Nelle scorse settimane a Coverciano è finito il corso per direttori sportivi: tra le abilitate anche Matilde Malatesta, classe ’95 che svolge il ruolo di scout per la Sampdoria Women.
Abbiamo raggiunto, per qualche battuta, proprio la tesserata delle doriane che sulla fresca nomina a DS ci confessa: “È stato un lungo ed entusiasmante viaggio. Quando ho varcato la porta dell’aula magna sono stata avvolta da anni di storia e da forti emozioni. Ho vissuto un’esperienza indimenticabile a Coverciano, il tempio del calcio. Porterò sempre con me i fantastici compagni di corso, gli insegnanti e soprattutto l’impegno profuso nei mesi scorsi per inseguire un sogno che alla fine si è realizzato”.
Nel recente corso non solo ex calciatori come Lorenzo Ariaudo, Andrea Caracciolo e Aleksandar Kolarov, tra gli altri, ma anche una discreta presenza femminile come sottolineato dalla Malatesta: “Ho avuto il piacere di condividere questa esperienza con altre tre ragazze che come me lavorano nel mondo del calcio. Il calcio non ha genere e non riesco a concepirlo differentemente. Negli ultimi anni il ruolo della donna nel calcio ha assunto una certa rilevanza, consentendo anche a figure femminili di ricoprire cariche di rilievo all’interno dei vari club. E se tutto questo oggi è possibile lo si deve alle numerose donne che in passato si sono battute per i nostri diritti”.
Sull’inizio del percorso da DS la classe ’95, invece, ammette: “In realtà non si è trattata di una scelta che ho preso autonomamente. È stato infatti il mio attuale direttore, Marco Palmieri, a convincermi dopo aver intravisto in me, a suo dire, grandi potenzialità. Devo ringraziarlo dal profondo del mio cuore per i preziosi consigli e la fiducia che mi ha riposto e mi sta tutt’oggi mi sta riponendo. La sua esperienza mi sta aiutando a calarmi al meglio in questa nuova veste”.
Sul futuro, poi, la blucerchiata, nata a Santa Margherita Ligure, ci confida: “I sogni sono indubbiamente molti. So bene che prima di poter rivestire la carica di direttore sportivo debba maturare molta esperienza. Tuttavia sono convinta che continuando ad aggiornarmi e a lavorare a stretto contatto con Marco potrò crescere e ambire a ricoprire questo ruolo”.
La Scout della Prima Squadra della Sampdoria Women sul suo attuale ruolo, invece, precisa: “Il termine scout deriva dall’inglese «persona mandata in ricognizione», ma è il significato francese il mio preferito «escout» che deriva da «escouter» che si traduce con il verbo «ascoltare». E spesso saper semplicemente ascoltare, se si ricopre questo ruolo, fa la differenza. Ovviamente porto con me tantissimi ricordi: gli stadi e i campi che ho visitato, i lunghi viaggi che intrapreso e le numerose persone che ho conosciuto”.
La chiusura è sui trascorsi legati in prima persona al campo, anche in chiave Azzurra, sui quali Matilde ricorda: “L’esperienza che ho maturato sui campi da calcio in qualità di calciatrice mi sta aiutando molto ma non ritengo sia sufficiente per svolgere al meglio quel ruolo di direttore sportivo che desidero tanto ricoprire. Ogni stagione – continua l’ex di Entella, Luserna ed Alessandria – trascorsa sui campi mi ha lasciato un segno, che a prescindere fosse positivo o negativo, mi ha aiutato a crescere. A tal proposito -aggiunge con un pizzico di nostalgia- un segno a cui tengo particolarmente è la cucitura, post operazione, che porto tutt’ora sulla mia gamba. Poi l’altro con un bel numero 13 fatto con l’inchiostro. Un numero importantissimo per me perché rappresenta quello che portai sulle spalle quando realizzai la mia prima rete con la maglia della nazionale agli Europei Under 17″.