Il Genoa è ritornato al successo domenica nella terz’ultima giornata, grazie al 3-0 ottenuto sul Ravenna che ha consentito alle genoane di Antonio Filippini di consolidare il settimo piazzamento della Serie B.
Ma nella partita vinta sulle ravennati, c’è una calciatrice che ha giocato domenica la sua prima partita stagionale: stiamo parlando di Matilde Macera, portiere classe 2002 che dal 2016 indossa la maglia del Grifone, facendo tutta la trafila che parte dalle giovanili alla Prima Squadra.
La nostra Redazione ha raggiunto Matilde per risponderci ad alcune domande.
Matilde, cosa significa per te indossare del Genoa?
«Essere del Genoa è un’emozione unica e incredibile che mi porto dietro ogni anno, perché è qualcosa di unico e di inimitabile. È tutto incredibile, che va dalla società ai tifosi».
Tu sei partita dalle giovanili per poi andare in Prima Squadra, dove col Genoa sei partita dall’Eccellenza sino alla Serie B. Ti aspettavi di fare questo percorso?
«Il mio obiettivo è sempre stato quello di essere in questa squadra il più a lungo tempo possibile ed è una cosa emozionante essere partecipe di questo percorso».
Passiamo al presente, dove il Genoa è settimo dopo ventotto giornate di Serie B. Come giudichi il percorso fatto dalla squadra sino a questo momento?
«Sono convinta che la squadra e la società abbiano fatto un percorso di crescita incredibile, così come sono convinta che si possa sempre far di meglio, ma quello in ogni cosa. Però è comunque un’annata assolutamente positiva, un po’ per l’ambiente che si sta sempre di più avvicinando ad una realtà professionistica come la nostra».
Domenica hai fatto il tuo esordio da titolare contro il Ravenna ed è stata una doppia soddisfazione per te, dato che il Genoa è tornata a vincere e hai mantenuto la porta inviolata…
«È tutta la stagione che aspettavo un po’ questo momento, ma senza pressioni, dove quest’anno ho lavorato tanto, più che altro, su me stessa. Nel momento in cui ho avuto l’opportunità ho dato tutto quello che avevo, ma ho anche fatto di tutto per dare un contributo importante alla squadra e spero di esserci riuscita, perché è stata una doppia gioia vincere dopo una serie di sconfitte non proprio soddisfacenti, ma anche per aver mantenuto la porta inviolata, Certo, il Ravenna, sebbene sia già retrocesso, ci ha dato un po’ il filo da torcere, ma in termini di occasioni da gol sbagliate possiamo dire che questo tre a zero ci risulta leggermente stretto».
Ora ci sono due partite per chiudere bene la stagione: la prima è contro la Freedom, dove all’andata è finita tre a zero per voi, la seconda è contro la Res Roma VIII e contro questa squadra c’è un conto in sospeso da saldare…
«Sicuramente con la Res c’è voglia di rivalsa, perché nella gara di andata eravamo avanti tre a uno e alla fine abbiamo preso tre reti nel giro di pochi minuti (infatti, vinse la Res 4-3, ndr), invece la Freedom ha fatto un grandissimo girone di ritorno. Mi aspetto due partite equilibrate, ma sono sicura che le affronteremo al meglio».
Al vertice della Serie B ci sono Lazio, Parma e Ternana. Chi salirà alla fine in Serie A?
«Sono tre squadre molto competitive con caratteristiche diverse. La Lazio è forse la squadra leggermente più completa, sono molto brave sia nel palleggio che nel giocare su palloni lunghi. La Ternana lavora molto sulla grinta e sulla cattiveria sportiva; quindi, è una squadra che sicuramente darà filo da torcere nel caso dovesse passare agli spareggi. Il Parma, invece, ha grandi individualità ed è una squadra che è difficilmente sbagli le partite. Perciò non saprei, sono un po’ combattuta».
Secondo te, cosa manca al calcio femminile per arrivare al livello delle nazionali top mondiali?
«Beh, tutto parte dalle basi e dai Settori Giovanili. Io vedo, anche qua in Liguria, che ci sono pochissime squadre del Settore Giovanile con cui giocare e, essendo pochi, sono anche spesso poco competitive. Io sono dell’opinione che, secondo me, in Italia si dovrebbe attuare una sorta di unificazione fra il Settore Giovanile maschile con quello femminile, perché in questo modo dai la possibilità ad entrambi i movimenti di crescere allo stesso modo, perché nel femminile è più difficile reperire allenatori o preparatori, tutto è molto più amatoriale, molto di più rispetto al maschile. Mi permetto di dire queste cose perché ho iniziato, come molti altre mie compagne, con la realtà maschile: infatti, spesso mi rendo conto che molte ragazze che sono riuscite ad arrivare a certi livelli hanno iniziato nel maschile, dove c’è un’impostazione molto diversa rispetto a quello femminile».
Com’è la tua vita fuori dal campo?
«La mia vita è quella di una qualsiasi ventenne, come andare all’università ed uscire con i miei amici».
Che obiettivi vorresti ancora raggiungere?
«Mi piacerebbe andare in Serie A e, ovviamente, anche quello di far parte della Nazionale, un obiettivo che, penso, siano per quelle persone che giocano a calcio».
La Redazione di Calcio Femminile Italiano ringrazia il Genoa CFC e Matilde Macera per la disponibilità.