutto. L’Euro Winners Cup disputata in Portogallo è stata una delle esperienze più belle della mia vita tanto che la consiglierei a chiunque”.
L’armonia però nasce dal gruppo, infatti, continua Francesca: “Trovare un gruppo che in così poco tempo diventa “forte” e unito è una cosa rara. Noi ci siamo riuscite e nel frattempo ho scoperto un nuovo mondo, una nuova mentalità e per questo devo ringraziare anche chi mi ha dato la possibilità di fare questa esperienza”.
Francesca ha segnato in Euro Winners cup 6 reti… non male per la prima esperienza sulla sabbia. Ora il Terracina BS Femminile parteciperà ai Campionati Italiani con la speranza di cementare ancora di più questo gruppo di campionesse.

Credit Photo: Francesca Pitaccio – Facebook

Brescia Femminile – Fiorentina Women’s si giocherà Venerdì 16 Giugno 2017 presso il Centro Federale Territoriale di Bologna – Castenaso

Qui di seguito il comiunicato ufficiale uscito pochi minuti fa sul sito della LND – Dipartimento Calcio Femminile – http://calciofemminile.lnd.it/

PROGRAMMA GARA DI FINALE: BRESCIA FEMMINILE – FIORENTINA WOMEN’S
Ai fini degli obblighi delle tenute di gioco delle calciatrici, si comunica che nella suddetta gara la squadra prima nominata, BRESCIA FEMMINILE, giocherà in casa.
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DATA, ORARIO ED IMPIANTO DI GIOCO
A parziale rettifica di quanto indicato nel CU 81 del 17 maggio 2017 si comunica, dopo aver sentito entrambe le Società qualificate, che la gara di finale della Coppa Italia Nazionale per la Stagione Sportiva 2016/2017 si giocherà Venerdì 16 Giugno 2017 presso il Centro Federale Territoriale (CFT) di BOLOGNA – Castenaso – Stadio Comunale “G. Negrini” (sint.) Via Marconi, 8 – Castenaso (BO) alle ore 20.00.
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CERIMONIALE DI PREMIAZIONE
– Al termine della gara le squadre e la terna arbitrale resteranno in campo;
– La terna arbitrale sfilerà per prima al fine di ricevere il ricordo della manifestazione; Le calciatrici, i tecnici ed i dirigenti della squadra perdente sfileranno singolarmente, dinanzi ai dirigenti federali, per ricevere la medaglia ricordo e dovranno trattenersi in campo; il capitano dovrà essere l’ultimo a ricevere la medaglia e riceverà la targa per la seconda classificata;
– Le calciatrici, i tecnici ed i dirigenti della squadra vincente sfileranno singolarmente, dinanzi ai dirigenti federali, per ricevere la medaglia ricordo e dovranno trattenersi in campo; il capitano dovrà essere l’ultimo a ricevere la medaglia e riceverà il Trofeo;

Durante la cerimonia di premiazione le calciatrici sono tenute ad indossare l’intero completo da gioco e, dopo la consegna dei premi, i capitani con alle spalle il resto della squadra, prima dei festeggiamenti, assolveranno alle incombenze delle fotografie di rito.

E concessa la facoltà alle calciatrici delle due squadre, previa comunicazione al responsabile
organizzativo del Dipartimento Calcio Femminile, in occasione delle premiazioni formare
alternativamente due file in prossimità dell’area individuata per lo svolgimento del cerimoniale, all’interno delle quali sfilerà la squadra perdente.
——————————
Pubblicato in Roma il 7 Giugno 2017 ed affisso all’albo del Dipartimento Calcio Femminile
Il Segretario Patrizia Cottini
Il Vice Presidente L.N.D. Delegato Sandro Morgana

Bambina scambiata per maschio cacciata da campo di calcio, squadra squalificata

Negli Stati Uniti una squadra di calcio femminile è stata allontanata da un torneo giovanile perché una delle bambine, Mili Hernandez, è stata scambiata per un bambino e gli organizzatori non hanno voluto sentire ragioni.

Gli Azzurri Achurros partecipavano ad un torneo organizzato a Omaha, Nebraska, dallo Springfield Soccer Club: vincendo due partite su 3 della prima fase avevano conquistato l’accesso alle finali del torneo ma la squadra è stata squalificata perché accusata da uno degli ufficiali di schierare un maschio.

Si tratta per l’appunto di Milagros di 8 anni, detta “Mili”, che ha sempre tenuto i capelli corti perché semplicemente, come dice lei, “lunghi non mi piacciono. Appena crescono un po’ me li faccio tagliare”.

Mili è un grande talento, tanto che milita nella squadra di categoria d’età superiore, con bambine anche di 11 anni. La sua reazione quando ha saputo che la squadra non avrebbe più giocato, e soprattutto il motivo, è stata un pianto a dirotto. “Mili era anche dispiaciuta perché temeva di aver deluso la sua squadra”, ha detto il padre.

Gli organizzatori in un primo momento si sono rifiutati di rispondere ai giornalisti. Solo 2 ore fa è arrivata la nota ufficiale: all’origine della decisione non l’aspetto della bimba ma un errore di stampa sulla distinta della partita.

Risposta che non regge perché si poteva gestire la situazione con più delicatezza e perché, come spiegano il padre ed il fratello maggiore, “Eravamo andati a prendere la sua tessera assicurativa e un documento di una visita medica, che riportano entrambi il sesso”.

“Mia figlia gioca a calcio da tanto tempo”, continua il genitore, “abbiamo portato il documento ma nemmeno l’hanno voluto vedere, hanno detto che la decisione era stata presa”.

Nel frattempo è arrivata la solidarietà a Mili di due leggende del calcio femminile, Abby Wambach e Mia Hamm, entrambe due volte oro olimpico.

Abby porta pure lei i capelli corti ed ha incitato Mili a non farsi mai condizionare da chi vorrebbe dirle come apparire: del resto, dice, “Io ho vinto campionati con i capelli corti”.

Dal canto suo, la celebre Mia l’ha invitata a trascorrere alcuni giorni alla sua scuola calcio. Un lieto fine per una brutta vicenda, che Mili comunque ha già superato tornando a fare quello che più le piace, tirare calci ad una palla che rotola.

Credit Photo: http://www.todaysport.it/

Vanessa e Francesca laureate… e adesso? «Studio e pallone sono la nostra vita. Pensiamo al futuro»

L’università le ha «incoronate». Vanessa Venturini il 21 ottobre, Francesca Salaorni il 13 marzo. La corona d’alloro l’hanno indossata con orgoglio, l’intervista doppia nasce dal titolo di un film statunitense del 2009: «Laureata… e adesso?». Questa è la domanda che poniamo alle «dottoresse» 2016/17 della Fortitudo Mozzecane, questa è la riflessione a cui le due rispondono in coro: «Studio e calcio sono la nostra vita. Ora pensiamo al futuro». Il portiere gialloblù ha conseguito la laurea triennale a Verona in Scienze delle Attività Motorie e Sportive, il difensore (e capitano) a Padova in Ingegneria Biomedica. L’argomento delle tesi? «Personalità e performance sportiva: quale relazione?» spiega Venturini. «Studio della vigilanza durante l’uso della BCI in pazienti affetti da sclerosi laterale amiotrofica» racconta Salaorni.

Francesca e Vanessa, laureate… e adesso?
Salaorni: «Tra marzo e aprile mi sono presa un mese sabbatico, per staccare un attimo la spina. Dopodiché sono stata nella scuola primaria di Mozzecane con la Fortitudo, facendo svolgere attività sportiva ai bambini di terza, quarta e quinta. Ora, invece, ho ripreso in mano i libri e devo capire cosa fare l’anno prossimo. Ho due possibilità: frequentare la magistrale di Biomeccanica e Biomateriali al Politecnico di Milano, test estivo di inglese permettendo, oppure andare negli Stati Uniti a studiare Ingegneria Biomedica e giocare nella squadra del college. Qualche giorno fa ho infatti sostenuto il provino per avere una borsa di studio per gli USA e sto aspettando il risultato: se fosse positiva sarò felice di partire e di fare il master in America».

Venturini: «Una volta conseguita la laurea triennale, ho cominciato subito la specialistica e ho da poco terminato il primo anno della magistrale di Scienze Motorie Preventive e Adattate, sempre a Verona. Conto di laurearmi di nuovo tra la fine del 2018 e l’inizio del 2019, poi cercherò un’occupazione sperando che in futuro le Istituzioni italiane rendano obbligatoria la figura del laureato in Scienze Motorie anche nella scuola elementare».

Vanessa si è laureata con 103, Francesca con 87. Soddisfatte?
Venturini: «Più di così non potevo fare. In questi anni i sacrifici sono stati tanti e gli impegni da conciliare pure (oltre al calcio, Vanessa fa la cameriera in pizzeria e, d’estate, la bagnina in piscina, ndr), quindi sono orgogliosa del mio risultato. Naturalmente, alla specialistica cercherò di migliorare il 103».

Salaorni: «Tutto sommato sì. Ambivo ad uscire con un voto superiore a quello preso all’esame di maturità, cioè 84, e ce l’ho fatta (sorride, ndr). Purtroppo il primo anno è stato un po’ traumatico: facevo avanti-indietro tra Villafranca e Padova (Francesca abita appunto a Villafranca, ndr) per non saltare gli allenamenti con la Fortitudo e ho incontrato molte difficoltà a gestire università e calcio. Nel secondo e nel terzo anno, invece, trasferendomi a Padova, la situazione è decisamente migliorata: mi sono organizzata bene con il Mozzecane, ho trovato il mio metodo di studio e mi sono tolta soddisfazioni in vari esami. Spero di ottenere un risultato migliore alla magistrale».

Venturini, perché Scienze delle Attività Motorie e Sportive?
«Amo l’attività fisica e il movimento a 360 gradi. Essendo cresciuta con fratelli e cugini maschi ho sempre praticato qualsiasi disciplina che prevedesse l’utilizzo di una palla e di un campo, poi ho cominciato a giocare calcio nella Fortitudo e la passione è cresciuta ancora di più. Lo sport mi entusiasma da matti e, fin da bambina, sapevo che avrei intrapreso tale percorso».

Salaorni, perché ha scelto Ingegneria Biomedica?
«All’inizio ero indecisa fra questo e Fisioterapia. Avevo superato entrambi i test, però alla fine ho optato per Ingegneria Biomedica: mi piaceva di più l’ambito matematico-informatico, e mi sentivo più portata. Il terzo anno, poi, mi ha dato la risposta definitiva: abbiamo studiato tutte materie specifiche, ho imparato un sacco di cose e ho capito che questa è la mia strada. Sono contenta della mia scelta».

Avere una laurea è importante?
Salaorni: «Sì. È indispensabile per determinate professioni e, in generale, rappresenta un titolo in più per avere sbocchi lavorativi migliori e una preparazione culturale di un certo tipo. Ecco, penso che l’attestato magistrale serva di più di quello della triennale, quindi trovo giusto continuare e non fermarmi».

Venturini: «Certo, ma al momento non viene valorizzata e conta principalmente a livello di soddisfazione personale. Nel mio campo, per esempio, diverse persone che hanno conseguito un diploma, frequentando corsi specifici di qualche mese, hanno spesso maggiori opportunità lavorative di noi. E non è corretto. In Italia, la laurea dovrebbe essere considerata di più».

La discussione della tesi e la festa di laurea le avete condivise con le compagne della Fortitudo?
Salaorni: «Naturalmente, e ne sono stata felice. Alla discussione avevo invitato Zoe Caneo e Rachele Peretti ma non sono riuscite a venire: in compenso, però, c’era Giulia Caliari alla lettura del papiro. Al contrario, alla festa hanno partecipato in tante: Francesca Signori, Francesca Rasetti, Caliari, Peretti, Caneo, Vanessa Venturini, Valentina Sossella e Sofia Cordioli (fisioterapista gialloblù, ndr). Purtroppo mancava Alessia Pecchini (in Olanda per studio, ndr), la quale mi ha comunque fatto l’in bocca al lupo prima della discussione. L’ho sentita vicina».

Venturini: «Sì. È stato bello condividere un momento così importante con loro. Alla festa sono venute Francesca Salaorni, Sossella, Caliari, Rasetti e Cordioli, mentre alla discussione c’era Claudio Bressan (preparatore dei portieri gialloblù, ndr). Mi ha fatto davvero piacere averlo avuto lì con me: ci conosciamo e lavoriamo insieme da due stagioni e abbiamo un ottimo rapporto sia dentro che fuori dal campo. Claudio si è sempre interessato ai miei studi e lo ringrazio».

A proposito, calcio e studio vanno d’accordo?
Salaorni: «Dipende. Se una persona riesce a programmare bene gli impegni sì, altrimenti no. Avendo noi tre allenamenti serali alla settimana, più la partita alla domenica, è possibile conciliare tutto, ovviamente con grande passione e sacrificio: studi durante il giorno e poi vai al campo, stringi i denti di fronte alla stanchezza e rinunci spesso ad uscire con gli amici».

Venturini: «Bisogna impegnarsi moltissimo ed essere davvero determinate, soprattutto se oltre al calcio e allo studio svolgi lavoretti qua e là. Amo il pallone e fare sacrifici non mi pesa, però occorre sapersi organizzare al meglio: nella mia università i tirocini si sovrappongono alle lezioni, pertanto è indispensabile sfruttare ogni momento libero per studiare, sia alle sei del mattino che alle undici di sera».

Quanto tempo passate sui libri?
Salaorni: «Cinque-sei giorni alla settimana. Studiavo tutta la mattina, continuavo al pomeriggio fino alle 16-16.30, perché poi dovevo andare ad allenare le bambine (Francesca segue la categoria pulcine alla Fortitudo e i minipulcini del Quaderni, ndr) e al mio allenamento, e a volte riprendevo in mano i libri alla sera fino alle 23. Il fine settimana, invece, è dedicato per forza agli impegni sportivi».

Venturini: «Parecchio. Tra gli impegni al Mozzecane, il lavoro in pizzeria e in piscina, e l’allenamento dei bimbi (in questa stagione Vanessa ha seguito i pulcini del Villafranca e gli esordienti del Caselle, ndr) ho la possibilità di studiare solo a ridosso delle sessioni d’esame, ma quando arriva il momento faccio una vera full immersion sui libri: otto-nove ore al giorno, dalla mattina alla sera, incastrandole tra le varie cose».

Cosa volete fare da grandi?
Salaorni: «L’ingegnere biomedico. Vorrei progettare e realizzare protesi, principalmente per gli arti e per sostegno agli infortuni sportivi, e puntare sulle nuove tecnologie per l’assistenza medica. Inoltre, mi piacerebbe prendere il patentino e diventare un allenatore a tutti gli effetti. Salaorni tecnico della Fortitudo? Sarebbe un sogno».

Venturini: «Sperando che la legge italiana cambi, desidero insegnare educazione motoria nella scuola primaria o sfruttare qualsiasi sfaccettatura di quella che sarà la mia figura professionale, insegnando tutto ciò che riguarda la salute e il movimento. In più sarebbe bello rimanere pure nel mondo del pallone, magari allenando a livello di scuola calcio».

L‘Ufficio Statistico dell’Unione Europea (Eurostat) ha diffuso una serie di dati: l’Italia è penultima nell’UE per percentuale di laureati (26,2%) tra i 30 e i 34 anni.
Salaorni: «Di sicuro ci sono Stati, come Germania, Francia e Inghilterra, in cui l’università è meglio organizzata, ma essere il penultimo Paese dell’UE non fa piacere e non è un bel biglietto da visita. Da noi ci sono tante Facoltà di valore e tanti studenti però forse molti di loro sono scoraggiati dalla situazione precaria dei laureati e preferiscono buttarsi subito alla ricerca di un’occupazione. Oppure parecchi iniziano gli studi e poi mollano. L’università in Italia? Dà un’ottima preparazione ma per quanto riguarda strutture e organizzazione occorre crescere».

Venturini: «Da noi la laurea è poco riconosciuta, in più probabilmente i giovani di oggi non hanno una grandissima voglia di studiare. In tanti decidono di andare direttamente a lavorare, invece di proseguire gli studi, oppure cominciano l’università ma appena trovano un’occupazione, che regala loro un minimo di indipendenza economica, la lasciano».

Francesca e Vanessa hanno però compiuto da poco 23 anni. Voi non avete perso tempo…
Salaorni: «Desideravo terminare la triennale senza finire fuori corso e mi sono impegnata al massimo per riuscirci. Se si desidera frequentare l’università è importante non perdere tempo: prendersi un anno sabbatico dopo la scuola, infatti, rischia di essere fatale. Sono sincera: pure io avevo pensato di fare una pausa ma poi ho capito che ricominciare e riabituarmi ai ritmi di studio sarebbe stato faticoso, così mi sono subito rimboccata le maniche».

Venturini: «Lo sport è la mia passione, quindi terminate le superiori non ho avuto difficoltà a proseguire gli studi. E sono felice di essermi laureata in tre anni, appunto nei tempi prefissati. Adesso voglio completare la mia formazione alla magistrale e poi continuare a crescere fuori. Di imparare non si finisce mai».

L’Italia conta 32,5% di laureate e 19,9% di laureati. Le donne sono più brillanti negli studi?
Salaorni e Venturini: «In generale le donne sono più portate e dedite allo studio, e magari hanno più voglia di applicarsi e di portare a termine ciò che hanno cominciato. In ogni caso, dipende da persona a persona: ci sono anche molti uomini bravissimi negli studi».

Solo il 53% dei laureati trova lavoro a tre anni dal titolo. È un aspetto che vi preoccupa?
Salaorni: «Non troppo. Nonostante la crisi e le numerose difficoltà, sono convinta che se una persona cerca un’occupazione con determinazione, può raggiungere l’obiettivo. Di sicuro, però, è più complesso trovare il lavoro che si desidera: per quello occorre avere pure un pizzico di fortuna e gli agganci giusti».

Venturini: «Sì. Questo dato deve far riflettere. Quando ho iniziato l’università ero già consapevole che la mia laurea contasse fino ad un certo punto, ma ho preferito seguire il cuore. Tuttavia, sapere che in Italia abbiamo 200.000 laureati in Scienze Motorie, e che la maggior parte di loro fatica a trovare un lavoro stabile, dispiace molto».

Sempre più giovani laureati «scappano» dall’Italia. Avete mai pensato di andare all’estero?
Salaorni: «Al di là di un’esperienza di studio, no. Tuttavia sono consapevole che il mio ambito professionale richieda spostamenti costanti, visto che scoperte e innovazioni vengono in primis dall’estero. Pertanto, so che un giorno potrebbe capitarmi di viaggiare. Le lingue? L’inglese riesco a leggerlo e a capirlo, però non sono bravissima a parlarlo. Alle medie avevo studiato anche francese ma poi l’ho lasciato da parte».

Venturini: «È un argomento su cui, a volte, mi sono confrontata con la mia famiglia e il mio fidanzato: all’estero lo sport è più apprezzato e considerato rispetto alla cultura italiana. Quindi sì, l’idea mi ha sfiora e, se potessi scegliere, andrei negli Stati Uniti. Le lingue? Con l’inglese me la cavo senza problemi».

Nel film «Laureata… e adesso?» Ryden (la protagonista), appena laureata non ottiene il lavoro tanto desiderato e si ritrova disoccupata. Se capitasse a voi, come vi comportereste?
Salaorni: «All’inizio ci rimarrei male. Studiare per anni e non vedere riconosciuto né il mio impegno né i miei sacrifici, mi dispiacerebbe un sacco. Dopodiché proverei a cimentarmi con un’altra occupazione, con la speranza che un giorno arrivi ciò che mi piace sul serio e a cui ambisco».

Venturini: «Purtroppo sono già consapevole che potrei vivere pure io questa situazione. Farei di tutto per non essere un peso economico per i miei genitori, trovando un lavoro qualsiasi, e continuando nel frattempo a cercare una professione inerente ai miei studi».

Francesca e Vanessa, siete più brave sul campo o sui libri?
Salaorni: «Ho limiti e qualità in entrambi i mondi, pertanto dico 50 e 50. Lo spirito è lo stesso e sia all’università che nel calcio ho obiettivi precisi: studio per imparare e prendere bei voti, gioco per crescere e vincere».

Venturini: «L’impegno è il medesimo, però forse riesco meglio sui libri (sorride, ndr). Calcio e università sono due attività che adoro alla stessa maniera, considerato che riguardano entrambe il movimento, e tento di integrarle con passione».

Nel calcio conta studiare?
Salaorni: «Ovviamente. Nel calcio non bisogna solo correre dietro ad un pallone, serve anche usare la testa. Nel mio caso, un difensore deve applicarsi molto, studiare la tattica, i movimenti dell’altra squadra e agire di conseguenza, l’elastico difensivo e come mettere in fuorigioco le avversarie. L’aspetto più complicato e trovare un equilibrio con le proprie compagne di reparto: se una di noi sbaglia, l’attaccante ha la possibilità di presentarsi davanti al portiere e segnare».

Venturini: «Giro la frase: per andare bene a scuola conta fare sport. Questo è stato dimostrato scientificamente: i bambini che fin da piccoli praticano attività sportiva ottengono migliori risultati a scuola. Venturini portiere? Io gioco per di più d’istinto. A parer mio, più che studiare, un estremo difensore deve essere in grado di prevedere in anticipo la mossa dell’avversaria».

La stagione 2016/17 ha rappresentato la 14ª annata alla Fortitudo Mozzecane per Vanessa e la 13ª per Francesca. Pallone per una vita… e adesso?
Venturini: «I punti di domanda sono diversi. Sicuramente in questi 14 anni la passione non è mai diminuita, anzi, è cresciuta. Se potessi giocherei a calcio per tutta la vita ma, prima di decidere cosa fare, dovrò valutare tanti fattori. A cominciare dagli impegni universitari».

Salaorni: «Desidero proseguire. La Fortitudo è diventata una seconda famiglia per me e se continuassi a difendere i colori gialloblù sarei contenta e fiera. Tuttavia, bisognerà tener conto del mio futuro negli studi: se andassi a Milano, dovrei trovare un compromesso tra università e calcio, che io giochi a Mozzecane o altrove; se invece avessi l’opportunità di frequentare il master negli Stati Uniti, militerei appunto nella squadra del college. Gli USA? Sarebbe un’esperienza unica e fantastica: entrerei a contatto con una realtà dove il calcio femminile è più sviluppato rispetto a quello maschile, in cui la metodologia di lavoro è differente e concentrata moltissimo sull’aspetto fisico, dove la cultura sportiva è più avanzata e gli impianti sono all’avanguardia».

Credit Photo: Elisa Fasoli

Florentia in semifinale di Coppa Italia Regionale!

La Florentia si qualifica per la semifinale di Coppa Italia Regionale vincendo in trasferta contro il Real Bellante con il risultato di 0 – 5, grazie alle reti di Lotti, Nencioni, Gnisci, Picciafuochi e Pini.
Domenica 11 giugno le biancorosse affronteranno in trasferta il Real Colombo, squadra vincitrice della Coppa Lazio, per la gara di andata delle semifinali; il ritorno è previsto per domenica 18 giugno allo Stadio Pazzagli di Firenze.

Nel primo tempo la partita è stata equilibrata, le due formazioni si sono affrontate a viso aperto e soprattutto nei primi dieci minuti si sono viste occasioni da entrambe le parti. La manovra delle abruzzesi si è sviluppata soprattutto sulle fasce, dove i due esterni hanno creato qualche apprensione alla difesa biancorossa, senza però mai impensierire veramente la porta difesa da Alice Valgimigli. La Florentia cerca il vantaggio con Nencioni, Abati e Gnisci, ma la difesa del Bellante è brava a neutralizzare gli attacchi del tridente biancorosso, grazie anche alla buona prestazione di Maranella, estremo difensore teramano. Al 25’ l’azione che sblocca l’incontro: triangolazione tra Abati e Lotti al limite dell’area, la n.8 biancorossa lascia partire un tiro da fuori area che dopo una piccola deviazione si insacca in rete. Il primo tempo non regala altre emozioni e la Florentia va a riposo sullo 0 – 1.

Nel secondo tempo il C.F. Florentia rientra in campo con più convinzione e sfodera un’altra grande prestazione, dominando l’incontro. Al 68’ arriva il meritato raddoppio biancorosso con un goal capolavoro del capitano Alessandra Nencioni: gran tiro da fuori area e palla imprendibile per il portiere del Real Bellante. Non passano nemmeno due minuti e Gnisci, ben servita da Irene Mazzella, chiude di fatto l’incontro segnando lo 0 – 3 con un pregevole pallonetto che scavalca Maranella.
Le reti del definitivo 0 – 5 vengono segnate da Elena Picciafuochi e Laura Pini, entrambe entrate nel secondo tempo, a dimostrazione della forza di tutto l’organico biancorosso. Picciafuochi al 75’ è brava e lesta a sfruttare un cross dalla sinistra e con un tap-in mette a segno la sua seconda rete stagionale; mentre al 78’ Pini si fa trovare pronta sul calcio d’angolo battuto da Nencioni.

Ora le biancorosse sono chiamate al doppio impegno in semifinale contro il Real Colombo. La squadra laziale ha vinto con un netto 9 – 0 contro le calabresi dell’Azzurra 2008.  Si parte domenica 11 giugno a Roma, in casa del Real Colombo, mentre il ritorno è previsto per il 18 giugno al Pazzagli di Firenze.

“Questa squadra mi stupisce sempre di più” commenta Mister Nicoli “le ragazze sono sempre motivate, hanno una voglia incredibile di giocare, vincere e raggiungere i loro obiettivi. Tutte le giocatrici danno il proprio contributo, anche chi parte dalla panchina non si tira mai indietro. Oggi vorrei fare un plauso a Irene Mazzella che ha impreziosito un’ottima prestazione con due assist, è in grande crescita e sta tornando a giocare ad alti livelli. Ora ci aspetta la doppia sfida in semifinale contro il Real Colombo, sarà importante riuscire a segnare in trasferta, perchè in caso di pareggio varrà doppio. Siamo consapevoli di giocare contro una squadra ben organizzata, con le nostre stesse motivazioni e non sarà un match facile. Noi non ci tireremo indietro e cercheremo di imporre il nostro gioco come abbiamo sempre fatto in questa stagione.”

Il tabellino: 25’ Lotti, 68’ Nencioni, 70’ Gnisci, 75’ Picciafuochi, 78’ Pini

La formazione scesa in campo al Comunale di Bellante: Valgimigli A., Valgimigli G., Baroni (73’ Picciafuochi), Tamburini, Abati, Mazzella, Pecchia (61’ Aliaj), Lotti, Bonaiuti (64’ Pini), Nencioni, Gnisci.

La formazione del Real Bellante: Maranella, Cortellucci, Rocci, Maiorani, Di Lodovico, Cianelli, D’Innocenzo, Pomante, Locci, Ciccalè, Piccioni (82’ D’Addario).

La terna arbitrale: Direttore di gara Sig. Celani (sez. Viterbo), 1° assistente Sig. Mazzocchetti (sez. Teramo), 2° assistente Sig. Cialini (sez. Teramo)

Credit Photo: Comunicato Stampa (CF Florentia)

Catania Calcio Femminile: Serie B e azionariato popolare

Negli ultimi vent’anni, man mano che il mondo del calcio si andava trasformando in un giro di affari megamilionario più vicino ai palazzi dell’alta finanza che all’erba del campo da gioco, una pratica opposta, vicina ai veri valori di questo magnifico sport ha cominciato a diffondersi in Europa: l’azionariato popolare. Decine di iniziative che dai club più prestigiosi alle squadre locali hanno provato a rimettere al centro la figura fondamentale del tifoso, ormai ridotto a sagoma di cartone dai consigli d’amministrazione delle società calcistiche.

È successo anche a noi, nella storia più recente e triste, di assistere impotenti a scelte e pratiche societarie sciagurate e perfino criminali; il più grande patrimonio del Catania Calcio, più prezioso dei cartellini, più prestigioso del megacentro polisportivo, il suo ineguagliabile pubblico di tifosi ridotto al ruolo di antagonista, nemico!

Non è questo il nostro calcio, lo ripetiamo da anni: il calcio moderno, delle SPA, dei diritti televisivi, degli stadi vuoti e degli abbonamenti a Sky NON è non sarà MAI il nostro calcio.

Il NOSTRO calcio è popolare, si gioca allo stadio come nelle strade, il nostro calcio è di chi LO AMA davvero.

Per questo adesso che si presenta un’occasione irripetibile di tornare a essere protagonisti dei nostri colori, di mettere al loro servizio tutto il nostro sostegno e tutto il nostro cuore rossazzurro VI INVITIAMO a partecipare con noi alla GRANDE CAMPAGNA DI SOTTOSCRIZIONE POPOLARE del CALCIO CATANIA FEMMINILE!

Queste straordinarie ragazze, che abbiamo conosciuto personalmente e sostenuto nelle ultime fasi del campionato, hanno regalato alla nostra città una PROMOZIONE in B, conquistata macinando km sul manto erboso, con sudore e coraggio , lavorando con umiltà e orgoglio per consegnare questo traguardo ai catanesi. Nessun alloro, solo qualche trafiletto per un’impresa invece entusiasmante, che ci ha ripagato dello spettacolo deprimente e mortificante offerto dai loro colleghi maschi in questa stagione.

Noi crediamo in queste atlete tanto quanto crediamo in questi colori: facciamo in modo che non debbano rinunciare al loro sogno, che la nostra città non perda questa occasione, spingiamo questo bellissimo CATANIA in B!

*Le quote, libere, potranno essere versate presso il conto della società A.S.D. Femminile Catania – IBAN IT 96J01030 16919 00000 1118471.
I nomi dei sottoscrittori saranno pubblicati ed entreranno a far parte del progetto “Cresci col Catania femminile”.
Massima trasparenza e correttezza garantite!

Credit Photo: Catania Calcio Femminile Facebook

Festa promozione Pink Bari: i ricordi piu’ belli delle protagoniste

Grande serata di tripudio e festeggiamenti al lido Torre Quetta sito nel capoluogo pugliese dove si è reso omaggio alla straordinaria promozione della Pink Bari nella massima serie, dopo un solo anno di permanenza nella cadetteria.

Presenti al gran completo tutto lo staff societario a partire dalla presidente Alessandra Signorile: “Ringrazio le calciatrici per aver conquistato l’ambito traguardo, tutto il team che ha lavorato al raggiungimento di questa impresa, nonchè l’Amministrazione comunale di Bitetto, il Campo dei fiori sede degli allenamenti e lo storico tifoso Antonio Cioce per il supporto dato alla squadra”.

Il team manager Isabella Cardone d’accordo con il Presidente ha ufficialmente confermato che sarà ancora Roberto D’Ermilio a guidare le biancorosse il prossimo anno, partendo dal presupposto che la squadra che vince non si cambia. Il mister, a tal proposito, ha ironicamente dichiarato che : “Era entrato negli spogliatoi femminili con i capelli grigi e se n’e’ uscito con i capelli bianchi”.

La stessa dirigente barese ha inoltre donato simbolicamente al capitano Jenny Piro un paio di scarpe, dando seguito ad un rito scaramantico, dopo che lo scorso anno Lucia Strisciuglio, a seguito di una scommessa si era appropriata delle calzature portafortuna, segnando una rete dopo averle indossate per la prima volta. Dovuti ringraziamenti da parte del pubblico presente ai preziosi collaboratori del team, dal responsabile ufficio Comunicazioni Malu Bobo De Giglio, all’allenatore della Primavera Donato Liso, al preparatore dei portieri Geso Strambelli, al preparatore atletico Giovanni Di Gennaro e alla dott.ssa Chiara Marini.

Sul palco sono salite poi tutte le ragazze della prima squadra che si sono brevemente soffermate sul ricordo piu’ bello vissuto in stagione.

Ilaria Capitanelli ha indicato l’esordio in serie B del 4/12 in trasferta contro il Grifone Gialloverde, per Marika Bitetto il debutto in prima squadra con il Latina, per Giovanna Buono la prima partita di campionato coincisa con la rete del 7-1 alla Roma XIV; per Francy Sforza la gara di Coppa Italia con il Salento Women; per Noemi Montemurro e Alessia Maffei la prima gara giocata con la maglia biancorossa; per Martina di Bari, Roberta Ruscitto eMayra Marino invece il ricordo piu’ bello è coinciso con la vittoria del campionato.

Lucia Ceci, a tal proposito, ha dichiarato che le emozioni che ricorderà piu’ a lungo sono da rinvenirsi nella rete realizzata nello spareggio e nel rigore sbagliato, probabilmente perchè un evento negativo poi superato dal risultato ottenuto, diventa piacevole da ricordare, come giustamente sottolineato dal cabarettista e chitarrista Antonello Vannucci; dopo l’errore dal dischetto la stessa calciatrice ha inoltre aggiunto che non ha pensato a nulla di particolare se non augurarsi che qualche avversario sbagliasse a sua volta il penalty.

Doveroso omaggio a Veronica Cangiano autore dell’ultimo rigore decisivo segnato con freddezza che ha sostenuto che in quei momenti ha pensato solo dove tirarlo, mantenendo alta la concentrazione; applausi a scena aperta per la colonia siciliana Giusy BassanoNoemi Manno e Antonella Marrone, autentiche protagoniste della stagione, le prime due in fase realizzativa, l’ultima nella retroguardia difensiva.

Per Lucia Strisciuglio il ricordo piu’ piacevole coincide con la rete del 3-1 alla Roma nell’ultima di campionato dove afferma che tutta Bitetto è esplosa; per la tarantina Francesca Quazzico il momento piu’ esaltante della stagione è stato il secondo goal siglato alla Roma all’ultima giornata del campionato regolare; per Angelica Parascandolo la gioia piu’ grande è stata la rete siglata nella gara di andata alla Lazio Women; per la miss Debora Novellino, impossibile dimenticare la pallonata presa in viso durante una partita; per il portiere Roberta Aprile una grande emozione il rigore parato a Castiello nella gara della promozione, precisando : “ho i miei metodi che ha insegnato il mister”.

Il capitano Jenny Piro ha indicato nella partita di Pescara e nella gara vinta il 19/3 con il Napoli Carpisa per 3-2 in rimonta, dopo aver terminato il primo tempo in svantaggio per 0-2 i momenti salienti dell’intera stagione; doccia gelata infine per i tifosi biancorossi quando Marina Rogazione, anima e cuore della Pink, ha pubblicamente dichiarato di non sapere se il prossimo anno continuerà a giocare; ricordiamo che la storica bandiera delle biancorosse, dopo un periodo di ritiro forzato per studio all’estero era rientrata a Gennaio nella rosa, contribuendo con la sua esperienza ed i suoi preziosi goal alla conquista della promozione. Nelle prossime settimane sarà pertanto sciolta la riserva sul suo futuro, nel frattempo spazio al meritato riposo per tutta la squadra della Pink in attesa del prossimo impegnativo campionato di serie A, con l’obiettivo primario di cercare di mantenere la categoria appena conquistata.

Credit Photo: Pink Bari Calcio Femminile – Facebook

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