Photo Credit: Pierangelo Gatto - Calcio Femminile Italiano

L’Hellas Verona Women ha ottenuto la prima vittoria in Serie B, grazie al 5-2 ottenuto contro il Pavia Academy nella seconda giornata di campionato.
La squadra, guidata anche in quest’annata da Matteo Pachera, è in buona parte la medesima che ha concluso nella precedente stagione al quinto posto, in particolar modo in porta, dove a difendere i pali c’è ancora Margot Shore, portiere classe ‘97 nata in Canada ma in possesso della cittadinanza italiana, nonché nipote di Enzo Cavazzoni, ex pallanuotista che partecipò con l’Italia alle Olimpiadi di Melbourne 1956 finendo al quarto posto.
La nostra Redazione ha raggiunto Margot, che in passato ha giocato Lecce Women e Pink Bari e nella squadra canadese dell’Ottawa City e veste la divisa delle mastine per il secondo anno di fila, per risponderci ad alcune domande.

Margot cosa significa per te giocare a pallone?
«Per tanti anni da quando ho iniziato a giocare, il calcio era una passione, un modo di divertirmi. Ora, lo concepisco ancora come una passione, ma sempre di più come un lavoro. Per me significa migliorare ogni giorno e sfidare me stessa a crescere».

Come hai capito di essere un portiere?
«Quando avevo otto anni giocavo in una squadra che a rotazione utilizzava tutte come portiere. Quando toccava a me ho capito subito che mi piaceva come ruolo che avrei voluto continuare a farlo. È un ruolo che richiede tanto lavoro individuale e può essere molto pensante mentalmente, ma rispecchia le mie caratteristiche come giocatrice».

Che differenze hai notato tra il calcio canadese e quello italiano?
«Sono due mondi completamente diversi, per tanti motivi. Il livello medio tattico delle giocatrici Italiane è più alto, forse anche quello tecnico. Secondo me queste differenze risultano dal fatto che lo sport in generale in Canada è molto importante, ma abbiamo pochissime squadre professionistiche per fare ulteriori passi avanti nel calcio. Vedo le ragazze della Primavera dell’Hellas, con un preparatore dei portieri, fisioterapista, preparatore atletico, e so che questa cosa non esiste in Canada. In Canada si cresce con molto meno sostegno, e poi senza un campionato canadese femminile siamo tutte costrette ad andare via o a smettere. È difficile fare un paragone per questi motivi, perché non riesco a paragonare la Juventus, ad esempio, con una squadra universitaria canadese».

Tu indossi la maglia del Verona per il secondo anno. Cosa ti ha portato a rimanere gialloblù anche per questa stagione?
«Io mi sono trovata bene dopo il primo anno, e sentivo che potevo continuare a crescere insieme alla squadra. Mister Pachera ha un modo di giocare che chiede tanto ai portieri, ed è molto stimolante. Il preparatore dei portieri, Michele, ha anche lui un modo di lavorare che mi spinge tanto a migliorare; quindi, ci sono stati tutti i presupposti per rimanere per me anche questa stagione».

Parliamo della partita vinta domenica contro il Pavia Academy, che ha dato i primi tre punti al Verona nella Serie B di quest’anno. Com’è arrivato, secondo te, questo successo?
«Per me questo successo è il risultato di tanto lavoro, di quest’anno ma anche dell’anno scorso. Di quest’anno perché abbiamo lavorato tanto sul nostro modo di giocare, e si è visto in campo. Dell’anno scorso perché secondo me siamo entrate in campo più consapevoli e sicure delle nostre qualità. Sappiamo comunque che ci sono tante cose che dobbiamo sistemare e migliorare ancora per continuare la nostra crescita».

Il 5-2 del Verona al Pavia ha cancellato la sconfitta contro la Lazio nella prima di campionato. Cosa non ha funzionato, dal tuo punto di vista, all’interno della squadra nei confronti delle laziali?
«La Lazio è una grande squadra quest’anno. Noi abbiamo preparato la partita come sappiamo, ed è stata una partita combattuta. Abbiamo imparato della sconfitta, e continueremo il nostro percorso per migliorare».

Ma il passato è passato, e il Verona ospiterà domani il Genoa, il quale ha voglia di togliere il 3-0 subìto proprio contro la Lazio…
«Il Genoa è una società con un bel progetto e con delle giocatrici di esperienza. È una squadra che secondo me farà un bel campionato e quindi domenica dovremo fare il massimo. Stiamo preparando la partita come sempre per essere pronte a conquistare i tre punti in casa».

Chi può vincere la Serie B?
«La Lazio mi è sembrata una squadra completa per lottare a vincere il campionato. Tanti parlano anche di Ternana e Parma tra le favorite, però ci possono sempre essere sorprese, magari anche noi».

Com’è la tua vita extracalcistica?
«Io mi alleno in palestra, una cosa che mi piace tanto. Ho studiato ingegneria, ma al momento sono troppo impegnata con il calcio per lavorare. Continuo comunque a studiare e a leggere nel tempo libero».

Quali sono i sogni che vorresti ancora realizzare?
«I miei sogni calcistici sono di giocare in un campionato di massima serie, che può essere la Serie A o anche in un altro paese. A livello nazionale non sogno tanto, ma sarebbe indimenticabile mettere la maglia del Canada o dell’Italia, come ha fatto mio nonno giocando per la nazionale di pallanuoto italiana. Il mio sogno personale invece è quello di trovare un lavoro stimolante dove possa qualcosa di buono per gli altri, magari nel settore ambientale. Vorrei anche continuare a viaggiare e vedere un po’ più del mondo».

La Redazione di Calcio Femminile Italiano ringrazia l’Hellas Verona e Margot Shore per la disponibilità.

Elia Soregaroli
Nato il 12 luglio del 1988 a Cremona, Elia ha sempre avuto una grande passione per il mondo del giornalismo, in particolar modo a quello sportivo. Ha tre esperienze lavorative in questo settore, IamCalcio, ManerbioWeek e BresciaOggi, un workshop con l'emittente televisiva Sportitalia, e uno stage curricolare con il Giornale di Brescia. Si avvicina al calcio femminile nel 2013 grazie ai risultati e al percorso del Brescia CF e da allora ha cominciato ad occuparsi anche del movimento in rosa.