Juventus-Sassuolo è la prima semifinale della fase finale del campionato Primavera 1, quella destinata ad eleggere la squadra che succederà al Milan nell’albo d’oro. Le due formazioni arrivano a questa semifinale dopo essersi confrontate nell’ultima di campionato, andata in scena solamente sette giorni fa e chiusasi con il netto 4-1 in favore delle bianconere. Un successo che ha causato la discesa in classifica delle neroverdi, finite quarte della regular season e, per questo, opposte in semifinale proprio alle juventine.
Le “zebrette”, dominatrici della stagione regolare e schierate col loro classico 3-4-2-1, potranno contare su di un doppio risultato a favore, visto che il regolamento, in caso di parità, garantisce l’accesso alla finalissima alla squadra meglio classificata. Dunque, le ragazze emiliane (posizionate con un 4-4-2 ‘a rombo’) sono costrette a cercare la vittoria a tutti i costi, se vorranno accedere all’ultimo atto della manifestazione, come per altro già fatto nella passata stagione. Ed è proprio il Sassuolo a dare il via alla contesa, dopo il minuto di raccoglimento in memoria di Papa Francesco (squadre anche con il lutto al braccio) fischiato dal direttore di gara, Juri Gallorini della sezione di Arezzo.
L’avvio è però di marca bianconera (in realtà in divisa blu notte), con Marta Zamboni a proporsi come riferimento principale nella zona avanzata, sia come ispiratrice che come finalizzatrice. È lei a calciare alto di sinistro al 5’ ed a ispirare Ferraresi all’8’, che però coglie solo l’esterno della rete, mentre un minuto dopo è Anna Copelli, su punizione dalla distanza, ad avvicinare di molto il ‘sette’ della porta sassuolese.
Dopo un tiro velleitario, dalla trequarti, di Ferraresi, intorno al quarto d’ora le ragazze del mister Davide Balugani sembrano trovare le misure per contrastare le bianconere: riuscendo ad alzare il baricentro, ottengono infatti di limitare le iniziative rivali, anche se la mancanza di precisione sulle verticalizzazioni non favorisce le loro offensive. Comunque sia, Emma Girotto riesce ad impegnare centralmente il portiere bianconero al 31’, mentre otto giri di lancette più tardi Caterina Venturelli calcia a lato da posizione favorevole.
Un’occasione per parte, poi, sanciscono la fine della prima frazione, con Giorgia Termentini che non riesce ad imprimere troppa forza al suo colpo di testa (42’), consentendo il recupero della palla ad Erica Di Nallo, mentre Emma Mustafic (al secondo minuto di recupero) fa sua una palla alta destinata con precisione alla testa di Stanic, nell’area piccola. Ma il risultato non si sblocca e le due squadre vanno negli spogliatoi sullo 0-0.
Alla ripresa le due formazioni si presentano senza cambi, ma con il Sassuolo che mette subito i brividi alla Juventus: uno strepitoso ‘slalom’ di Manuela Perselli, in mezzo a tre-quattro avversarie e nel pieno dell’area bianconera, obbliga all’uscita Mustafic, che riesce ad anticipare l’intervento di Gabriela Andersone che, in agguato, era pronta a colpire. La Juventus, da parte sua, riesce solo a replicare con iniziative personali, le più pericolose delle quali portano le firme di Krystyna Flis ed Eleonora Ferraresi (rispettivamente al 50’ ed al 52’) ma che finiscono entrambe fuori dallo specchio.
Allo scoccare dell’ora di gioco, il mister juventino Marco Bruzzano decide di metter mano a forze fresche, nel tentativo di sbloccare la gara: entrano Giorgia Bianchi e Greta Bellagente, al posto di Zamboni, sicuramente la migliore della sua squadra ma spentasi nel corso della seconda frazione, e Copelli. Il Sassuolo, invece, è costretto a sostituire l’infortunata Francesca Randazzo, con l’ingresso di Alice Bertola.
Inizialmente i cambi sembrano infondere nuova linfa al gioco juventino, con la Bianchi che impegna il portiere sassuolese Di Nallo, prima in una parata in due tempi (con un sinistro da dentro l’area, al 62’) e poi con una impegnativa deviazione in angolo (su punizione dalla grande distanza, al 66’). Pur senza mai dare l’impressione di poter sfondare, la dominatrice della stagione regolare torna ad imporre il proprio gioco, su di un Sassuolo che sembra iniziare a patire i primi sintomi della fatica e non riesce più a proporsi. Improvvisamente, però, al palesarsi dell’ultimo quarto d’ora di gioco la situazione sembra ribaltarsi: una palla vagante nell’area bianconera, finisce sui piedi della Andersone che, da posizione defilata, chiama Mustafic alla più difficile parata dell’incontro, costringendola a togliere dall’incrocio un pallone velenosissimo.
L’occasione permette alle sassuolesi di ritrovare energie nervose insospettabili, mentre le loro avversarie si chiudono sempre più in difesa concedendosi solamente qualche contropiede (come quello che porta Bellagente, a tre minuti dal 90’, a chiamare in causa l’estremo avversario, che si disimpegna in tuffo). Il forcing finale è così inaspettatamente di marca neroverde, con la parte bianconera invece in preda al timore di diventare vittima di una clamorosa beffa: timore che rischia di diventare realtà, allo scadere del quinto ed ultimo minuto di recupero, quando la Girotto si libera in area e di destro, in girata, prova a pescare il ‘jolly’ fallendo non di molto la mira.
A quel punto è veramente tutto e l’arbitro sancisce la fine di un incontro che non si può certo definire spettacolare, anche se non sono mancate le emozioni. La Juventus accede così alla finale per il titolo, ma senza aver dimostrato di valere quei dodici punti di vantaggio accumulati nel corso della stagione regolare. Il Sassuolo, dopo aver sfiorato il titolo la stagione scorsa, si ferma quest’anno al penultimo atto, ma a testa assolutamente alta, confermando una volta di più quanto sia grande il suo ‘cuore’ sportivo.
JUVENTUS – SASSUOLO 0-0
Recupero: 2’ e 5’
Angoli: 6-1
Ammoniti: Girotto (S)
JUVENTUS: Mustafic, Tosello, Cocino, Termentini (86’Piccardi), Bertora, Gallo, Flis (72’Casella), Piermarini, Ferraresi (72’Santarella), Zamboni (60’Bianchi), Copelli (60’ Bellagente)
SASSUOLO: Di Nallo, Venturelli, Randazzo (60’ Bertola), Hoxhaj, Tonali (85’ Ateluce), Lecaille, Andersone, Guerzoni, Girotto, Perselli, Stanic