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Como Women annuncia l’amichevole con l’Olympique Marsiglia

Photo Credit: Fabrizio Brioschi - PhotoAgency Calcio Femminile Italiano

Como Women è lieto di annunciare un evento imperdibile per gli amanti del calcio femminile. Il prossimo 4 gennaio, presso il centro di allenamento della squadra, lo Sport Village di Cislago (VA), si terrà una partita amichevole tra il Como Women e l’Olympique de Marseille Women. In questa occasione, il club lancerà ufficialmente la maglia con il main sponsor WeAre8 e sperimenterà un format di trasmissione innovativo, pensato per ampliare il coinvolgimento degli spettatori, raccontando la partita con un approccio originale e fortemente orientato allo storytelling.

Un format di trasmissione innovativo con DAZN
L’amichevole sarà trasmessa in esclusiva e in diretta globale sulla piattaforma DAZN e sui canali YouTube di DAZN Women Football, consentendo ai tifosi di tutto il mondo di seguire l’evento comodamente da casa. Attraverso questo evento, Como Women intende ampliare il proprio pubblico e promuovere il calcio femminile anche oltre l’Italia, grazie alla sinergia con l’Olympique de Marseille. Durante la partita, il Como Women testerà un nuovo format di trasmissione, pensato per rendere l’esperienza ancora più coinvolgente. Tra le principali caratteristiche del format, interviste live con le giocatrici in panchina, per cogliere emozioni e strategie direttamente dal campo, riprese esclusive dello spogliatoio, per offrire uno sguardo inedito dietro le quinte e contenuti esclusivi, studiati per creare un legame più forte tra il pubblico e le protagoniste in campo. La trasmissione sarà commentata da Victoire Cogevina Reynal, Co-CEO e Co-founder di Mercury/13, raccontando storie dietro le quinte delle giocatrici di entrambe le squadre, con interviste in diretta alle calciatrici in panchina e riprese inedite. Questo approccio innovativo renderà l’evento davvero unico, con un notevole potenziale in termini di visibilità e coinvolgimento del pubblico.

Le parole del Como Women
Negli ultimi mesi, Como Women ha compiuto passi significativi verso la ridefinizione del calcio femminile. Abbiamo investito in nuove strutture, inclusa una palestra all’avanguardia, e stretto partnership di prestigio come quella con Nike. Grazie a sponsor internazionali, come WeAre8, stiamo costruendo un ambiente unico che celebra la diversità: le nostre atlete rappresentano 12 nazioni diverse e qui a Cislago si parlano 5 lingue – dichiara Elena Mirandola, CEO del club – questa amichevole con l’Olympique de Marseille è un momento chiave per mostrare questi progressi e sperimentare un format di trasmissione innovativo che mette al centro le storie umane delle nostre giocatrici. Vogliamo dimostrare che il calcio femminile è un universo a sé, ricco di passione, determinazione e storie che ispirano. Questo evento è un’opportunità per coinvolgere un pubblico sempre più ampio e per continuare a dare voce all’unicità del nostro sport“.

Su Olympique de Marseille Women
Rappresentando la sezione femminile dell’unico club francese ad aver vinto la Champions League nel 1993, le Olympiennes giocano attualmente nella Seconde Ligue, la seconda divisione francese. La squadra femminile del Olympique de Marseille ha vinto il titolo di seconda divisione nella stagione 2015/16.
È una fantastica opportunità per noi affrontare l’F.C Como Women. Abbiamo grandi ambizioni per questa stagione e puntiamo alla promozione in Arkema Premier League il prima possibile – le parole di Stefano Petruzzo, CEO del club francese – è proprio giocando partite come questa che prendiamo confidenza con il massimo livello e aumentiamo i nostri standard. Soprattutto, è una grande opportunità per far conoscere il calcio femminile e dargli la vetrina che merita“.

Dario Di Donato, Bologna: “Il gap si riduce con il lavoro e con l’ambizione”

Dario Di Donato è l’allenatore di quel Bologna che, nel girone B del campionato Primavera 2, occupa attualmente la quarta posizione, a otto lunghezze dalla capolista Cesena, ma con due soli punti di ritardo dalla seconda piazza occupata dalla Lazio. Mister, siete molto vicini alle posizioni di vertice, ma qual’è il vostro obiettivo per la stagione in corso? “In questa stagione non abbiamo obiettivi di classifica, la priorità è cercare di migliorare di partita in partita”.

Obiettivo che sembra decisamente alla portata della formazione bolognese, che in questa stagione sembra in grado di potersela giocare alla pari con chiunque: a cosa di deve, questo miglioramento? Secondo il nostro interlocutore, deriva “dall’accresciuta consapevolezza che affrontare il lavoro quotidiano, con abnegazione ed entusiasmo, porta a migliorarsi. Devo dire che le ragazze stanno dando il massimo, forse anche superando le loro possibilità”.

La formazione felsinea, come dichiarato dal suo allenatore, non ha obiettivi di classifica, ma di certo la Società avrà indicato degli obiettivi da centrare: quali sono? “Dallo scorso anno abbiamo avviato un percorso che ha come obiettivo principale quello di diventare una società d’élite del calcio femminile in Italia, con mentalità professionistica, cultura del lavoro quotidiano e con principi e concetti calcistici adeguati ai contesti”.

Proprio una formazione primavera, in qualsiasi Club, dovrebbe essere una categoria ‘trampolino’, verso il calcio delle senior: fra le ragazze del Bologna, ce ne sono che potrebbero già essere utili alla prima squadra? “E’ proprio così: il nostro obiettivo è quello di formare giovani talenti, affinché possano essere giocatrici da utilizzare in prima squadra” conferma il nostro tecnico “Quest’anno abbiamo avuto la gratificazione di vedere una nostra ragazza, Beatrice Cataldo, che ci ha già esordito e tutte le ragazze devono ambire a ciò”.

Per raggiungere obiettivi importanti, una squadra deve migliorare sotto tutti gli aspetti e non c’è persona migliore del suo condottiero, per conoscerli: mister Di Donato, se dovesse citare un pregio ed un difetto della sua formazione, quali sarebbero? “La tenacia è il pregio principale: queste ragazze hanno dimostrato di non arrendersi mai” afferma con sicurezza l’interpellato “Come a Cesena: alla fine del primo tempo eravamo sotto 4-1, ma nel secondo siamo tornate in partita e sul 4-3 abbiamo avuto parecchie occasioni per arrivare al pareggio”. Il mister, poi, completa la risposta con la seconda parte del concetto: “Per quanto concerne il difetto, citerei quello che secondo me è più che altro un limite ed è l’inesperienza: affrontare avversarie con più anni di ‘vissuto’, in questo campionato femminile, è spesso un fattore determinante per ottenere un risultato”.

Identificate queste caratteristiche, cosa potrebbe o dovrebbe essere fatto, per poter sfruttare al massimo il pregio e mitigare invece il… limite? L’allenatore felsineo non ha dubbi, nel rispondere e la sua non è una ricetta specifica per quanto esposto in precedenza: “Il gap esperienzale si riduce, oltre che con il costante lavoro quotidiano, anche con la sana ambizione di migliorarsi sempre”.

Per concludere, parlando con la guida di una compagine di metà classifica, viene da chiedere un commento su due delle sue rivali nel girone: una è la capolista Cesena e l’altra è il fanalino di coda Vis Mediterranea: cos’ha, in più delle altre, la prima nominata, e cosa in meno, la seconda? “La Vis Mediterranea paga il numero limitato di giocatrici: non raggiungono mai il numero necessario per affrontare una gara con i cambi, che tutte le squadre hanno la possibilità di effettuare. E questo, in termini di risultati, influisce molto” è la disanima della cinquantanovenne guida tecnica rossoblù, che poi prosegue “Per il resto ho sempre fatto i miei complimenti alle ragazze ed allo staff avellinese, perché sono encomiabili”.

E per quanto concerne la prima della classe? “Di contro, il Cesena ha un organico ampio, completo e strutturato, formato da ragazze con qualità tecniche e conoscenze calcistiche al di sopra della media” con cui, aggiungiamo noi, il Bologna si è praticamente confrontato ad armi pari, anche se giocava in trasferta…

Insomma, il Bologna under 19 sta piano piano diventando una realtà della categoria, almeno per quanto concerne la Primavera 2: forse ci sbilanciamo troppo, ma la strada tracciata dal Club appare molto ben percorsa dalle ragazze e dal loro mister. Non passerà molto tempo, e la squadra rossoblù sarà in grado di confrontarsi per accedere anche alla Primavera 1.

Liberate le calciatrici arrestate per razzismo durante un incontro in Argentina

Sono state scarcerate le ragazze, arrestate per razzismo, dopo il brutto episodio che si è verificato durante il match tra Gremio e River Plate. Il fatto, poco piacevole, che ha visto alcune giocatrici della squadra argentina avere atteggiamenti poco umani: contro una raccattapalle durante il corso del match. Una di queste, si legge dai media locali, di aver fatto addirittura il “verso della scimmia” nei suoi confronti, altre di aver provato ad aggredirla, per questo le giocatrici che si sono macchiate di questo episodio erano state arrestate dalla Polizia ed il Giudice della Città aveva confermato la loro carcerazione.

Un fatto incredibile per un precedente che fa certamente giurisprudenza. Nella notte tra venerdì e sabato, la partita tra Grêmio e River Plate di calcio femminile, è durata solo 35 minuti, conclusa con una rissa e 6 giocatrici espulse. La rissa è nata dopo la rete di Maria DIìias, che aveva messo a segno il gol dell’1-1, dopo il vantaggio iniziale di Romero, ma nell’episodio, alcune giocatrici del River Plate sono state accusate di razzismo nei confronti di una raccattapalle. Nello specifico è stata Candela Díaz ad aver fatto il verso della scimmia, rivolgendosi ad una delle raccattapalle allo stadio Canindé. La stessa malcapitata raccattapalle aveva rischiato anche di essere aggredita da alcune giocatrici durante la gara. Pertanto l’arbitro era stato obbligato a sospendere l’incontro, e considerando che il River non aveva più il numero minimo per stare in campo (poichè erano state espulse Cangaro, Figueroa Diaz, Duarte, Romero, Milagros Diaz e Esponda), il Grêmio aveva vinto a tavolino, qualificandosi direttamente alla finale della Brasil Ladies Cup.

Notizia di quest’oggi, che dopo aver definito le colpe ed aver pagato con una ammenda piuttosto salata, le calciatrici sono state liberate. Certamente questo fatto, poco piacevole, ha fatto il giro del mondo nell’ambito del calcio femminile e si spera che oltre alle doverose scuse alla malcapitata raccattapalle non accada più in nessuna competizione.

Valentina Cristiani: “Calcio femminile in crescita, lo dicono i numeri. La Nazionale ci darà soddisfazioni”

Per la rubrica “A pranzo con l’Ospite” abbiamo avuto il piacere di intervistare in esclusiva Valentina Cristiani, giornalista, che recentemente ha scritto il libro “Non chiamateci quote rosa”, che apre la chiacchierata sull’aumento di interesse verso il calcio femminile:
“Ci ho sempre creduto e ne sono entusiasta. Il calcio femminile sta trovando sempre più consensi e riconoscimenti, sia in termini di visibilità mediatica che economici. Negli ultimi anni ha registrato, infatti, una crescita impressionante in termini di popolarità e impatto economico”.

La scrittrice bolognese, in precedenza in libreria con “Calciatori? No, grazie!” e “Goal a 4 zampe”, aggiunge: “ Il calcio femminile non si limita più ad essere una disciplina di nicchia, grazie anche al successo della Coppa del Mondo femminile FIFA 2023 il suo contributo all’economia globale è evidente. L’evento ha creato oltre 38.000 posti di lavoro e aumentato i redditi familiari di circa 932 milioni di dollari. Con l’avvicinarsi dell’UEFA Women’s EURO 2025, ci si aspetta che l’influenza economica di questo sport cresca ulteriormente”.

Valentina, penna che ha scritto per la “Gazzetta di Parma” e “La Nuova Ferrara”,  sul movimento italiano, invece, sottolinea:
La stagione scorsa ha visto un aumento del 20% della presenza di spettatori alle partite della prima fase del campionato di Serie A Femminile, rispetto all’anno precedente. Al termine della passata stagione, le tesserate erano 42.500, di cui quasi 18.000 con un’età compresa tra i 10 e i 15 anni, un numero in costante crescita che rispetto al 2021/22 ha fatto registrare un +16,5%, confermando come il calcio sia diventato una delle prime scelte sportive per le giovani”.

Cristiani, giornalista iscritta all’ordine dal 2005, poi rimarca:Questi numeri arrivano grazie anche all’ottimo lavoro di Ludovica Mantovani prima e di Federica Cappelletti, Presidente Divisione Serie A Femminile Professionistica, presente nella postfazione del mio ultimo libro ‘Non chiamateci quote rosa’ che approfitto per ringraziare in questa intervista”.

La Responsabile di Tutto Sampdoria, e redattrice di Cronache Bolognesi, sul calcio nostrano evidenzia un altro aspetto non da poco:
“Finalmente anche le giovani calciatrici possono sognare ad occhi aperti e questo sicuramente inciderà positivamente sulla crescita del movimento. Un notevole passo in avanti, indossare la maglia della propria squadra del cuore è un desiderio che diventa realtà anche per le donne. ‘Perché la tua squadra ti entra dentro, ti cattura, è lei che ti sceglie’. Tantissime bambine si sono rispecchiate spesso in questa frase del grande Felice Pulici e ora possono realizzarla”.

L’attenzione si sposta, poi, sulla Nazionale sulla quale la giornalista, che ha scritto in passato anche per il Corriere dello Sport e Tuttosport, ci dice:Partendo dalla seconda fascia, le Azzurre (al 13° posto nel ranking Fifa) ritroveranno, nella meravigliosa cornice svizzera, le campionesse del mondo spagnole, teste di serie, con cui di recente hanno dimostrato di potersela giocare. Da non sottovalutare a mio avviso anche incroci col Belgio e il Portogallo, rispettivamente al 19° e al 22° posto nel ranking. Con coraggio e determinazione sono certa che le ragazze di Soncin ci regaleranno delle belle soddisfazioni”.

Calcio femminile che si sta facendo spazio tra pregiudizi, discriminazioni e violenza sessista racchiusi anche nel libro “Non chiamateci quote rosa”:

“Io stessa in passato sono stata vittima di discriminazioni e pregiudizi, alcuni li ho combattuti, alcuni abbattuti, altri meno. E parlando con diverse colleghe ho scoperto che la cosa è comune a molte. Ci tenevo pertanto a portare alla luce questa tematica comune nel giornalismo, come nel calcio. Personalmente da ragazza forse ci facevo più caso, ora non più. Preferisco soffermarmi sulle critiche costruttive. Nel libro ho raccolto oltre 40 testimonianze che fanno riflettere”.

La chiusura della chiacchierata è proprio sul tema centrale del libro scritto dalla stessa Valentina Cristiani, con la collaborazione di Pathos Edizioni, che tra le intervistate vede giornaliste del calibro di Giorgia Rossi e Paola Ferrari, oltre la già citata Federica Cappelletti, solo per citarne alcune:
“Sono tante le giornaliste che hanno subito pregiudizi e discriminazioni durante il loro percorso lavorativo. Tutte concordano: Basta parlare di ‘quote rose’ che sono un punto di sconfitta per tutti. Non di arrivo. Basterebbero le quote per merito. Al posto delle quote rosa o azzurre o arcobaleno si dovrebbero istituire ‘le quote di risultato’, ossia la sottoscritta viene giudicata per quello che effettivamente vale, in termini professionali, indipendentemente dal sesso di appartenenza, che è assolutamente ininfluente ai fini di una graduatoria meritocratica”.

Il primo amore non si scorda mai: la lettera di Barbara Bonansea alla Juventus

Photo Credit: Nicolò Ottina - Photo Agency Calcio Femminile Italiano

Ci sono storie d’amore e storie d’amore. Alcune nascono dal niente, sbocciano e poi appassiscono come un fiore di cui non ci si prende cura. Altre, invece, nascono dal niente, sbocciano e continuano a fiorire, mettendo radici sempre più profonde e stabili e diventando via via più rigogliose, come quella tra Barbara Bonansea e la Juventus Women. La calciatrice numero 11, poco dopo aver vestito la maglia bianconera per la 200esima volta nella sua carriera, ha rinnovato il suo amore per la squadra di Torino dedicandole una lettera in cui ha descritto tutte le sue emozioni ed espresso tutto il suo amore, nato quando era piccola, nei confronti della “Vecchia Signora”.

Bonansea ha cominciato a seguire e a provare affetto verso la Juventus quando aveva sei anni, come scrive nelle prime due righe: «Cara Juventus, mi chiamo Barbara e ho 6 anni.» Non si perde in inutili giri di parole, e passa subito al dunque, concentrandosi sul ruolo che il calcio, lo sport che è diventato da “passione” la sua “professione”, ha avuto nella sua vita, scaturendo proprio da quella passione per il bianco e il nero e dal rapporto splendido con la sua famiglia: «Ho deciso di giocare a calcio perché è la cosa che mi rende più felice. La mia mamma e il mio papà sono tanto felici che ho seguito la passione di mio fratello Giorgio.»

Poi, dopo queste prime righe cariche di gioia e di consapevolezza, ne arrivano altre in cui la calciatrice si mette a nudo ed elenca invece quelle che sono state le sicurezze e gli ostacoli che hanno caratterizzato la sua scelta di dedicare anima e corpo al calcio, lo sport che, purtroppo, viene ancora visto come “degli uomini” e “per gli uomini”, che fa sentire quelle ragazze che ne sono appassionate “diverse”, “strane” e “sbagliate”. La calciatrice vira però in un’altra direzione, estrapolando da un qualcosa di negativo, come il pregiudizio, il messaggio più bello che si possa trasmettere, ovvero quello di non smettere mai di credere in ciò che rende davvero felici: «Sai non conosco altre ragazze che giocano a calcio e mi sento un po’ strana, diversa. Tutti, però, mi dicono che sono brava e che se mi piace non devo smettere. Allora io gioco tutto il giorno, in casa, in giardino, al parco con i miei amici e al campo con l’allenatore che mi aiuta.»

La Juventus arriva a metà lettera, e riceve una dedica splendida, un obiettivo che, da irraggiungibile, è invece diventato una realtà: «Io non so cosa succederà quando diventerò grande, ma ti sogno. Sogno a occhi aperti quando vedo le tue partite e i campioni che giocano con la tua maglia tanto bella. Sogno e spero di sentire anche io un giorno il brivido di vestirti e di provare a portarti con amore e rispetto sul mio petto.»

Le ultime righe della lettera tornano al presente della giocatrice, BB, le iniziali diventate quasi una sigla per tutte le tifose e i tifosi della Juventus che seguono la squadra con passione e orgoglio, così come Barbara Bonansea, con passione e orgoglio, da semplice tifosa è diventata una vera e propria artefice di vittorie, di gol pesantissimi e una delle autrici non solo della lettera alla Juventus, bensì del libro intitolato “Juventus Women”, a cui metterà di certo ancora mano. Il primo amore non si scorda mai, soprattutto se rappresenta anche l’istante in cui si vive: «Cara Juventus, sono BB, ho 33 anni e mai avrei potuto pensare, nemmeno nel mio sogno più grande e bello, di poterti portare 200 volte sul mio cuore. Sei speciale come quelle cose che si amano follemente e ti amerò per sempre. Tua, Barbara.»

Arezzo, passato il Natale, è ora di tornare ad allenarsi

Photo Credit: Acf Arezzo

Passato Natale, è il momento di tornare ad allenarsi per le citte amaranto. Ecco il programma settimanale:

Venerdì 27 ore 17:00: seduta singola 

Sabato 28 ore 9:00: seduta in palestra

Domenica 29: amichevole ACF Arezzo-Olmoponte 10:30

Brescia Femminile, Astrid Larsson è una nuova Leonessa: “Voglio aiutare la squadra a conquistare più punti e vincere più partite possibili”

Photo Credit: Acf Brescia Calcio Femminile

Nuovo arrivo in casa Brescia. Alla corte di mister Giovanni Valenti approda l’ala sinistra svedese Astrid Larsson.

Classe 1999, Larsson, che in mattinata ha preso parte all’allenamento con la squadra radunatasi dopo la pausa per le festività natalizie, è alla prima esperienza in Italia.

Sono molto contenta di essere qui – si è presentata lei – volevo provare il calcio italiano, che è differente da quello svedese, e ho avuto davvero una bellissima prima impressione della squadra, e dall’incontro con mister Valenti, credo che questo sia davvero un buon posto dove stare“.

Primi calci al pallone all’età di 5 anni, per una passione che poi l’ha portata a giocare a livello professionistico nel campionato svedese per dieci anni, fino all’ultima esperienza nell’Eskilstuna United Damfotbollsförening, prima dell’approdo nella società della presidente Clara Gorno.

Chiaro l’obiettivo con il quale affronta l’avventura nel nostro Paese: “Sono una giocatrice veloce, che corre molto, e mi piace segnare molti gol, ma anche fare tanti assist: sono arrivata qui con la volontà di aiutare la squadra a conquistare più punti e vincere più partite possibili“.

Antonio Filippini: “Calcio femminile? Ecco come migliorare in tre step. La Nazionale può fare bene ad Euro 2025”

Nelle ore scorse abbiamo raggiunto in esclusiva Antonio Filippini. L’ex calciatore, con tante gare di Serie A alle spalle, apre la chiacchierata parlando del suo interesse verso il calcio femminile: “In realtà esiste da tanto tempo, è aumentato indubbiamente da quando è stato più semplice poterlo seguirlo attraverso la televisione. Non avrei mai pensato, ad essere onesto, di poter esser chiamato alla guida di una squadra femminile, sbagliavo”.

Sull’avventura avuta sulla panchina del Genoa Women, poi, il tecnico bresciano, che dal 95′ al 2011 ha giocato praticamente in maniera ininterrotta tra Serie A e B, sottolinea: “Sono stato molto lusingato dalla chiamata del Genoa, di poter far parte di un progetto importante illustratomi dalla dirigente Marta Carissimi. Non ho esitato un secondo alla possibilità di potermi confrontare con questa nuova sfida”.

Diversi gli aspetti che hanno colpito, durante i mesi alla guida delle rossoblù, il tecnico classe ’73 che ci confida: “Sono stati la determinazione, la passione e il coinvolgimento da parte delle ragazze durante gli allenamenti e le partite. Non sono mai tornato a casa scontento di un allenamento perché vedevo il massimo impegno e la massima applicazione da parte loro, oltre ad un voler migliorarsi continuo”.

Tanti gli ex calciatori che negli ultimi anni si stanno affacciando verso il calcio femminile. Filippini a riguardo rimarca: “Quello che credo di poter portare è l’esperienza sulla parte tecnico-tattica, sotto l’aspetto dello sviluppo e della costruzione del gioco. Ho visto tante gare in ambito europeo ed ho notato che si cerca, spesso, rapidamente di andare a fare male alla squadra avversaria. Cercherei di proporre un gioco, invece, moderno”.

Uno dei tecnici che ha calcato i campi di calcio maschile è Andrea Soncin, CT dell’Italia, sul quale Filippini ci dice: “Mi aspettavo un impatto positivo da parte di Soncin. Lo reputo un tecnico molto preparato e competente, conosce il calcio e ha delle buone idee. In più, poi, ha dalla sua un gruppo che negli ultimi anni è cresciuto insieme diventando comunque competitivo. Lui è stato bravo a creare un mix perfetto per fare bene da subito, i risultati si sono visti”.

Azzurre impegnate nella prossima estate in Svizzera per Euro 2025. Mister Filippini sul potenziale della Nazionale femminile non ha dubbi: “Penso che l’Italia possa arrivare nelle prime quattro. Soncin e le ragazze hanno tutto per poterci provare, ovvio il sogno è sempre quello di vincere o di arrivarci comunque vicino. Sono curioso di vedere cosa faranno, faccio il tifo per loro”.

La chiusura della chiacchierata con Antonio Filippini è sulla crescita del calcio femminile in Italia: “Può migliorare tanto sotto tre aspetti. Il primo è quello della visibilità, giocare partite negli stadi della propria città e magari della squadra maschile potrebbe aiutare tanto a conquistare nuovi tifosi. Il secondo aspetto è quello fisico, si dovrebbe lavorare di più per quanto riguarda la struttura e la fisicità delle giocatrici provando ad avvicinare quella delle calciatrici internazionali. Poi si dovrebbe giocare un calcio moderno con più fase di costruzione e sviluppo per andare nella metà campo avversaria. Più giochi nella metà campo avversaria maggiore è l’opportunità di costruire azioni da rete per poter vincere le partite”.

Futsal-Serie A, recupero Kick Off-Bitonto: le pugliesi, neo regine d’Europa, in campo con l’Under 19

Domenica l’ultima gara di Serie A femminile del 2024 vedrà in campo il recupero tra Kick Off e Bitonto. Le pugliesi, da pochi giorni sul tetto d’Europa dopo il successo nella Women’s European Champions, saranno ospiti della capolista Kick Off nel recupero della nona giornata di campionato. La sfida, in programma originariamente all’Immacolata, non andò in scena a causa del furto del materiale tecnico a danno delle neroverdi.
Per il recupero il team pugliese, però, si presenterà con tanti elementi provenienti dall’Under 19 visti i tanti elementi tornati in patria per le festività natalizie. La stessa società, tramite il suo tecnico Marzuoli, sottolinea: “Avevamo già fatto miracoli per evitare di fissare il 29 dicembre la gara con la VIP che abbiamo infatti, disputato due giorni soltanto dopo la finale di European Champions e invece ci ritroviamo di nuovo con un impegno che interrompe il programma fissato e ci costringe a scendere in campo con una formazione nella quale figureranno tantissime esordienti in serie A”.

La sfida vede opposto il Bitonto, campione d’Italia in carica, all’attuale formazione prima della classe. Il mister delle neroverdi rimarca:  “Incontrare la capolista in queste condizioni è decisamente uno svantaggio. Non so di chi è la colpa ma è evidente che non è stata fatta la scelta migliore, una scelta che ci è stata imposta, che favorisce evidentemente il nostro avversario che potrà giocare con la formazione praticamente al completo”.

A capitanare il team sarà Nicoletta Mansueto che aggiunge: “Sono scelte incomprensibili che non tengono conto del calendario che aspetta, per esempio, noi nazionali. Abbiamo definito per tempo il piano di lavoro nella nostra società però ci troviamo costretti a giocare una partita fuori tempo e senza tenere conto della nostra situazione”.

La calcettista chiude affermando: “Una beffa che si aggiunge al danno del furto. Sembra quasi che tutti se ne siano dimenticati ma noi stiamo subendo un danno da questo recupero sia in termini economici perché paghiamo due volte il viaggio a Milano sia in termini di perdita di valori ed effetti personali. Andiamo a Milano però indossando la maglia neroverde e chi sarà chiamato in causa darà tutto per onorarla al meglio come sempre abbiamo fatto”.

Storie della Women’s Champions League: Chelsea fuori con 11 punti, in tre qualificate con 9

Photo Credit: Alessandro Bugelli - PhotoAgency Calcio Femminile Italiano

Quella da poco archiviata resterà dopo quattro edizioni l’ultima fase a gironi del format che ha accompagnato la Women’s Champions League. Tante le statistiche e i record da sottolineare in questo periodo di gare ufficiali.
In ognuna delle quattro edizioni sono state sei le partite della prima fase con un totale,  quindi, di 24 gare: la prima con il format attuale risale all’annata 21/22. Con il margine di distacco più ampio sulla seconda, ben 9 punti, nella fase a gironi di Women’s Champions League a passare il turno sono state il Barcellona (2021/22) ed il Lione (2024/25) mentre con il minor numero di punti per un piazzamento tra le prime due nella fase a gironi ci sono state Arsenal (2021/22), Benfica (2023/24) e Wolfsburg (2024/25) che hanno ottenuto il pass con sole 9 lunghezze. A non superare, invece, il turno con il maggior numero di punti ottenuto nella fase a girone è stato con 11 punti il Chelsea nella stagione 2021/22.

 

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