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Nasce il primo campionato di calcio femminile in Arabia Saudita

Il calcio femminile arriva ufficialmente in Arabia Saudita con la creazione e nascita di un campionato, la Saudi Women’s Football League (WFL).

La lega include più di 600 giocatrici e 24 squadre, presenti anche in città come Riyadh, Jeddah and Dammam. Il campionato è gestito dalla Saudi Sports for All Federation (SFA) con l’obiettivo di incoraggiare e supportare le donne per svolgere un ruolo importante nella comunità tramite lo sport.
Il premio finale per la squadra vincitrice della competizione è di 500.000 riyal sauditi, pari a poco più di €110.000.

“Questo è un giorno molto felice per tutti gli atleti, maschi e femmine – ha detto il coach e giornalista sportivo, Abdullah Alyami, al sito Arab News – E sulla base di ciò che abbiamo visto e di quanto sia amato il calcio in tutto il Regno, credo che vedremo molte altre nostre sorelle impegnate nello sport professionistico”.

Era solo il 2018 quando venne concesso alle donne di guardare il calcio negli stadi per la prima volta. Ora, due anni dopo, le donne hanno un vero e proprio campionato da giocare. La competizione avrebbe dovuto iniziare a marzo 2020, ma a causa del COVID-19 tutto è stato rimandato a novembre dello stesso anno.
Credit Photo: https://wfl-sa.com/

Concita Ferla, Santa Lucia Siracusa: “Qui progetto ambizioso, la Serie C nei nostri obiettivi futuri”

Nell’ Eccellenza sicula il Santa Lucia Siracusa si sta ritagliando uno spazio importate. La società siciliana, cara al presidente Simone Di Stefano, è nata nell’estate del 2019 raggiungendo subito un livello competitivo. La squadra neroverde, allenata da Luigi La Rosa e Luciano Burgio e capitanata da Simona Guardo, è infatti al suo secondo anno di vita. Uno dei perni della società è la dirigente Concita Ferla, originaria di Palazzolo Acreide, sempre vicina alla squadra dalla sua nascita datata estate 2019, che abbiamo raggiunto per qualche una breve intervista sulla realtà sicula.

Concita come e quando ti sei appassionata al mondo del calcio?
“No, in realtà non è da molto tempo che seguo il calcio. Per via del mio lavoro mi sono avvicinata a questo sport partendo da una squadra professionistica, il Siracusa. Questa esperienza mi ha fatto amare sia il calcio giocato che quello dietro le quinte”.

Ti sei avvicinata al mondo del calcio all’interno della società maschile del Siracusa come è andata?
“Come dicevo prima per motivi di lavoro ho avuto contatti con dirigenti e presidente del Siracusa Calcio, poi insieme ad altri colleghi abbiamo presentato un progetto di marketing che è piaciuto molto e sono entrata nel mondo del calcio professionistico di Lega Pro con l’incarico di direttore commerciale”.

Che ricordi hai di quel periodo, la tua passione si è rafforzata ancora di più?
“Si, una bellissima esperienza che mi ha permesso di confrontarmi anche con altre società importanti come la Reggina, attualmente in Serie B, ho avuto modo di seguire molti corsi di formazione a Coverciano che mi hanno permesso di crescere professionalmente e personalmente. Sono stata, cosi, completamente assorbita da questo mondo con mio grande stupore, e come per i grandi amori questo mi ha dato il coraggio di buttarmi in una nuova e difficile sfida che è il calcio femminile a Siracusa”.

 Siracusa Santa Lucia

Concita Ferla

Il passaggio al femminile è datato ‘estate del 2019. Cosa ti ha spinto a sposare il progetto?
“Un po’ per i Mondiali di calcio femminile, che mi hanno entusiasmato molto, un po’ spinta dai miei colleghi del Siracusa Calcio. Ha influito anche il mio carattere da sognatrice, cosi ho deciso di farmi coinvolgere in questa nuova ed affascinante avventura”.

Come è stato il passaggio tra maschile e femminile?
“Non è stato traumatico dal punto di vista dei rapporti, qui è più facile integrarsi e legare con le ragazze, abbiamo una bella sintonia e questo ci aiuta molto; mentre il mondo maschile è ancora pieno di preconcetti, e non è facile muoversi all’interno della società essendo tutta proiettata al maschile”.

Come è andata la scorsa stagione per la squadra e dal punto di vista societario?
“Il nostro obiettivo era giocare bene e misurarci con questo nuovo sport e questa categoria tutta nuova per noi. Alla fine abbiamo centrato le prime posizioni della classifica, e devo dire che è stata una grande soddisfazione soprattutto per le ragazze. Se il Covid non ci avesse fermato non so come sarebbe andata, magari avremmo vinto il campionato. Noi come società vogliamo in primis che le ragazze si divertano sempre, questo è il nostro spirito, e se il primo obiettivo è fare bene da ogni punto di vista il secondo è sicuramente vincere”.

Quest’anno che obiettivi avevate?
“Facendo tesoro degli errori della scorsa stagione, l’obiettivo di quest’anno è molto ambizioso e puntiamo in alto ma dobbiamo ancora lavorare. Abbiamo una rosa di giocatrici che costituisce il nostro zoccolo duro, ma quest’anno abbiamo voluto fare degli innesti che ci permettono di migliorare qualche handicap che avevamo l’anno scorso. Molte di queste sono ragazze giovanissime e che si sono integrate con le altre di maggior esperienza”.

Come avete vissuto la fase di stop della scorsa primavera e come state vivendo questa?
“Non molto bene. Eravamo pronti carichi e lo stop ci ha un po’ demoralizzati. Poi una ripartenza ci dato la speranza, ma adesso stiamo cercando di stare uniti aspettando che la situazione migliori e si possa tornare alla normalità”.

Come sta crescendo il calcio femminile in generale nella tua regione?
“Devo dire che il calcio femminile che sta crescendo sempre più, in termine di numeri e attenzione del pubblico e dei media in generale. Ci sono alcune società che cominciano a parlarne nel nostro territorio, mi auguro poi che nascano sempre più scuole calcio”.

Matteo Ingrosso, Responsabile Organizzativo Riccione Femminile: “Siamo una delle poche società di categoria con un protocollo interno anti Covid”

Il Dipartimento calcio femminile della LND con comunicato numero 34 ha ufficializzato l’annullamento delle competizioni della Coppa Italia di serie C e della fase nazionale del campionato Juniores, stabilendo la ripresa del campionato al 24 Gennaio 2021 e la disputa dei recuperi nelle date del 10 e 17 Gennaio con il relativo calendario che sarà ufficializzato con successive comunicazioni.

Ne parliamo con il dirigente romagnolo Matteo Ingrosso, responsabile organizzativo della prima squadra nonchè della juniores regionale.

Ciao Matteo, un commento sulla decisione di riprendere il campionato a Gennaio

“La decisione intrapresa dalla Lnd è un per certo verso giusta perché ricominciare a giocare da Gennaio consentirebbe alle squadre di poter completare la stagione agonistica ma allo stesso tempo rimane incompleta perchè restano diverse incognite, in quanto, al momento, non è stato ancora adottato un protocollo per la categoria, essendo assente alcun obbligo di prevenzione e tutela sanitaria nei confronti delle atlete”.

Annullamento della fase nazionale del campionato juniores

“La scelta appare quanto mai saggia ed inevitabile ma occorre trovare delle soluzioni perlomeno per far ripartire la fase regionale, consentendo alle giovani ragazze di disputare anche un numero di partite superiori alle 10 previste. Si potrebbe adottare una soluzione che consentirebbe di disputare gare di Coppa ed altre di campionato, un’idea che garantirebbe alle atlete di fare esperienza e proseguire il percorso di crescita, aspetto fondamentale per la loro età, dopo i numerosi stop forzati di questa stagione”.

Programmi di allenamento

“Continueremo a seguire ed osservare le linee guide del Dpcm, sostenendo allenamenti di gruppo a distanza o individuali, consentendo alle ragazze di poter scegliere la modalità, se da casa o al campo sportivo, pur consapevoli del mancato utilizzo degli spogliatoi; almeno nelle prossime due settimane continueremo su questa linea d’onda, rispettando la tabella stilata dal nostro preparatore atletico Manzaroli, proponendoci purtuttavia di effettuare un richiamo generale della squadra in prossimità della ripresa delle gare”.

Analisi della stagione della prima squadra

“Non siamo stati affatto fortunati in questo avvio di stagione, siamo stati costretti a giocare in formazione rimaneggiata senza diverse pedine importanti, pur apprezzando chi è sceso in campo per onorare la maglia; possiamo e dobbiamo fare meglio con l’auspicio di poter contare finalmente sulla quasi totalità della rosa in organico”.

Il protocollo Covid in casa Riccione

“Siamo state una delle prime società sportive ad aver adottato nella categoria un protocollo interno con test sierologici, uso di mascherine, gel e sanificazione degli ambienti; lo scorso 13 Novembre, su indicazione del nostro medico sociale, il dott. De Siena, abbiamo effettuato dei test sierologici collettivi su 40 persone del gruppo con esiti tutti negativi; purtroppo in settimana si è verificato il primo caso di positività al Covid di una nostra tesserata e a tal proposito abbiamo subito provveduto, come da protocollo, ad avvisare l’Asl, provvedendo allo stop di ogni attività sportiva all’interno dell’impianto nonché a far effettuare i tamponi alle persone venute in contatto con il soggetto positivo con gli esiti dei test che per fortuna sono risultati negativi”.

Credit Photo: Asd femminile Riccione

Calcio, intervista ad Umberto Calcagno, il nuovo presidente dell’Associazione calciatori

Umberto Calcagno è il nuovo presidente dell’Associazione calciatori. Lo ha appena eletto l’assemblea Aic a Milano, come successore di Damiano Tommasi. “Dopo esser stato calciatore e aver vissuto tanti anni nell’Associazione, questo e’ il coronamento di un sogno”, ha detto Calcagno. Eccolo appena eletto in un’intervista a Repubblica:

STIPENDI – «Quello degli stipendi è uno specchietto per le allodole: chi negli ultimi 10 anni ha fatto scelte sbagliate le paga oggi. Va bene ridurre i costi, ma non sento mai parole come progettualità e sostenibilità».

DISTRIBUZIONE RISORSE – «La sensazione è che il sistema sia capace di generare nuova ricchezza. Ma la vera sfida è capire come ridistribuire queste risorse. Non dobbiamo ostacolare lo sviluppo della nuova Champions, ma monitorare sì: anche il negoziato dei diritti tv in Serie A. Va tutelato il sistema solidaristico: in caso di retrocessione non può esserci la morte del club. E i calciatori della Nazionale hanno già donato 4 milioni al fondo di solidarietà dei calciatori».

CLUB IN RITARDO PER PAGARE GLI STIPENDI – «Non è vero. Più della metà dei club professionistici paga mese per mese e a fine ottobre aveva già versato anche settembre: si deve partire da questo».

102 CLUB PROFESSIONISTICI – «Il perimetro non deve deciderlo una riforma dei campionati, ma norme certe sulle iscrizioni, che dicano chi può fare calcio e chi no. Basta casi come quello del Trapani, che appena iscritto in Serie C quest’anno non aveva la forza per fare il campionato: norme per iscriversi larghe come quest’anno, in futuro minerebbero la regolarità dei campionati».

MENO GIOVANI – «Il rischio è concreto: questa fase amplifica il problema già diffuso dell’abbandono adolescenziale. Il vincolo sportivo è stato un altro ostacolo: oggi i decreti sul lavoro sportivo aumenteranno la professionalizzazione, ma insieme servono sgravi fiscali per tutelare le società dilettantistiche. Formula che aiuterà anche il professionismo nel calcio femminile».

CALCIO FEMMINILE – «Col professionismo ci sarà un salto di qualità. Ora però la questione riguarda la base: il numero di ragazze e bimbe tesserate è in grande aumento. Pochissimi anni fa molti genitori ostacolavano le ragazzine, mia figlia ha giocato per quattro anni e ho notato la difficoltà di altri genitori a percepirla come un’ambizione. Ma oggi le calciatrici di A offrono un modello eccezionale».

Credit Photo: goalsicilia.it

La giocatrice che rifiuta l’omaggio a Maradona: “Era un molestatore”

La morte di Diego Armando Maradona della scorsa settimana ha scosso il mondo intero e non solo quello calcistico. Il suo talento è sicuramente innegabile, difficilmente si ripeterà nella storia, ma ciò che si cela dietro al giocatore è dalla dubbia morale. Molti hanno celebrato il calciatore, ma non certamente la sua persona. Proprio per questo motivo, Paula Dapena non ha reso omaggio al Pibe de Oro.

L’accaduto è successo in una partita amichevole tra Deportivo Abanca ed il Viajes Interrias FF, la sua squadra. La giocatrice si è sempre contraddistinta per le sue battaglie femministe in giro per i campi spagnoli. Un giorno sogna anche di diventare insegnante per far recepire ai bambini il suo messaggio. Come quello della Cidade Deportiva de Abedongo, teatro del match in questione. Nel consueto minuto di silenzio, Dapena ha rivolto le spalle alla tribuna sedendosi per terra in segno di protesta. Opposizione contro un calciatore “con spettacolari qualità e abilità calcistiche”, ma anche uno “stupratore, pedofilo, un putt*niere e molestatore”.

La giocatrice continua: “Per essere un giocatore, devi avere dei valori al di là delle qualità. Sia che abbia segnato gol o vinto una Coppa del Mondo, la sua storia di abusi non può essere dimenticata”. Il fatto paradossale è che sia morto proprio il giorno contro la violenza sulle donne. “Per le vittime di violenza non è stato osservato alcun minuto di silenzio. Quindi non ero disposta ad osservare un minuto di silenzio per un aggressore e non per le vittime”. Paula non è stata l’unica ad appoggiare la causa: anche il suo allenatore e le sue compagne hanno sostenuto la tesi, seppur in modo diverso. “Lo avevo già detto alle mie compagne nel tunnel, come mi sarei comportata in campo. Quando l’ho spiegato al mio allenatore all’intervallo, ha capito e ha sostenuto le mie motivazioni”.

Serie A Femminile, posticipo: Lazio, riscatto e podio. Ora comanda il Montesilvano

Riscatto Lazio nel posticipo della sesta giornata della regular season di Serie A Femminile. Le biancocelesti archiviano gli stop con Montesilvano e Statte mostrando i muscoli al Cagliari: al PalaGems Alessia Grieco è la protagonista assoluta, con due reti per tempo e un poker da urlo. Il definitivo 9-2 porta le ragazze di Chilelli momentaneamente al terzo posto, insieme all’Italcave Statte; sarde sempre ferme a tre.

LA SITUAZIONE vede in testa il Montesilvano di Lucileia (già 12 reti all’attivo) a punteggio pieno. Anche il Città di Falconara ha vinto tutte le partite fin qui disputate, ma è seconda a una lunghezza dalle pescaresi a causa del punto di penalizzazione. Nella sesta giornata, spicca il sorprendente blitz di un Bisceglie che passa a Gorgonzola superando il Kick Off e la bella sestina di uno Statte da clean sheet col Granzette.

Credit Photo: https://www.divisionecalcioa5.it/

Stephanie Frappart, il primo arbitro donna in Champions League

La consapevolezza delle donne nel mondo del calcio passa anche attraverso gli arbitri. Sempre più ragazze stanno intraprendendo la carriera da direttrice di gara arrivando anche ai massimi livelli. Un esempio più che plausibile è Stephanie Frappart. L’arbitro francese, in occasione di Juventus-Dinamo Kiev, sarà la prima donna ad arbitrare una partita di Champions League.

Non è la prima volta che la nativa di Herblay registri un record. Nell’aprile del 2019 è stata la prima arbitra a dirigere un match della massima serie francese. Match che l’ha portata a scendere in campo in occasione della finale della Supercoppa Europea del 2019. Un Liverpool-Chelsea a dir poco rovente che la ragazza d’Oltrealpi ha tenuto egregiamente. Con questa assegnazione, la sua storia divenne leggenda ed iniziò a fare il giro del mondo. Nell’edizione in corso di Europa League, è stata ancora una volta lei a mettere la divisa nella sfida tra il Leicester e lo Zorya. Anche Granada-Omonia Nicosia, incontro della scorsa settimana, ha visto Stephanie Frappart coordinare il confronto. Tutta una serie di record a livello internazionale e non che hanno portato la direttrice di gara a livelli esorbitanti.

Anche le massime competizioni mondiali hanno fatto affidamento sulle sue capacità. Dai Mondiali femminili del 2015 fino agli Europei di calcio femminile del 2017, fino ad arrivare alla finale del Mondiale U-20 del 2018. Sorprende non solo per l’essere donna, ma anche per la sua giovane età e per il ruolo che ricopre. Ad appena 37 anni è una degli arbitri più giovani che siano mai arrivati a questi palcoscenici e speriamo che possa crescere sempre di più per aiutare le sue colleghe.

Pablo Wergifker, coach Como Women: “La partita è stata molto combattuta, ma noi siamo state migliori in campo”

Pablo Wergifker, tecnico del Como Women, ha commentato ai microfoni di Tuttocampo l’importante vittoria per 2-1 contro il Pomigliano. Tre punti fondamentali, che hanno mandato in vetta la squadra lombarda. Queste le sue parole:

La partita è stata molto combattuta, loro sono una squadra che punta tutto sull’agonismo e sul gioco, una squadra molto ben fatta e molto equilibrata, ma per fortuna noi siamo state all’altezza della partita.”

Siamo state migliori in campo, anche se loro volevano farci male. Hanno però potuto poco, noi abbiamo fatto solo due gol e potevamo farne molti di più. Una prova molto matura della mia squadra, siamo contenti della vittoria che ci mette prime in classifica con qualche partita in più, ma ce la godiamo comunque.”

Articolo di App Tutto Calcio Femminile 

Photo Credit App Tutto Calcio Femminile 

Melania Martinovic, Florentia San Gimignano: “Tutto quello che sono è frutto dei miei sacrifici. Vogliamo fare meglio della passata stagione”

“Se ad oggi non mi è arrivata la chiama della Nazionale significa che devo fare di più”. Melania Martivonic, bomber del Florentia San Gimignano, risponde così alla domanda sulla possibilità di raggiungere in futuro la nazionale. L’atleta romana nella passata stagione è stata ad un passo dalla convocazione. La scelta finale di non portarla provocò non poche polemiche nei confronti della CT Milena Bertolini. “Al Florentia mi sento a casa. Ciò che imparo e che mi trasmettono qui mi consentirà di migliorarmi” afferma la numero 9 toscana.

Dove e quando nasce la tua passione per il calcio?
Sono cresciuta giocando a calcio nel parco sotto casa con i miei amici e solo un’altra mia amica. Tra ginocchia sbucciate e qualche discussione perché non voglio mai perdere, passavo lì tutti i pomeriggi della mia infanzia, senza mai saltarne uno. Era una droga per me, uscivo da scuola e chiedevo a mamma di portarsi già la merenda dietro. La mangiavo nel tragitto per tornare verso casa, così non avrei perso nemmeno un minuto in più per giocare. Ricordo che si faceva sempre tardi, diventava buio, e soprattutto in inverno faceva freddo, ma non andavo via da quel parco finché mia mamma arrabbiata per l’orario non era costretta a venirmi a chiamare.

Cosa ti diceva?
“Non ti basta mai”; me lo ripeteva ogni santo giorno che non ne poteva più di dover scendere a chiamarmi affinché io tornassi a casa. Mi sono formata così, con quei “non ti basta mai” e quei miei amici a cui devo la calciatrice che sono oggi.

Quand’è stato il momento in cui hai detto a te stessa “io farò la calciatrice”?
Ad oggi posso dire con certezza che non l’ho mai pensato, ce l’ho sempre avuto dentro.

Ti saresti mai immaginata di arrivare fin dove ti trovi ora?
Tutto quello che sono, tutto quello che ho costruito nel tempo, è frutto del duro lavoro, dei sacrifici fatti ogni giorno per riuscire a portare avanti e coltivare la mia passione, anche quando nessuno intorno a me ci credeva. Nessuno tranne me.  Vivo il calcio come un lavoro a 360 gradi, come uno stile di vita, e l’ho sempre vissuto così: non ci sono eccessi, sgarri di troppo, il mio obiettivo è riuscire ad arrivare sul campo nella miglior forma possibile, e lavoro ogni giorno per questo.

Quest’estate diverse società hanno espresso la volontà di acquisire le tue prestazioni ma poi hai rinnovato col Florentia. Segno che ti trovi molto bene in neroverde?
Qui mi sento a casa, l’ho ripetuto più volte e continuo a ribadirlo, l’affetto che ricevo dai tifosi, le cose che apprendo grazie al lavoro dello staff tecnico, sono per me dei capisaldi importanti per continuare la mia crescita calcistica e puntare ad alzare l’asticella ancora di più dello scorso anno.

Proprio rispetto allo scorso anno, quanto è cambiata la squadra?
L’ossatura è rimasta quella, alla quale si sono aggiunti innesti veramente importanti.

E quali sono i tuoi obiettivi personali?
Il mio obiettivo personale è sicuramente quello di migliorare la stagione passata.

L’anno scorso sei stata ad un passo dalla convocazione in Nazionale, poi Bertolini non ti ha chiamata. Proverai a convincerla nuovamente in questa stagione?
Io ce la metto tutta, lavoro duramente ogni giorno senza risparmiarmi mai e spero di avere l’opportunità prima o poi di vestire la maglia della nazionale. Continuerò a fare di più per raggiungere il mio obiettivo.

Anche il calcio femminile sta facendo i conti col Covid. Secondo te quanto ha inciso la pandemia sullo sviluppo del movimento?
Sicuramente ha inciso, così come ha inciso su ogni campo della vita di ciascun cittadino, però con le giuste precauzioni di noi atlete e degli staff, si può continuare a crescere comunque.

C’è un calciatore (o una calciatrice) a cui ti ispiri particolarmente?
Io sono cresciuta ammirando Filippo Inzaghi, anche se mi paragonano di più a Dzeko. Tra le donne il mio idolo indiscusso è Daniela Sabatino, pazzesca!

Chi è Melania Martinovic fuori dal campo?
Melania è una ragazza semplicissima che ama la vita e la vive appieno in tutte le sue forme. Sono tutt’altra persona rispetto a quella sul campo da gioco, dove la competizione, la voglia di arrivare, la fame, la grinta prendono il sopravvento. Fuori dal campo sono una ragazza normalissima, scherzo di continuo anche se allo stesso tempo ho un carattere molto forte e deciso. Mi ritengo una ragazza altruista, umile, disponibile.

Cosa vedi nel tuo futuro? Dove vorresti arrivare?
Il mio futuro sarà il frutto del mio presente, per cui piuttosto che pronosticarlo, mi piace di più costruirlo di giorno in giorno, senza nascondere assolutamente di puntare in alto come sempre!

Credit Photo: Federica Scaroni

Ada Hegerberg, Olimpique Lione: “Concentrata solo sul mio ritorno”

“Voglio solo prendere il mio tempo. Cerco di dare il massimo ogni giorno, per rimanere concentrata e andare avanti”. Queste le parole di Ada Hegerberg intervistata dall’Equipiere. Dopo la rottura del crociato nel gennaio del 2019, la norvegese non è scesa in campo per parecchio tempo ed ora sta per tornare in azione. “Voglio essere sicura che quando tornerò, sarò davvero pronta. Mi serve tempo affinché l’osso si solidifichi, devo ascoltare il mio corpo. Se devo aspettare ancora un po’ lo farò. Quando tornerò non sarò la stessa donna e la stessa giocatrice”.

Interrompere la tua passione per oltre un anno non è mai facile. “È molto strano. A poco a poco, mi sono sentita come se stessi perdendo la mia identità. Stare fuori dal campo per così tanto tempo è una sfida mentale e ora sono destinata ad essere diversa. In ogni caso, sto facendo del mio meglio per tornare ancora più forte”, afferma l’attaccante del Lione.

La giocatrice ha rilasciato qualche giudizio anche sui campionati esteri come quello inglese. “Le britanniche fanno un ottimo lavoro nel promuovere il campionato e per questo vorrei dire “chapeau”. Ci sono sempre più grandi club che investono nella sezione femminile. Abbiamo bisogno di questo”. Ma rimane un po’ stizzita dai commenti di molti che decretano la FWSL il miglior campionato al mondo. “Non so quali siano i criteri per questo. Quello che vedo è che abbiamo vinto la Champions League negli ultimi cinque anni. Questa è la cosa più importante per me”.

I Mondiali del 2019 hanno dato una grande spinta al calcio femminile, ma l’entusiasmo sembra sia già svanito. “Delusa? No, perché l’ho già sperimentato nel 2015 in Canada, so come funziona. Speriamo sempre la stessa cosa, ma il brusio scompare subito dopo la ripresa dei campionati”. Ed Ada offre delle possibili soluzioni. “Dobbiamo produrre buone partite in buoni stadi. Ogni club ha la responsabilità di mostrare un ottimo prodotto. Se accendi la TV e vedi un terreno marcio, non ti viene voglia di guardare ed anche il gioco ne risentirà. Ci sono terreni in D1 che inaccettabili. Le condizioni devono migliorare. Non puoi costringere le persone a guardare le partite, ma puoi farle desiderare”.

Con l’infortunio parzialmente messo alle spalle, è ora di pensare anche al contratto in scadenza nel 2021. “Per il momento sono concentrata sul mio ritorno. Sono fortunata ad avere ottimi agenti che si prendono cura di tutto questo. La mia priorità è tornare pienamente in squadra. Sono consapevole di quanto sono fortunata ad essere a Lione. Non mi piace parlare di altri club, soprattutto quando ho un contratto che dura fino al 2021”. Ed un trasferimento all’estero non appare così improbabile. “Che sia nel 2021 o dopo, non ho paura di nulla. Conosco i miei valori, non avrò mai paura di provare qualcosa di nuovo. La cosa più importante è vincere”.

Per concludere, si parla di futuro calcistico in casa Hegerberg. “Dobbiamo raddoppiare tutto ciò! [Ride] Per ora, voglio solo divertirmi a ritoccare la palla e tornare in campo con la mia squadra. Non vedo l’ora di riscoprire la sensazione di lavorare duro per un obiettivo. Voglio davvero tornare al livello più alto, segnare più gol possibili e puntare ai titoli individuali e collettivi!”

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