Photo Credit: Stefano Petitti - PhotoAgency Calcio Femminile Italiano

Il Lumezzane ha superato per 2-1 in trasferta l’H&D Chievo Women, dopo essere stato sotto addirittura di un gol, ottenendo il secondo successo in cinque partite di Serie B, ma allo stesso tempo è valso alle ragazze di Nicoletta Mazza il balzo al settimo posto in classifica e domenica si torna in casa ospitando al “Tullio Saleri” la Freedom che ha sconfitto, nella giornata appena trascorsa, il Brescia.
Nella partita vinta contro le clivensi c’è stata una calciatrice che ha fatto il suo debutto con la maglia rossoblù: stiamo parlando di Melissa Nozzi, difensore classe ’97 che ha in passato ha militato nel San Marino Academy, Napoli Femminile e Parma.
La nostra Redazione ha raggiunto Melissa per risponderci ad alcune domande.

Melissa, cosa vuol dire per te il calcio?
«Potrei descrivere il calcio con mille parole e definizioni diverse, ma lo riassumo dicendo che è uno stile di vita, una passione e un gioco, ma allo stesso tempo un lavoro. Direi che è l’amore della mia vita che mi accompagna da quando ho sei anni. In un certo senso mi piace definirla anche un po’ la mia “droga”».

Perché hai scelto di essere un difensore?
«Ho sempre avuto lo spirito del difensore: sacrificio, cattiveria, condivisione e lavoro di reparto, anche se non ho propriamente scelto il ruolo, perché nei primi allenamenti che ho fatto ero più a terra per fare scivolate e chiusure che in piedi e quindi ha scelto il mister per me».

Cosa ti ha spinto, quest’anno, a giocare per il Lumezzane?
«Ho scelto Lumezzane sia per le persone che ci sono che per il progetto che hanno. Non c’è voluto molto per convincermi. Ho apprezzato molto il loro lato umano, la loro umiltà, il senso di appartenenza e il concetto di squadra che mi hanno trasmesso ed è ciò che cercavo e di cui avevo bisogno. È una società che vuol far bene ma coi giusti tempi. Penso che ci toglieremo molte soddisfazioni».

Il Lumezzane si trova settimo al termine della quinta giornata di Serie B. Come valuti l’avvio della squadra?
«Questo avvio è giusto, e i punti che abbiamo ci rispecchiano. Stiamo crescendo e migliorando di giorno in giorno e penso che, se continueremo su questa strada, scaleremo anche questo settimo posto».

Parliamo del 2-1 ottenuto domenica pomeriggio sul campo dell’H&D Chievo Women. Quanto vale, secondo te, questo successo arrivato oltretutto in rimonta?
«Secondo me, sono tre punti pesanti anche perché li abbiamo ottenuti fuori casa e contro una buona squadra. Abbiamo dimostrato il carattere della squadra che si era già intravisto la settimana precedente contro il Genoa. In entrambe le partite, infatti, siamo andate in svantaggio, ma non abbiamo mollato, anzi abbiamo reagito alla grande tirando fuori carattere e personalità, dimostrando di essere consapevoli dei mezzi che abbiamo».

Per te, la partita col Chievo, ha avuto una valenza importante, dato che nei minuti finali hai fatto il tuo debutto come giocatrice del Lumezzane…
«Sì, purtroppo all’inizio della stagione sono stata fuori per un infortunio anche abbastanza anomalo e il debutto di domenica mi ha riempito di gioia perché per me, oltre all’importanza di debuttare per di più con una vittoria importante e la presenza dei miei genitori sugli spalti, ho dimostrato ancora una volta determinazione, ma soprattutto l’importanza di non aver mollato».

Ora per il Lume c’è la sfida con la Freedom che ha battuto 3-2 il Brescia. Quali saranno i punti in cui la squadra dovrà fare attenzione in vista di questa gara?
«La Freedom è un’ottima squadra e si è rinforzata molto quest’anno, prendendo diverse giocatrici di categoria. Noi dobbiamo stare sul pezzo fino alla fine».

Quali sono le tue impressioni sulla Serie B dopo cinque gare messe in archivio?
«Il livello della Serie B cresce sempre di più, ma allo stesso tempo aumenta anche la differenza tra il vertice della classifica e la zona di retrocessione. Nonostante ciò, alla fine è un campionato in cui nulla è scontato dove bisogna pensare e ragionare gara dopo gara ed è bello proprio per questo».

In passato, hai fatto parte del Napoli, con cui hai vinto un paio di anni fa la Serie B. Pensi che le partenopee possano centrare, anche per quest’anno, una salvezza in Serie A?
«Credo che possano farcela anche stavolta: Napoli è anche l’unica squadra del Sud a fare la Serie A, anche se in realtà rispetto all’anno in cui abbiamo vinto il campionato, la rosa è cambiata completamente ed è rimasta soltanto il capitano Paola Di Marino. Poi, è una piazza che si è sempre contraddistinta per il suo animo. A Napoli ho lasciato un pezzo del mio cuore, anche perché lì sono rinata».

In Serie B ci sono San Marino Academy e Parma, due squadre che, in un modo o nell’altro, sono state parte integrante della tua carriera. Cosa ti hanno dato la divisa delle sanmarinesi e quella delle ducali?
«Entrambe le società mi hanno dato professionalità. A San Marino, la professionalità dipendeva principalmente dallo staff che c’era in quegli anni ed è una professionalità che derivava da una mentalità d’atleta e spirito di sacrificio. Mentre l’anno scorso a Parma ci ha fatto mancare nulla e andare sul campo portando esclusivamente te stessa; inoltre, a Parma ho pensato a fare esclusivamente la calciatrice».

Dal tuo punto di vista, il calcio femminile italiano sta crescendo nella maniera corretta?
«Il calcio femminile in Italia sta crescendo molto, anche se questa crescita stia uccidendo le piccole società che non riescono a sostenere i costi del campionato: infatti, ogni anno ci sono squadre che spariscono, come per esempio Pomigliano e Meran in questa stagione o per la Torres due anni fa, lasciando a piedi molte ragazze. Credo che si debba fare ancora molta strada».

Com’è la tua vita extracalcistica?
«Da due anni a questa parte mi dedico quasi esclusivamente a calcio: nella quotidianità alterno delle mattinate di palestra, dove magari alleno la forza, con quelle di stretching posturale. Poi, sto facendo dei corsi di formazione e aggiornamento inerenti all’ambito fitness e fisioterapico, visto che sono laureata in fisioterapia. Ma sono impegni che posso gestire a mio piacere. In sintesi, il calcio comunque occupa gran parte della mia giornata, sia a livello fisico che a livello mentale».

Quali sono i sogni che vuoi ancora realizzare?
«Personalmente parlando, mi piacerebbe avere uno studio fisioterapico e, perché no, seguire anche qualche squadra di calcio, perché penso di poter diffondere il mio sapere e le mie esperienze avute. A livello calcistico, mi piacerebbe tornare in Serie A, ma mi piacerebbe anche essere d’ispirazione per gli altri: infatti, a prescindere dalla società in cui sarò, avrò sempre qualcosa da condividere e insegnare, soprattutto alle piccole, diciamo che è un po’ come se volessi insegnare a loro ciò che ho imparato negli anni, perché ovviamente attualmente le cose non sono come lo erano una volta, perché le ragazze che escono adesso dai settori giovanili non si rendono conto del potenziale che hanno in termini d’infrastrutture e di possibilità».

Cosa vorresti dire alle tue compagne del Lumezzane in vista del match contro la Freedom?
«Scendiamo in campo con la consapevolezza di chi siamo e divertiamoci, perché è così che arrivano i tre punti. In fondo, vincere è l’unica cosa che conta».

E alle persone che verranno a vedervi domenica al Saleri?
«Grazie per esserci, sia per il sostegno che per il calore che ci dimostrate».

La Redazione di Calcio Femminile Italiano ringrazia la FC Lumezzane e Melissa Nozzi per la disponibilità.

Elia Soregaroli
Nato il 12 luglio del 1988 a Cremona, Elia ha sempre avuto una grande passione per il mondo del giornalismo, in particolar modo a quello sportivo. Ha tre esperienze lavorative in questo settore, IamCalcio, ManerbioWeek e BresciaOggi, un workshop con l'emittente televisiva Sportitalia, e uno stage curricolare con il Giornale di Brescia. Si avvicina al calcio femminile nel 2013 grazie ai risultati e al percorso del Brescia CF e da allora ha cominciato ad occuparsi anche del movimento in rosa.

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