Credit Photo: Daniela Belmonte - Photo Agency Calcio Femminile Italiano

Il Napoli Femminile scalda i motori e si prepara a cominciare la Fase 2 della Serie A Femminile 2024/25 che avrà inizio con la prima partita della Poule Salvezza per le partenopee ovvero Sassuolo-Napoli (2 Marzo, ore 12.30 live su Dazn). Prima di ricominciare, abbiamo avuto il piacere di intervistare Michela Giordano, difensore classe 2002, che in questa stagione ha totalizzato 17 presenze e una rete tra campionato e coppa. Dagli inizi della sua carriera con tutte le tappe più importanti, fino all’attuale esperienza a Napoli con tutte le sensazioni per il proseguo della stagione e alcuni aneddoti della vita ai piedi del Vesuvio.

Ciao Michela, prima domanda semplice ma mai scontata: come stai?“: “Ora bene! sono felice dopo un periodo passato lontano dalle mie compagne. Mi sono però sentita parte del gruppo anche da lontano e ci stiamo rialzando insieme sia con chi è fuori sia con chi è in campo”

Se dovessi dare un voto alla stagione fino ad ora, che voto daresti e perché?“: “Siamo partite subito bene facendo ottime prestazioni come ad esempio la vittoria con il Sassuolo, poi seppur abbiamo portati pochi punti a casa c’era qualcosa di positivo da tirar fuori dalle partite da cui poter ripartire. Poi abbiamo probabilmente avuto un calo sia fisico che mentale che ha portato al cambio allenatore ed è arrivato in un momento in cui avevamo bisogno di nuovi stimoli, per me è stato come un ricominciare da zero la stagione. Grazie alla società, allo staff ma soprattutto all’unione del gruppo e del nostro rimetterci in gioco ci siamo rialzate perché non era facile cambiare allenatore prima di una partita delicata come quella contro la Samp, dalla quale siamo uscite sconfitte, e i risultati poi ottenuti contro Roma e Juventus sono stati ciò che ci meritavamo. Per come abbiamo poi chiuso la Regular Season contro il Como direi un 6 e mezzo, forse…anche 7 dai!”

Parlando del finale della Regular Season, cosa vi ha trasmesso il nuovo Mister Sassarini per poter svoltare la stagione?“: “Ci ha dato nuovi stimoli e ci ha aiutato ad alzare l’autostima collettiva. Ci ha trasmesso un concetto fondamentale, ovvero che ogni singolo elemento della rosa è utile alla causa di vincere una partita e di centrare un obiettivo, sia le 11 che partono dall’inizio che quelle che subentrano che a volte possono essere più decisive delle titolari. Grazie a lui abbiamo tutte iniziato a credere di più in noi stesse tirandoci fuori una grinta che poi ci ha portato a fare risultati importanti contro squadre che sono ai vertici della classifica”

E invece cosa ti aspetti dalla Poule Salvezza?“: “Il livello si è alzato tanto, non c’è più grande divario tra le squadre. Voglio concentrarmi su di noi, che nelle ultime partite abbiamo dimostrato davvero una forza e un alchimia unica. Noi come squadra abbiamo iniziato un percorso nuovo, e potremo capire in queste partite a che livello siamo rispetto alle avversarie e voglio conquistare belle soddisfazioni perché ce lo meritiamo e credo tantissimo in noi, nello staff e nella società perché stiamo costruendo e possiamo costruire qualcosa di importante”

Mettiamo da parte la stagione attuale, e torniamo indietro nel tempo: come è nata la passione per il calcio? “Ho iniziato a giocare con una mia amica di scuola, facevamo scii, poi abbiamo pensato di giocare a calcio visto che ci giocavamo sempre all’oratorio del paese con i maschi. All’inizio mio papà voleva farmi fare scii, ma siccome lui ha sempre creduto in me ha portato me e la mia amica a giocare in una squadra del paese. Poi sono andata a giocare a Cuneo dopo aver fatti i provini e lì ho capito che sarebbe potuto diventare un lavoro perché mi allenavo in prima squadra con ragazze che giocavano in nazionale come Iannella e Sodini e loro sono state fondamentali a farmi intraprendere questa strada, visto che mi son trovata li a 14 anni, un età in cui o molli tutto oppure percorri la strada fino in fondo. Ho scelto la seconda opzione ed è grazie alla parentesi che ho avuto a Cuneo che ho coltivato il mio sogno fino ad oggi. Sono stati gli anni dei sacrifici che mi hanno portato a ciò che sono oggi, prendere il treno da sola per andare ad allenarmi, aspettare un ora post allenamento mio papà che torna da lavoro e passa a prendermi, il freddo che faceva alle 20 quando ci allenavamo. Tutte cose che hanno portato a formare la persona che sono oggi.”

Dopo questa importante parentesi arriva un altro importante capitolo della tua carriera: la Juventus Women: cosa è stato per te vivere un club grandissimo come la Juventus?“: “Io essendo piemontese sono juventina fin da quando sono bambina, per me era un sogno far parte di questo club. Quando sono entrata per la prima volta a Vinovo non mi sembrava vero, per anni sogni di poter arrivare a giocare con giocatrici come Bonansea, Girelli e Rosucci che sono dei monumenti del nostro movimento e con Boattin che è sempre stata il mio idolo. Poi ho avuto la fortuna di iniziare ad allenarmi con loro e sono stati gli anni più belli e importanti perché sono gli anni in cui io sono cresciuta, da ragazzina sono diventata donna grazie anche a degli accaduti extra-calcio molto duri dove era più facile mollare tutto. Avere al mio fianco persone come Sara Gama e le altre citate prima mi ha fatto capire che far parte della famiglia Juventus è anche questo, poter contare su persone splendide. Ricordo che noi alla Juventus avevamo tutto, eravamo professioniste ancor prima che arrivasse il professionismo. Condividevamo momenti della giornata come la scuola, i pasti, con giocatori che ci rispettavano perché eravamo calciatrici e non semplici ragazze, una cosa assolutamente non da poco. Ad esempio ho condiviso la quotidianità li alla Juve con Dragusin, che oggi gioca al Tottenham, e con lui altri ragazzi con la quale abbiamo instaurato un bellissimo rapporto. Questo è ciò che gli anni alla Juventus mi hanno regalato e probabilmente fino ad ora sono stati gli anni più belli della mia carriera”

Dopodiché passiamo al capitolo Sampdoria: le emozioni delle tre stagioni a Genova e del primo gol in Serie A“: “Genova è stata la prima stagione vera, all’inizio avevo paura di non essere pronta. Sono arrivata lì da ragazzina dove ho dovuto imparare tante cose anche fuori dal campo, le difficoltà del vivere da sola, gestire le mie cose a casa, ma ho trovato anche qui da compagne davvero meravigliose che mi hanno aiutato. Ho imparato a cavarmela da sola, grazie ad un grande gruppo compatto e mi sono trovata veramente benissimo, tre anni meravigliosi dove ho anche trovato il mio primo gol in Serie A. Tra l’altro è arrivato nel giorno dell’anniversario di matrimonio dei miei genitori, ed è stato un segnale per tutti i sacrifici che loro hanno fatto per me. Quel gol in quel giorno non è stato un caso, trovare il primo gol in una giornata così importante e averlo fatto di fronte a mio papà e al mio ragazzo è stato davvero speciale, un segno del destino.”

Adesso veniamo al presente: Napoli. Come la stai vivendo?“: “Sono arrivata a Napoli convinta di poter dare una mano in primis alle mie compagne. Ho trovato un ambiente splendido, pulito, gente che ci fa sentire ogni giorno professioniste. Persone che non tutte le società possono vantare, ho sentito voci belle e meno belle su Napoli. Quello che posso dire io è che Napoli va vissuta almeno una volta, che sia da calciatrice o no, qui non ho mai conosciuto persone che non vogliano il bene del prossimo, ma persone davvero splendide come il nostro magazziniere Marco, Ciro il barbiere, Gaetano che ci prepara sempre la crostata prima della partita, e vedere loro che fanno di tutto per renderci felici ci tira fuori una carica per la quale noi scendiamo in campo e vogliamo vincere anche per loro e ricambiare tutto ciò. Mi sono circondata di gente altruista, che nei momenti difficile ti fanno tirar fuori sempre anche un semplice sorriso perché sono persone che ti fanno vivere felice e poi questi aspetti si riflettono anche sul campo.”

Parlando di rapporti, qui a Napoli hai ritrovato ragazze con la quale hai condiviso parte della tua carriera, ad esempio Pettenuzzo, Novellino, Moretti, Bellucci, Beretta e Bacic. Ritrovarle qui, che effetto fa?“: “La cosa che noto di più è il cambiamento a livello calcistico. Ho trovato tutte molto migliorate rispetto agli inizi, nonostante tutte erano ragazze già molto forti. In più sul piano umano sono tutte cresciute tantissimo e il rapporto con loro è rimasto intatto a distanza di tempo, perché è bello quando hai la stessa gioia di rivederle, passare del tempo con loro dopo aver condiviso parte della tua carriera. In più, arrivare in un ambiente nuovo ma trovare ragazze che conosci già è una fortuna grande, è come ritrovare un pezzo di te.”

E invece delle ragazze che hai conosciuto quest’anno, con chi hai legato di più?“: “Ho legato tanto con Paola Di Marino. Lei è un vero capitano, una professionista esemplare, da tutto per la squadra sia dentro che fuori dal campo. Sta attraversando un brutto periodo, manca ormai da tanto in campo. Ma ha una grande forza e rientrerà più forte di prima grazie alla sua tenacia e forza di volontà. Sono arrivata qui che non la conoscevo e dalle prime conversazioni con lei leggi nei suoi occhi tutta la storia di questa squadra, di quanto sia fiera di rappresentarla e del suo essere napoletana. Tutte noi lottiamo per poterle regalare una gioia in un momento complicato, spero che possiamo fare qualcosa di grande per lei e che si lasci alle spalle questo brutto periodo.” 

Adesso facciamo un gioco con le tue compagne di squadra: componiamo la giocatrice perfetta rubando ad ognuna di loro una di queste qualità: Piede destro, sinistro, velocità, forza fisica, intelligenza tattica, tiro, tecnica“: “Il destro di Bellucci, il sinistro di Banusic perché è ambidestra, la velocità di Moretti, la forza di Muth, intelligenza tattica di Bellucci, il tiro di Jelcic e la tecnica di Banusic”

Parlando delle tue caratteristiche, tu hai ricoperto un sacco di ruoli in campo, ma qual è quello che secondo te si addice di più alle tue caratteristiche?”: “Mi piace davvero tanto giocare da mezz’ala, perché sento che lì posso dare una grande mano. Con il mister Sassarini mi piace molto fare il terzino perché siamo molto coinvolte nella costruzione del gioco e a me piace essere utile nella manovra e con lui penso che sia il mio ruolo, devo sicuramente migliorare e crescere per soddisfare le sue richieste nel gioco, ma mi piace molto come ruolo”

Se dovessi scegliere tre aggettivi per descrivere la Giordano calciatrice, quali sceglieresti e perché?“: “Lottatrice perché penso di non mollare mai, do sempre il massimo anche se gioco male. Ad esempio ho giocato trenta minuti con il naso rotto, per cui ti fa capire che per fermarmi devi abbattermi. Agonismo, perché in campo sono un altra persona rispetto a fuori, divento quasi insopportabile , un martello. Un terzo aggettivo…non saprei, ce ne sarebbero tanti!”

E se dovessi scegliere tre aggettivi per la Giordano fuori dal campo?“: “Penso che il primo sia generosa, poi sceglierei altruista, e infine…vivace!”

Per concludere, il tuo sogno nel cassetto?“: “Ne ho tanti, il primo è raggiungere la salvezza con il Napoli. Un sogno che probabilmente abbiamo tante di noi ma che ho custodito con me è quello di essere convocata in Nazionale Maggiore. Infine quello più grande è avere e coltivare l’amore per il calcio il più a lungo possibile”

Un ringraziamento speciale al Napoli Femminile per averci concesso l’opportunità di realizzare questa intervista e a Michela per la sua infinita disponibilità!