Allo Stadium Olympique Lyonnais la Juventus cerca la qualificazione alle semifinali di Champions League, per un impresa storica ma sopra tutto eroica, ma in virtù dell’andata a Torino le bianco-nere si giocano a viso aperto novanta minuti di fuoco: per entrare nella storia del calcio femminile d’ Europa.
Joe Montemurro schiera un 4-3-3 molto chiuso, con Peyraud tra i pali, Boattin-Sembrant-Gama con la new entry Lenzini a destra, Rosucci-Junge Pedersen e Cernoia centrali, ed il tridente classico con Bonansea-Girelli e Hurtig in avanti.
Il Lione invece propone un modulo speculare ma più aggressivo, con Endler in porta, Bacha-Renard-Buchanan e Mbock Bathy nelle retrovie, Macario-Egurrola e Horan centrali e Malard-Hegerberg-Cascarino all’ attacco dove cercherà di ribaltare la sconfitta subita nell’andata.
La pioggia la fà da padrona sul rettangolo di gioco dello stadio OL, dove al fischio di inizio sembra cadere copiosa come era attesa da tutto il pomeriggio, portando ulteriore peso su una gara già fin troppo pesante. La Juve, in maglia nera, attacca da destra verso sinistra ed il primo spunto di gioco arriva da Ada Hegerberg che dopo appena trenta secondi calcia a lato, ma le bianconere tengono bene il campo e sembrano essere entrate con il giusto piglio. Partita non semplice, il pubblico francese sugli spalti carica le transalpine, e ci sarà da soffrire. Risponde bene Cernoia, che con la sua specialità dalla bandierina del corner la mette dentro per Girelli, ma interviene il portiere del Lione che sventa ogni il pericolo. In un possesso di palla presso ché identico ad avere le occasioni più ghiotte sono le padrone di casa ma le italiane tengono bene il campo: soffrono ma non demordono.
Al 22’gran cavalcata a sinistra di Bonanasea, lancio perfetto centrale per Hurtig, che fronte porta trova la il polpaccio del terzino: a portiere spiazzato. Gara molto vivace e ricca di scambi di fronte molto dinamici, con un boato assordante non appena le leonesse tengono palla in zona avanzata, ma tra gli applausi la vecchia signora tiene bene.
Dieci minuti più tardi il vantaggio delle locali a cura di Ana Hegerberg che raccoglie un traversone alto, di Selma Bacha, e buca la porta bianconera, riportando il match sulla parità. Bastano due minuti al Lione e Meline Malard raddoppia: splendida incornata di testa a raccogliere il destro calciato da Lindesey Horan. Una doccia fredda per la Juventus che in quattro minuti va sotto, dopo una mezz’ora di buon gioco, per poi soccombere al dominio fisico delle avversarie.
Primo tempo che si chiude con un’ altro affondo di Barbara Bonansea, che nel momento del tiro viene bloccata senza poter avere la gioia del tiro, e con il risultato giusto sul 2 a 0 per le avversarie.
Ultimi quarantacinque minuti di fuoco, dove le ragazze di Joe tentano il tutto per tutto, e l’ Olympique ci mette il fisico e la pressione. Sonia Bompastor effettua i cambi ed inserisce nuova linfa ad un attacco già molto preparato, la Juventus inserisce Agnese Bonfantini per Hurtig, per giocarsi la carta Jolly. Gara sempre molto veloce con le padrone di casa padrone del campo e le nostre ragazze ad inseguire ed a cercare di chiudere gli spazi nelle retrovie.
Ultimi venti minuti ed il risultato resta invariato e nelle file italiane si vede l’ingresso di Caruso al posto di Bonansea ed Lundorf per Lenzini per cercare di alzare il baricentro, ma il quinto gol in otto match di Macario, che di prepotenza in area piccola si gira ed insacca il 3 a 0, di fatto chiude le speranze della Juve.
Il Lione spinto dal suo pubblico, gestisce palla e risultato, ma l’ingresso di Andrea Staskova, negli ultimi dieci minuti di gioco, porta il risveglio bianconero. Cernoia dalla bandierina mette un traversone che trova la testa di Staskova per il 3 a 1. Il gol della bandiera non cambia le dinamiche ma fissa lo score finale del match.
L’ Olympique Lyonnais supera il turno, con merito per ciò che si è visto sul quadrante di gioco, ed accede alle semifinali di Champions. Un applauso a tutte le ragazze di Joe Montemurro per la grinta e determinazione in questa competizione che le ha viste tra le otto d’ Europa lottare fino alla fine contro una squadra nettamente superiore.
Credit Photo: Alessia Taglianetti