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La Juventus cade a Lione: 3 a 1 per le Francesi, in gol Staskova, ma onore alle ragazze di Montemurro

Allo Stadium Olympique Lyonnais la Juventus cerca la qualificazione alle semifinali di Champions League, per un impresa storica ma sopra tutto eroica, ma in virtù dell’andata a Torino le bianco-nere si giocano a viso aperto novanta minuti di fuoco: per entrare nella storia del calcio femminile d’ Europa.

Joe Montemurro schiera un 4-3-3 molto chiuso, con Peyraud tra i pali, Boattin-Sembrant-Gama con la new entry Lenzini a destra, Rosucci-Junge Pedersen e Cernoia centrali, ed il tridente classico con Bonansea-Girelli e Hurtig in avanti.

Il Lione invece propone un modulo speculare ma più aggressivo, con Endler in porta, Bacha-Renard-Buchanan e Mbock Bathy nelle retrovie, Macario-Egurrola e Horan centrali e Malard-Hegerberg-Cascarino all’ attacco dove cercherà di ribaltare la sconfitta subita nell’andata.

La pioggia la fà da padrona sul rettangolo di gioco dello stadio OL, dove al fischio di inizio sembra cadere copiosa come era attesa da tutto il pomeriggio, portando ulteriore peso su una gara già fin troppo pesante. La Juve, in maglia nera, attacca da destra verso sinistra ed il primo spunto di gioco arriva da Ada Hegerberg che dopo appena trenta secondi calcia a lato, ma le bianconere tengono bene il campo e sembrano essere entrate con il giusto piglio. Partita non semplice, il pubblico francese sugli spalti carica le transalpine, e ci sarà da soffrire. Risponde bene Cernoia, che con la sua specialità dalla bandierina del corner la mette dentro per Girelli, ma interviene il portiere del Lione che sventa ogni il pericolo. In un possesso di palla presso ché identico ad avere le occasioni più ghiotte sono le padrone di casa ma le italiane tengono bene il campo: soffrono ma non demordono.

Al 22’gran cavalcata a sinistra di Bonanasea, lancio perfetto centrale per Hurtig, che fronte porta trova la il polpaccio del terzino: a portiere spiazzato. Gara molto vivace e ricca di scambi di fronte molto dinamici, con un boato assordante non appena le leonesse tengono palla in zona avanzata, ma tra gli applausi la vecchia signora tiene bene.

Dieci minuti più tardi il vantaggio delle locali a cura di Ana Hegerberg che raccoglie un traversone alto, di Selma Bacha, e buca la porta bianconera, riportando il match sulla parità. Bastano due minuti al Lione e Meline Malard raddoppia: splendida incornata di testa a raccogliere il destro calciato da Lindesey Horan. Una doccia fredda per la Juventus che in quattro minuti va sotto, dopo una mezz’ora di buon gioco, per poi soccombere al dominio fisico delle avversarie.

Primo tempo che si chiude con un’ altro affondo di Barbara Bonansea, che nel momento del tiro viene bloccata senza poter avere la gioia del tiro, e con il risultato giusto sul 2 a 0 per le avversarie.

Ultimi quarantacinque minuti di fuoco, dove le ragazze di Joe tentano il tutto per tutto, e l’ Olympique ci mette il fisico e la pressione. Sonia Bompastor effettua i cambi ed inserisce nuova linfa ad un attacco già molto preparato, la Juventus inserisce Agnese Bonfantini per Hurtig, per giocarsi la carta Jolly. Gara sempre molto veloce con le padrone di casa padrone del campo e le nostre ragazze ad inseguire ed a cercare di chiudere gli spazi nelle retrovie.

Ultimi venti minuti ed il risultato resta invariato e nelle file italiane si vede l’ingresso di Caruso al posto di Bonansea ed Lundorf per Lenzini per cercare di alzare il baricentro, ma il quinto gol in otto match di Macario, che di prepotenza in area piccola si gira ed insacca il 3 a 0,  di fatto chiude le speranze della Juve.

Il Lione spinto dal suo pubblico, gestisce palla e risultato, ma l’ingresso di Andrea Staskova, negli ultimi dieci minuti di gioco, porta il risveglio bianconero. Cernoia dalla bandierina mette un traversone che trova la testa di Staskova per il 3 a 1. Il gol della bandiera non cambia le dinamiche ma fissa lo score finale del match.

L’ Olympique Lyonnais supera il turno, con merito per ciò che si è visto sul quadrante di gioco, ed accede alle semifinali di Champions. Un applauso a tutte le ragazze di Joe Montemurro per la grinta e determinazione in questa competizione che le ha viste tra le otto d’ Europa lottare fino alla fine contro una squadra nettamente superiore.

Credit Photo: Alessia Taglianetti

Il Perugia ingrana la marcia: vince 1-0 contro il Caprera

Seconda vittoria consecutiva per il Perugia Femminile che nella partita contro il Caprera conquista tre punti fondamentali per l’obiettivo salvezza.

Partita sentita e particolarmente combattuta, che non si sblocca subito nonostante l’ottimo approccio delle biancorosse: questo innervosisce il Perugia, che rischia di perdere lucidità. L’impazienza infatti non paga: dopo pochi minuti dall’inizio del secondo tempo Aleksandra Gwiazdowska viene espulsa, rendendo la partita delle perugine particolarmente in salita.

Nonostante l’uomo in meno il tecnico Peverini non cambia assetto e il campo le dà ragione: a metà ripresa arriva la rete di Lucrezia Di Fiore che palla al piede salta due avversarie e da fuori area scaglia un tiro imprendibile all’angolino.

Entrambe le squadre stringono i denti ma alla fine la spunta il Perugia: è festa al Renato Curi.

Con questa vittoria le grifoncelle si trovano a -1 dalla zona play-out, con una partita in meno rispetto alla Pistoiese. La prossima partita sarà contro la FiammaMonza, anche in questo caso fondamentale in chiave salvezza.

La trascinatrice del Perugia, Lucrezia di Fiore, commenta così:
“Eravamo rimaste in dieci da pochissimi minuti, l’emozione è stata tale che non ricordo nemmeno l’azione, so solo che ho visto entrare la palla in rete. Questa è stata la prima partita in cui ho rigiocato per tutti i 90 minuti e, gol a parte, non sono rimasta troppo soddisfatta della prestazione personale ma finalmente abbiamo trovato due vittorie consecutive che non vedevamo da tempo e che fanno davvero bene al morale e a tutta la squadra. Il duro lavoro in queste ultime due giornate è stato finalmente ripagato, speriamo di continuare così”.


PERUGIA
: Cerasa, Serluca, Orsi, Mascia, Bortolato, Franciosa (7′ st Paolini), Di Fiore, Gwiazdowska, Piselli, Chiasso (38′ st Ciferri), Lamenzo.
A disp.: Antonelli, Bonadies, Gigliarelli, Viola, Liucci, Marino, Gigli.
All. Peverini

CAPRERA: Rossetti, Spinelli, Escuer, Gaglio, Manea, Fabregat (39′ st Gonzalez), Goffi (40′ st Olianas), Lupo, Caccamo, Vazquez, Trapani.
A disp.: Popescu, Barbasso, Trofimov.
All. Fascia

Photo Credit: Perugia Calcio Femminile 

Evelyn Vicchiarello, Arezzo Femminile: “Abbiamo perso due punti fondamentali del campionato”

Il commento post partita di Evelyn Vicchiarello, Arezzo Femminile, sul pareggio contro il Real Meda e sul prossimo incontro contro l’Orobica Femminile.

“Valuto questo pareggio in maniera negativa, perché secondo me abbiamo perso due punti fondamentali del campionato. E’ una partita che si doveva assolutamente vincere e purtroppo noi alla prima occasione dell’avversario prendiamo gol. Sono due punti persi.”

“Sia nel primo che nel secondo tempo abbiamo avuto noi il possesso palla, loro erano chiuse in 10 e ripartivano in contropiede. Non siamo state ciniche davanti la porta, non abbiamo concretizzato le occasioni avute, soprattutto nel secondo tempo.”

“Per la prossima dobbiamo prepararci bene, perché l’Orobica è una squadra che viene da tante vittorie consecutive. E’ una squadra che lotterà fino alla fine per lo Scudetto, però dobbiamo ritornare alla vittoria giocando in casa.”

Credit Photo: Giada Morena Photos

Cecilia Salvai, Juventus Women: “Con il professionismo avremo le tutele che hanno i normali lavoratori”

La parola “fortuna” ricorre spesso nella chiacchierata in esclusiva sulla Repubblica per Cecilia Salvai, difensore della Juventus Women. Eppure negli ultimi anni per ben due volte la calciatrice nata a Pinerolo ha dovuto alzare bandiera bianca per un infortunio al ginocchio: la prima volta ha saltato il Mondiale del 2019, la seconda le sta togliendo il diritto di contribuire alla cavalcata Champions delle J Women e di partecipare agli Europei di luglio. La parola fortuna, evidentemente, si riferisce al carattere, che non le fa perdere il sorriso neanche quando sarebbe più la soluzione più semplice.

Cecilia Salvai, come è nato l’amore per il calcio?
«Ho iniziato seguendo le orme di mio cugino. Da piccola giocavo con lui, andavo a vederlo giocare e l’allenatore mi ha chiesto di entrare in squadra».

Sta vivendo il suo secondo infortunio al ginocchio. Qual è il momento più difficile?
«I primi mesi passano in fretta, dal terzo comincia a essere pesante, si sommano la fatica fisica e mentale».

Ci pensa agli Europei di luglio?
«Valutiamo mese per mese. È più no che sì, sarebbe una cosa molto “tirata”. Se invece volesse dire andarci per fare parte della squadra, allora sarebbe diverso».

La vita l’ha messa spesso alla prova. Come fa a non perdere mai il sorriso?
«Non lo so, ci fosse una spiegazione farebbero tutti così (sorride, ndr). Sorrido ma il dispiacere c’è: affrontarla così aiuta a soffrire meno».

La prima prova è arrivata a 4 anni, quando le diagnosticarono un linfoma. È in quella occasione che ha imparato a lottare?
«Penso di sì, anche se ricordo ben poco. Ho dei flash, sono stata fortunata perché è durata poco, sei mesi di cura e un anno di controlli. Vedendo altre persone come stanno, mi ritengo molto fortunata: è stato preso in tempo. Penso che ti segni per quanto uno sia incosciente vista l’età».

Il 29 dicembre è stata operata per la seconda volta. Come sarebbe andata dieci anni fa?
«Male. Parlando con le calciatrici del tempo ho la conferma che era diverso: quello che ho a disposizione alla Juventus era impensabile fino a qualche anno fa».

Nel frattempo ha rinnovato il contratto: in attesa del professionismo, sono le società il vostro welfare?
«In un certo senso sì. Sono ancora più riconoscente per quanto ci sono vicini in società, ma era inevitabile arrivare al professionismo».

Qual è l’aspetto che è maggiormente cambiato negli ultimi anni?
«La mentalità. Prima per tutte noi era “giocare”, non era la prima fonte di sostentamento. Le generazioni future vedranno gli sforzi di chi le ha precedute. Siamo passate dal niente al tutto e ce lo siamo anche meritato».

Che impatto potrà avere il professionismo?
«Avremo le tutele che hanno i normali lavoratori. La maternità era tutelata ma non al livello di un professionista e questo è un aspetto importante per chi ha intenzione di avere figli».

Ci racconta la sua giornata tipo?
«Tutto gira intorno al calcio. Le ore di sonno e l’alimentazione sono fondamentali, la discriminante tra chi arriva a un certo livello e chi no. Sveglia, colazione, passeggiata con il mio cane. Poi a Vinovo: sono sempre una delle prime ad arrivare, è diventata casa nostra, mi piace stare là. Le ore che rimangono le ho passate a studiare».

Come vanno gli studi?
«Devo discutere solo la tesi, l’infortunio ha fatto slittare la discussione. Mi sto laureando in Economia».

Come sta vivendo l’avventura in Champions?
«Stare fuori è difficile, la Champions è quello che mi manca di più: affrontare grandi squadre come il Lione è uno stimolo. Mi stanno facendo divertire, per quanto guardarle da fuori è bello ma fa male non esserci».

Cosa dovrete fare a Lione per tentare l’impresa?
«Siamo state bravissime a ribaltarla dopo un primo tempo sottotono. Non dovremo concedere altri 45’ come all’andata: noi abbiamo fatto fatica, loro hanno passeggiato. Dobbiamo fare la nostra partita: in Europa se subisci e attendi, la paghi».

Alexia Putellas e l’inchino per i circa 92.000 del Camp Nou. Il riconoscimento di una pagina di storia che può portare a risvolti interessanti

In queste ora il tam tam social sulla pagina di storia scritta al Camp Nou sta scalciando via persino la figuraccia di Will Smith commessa in mondovisione ai recenti Premi Oscar. Quello che è successo ieri nella serata di Barcellona ha veramente un sapore storico. Un’emozione che anche in Italia, solo per una volta, siamo riusciti a vivere. Ma gli stadi nostrani, specie quelli di proprietà, sono limitati di capienza. Salvo l’Olimpico di Roma, il Diego Armando Maradona di Napoli e San Siro di Milano non ci sono più stadi capaci di accogliere al loro interno oltre 60.000 persone. Ma in Europa la situazione è diversa, specialmente in quelle località dove il calcio è una religione e non solo uno sport.

La storia è stata riscritta quando, nella gara dei quarti di Uefa Women’s Champions League tra Barça e Real Madrid, il maxischermo del Camp Nou ha proiettato il dato statistico degli spettatori presenti: novantuno mila e cinquecento cinquanta tre (91.553). Un dato di fronte al quale persino le calciatrici di entrambe le squadre sono rimaste allibite. Il dato pone il Camp Nou nel Guinnes World Record per la presenza di supporters da un partita di calcio femminile. Prima della gara di Barcellona un numero simile, ma parecchio più basso, si era registrato nel corso di alcuni match appartenenti però a competizione legate alle selezioni nazionali, come i Mondiali o le Olimpiadi. Stavolta la storia l’hanno scritta la tifoseria dei due club calcistici più importanti in Spagna e in Europa.

All’interno di questa cornice pazzesca persino una campionessa come Alexia Putellas non ha potuto fare altro che inchinarsi. Al 17esimo della ripresa la ragazza vincitrice del Pallone D’oro di quest’anno sigla il goal del 4-2. Dopo aver visto la sfera varcare la rete, la numero 11 blaugrana si è lasciata andare ad una corsa liberatoria sotto la curva dei supporters cui lei stessa dice di appartenere. In quell’istante arriva l’inchino. Un gesto di esultanza che, in quell’occasione, assume una valenza importantissima. Alexia Putellas si è inchinata di fronte a coloro che, solitamente, lo fanno di fronte a lei riconoscendone le sue doti calcistiche. Stavolta però è la capitana del Barça a lasciarsi andare a tale gesto, per ringraziare ad uno ad uno tutti i 91.553 presenti allo stadio. Neanche lei ha mai visto così tanti tifosi in uno stadio per una partita di calcio femminile. E ciò è successo nonostante stiamo ancora subendo i residui di una pandemia che non sembra volerci ancora lasciare.

Il gesto di Alexia Putellas può essere interpretato anche come una semplice esultanza ma ci risulta molto difficile vederlo solo così. Perché dentro quell’inchino c’è un doveroso ringraziamento per chi le ha permesso di giocare a calcio a livelli per cui è riuscita a diventare una delle più forti calciatrici del pianeta. C’è un grazie a coloro che hanno permesso l’evoluzione del calcio femminile in Spagna, che dal prossimo anno subirà gli effetti di una riforma non molto diversa da quella che si applicherà in Serie A. In quell’inchino di Putellas c’è tutto. E chi c’è dietro le varie Federazioni calcistiche femminili nazionali deve fare il possibile per evitare che gli sforzi profusi sin qui in ambito europeo non decrescano. A tal proposito, l’Europeo in procinto di essere disputato in Inghilterra quest’estate potrebbe dare molte risposte.

Intanto Barcellona si risveglia con la consapevolezza di aver scritto una pagina importante della storia del calcio femminile. Inoltre, cosa non da meno, le blaugrana sono qualificate alla semifinale della Uefa Women’s Champions League, sono imbattute nei confronti contro le cugine madrilene e possono crogiolarsi per avere all’interno della propria rosa l’attuale calciatrice più forte del mondo.

Nazionale Femminile: da oggi in vendita i biglietti per Italia-Lituania a Parma

A partire dalle ore 12 di oggi sono in vendita i biglietti per la sfida Italia-Lituania, gara valida per le qualificazioni alla FIFA Women’s World Cup 2023. La partita è in programma venerdì 8 aprile allo stadio ‘Ennio Tardini’ di Parma (fischio d’inizio alle ore 19). I tagliandi saranno disponibili presso i punti vendita Vivaticket e sui siti figc.vivaticket.it e vivaticket.com.

Le Azzurre sono al secondo posto in classifica nel Gruppo G a quota 15 punti, tre in meno della Svizzera capolista. Dopo il match di Parma con la Lituania, la Nazionale di Milena Bertolini sarà impegnata proprio in casa delle elvetiche, martedì 12 aprile a Thun (ore 17.45).

Biglietti e prezzi

TRIBUNA PETITOT
Euro 10

TRIBUNA PETITOT RIDOTTO VIVO AZZURRO
Euro 5

TRIBUNA PETITOT RIDOTTO UNDER 21
Euro 1

I biglietti ridotti Under 12 sono riservati ai ragazzi fino ai 12 anni (nati dopo l’8 aprile del 2010).

Modalità di accesso allo stadio

L’accesso è consentito, per i maggiori di 12 anni, solo attraverso la presentazione della Certificazione verde COVID-19 (Green Pass). Per accedere allo stadio è altresì obbligatorio indossare una mascherina Ffp2.

Credit Photo: Andrea Amato

Bertolini avvisa la Juventus Women: “Una cosa sarà importante contro il Lione”

Ai microfoni di TuttosportMilena Bertolini ha parlato così in vista di Lione-Juventus Women.

SEMIFINALI – «La Juve ci deve credere e, conoscendo le ragazze, ci crede eccome. Si è visto in campo all’Allianz: nell’andata ha dimostrato che la può giocare, va a Lione con un piccolo vantaggio meritatamente conquistato. Per ottenere grandi risultati occorre fame e forti motivazioni, spirito di sacrificio e capacità di lavorare insieme, la Juve possiede queste caratteristiche. Di fronte c’è un Lione un po’ diverso dal passato, in tutti i grandi cicli ci sono anche momenti di transizione. La Juve ha il 50% di possibilità di arrivare in semifinale: ha il vantaggio del 2-1, il Lione quello di giocare in casa e la grande esperienza».

COSA FARE – «La Juve non corre il rischio di sottovalutare nulla: conosco le bianconere, saranno attente e determinate. Affronteranno la gara con l’umiltà, intesa come capacità di apprendimento continuo, e la compattezza dimostrata in tutto il loro percorso di Champions. Ricordo quando giocarono in casa del Chelsea, nei gironi: le inglesi erano molto allegre all’inizio del match, alla fine ridevano un po’ meno, ma la Juve non commette l’errore di sottovalutare il Lione».

SALVAI – «Cecilia è una giocatrice importante non solo per la Juve ma anche per la Nazionale e non si può sostituire, ma credo che la Juve abbia giocatrici di grande esperienza e qualità in quel ruolo, come Sembrant e Lenzini. Al Lione è sicuramente mancata un’attaccante così forte».

HURTIG – «Ha commesso quell’errore iniziale all’andata che può aver inciso sull’aspetto emotivo. Facendo un paragone con la Nazionale maschile, penso all’occasione fallita da Berardi. La Hurtig nel corso della gara ha alti picchi e momenti di assenza. E’ una sua caratteristica, non può accelerare per 90’. Quando si accende, però, illumina e ti fa vincere la partita».

BONFANTINI – «Agnese è un talento del nostro calcio, anche lei sta facendo un percorso di crescita. Il fatto che quando entra sia sempre determinante significa che è già a buon punto».

Credit Photo: Andrea Amato

Intervista a Giulia Fusar Poli del San Marino Academy: “Il mio è un ruolo che richiede buona tecnica, visione di gioco e anche tanta corsa…”

Intervista a Giulia Fusar Poli, centrocampista della San Marino Academy

Ci puoi raccontare questi mesi nella San Marino Academy da quando ti sei trasferita dal Como?                                                                                                   “Mi sono trovata fin da subito bene in questa squadra, sia con le ragazze che con la società. Inizialmente non è stato facile: eravamo una squadra quasi tutta formata da ragazze nuove e ci è voluto un po’ per trovare l’assetto e le giuste intese con le compagne. Con il cambio di mister penso che siamo riuscite ad avere più equilibrio”.

Il tuo ruolo è assai impegnativo: difetti e pregi?                                           “Sicuramente è un ruolo che richiede buona tecnica, visione di gioco e anche tanta corsa. In partita tocchi molti palloni. La cosa positiva è che ti trovi spesso nell’area avversaria oppure anche in una posizione che ti consente di ricevere la palla per andare al tiro. È un ruolo che mi piace molto ricoprire quindi non riesco a trovare dei difetti”.

Ci puoi fare una tua personale fotografia del vostro andamento in campionato fino a questo punto?                                                                                                         Non abbiamo iniziato molto bene questo campionato. Prima del cambio mister, in cinque partite avevamo raccolto solamente 6 punti. Poi abbiamo iniziato a trovare fiducia sia in noi stesse che nel lavoro dello staff. In questo 2022 fino ad ora abbiamo fatto solo risultati positivi, purtroppo spesso abbiamo perso i 3 punti negli ultimi minuti di gioco per mancanza di attenzione. Questo, insieme ai gol sbagliati e anche ad un po’ di sfortuna, ci sta o condannando ad una posizione di classifica che non ci soddisfa appieno”.

Attualmente cosa manca ancora alla San Marino Academy per fare quel piccolo salto di qualità in più?                                                                                             Penso che manchi avere un po’ più di concentrazione e attenzione fino al 95’ di ogni partita e avere più cattiveria sotto porta”.

Chi vedi favorita alla promozione diretta in serie A?
“Il Brescia per quanto ha fatto e sta facendo si merita il primo posto. Hanno un grande gruppo che non molla mai e anche delle brave giocatrici”.

Il grado di difficoltà di questa serie B questa stagione?                                     Sono due o tre anni che il campionato di serie B si sta rivelando un campionato molto difficile e molto equilibrato. Ogni partita è a sè. La classifica è molto corta: se vinci una partita ti ritrovi secondo e se perdi la partita dopo ti ritrovi quinto. Non ci sono gare scontate e la qualità delle giocatrici è molto alta”.

Cosa ti senti di dire a tutte le ragazze che ora più che mai si stanno avvicinando mondo del calcio femminile?                                                                                         Di non ascoltare nessuno dall’esterno, di ascoltare solo l’allenatore e chi fa parte della squadra. Di allenarsi, di lavorare duro e fare sacrifici: le soddisfazioni arriveranno”. 

Pensi che il professionismo nel calcio che arriverà nel prossimo campionato, farà diventare la serie B il vero campionato dove possano mettersi in mostra e crescere le italiane migliori?
“Sì, ce ne sono già molte anche adesso, quindi penso che con l’arrivo del professionismo questo campionato crescerà ancora di più di importanza e di valore. Anche la Serie B avrebbe bisogno del professionismo”.

Per te il calcio femminile è..                                                                                 “Pratico questo sport da diciotto anni circa. Ormai è diventata quasi la mia vita. Spero sia riconosciuto anche come lavoro, prima o poi”.

Chi sei fuori dal terreno di gioco?                                                                             Sono una semplicissima ragazza a cui piace passare il tempo con gli amici e la famiglia, fare shopping e anche passeggiate rilassanti”.

Hobby particolari? E visto che sei lontana da casa usi molto i social?                     “Non ho hobby particolari. Sì, uso molto i social, in particolare Instagram, ma mi piace più guardare che postare”.

La Redazione di Calcio Femminile Italiano ringrazia Giulia Fusar Poli e l’ufficio stampa del San Marino Academy per averci concesso questa intervista in esclusiva.

Credit Photo: San Marino Academy

Serena Cortesi, Ac Milan: “Qui sto imparando moltissimo. Lotteremo fino alla fine”

La calciatrice del Milan Femminile, Serena Cortesi, ha rilasciato un’intervista ai canali ufficiali del club rossonero: “E’ tutto nuovo, sto imparando moltissime cose. Sono molto contenta, spero che la stagione si concluda nel migliore dei modi. Il gol contro la Lazio? E’ stata una fortuna avere la fiducia per lasciarmi calciare una punizione alla mia prima presenza. La gioia del gol, dopo un anno molto intenso all’Orobica, è stata una botta di vita, mi ha aiutato molto“.

Dopodichè, la Cortesi parla della Viareggio Cup: “E’ stato un onore partecipare alla Viareggio Cup, uno dei migliori tornei in Italia. Ringrazio la società e le compagne, è stato un percorso molto difficile ma ci sono stati molti momenti belli e dei retroscena che ricorderò per sempre. Sono molto contenta e fiera delle ragazze, è stata una bellissima esperienza nella quale abbiamo dato tutto. In finale ci è mancato solo il gol, ma anche questo ci farà crescere e ci aiuterà per il futuro“.

Cortesi conclude: “Ho la fortuna di allenarmi in Prima Squadra, di apprendere tanti valori. Io e le altre ragazze giovani portiamo rispetto e determinazione perchè bisogna dare tutto anche in allenamento. E’ formativo allenarsi in Prima Squadra e poi esprimersi con la Primavera. E’ il primo anno della Primavera, sono stati raggiunti tantissimi obiettivi. La Juventus è una delle squadre più forti e da qui alla fine tutte le partite saranno delle finali. Siamo un bellissimo gruppo, tante annate diverse ma non si sente la differenza di età. Sono partite difficili, ma lotteremo fino alla fine. Abbiamo perso alcuni punti importanti, ma non abbiamo mai smesso di lottare e ci crederemo fino in fondo“.

Credit Photo: AC Milan

Eleonora Lovato, Padova femminile: “Siamo state capaci di soffrire e abbiamo voluto portare a casa i tre punti”

Giunta a Padova nella sessione di mercato invernale, Eleonora Lovato commenta così il suo primo derby in maglia biancoscudata. L’entusiasmo e la soddisfazione sono palpabili al termine di una prestazione con “testa sgombra ma concentrata” che ha fruttato 3 punti importantissimi per classifica e morale. Ecco le parole rilasciate al sito portale Calcio Padova Femminile.
 «In una frase? Una partita da cardiopalmo!
Siamo entrate in campo con l’atteggiamento giusto: testa sgombra ma concentrata, grinta su ogni pallone e soprattutto consapevoli delle nostre capacità.
L’avversario era davvero ostico e infatti più di qualche elemento a loro disposizione è conosciuto nel mondo del calcio in rosa, ma nonostante ciò nel primo tempo siamo riuscite a difenderci bene, dove ha sbagliato una di noi c’è sempre stata una compagna a riconquistare palla e a far ripartire la nostra manovra. Nei primi 45’ abbiamo trovato anche il goal del vantaggio e credo sia stato fondamentale per l’umore e per trovare maggior serenità di giocata.
Dopo l’intervallo il mordente è rimasto quello del primo tempo, non abbiamo mollato di un centimetro. Siamo poi riuscite a trovare la via del secondo goal e ciò ha contribuito senz’altro a caricarci ancora di più.
Il fattore mentale è stato determinante nel corso della partita, siamo state capaci di soffrire e abbiamo dimostrato fino all’ultimo di voler portare a casa i tre punti. Durante il match abbiamo avuto anche un pizzico di fortuna e tutto ciò ci ha permesso di raggiungere il nostro obiettivo!
Nel complesso quindi sono davvero felice per la nostra prestazione e sono convinta che, con questo spirito, potremo far bene anche nelle prossime partite. Forza squad!”

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