“Ma c’ho solo vent’anni e la strada è più dura quando stai puntando al cielo“, recita una celebre canzone dei Måneskin e mai parole potrebbero essere più utili per iniziare questo articolo. A soli vent’anni, infatti, Ana Milović sta già conquistando a morsi la Slovenska Ženska Nogometna Liga a suon di goal. Dotata di un’incredibile capacità realizzativa e di grande tecnica individuale, il giovane attaccante ha recentemente infranto il record di reti della massima serie slovena, primato che resisteva da circa quindici anni.
Dopo aver mosso i primi passi nello ŽNK Radomlje, il bomber è poi passato alle dragonesse verdi dell’Olimpija Ljubljana, entrando a far parte anche della nazionale maggiore. Nelle ultime stagioni, inoltre, le incredibili doti della Milović stanno attirando il crescente interesse di club europei e in futuro la classe 2001 potrebbe lanciarsi alla conquista di un altro campionato del vecchio continente. La nostra redazione ha avuto il privilegio di intervistare in esclusiva la talentuosa calciatrice, lanciandoci alla scoperta del calcio femminile in Slovenia.
Com’è nata la tua passione per il calcio e chi ti ha supportato di più all’inizio di questa tua avventura sportiva?
Quando ero piccola, ero l’unica bambina del mio gruppo di amici. Mi sono sempre piaciuti tutti quegli sport canonicamente considerati “maschili”, dal pallone al basket, motivo per cui pensai: “d’altronde perché non dovrei provare il calcio?” Venivo da un piccolo paese e decisi di provare ad allenarmi con lo ŽNK Radomlje. All’epoca facevo principalmente atletica, riuscendo a correre per grandi distanze, e non sapevo come i miei genitori avrebbero reagito alla mia decisione di giocare a calcio. Loro, però, (in primis mio padre) mi incentivarono a iniziare questo percorso e il loro supporto è stato fondamentale per me.
Quando hai iniziato a giocare con lo ŽNK Radomlje e, soprattutto, cosa ti ricordi del tuo debutto in un match ufficiale?
Cominciai ad allenarmi con lo ŽNK Radomlje a 14/15 anni, giocando contemporaneamente per l’Under15 e l’Under17. Ricordo che alla prima partita con l’Under17 segnai una tripletta, iniziando con il piede giusto la mia carriera calcistica.
Quali sono stati gli aspetti cruciali di questa prima esperienza professionale? Hai avuto qualche difficoltà oppure no?
Uno dei principali aspetti positivi dell’esperienza allo ŽNK Radomlje era il clima rilassato dello spogliatoio e dell’intero ambiente squadra. La calda accoglienza che mi riservarono le mie nuove compagne, inoltre, mi aiutò ad adattarmi velocemente e a dare il massimo. Anche lo staff era sempre disponibile, professionale e attento ad ogni nostra esigenza, permettendoci così di migliorare e di allenarci nelle migliori condizioni possibili. Dunque, posso dire che fortunatamente non ho dovuto affrontare difficoltà nel corso di questa mia prima esperienza calcistica.
Cosa ricordi, invece, del tuo esordio con la prima squadra?
Ad essere sincera, non ricordo quasi nulla del mio esordio professionale. Ciò che invece è rimasto inciso nella mia memoria è stato il primo match con la nazionale. Giocammo contro la Repubblica Ceca e, a pochi minuti dall’entrata in campo, ero molto nervosa. Le mie compagne, però, mi tranquillizzarono, facendomi sentire parte del loro gruppo nonostante fosse il mio debutto assoluto e dandomi grande fiducia.
Com’è avere giocatrici più esperte di te in squadra e cosa hai imparato da loro?
È sempre molto stimolante potersi allenare con persone più forti ed esperte. Solo in questo modo, infatti, si può migliorare e imparare tanto. Nel mio caso specifico, posso inoltre dirmi fortunata nell’aver trovato compagne di squadra simpatiche e disponibili che mi hanno accolto al meglio e trattato bene sin dal primo momento. Nessuna di loro pensa di essere superiore alle altre e questo è un aspetto che mi è sempre piaciuto!
Tra le compagne di squadra che hai avuto nel tempo, qual’è, secondo te, la più forte?
Senza ombra di dubbio, penso che Lara Prašnikar sia una giocatrice di un altro livello!
Com’è avvenuto il tuo passaggio all’Olimpija Ljubljana e cosa ti ha spinto ad accettare l’offerta delle lubianesi?
Per una strana combinazione, l’ultima partita della stagione con lo ŽNK Radomlje fu proprio contro l’Olimpija Ljubljana. Le nostre avversarie vinsero, laureandosi campionesse nazionali, e questo mi face capire che con loro avrei potuto fare un importante salto di qualità.
Quali sono state le principali differenze che hai notato tra i due club?
Innanzitutto, tengo a dire che il mio trasferimento all’Olimpija Ljubjlana non è assolutamente legato ad una questione economica, bensì alla maggiore professionalità e alla progettualità del club della capitale. Parlando delle differenze rispetto alla mia precedente esperienza, posso ad esempio dire che qui all’Olimpija si lavora maggiormente sulla coesione del gruppo. Al termine di ogni partita, infatti, andiamo tutte insieme a pranzo o a cena, coltivando la nostra amicizia anche fuori dal campo. Allo ŽNK Radomlje, invece, attività del genere non c’erano.
Non dev’essere troppo facile far coesistere sport, studio e vita privata. Dunque, parlami un po’ della tua routine quotidiana e di come riesci ad organizzare al meglio il tuo tempo.
Al mattino, mi sveglio intorno alle 08:30, mi preparo e vado a Ljubljana. Ogni giorno guido per circa quaranta minuti per arrivare in città e frequentare i corsi presso la scuola di economia e imprenditoria. Una volta finite le lezioni, orientativamente dalle 13:00 alle 13:30, ritorno a casa per pranzo, porto a spasso il mio cane e, sei giorni su sette, ritorno a Ljubljana per gli allenamenti. La mia giornata finisce dunque circa alle 21:00, orario in cui rincaso, ceno e vado a letto.
Qual è il tuo sogno professionale al di là del calcio?
La mia famiglia gestisce un’azienda e, al termine dei miei studi di economia, il mio sogno nel cassetto sarebbe poterci lavorare.
Nonostante la tua giovane età, sei già in grado di giocare e segnare come un attaccante ben più adulto ed esperto. Qual è il tuo segreto?
Non c’è alcun segreto dietro i miei goal. Cerco semplicemente di rimanere tranquilla, concentrata e di credere in me stessa. Non ho riti pre-partita nè credo troppo alla scaramanzia. Ripeto, cerco di pensare solo alla partita e di dare il massimo.
Quali sono gli aspetti tattico-tecnici su cui lavori di più in allenamento?
Abbiamo uno staff esperto e competente che coordina il nostro allenamento. Generalmente svolgiamo una sessione tutte insieme ma, quando lavoriamo per ruoli, il nostro mister fa esercitare noi attaccanti in diverse situazioni offensive. A livello individuale, cerco di prendere alcuni palloni e di segnare da distanze differenti, provando varie situazioni di gioco.
Dal punto di vista realizzativo, la stagione attuale sarà sicuramente la più prolifica della tua carriera. In che modo mister Milomir Kondić ti ha aiutato a migliorare questo pazzesco killer instinct?
Quest’anno ho battuto il record di reti segnate in campionato che resisteva da quindici anni. Ci sono riuscita restando concentrata di partita in partita e cercando di fare goal ad ogni occasione disponibile. Mister Kondić mi aiuta molto credendo in me e incentivandomi a dare il massimo e a giocare secondo il mio stile.
Secondo te, riuscirete a vincere il campionato quest’anno?
Non posso dire che vinceremo sicuramente il campionato, ma, di certo, daremo il massimo affinchè ciò possa accadere. Teniamo molto a concludere la stagione al primo posto, specie dopo aver lavorato sodo per portare a casa questo obbiettivo sin dall’inizio.
Il prossimo 11 maggio giocherete una difficile finale di coppa contro lo ŽNK Ljubljana. Cosa ti aspetti da questo derby?
Per quanto riguarda la Pokal, una partita di coppa è totalmente diversa rispetto ad una di campionato. Essendo un incontro secco, non importa quale squadra possa partire favorita, perchè un evento sfortunato, una disattenzione o la lotteria dei rigori potrebbero ribaltare ogni pronostico da un momento all’altro. Per questo, anche se penso che sulla carta la nostra squadra sia la più forte, dovremo fare attenzione e non sottovalutare le avversarie. Comunque, spero che alla fine riusciremo a vincere.
In base alla tua esperienza, qual’è il livello delle strutture di allenamento e degli impianti sportivi delle diverse società calcistiche femminili slovene?
Penso che in Slovenia sia più difficile, per una ragazza, giocare a calcio. Mentre in paesi come l’Italia, l’Inghilterra o la Spagna, infatti, il calcio femminile è ad un livello professionistico più alto, con maggiori investimenti e strutture, nel mio paese esiste un minor numero di centri sportivi e spesso è complicato raggiungerli. Basti pensare a quelle ragazze che devono svegliarsi al mattino presto o tornare a casa tardi per raggiungere o ritornare da città come Ljubljana in cui sono presenti club e strutture. Ciascuna di noi cerca di dare il massimo nella Slovenska Ženska Nogometna Liga, provando ad alzare il livello del campionato, tuttavia sarebbe più facile riuscirci con un maggiore sostegno economico. Qualora venissero investite somme di denaro più significative, il torneo e i club partecipanti potrebbero crescero, viceversa, continuando di questo passo, la situazione non cambierà. Comunque sia, spero che un cambiamento possa avvenire per davvero!
A che punto è, invece, lo sviluppo del calcio femminile in Europa secondo te?
Durante le partite con la nazionale mi è capitato di giocare davanti a migliaia di persone, notando con gioia la loro passione per il calcio femminile. In Slovenia, purtroppo, non c’è ancora questa grande partecipazione e questo sport è considerato prevalentemente maschile. Nonostante ciò, penso che la situazione stia cambiando, seppur a piccoli passi, grazie anche la crescente copertura dei media di partite femminili di campionati come la Serie A, La Liga, la Premier League o il campionato francese. Per incentivare lo sviluppo del calcio femminile e la partecipazione di nuove leve, specialmente delle più piccole, inoltre, penso che sia importante promuovere ogni tipo di iniziativa che riesca a coinvolgere il pubblico e a stimolare l’interesse nei confronti di questo sport.
Parlando invece dello sviluppo del calcio femminile in Slovenia, dal tuo punto di vista, quali possibilità ha una ragazzina che vuole intraprendere questo percorso professionale?
Per una giovane ragazza, come già detto in precedenza, iniziare a giocare a calcio in Slovenia non è sempre facile. Ci sono otto squadre in campionato ed è possibile unirsi a loro, tuttavia in molte provano a fare il salto di qualità all’estero. Certamente, riuscire ad entrare in un college che ti permetta di studiare e, contemporaneamente, di giocare a calcio, sarebbe l’occasione che qualsiasi ragazza sognerebbe. Comunque sia, è importante credere nei propri sogni e non fermarsi mai prima di averli realizzati.
Quali sono i pregi principali della tua nazionale e a quali obbiettivi punterete nei prossimi anni?
Tra i punti di forza della nostra nazionale ci sono sicuramente la giovane età della maggior parte delle giocatrici, la grande predisposizione al lavoro di squadra, l’amicizia che ci lega anche fuori dal campo (un po’ come all’Olimpija Ljubljana) e l’esperienza di calciatrici che giocano all’estero. Tra i nostri obbiettivi c’è la qualificazione ai Mondiali 2023 e posso assicurare che ce la metteremo tutta per conquistarla!
Dulcis in fundo, concludiamo l’intervista con la domanda più spigolosa. Quali sono i tuoi piani per il futuro?
Nelle prossime stagioni mi piacerebbe trovare il miglior club possibile con cui firmare un contratto. Sono una tifosa del Barcelona sin da piccola e ho ancora impresse nella memoria le giocate di Messi e Neymar… Oltre al campionato spagnolo, seguo anche alcune partite del PSG e mi sto appassionando allo stile di gioco della Premier League. Nella vita non si sa mai, dunque vedremo quello che mi riserverà il futuro!