Occhi che incantano, viso da copertina, grinta da difensore implacabile. Debora Novellino è tutto questo e molto di più. Diciotto anni compiuti da poco, gioca nella Pink Bari e sogna come tutte le sue coetanee. Nata in una famiglia in cui si mangia da sempre pane e pallone, forse non poteva essere altrimenti. Il papà, infatti, è Giuseppe Novellino, ex giocatore tra gli anni ’70 e ’80, sei presenze in serie A con la maglia della Fiorentina. Lo zio si chiama invece Walter, un passato da centrocampista offensivo soprattutto nel Milan e nel Perugia prima di diventare allenatore (l’ultima esperienza in panchina a Modena si è interrotta quasi un anno fa). Figlia e nipote d’arte, insomma. «La mia passione per il calcio nasce grazie a loro – racconta Debora – da piccola mio padre e mio fratello sono stati i miei allenatori, mi hanno sempre spinto e motivato. Poi sono cresciuta ed è arrivata la Pink Bari. Gioco in serie A da due anni. Mia madre forse sperava che diventassi una ballerina, ma è andata così». Dolcezza, simpatia, ma anche testa. Nel calcio femminile, che sta giustamente cercando più spazi e diritti nello sport italiano, servono persone così. «Purtroppo non si può vivere facendo la calciatrice. Non veniamo considerate come i nostri colleghi maschi. L’omofobia? Non ci sono parole, è una cosa assurda».

SCUOLA E CAMPO –
Diventata maggiorenne da neanche tre mesi («ho festeggiato nello spogliatoio, poi la sera insieme alla famiglia e ai miei amici»), Debora frequenta il quarto anno di ragioneria a Bari. «La mia giornata tipo? Mi sveglio alle sei, mi piace fare colazione con calma. Alle 8.15 sono in classe per la prima lezione. Finita la mattinata torno a casa, pranzo e studio. Poi vado al campo. Ci alleniamo tutti i giorni alle 19, il sabato giochiamo in campionato e finalmente la domenica mi riposo». Sacrifici e passione, la vita di una ragazza normale che cresce tra sogni e speranze. «In campo ho molta personalità e carattere. Sono un terzino destro. Mi piace giocare d’anticipo e impostare. Punto sulla mia velocità e sulla resistenza. Sono innamorata di questo ruolo. Il mio idolo e Javier Zanetti, anche se sono milanista. Mio padre viene sempre a vedermi giocare. Mi ripete che devo restare umile in quello che faccio, di giocare semplice e pulita. Il mio difetto più grande forse è che penso troppo quando devo passare la palla. La Pink? Siamo un bel gruppo, compatte, ci aiutiamo e frequentiamo anche fuori dal campo. Isabella Cardone, il nostro allenatore, ci ricorda sempre che nessuno ha il posto garantito e bisogna dare tutto».

MISS ITALIA – Poi è arrivata Miss Italia. Debora ha vissuto un giorno da aspirante modella, perfettamente a suo agio con trucco, tacchi e costumi da bagno. Chi ha avuto l’idea? «In realtà non lo so – ride Debora – è tutta colpa della Pink. Un giorno, all’improvviso, mi hanno detto: ‘prepara la valigia, domani alle sette devi prendere l’aereo per Roma’. Io pensavo fosse un casting ristretto solo alle calciatrici, poi quando sono arrivata e ho viste tutte queste ragazze alte e bellissime ho pensato subito: ‘ciao, io me ne vado!’. In realtè è andata bene, con me c’erano altre due colleghe (Martina Piemonte, centrale del San Zaccaria e Alessia Sgaggiaro, centrocampista della Roma, ndr) ma sono state eliminate. Sono rimasta l’unica rappresentante del calcio. Ora c’è in corso una votazione online sul sito di Miss Italia. Mi servono tantissimi voti per passare alle prossime selezioni, è difficilissimo». Nella testa di Debora non c’è quindi solo il pallone. «Ho fatto due anni di canto. La mia cantante preferita è Emma. E vado a ballare. Nella vita non si sa mai…». Magari un giorno presenterà una trasmissione sportiva in televisione: «Mi piacerebbe, chissà…».

Fonte: www.corrieredellosport.it