Dopo circa tre anni di lavoro, la Juventus FC qualche settimana fa ha presentato, con annessa conferenza stampa, la prima squadra femminile, che si chiama Juventus Women. La Juventus Femminile di serie A insomma.
E fino a qui è tutto abbastanza noto. Tutto semplice e prevedibile: conferenza stampa con una certa diffusione sui media e sui social, con la logica presenza del bravo dirigente preposto Stefano Braghin che si occuperà di tutto quel segmento (comprese le già presenti rose del settore giovanile, ecc), con la presenza della allenatrice Rita Guarino (ex giocatrice, torinese doc e tifosa Juventina da sempre), e via così. Una squadra che, nonostante qualche lamentela di altri club, è stata costruita con un mercato ambizioso e aggressivo, con ottimi acquisti per arrivare subito molto in alto, più in alto che si può.
Quello che però forse molti tifosi non sanno, è che la Juventus femminile esisteva già, e non è affatto quella di cui stiamo parlando in queste settimane . Purtroppo no.
Fin dal 1978 infatti, nella città di Torino esiste l’Associazione Sportiva Dilettantistica Femminile Juventus Torino (dove “Torino” sta solo per denominazione della città, perché esiste anche un Torino femminile, tanto per capirci).
Allora qualche lettore, colpito magari da uno stato di strano disagio e un senso di leggera confusione, si chiederà giustamente se le due società bianconere sono in qualche modo collegate tra loro. La risposta è no. Assolutamente no. La Juventus Women di cui tanto si parla in questi giorni, anche grazie ai frizzanti risultati delle prime apparizioni, è stata costruita di sana pianta attraverso l’acquisto del titolo sportivo del Cuneo, che aveva comunicato l’intenzione di disimpegnarsi dalle onerose attività della prima squadra (che l’anno scorso militava in serie A).
In realtà si sarebbe potuto fare qualcosa di simile con il Luserna, con cui già vi era un fortissimo legame per le giovanili, ma purtroppo la scorsa stagione è retrocesso, ed evidentemente Andrea Agnelli e compagnia cantante volevano partire con una nuova squadra, in A fin da subito.
Oppure, magari, si poteva fare qualcosa di analogo proprio con l’Associazione Sportiva Dilettantistica Femminile Juventus Torino (dove, tra le altre cose, proprio la Guarino giocò ai suoi tempi) ma anche questa purtroppo milita in serie B, e dalle parti della Continassa evidentemente non c’era voglia di costruire e di soffrire, e si è preferito prendere una velocissima scorciatoia.
E così il pasticciaccio è servito, perché ora esistono due Juventus Femminili nella città di Torino, di cui una è la più bella, giovane e ricca, mentre l’altra è la sorellina piccola, povera e sfigata, che continuerà a vivere e lottare tra mille difficoltà. Ora, non ci sono dubbi che tra le due, quella che ha più autorevolezza morale di chiamarsi Juventus è quella nata nel 1978, non certo quella nata nel 2017 per motivi squisitamente commerciali.
Se i veri tifosi della Juventus vogliono seguire e tifare la Juventus femminile, devono imparare a soffrire per le travagliate imprese sportive dell’Associazione Sportiva Dilettantistica Femminile Juventus Torino, perché tutto il resto a tinte bianconere è solo volgare marketing privo di storia e di passione (fatto salvo chi sta in panca e chi scende in campo, perché “quelle” passione ne hanno sempre da vendere).
Questa piccola società torinese, a cui dobbiamo imparare a voler bene, ha una squadra decisamente meno scintillante, che però indossa la maglia bianconera, ed è nata dalla passione di tifosi bianconeri in tempi lontani in cui del calcio femminile non parlava nessuno.
La storia è la storia, e bisogna imparare a portarne ed indossarne il peso. E in questo caso non è una storia fatta di grandi trionfi, purtroppo.
Cara Associazione Sportiva Dilettantistica Femminile Juventus Torino, spero di rivederti in Serie A prima o poi. Forza Juve!