Caro papà, non so perché ma se penso alla tua lettera “E’ proprio obbligatorio che mio figlio giochi a calcio con delle bambine?” penso all’ “Elogio alla follia”.
“La Follia si proclama figlia di Plutos, dio della ricchezza, e della Giovinezza, e dice inoltre di essere stata allevata dall’Ignoranza e dall’Ubriachezza. I suoi più fedeli compagni sono Vanità, Adulazione, Dimenticanza, Accidia, Piacere, Demenza, Licenziosità, Intemperanza. Tutti gli esseri umani o almeno la maggior parte, con i loro comportamenti inseguono follemente ciò che è terreno e transeunte, destinato a finire: gloria, potere, ricchezza, lusso, successo.”
Caro papà, ho 7 anni e non so ancora decidere cosa sia giusto e cosa sia sbagliato. Io guardo il mondo con gli occhi di un bambino, sei tu che mi spalanchi la strada verso l’uomo che sarò domani. Sei tu che mi ha detto che bambini e bambine non possono giocare insieme e che il calcio è uno sport da maschi!
Hai parlato di “danza col pallone”, io so di calciatori che quando si muovono, con i loro movimenti, sembrano realmente danzare su quella palla.
Dai papà, non mi dire che non hai mai visto il cigno di Utrecht danzare!
Papà ascolta, perché non proponiamo alla società di dare uno spogliatoio alle mie compagne di squadra?
Non è vero che da quando ci sono due ragazzine in squadra perdiamo sempre, quando siamo su un campo siamo un unico giocatore e sai, gioco nei pulcini, a questa età non dovremmo pensare sempre a vincere ma a divertirci.
Papà, le mie compagne di squadra hanno scelto il calcio, non sono stati i loro genitori a spingerle sul prato verde. Lo sai cosa mi hanno raccontato, papà? Che non devo avere paura dei contrasti, anzi. Nella maggior parte dei casi i calciatori simulano molto di più delle femmine.
Papà, impara ad essere il mio primo educatore, io penso a divertirmi!
Ringraziamo Papavanbasten: progetto collaborativo che nasce dalla community online di Papà, Van Basten e altri supereroi, il libro di favole rossonere che Edoardo Maturo si è inventato per far diventare i suoi figli milanisti.
Precisiamo che l’articolo di cui sopra è in risposta alla lettera di un papà riportata sul nostro sito web il 1 Agosto 2017:
“So bene di quanta ipocrisia ci sia nel web e nel calcio. Sono un po’ imbarazzato nel inviare questa lettera, ma la mia perplessità è reale: ma invece che pensare a riformare i campionati di Serie A e B non si può pensare ad iniziare dal piede giusto. E’ proprio obbligatorio che mio figlio giochi a calcio con delle bambine?
Ha 7 anni, categoria pulcini e non ne vuole sapere di giocare con delle femmine a calcio. Non gli piace e lo capisco. Si trasforma in un altro sport non è più calcio, ma danza col pallone. Ha paura di colpirle e di fare loro del male con un contrasto, in spogliatoio c’è sempre imbarazzo ed oggettivamente da quando ci sono le 2 ragazzine in squadra perdono sempre… non c’è una cosa che abbia senso!
“Non sono maschilista sia chiaro, anzi stimolo mio figlio perché giochi sempre senza escludere le “bambine” che spesso sono più sveglie e mature dei loro pari età maschietti. Ma su questo mi spiace insistere ma devo dar ragione a mio figlio. Se qualche genitore voleva un bimbo non deve necessariamente far giocare a calcio propria figlia distruggendo questo sport e quei maschietti che vogliono praticarlo. Inoltre anche per le ragazzine stare in un ambiente prettamente maschile dove c’è anche contatto fisico penso possa creare confusione. Scusate per lo sfogo ma a breve dovrò pagare l’iscrizione annuale ma se mio figlio si ritrova le bambine non ci vorrà più andare”.