Il Parma ha superato 5-1 la San Marino Academy, conquistando il nono successo in dieci gare di Serie B, e superando il 2-0 subito domenica scorsa contro il Chievo Women.
La formazione di Salvatore Colantuono ha ripreso la Ternana al primo posto del campionato, ma nel prossimo turno farà visita al Genoa per un vero e proprio scontro diretto, dato che si sfideranno i primi due attacchi del torneo, a pari merito a quota trentuno reti.
Tornando alla sfida vinta contro le sanmarinesi, c’è stata una giocatrice che ha segnato la sua prima rete in maglia gialloblù: stiamo parlando di Iris Rabot, centrocampista (ma anche difensore) nata a Lione (Francia) nel 2000 che, dopo esperienze nelle giovanili dell’Olympique Lione, negli Stati Uniti e un biennio al Pomigliano, ha deciso di sposare il progetto del Parma: ed è proprio la calciatrice francese la protagonista della nostra intervista.
Iris, cosa ti ha spinto a diventare una calciatrice?
«Ho sempre giocato a calcio, sin da quando avevo cinque anni. Dal primo pallone che ho toccato, ho capito subito che non avrei mai voluto lasciare questo sport. Quando da piccola la gente mi chiedeva: ‘Cosa vuoi fare da grande?’, rispondevo sempre: ‘La calciatrice professionista’. Alcuni ridevano, ma io ero serissima. Sapevo che era ciò che volevo fare nella mia vita, ed è quello che mi rende felice. Amo tutto di questo sport: l’adrenalina, la possibilità di superare i propri limiti, le emozioni che regala. Mi piace passare ore a guardare partite e ad analizzare le altre squadre. Mi piace davvero tutto. Quando sono sul campo, è l’unico posto in cui mi sento completamente me stessa. È lì che sto bene, nel rettangolo verde. Il calcio mi dà tantissimo, ed è una parte fondamentale della mia vita».
Tu sei sia centrocampista che difensore. Quale di questi due ruoli ti si addice di più?
«Centrocampista. È il ruolo che preferisco, perché mi permette di contribuire sia alla fase offensiva, soprattutto attaccando la porta, sia a quella difensiva. Mi piace anche correre molto, e come centrocampista posso farlo di più rispetto a un difensore, che ha un ruolo un po’ più statico. La cosa che amo del centrocampo è anche la creatività che richiede: è fondamentale essere lucidi e inventivi per costruire il gioco e fare la differenza».
Il tuo percorso calcistico è legato alle giovanili dell’Olympique Lione. Cosa ti ha dato la maglia delle Leonesse?
«Tantissime cose. Ho imparato moltissimo all’Olympique Lyonnais, dove ho vissuto alcune delle lezioni più importanti della mia vita. Sono entrata a Lione a undici anni, e lì ho imparato fin da piccola cosa significhino la disciplina, la competizione e il dare tutto per dimostrare di meritare di essere parte dell’OL. Mi hanno insegnato ad essere professionale e a lavorare duramente per raggiungere i miei obiettivi. Infatti, chi non era disposto a fare questo non è riuscito a durare. Poche giocatrici sono rimaste dal gruppo U11 fino alla primavera all’OL. Ma io sapevo che essere una giocatrice dell’Olympique Lyonnais era qualcosa di grande, e per questo ho fatto tutto il possibile per restare. In quel contesto, devi dimostrare ogni giorno di meritare il tuo posto, ed è questo che mi ha fatto crescere sia come persona che come atleta».
Restando in tema OL, pensi che quest’anno ci siano i presupposti per centrare la doppietta campionato-Champions?
«Parlando di OL, penso che la squadra abbia sempre dimostrato di avere le qualità e l’ambizione per puntare ai massimi obiettivi, come la doppietta campionato-Champions. Quest’anno ci sono i presupposti per farlo, dovranno fare vedere la loro grande qualità perché il livello della Champions è altissimo ed altre squadre come il Barça o il City o Chelsea fanno vedere che sono in grado di vincere la coppa, ed ogni dettaglio può fare la differenza».
Inoltre, hai vissuto un periodo nelle università americane e più precisamente all’UNOH Racers e al James Madison Dukes. Quanto ti hanno fatto crescere dal punto di vista calcistico?
«L’esperienza negli Stati Uniti mi ha fatto crescere moltissimo, sia come calciatrice che come persona. Dal punto di vista sportivo, negli USA sono all’avanguardia, soprattutto per quanto riguarda la preparazione atletica: è davvero un altro mondo. Ho imparato tantissimo su come prepararmi fisicamente al meglio e su come migliorare tutti gli aspetti fisici necessari in campo. Inoltre, ho scoperto un gioco diverso, più diretto e meno tecnico rispetto a quello a cui ero abituata, soprattutto in Francia. Anche se meno tecnico, mi ha permesso di ampliare la mia visione e di adattarmi a stili di gioco diversi. Questa apertura è fondamentale per crescere come giocatrice e per affrontare il calcio in modo più completo».
Il Pomigliano è stata la tua prima squadra nel calcio delle grandi. Che anni hai vissuto all’interno del club delle pantere?
«Ho vissuto due anni che mi hanno fatto crescere tantissimo. Ogni esperienza mi ha insegnato qualcosa di importante, e sono davvero grata per questo. Pomigliano è stata la mia prima società dopo gli Stati Uniti, e posso dire che mi ha cambiato molto. Negli USA ero abituata a infrastrutture altamente professionali, mentre a Pomigliano la situazione era diversa. Tuttavia, per me basta un pallone e un campo per migliorare. Non mi sono mai fermata davanti a queste differenze, perché credo fermamente che il lavoro duro ripaghi indipendentemente dal contesto. Questa è la mia filosofia. Inoltre, sono grata a Pomigliano per l’opportunità che mi ha dato di giocare in Serie A, un traguardo importante per la mia carriera».
Quest’anno hai deciso di andare al Parma. Perché hai scelto di trasferirti in questa società ?
«Dalla prima conversazione avuta con il Parma, ho subito percepito che si tratta di una società con grandi ambizioni, ed è esattamente ciò che cercavo dopo due anni a Pomigliano. Per me, il Parma rappresenta il progetto perfetto per crescere e migliorare, soprattutto in un ambiente altamente professionale. Qui abbiamo tutto ciò di cui abbiamo bisogno per diventare giocatrici migliori. È vero che passando al Parma sono scesa dalla A alla B, ma per me questo conta poco. Quello che conta davvero è che il Parma mi offre l’opportunità di fare un grande passo avanti nella mia carriera, e sono convinta che questa sia la scelta giusta per il mio futuro».
Il Parma, dopo dieci giornate, comanda la Serie B insieme alla Ternana. Immaginiamo che questo sia il piazzamento che ti aspettavi…
«Sì, certamente. Con la squadra che abbiamo, lo staff che lavora duramente per noi e una società che fa di tutto per riportarci in Serie A, questo piazzamento era esattamente quello che mi aspettavo. Sapevo che avremmo potuto arrivarci, e ogni settimana lavoriamo sodo per confermarlo. In questo campionato non c’è nulla di scontato, ma ho molta fiducia nel nostro gruppo. Credo fermamente che meritiamo la posizione in cui siamo, grazie all’impegno e alla determinazione che mettiamo in campo ogni giorno».
Guardando anche i dati, il Parma ha il primo posto come gol fatti, ben trentuno, ma anche in quello subito con tre sole reti raccolte nella propria porta. Segno che le ambizioni passano anche da questi numeri…
«Certo, questi numeri sono il riflesso del nostro lavoro e della nostra qualità . Il Parma deve puntare al massimo, non dobbiamo avere limiti. Come ho già detto prima, tutti questi risultati sono il frutto dell’impegno che mettiamo in ogni allenamento, ogni giorno. Siamo tutte concentrate, che si tratti di portieri, difensori, centrocampisti o attaccanti. Vogliamo segnare più gol possibile, ma anche difendere la nostra porta. Non subire gol è una piccola vittoria nella vittoria complessiva».
Parliamo della vittoria sulla San Marino Academy a pochi giorni di distanza dal primo ko stagionale contro il Chievo: quanto vale il successo arrivato contro le sanmarinesi?
«Vale molto, come tutti i tre punti che abbiamo conquistato e che continueremo a conquistare questa stagione. Ogni vittoria ci avvicina al nostro grande obiettivo e non molleremo mai, contro nessuna squadra. La sconfitta fa parte del calcio, ma il Parma non si lascia abbattere facilmente. L’abbiamo dimostrato vincendo e facendo una grande partita contro il San Marino. Era molto importante per noi dimostrare il nostro valore e far vedere di cosa è capace la squadra».
Per te, contro il San Marino, c’è stata anche la soddisfazione di aver realizzato il primo gol con la maglia del Parma…
«Sì, ero molto contenta. Dopo aver superato un inizio di stagione difficile a causa del mio infortunio, sono davvero felice di essere tornata al cento percento e di aver segnato il mio primo gol. Mi sento veramente bene ed è questa la cosa più importante. Darò sempre il massimo per la squadra e farò del mio meglio per aiutare la squadra in ogni modo possibile».
Domenica si andrà in casa del Genoa per l’ultima gara prima della sosta e sarà uno scontro diretto che potrebbe dire molto sulle ambizioni del Parma.
«Sì, domenica dovremo dimostrare cosa siamo capaci di fare, il tipo di calcio che possiamo esprimere, e mostrare le nostre qualità contro una buona squadra come il Genoa. Siamo pronte per questo scontro diretto e daremo tutto sul campo. Il Parma ha grandi ambizioni, e vincere gli scontri diretti è parte di queste ambizioni, per puntare alla vittoria del campionato».
Inoltre, contro il Genoa, sarà anche la sfida ai due migliori attacchi della cadetteria: possiamo aspettarci una gara spettacolare?
«Sì, sarà sicuramente una bella partita. Siamo due squadre con un buon potenziale offensivo, quindi ci aspetta una battaglia, e faremo tutto il possibile per vincerla».
Che idea ti sei fatta sulla nostra Serie B?
«Onestamente, non conoscevo bene la Serie B, ma devo dire che sono rimasta positivamente sorpresa. È un campionato molto competitivo, intenso, con tante partite, e mi piace molto. La Serie B ha un buon livello, con molte giocatrici di qualità ».
Parliamo della Francia che ha conquistato a luglio la qualificazione agli Europei 2025, ma non ha ottenuto una medaglia a Parigi 2024. Cosa manca, secondo te, alle transalpine per fare il definitivo salto di qualità ?
«È evidente che la Francia ha un grande potenziale, con un gruppo di giocatrici talentuose che fanno parte delle migliori nel mondo del calcio femminile. Tuttavia, per fare il definitivo salto di qualità potrebbe servire un mix di maggiore continuità nei momenti chiave e di esperienza internazionale in partite ad alta pressione. Inoltre, la crescita passa anche dal consolidare una forte mentalità vincente e dalla capacità di sfruttare al massimo il talento individuale all’interno di un sistema di gioco collettivo efficace. Sono certa che, con il tempo e il lavoro, arriveranno ad ottenere i risultati a cui ambiscono».
Com’è Iris Rabot fuori dal rettangolo di gioco?
«Sono molto tranquilla. Fuori dal campo, lavoro sui miei progetti, faccio qualche giro a Parma, che è una città molto bella, e mi piace anche leggere. Sono una persona un po’ timida inizialmente, ma quando conosco bene le persone e mi sento a mio agio, mi apro di più, e a volte capita che parli molto. La gente me lo fa notare sempre: alla prima impressione, dicono che sono fredda, ma quando mi conoscono bene, sono molto aperta e calorosa».
Quali sono gli obiettivi che ti sei posta per i prossimi anni?
«Mi piace concentrarmi sull’anno in corso, senza guardare troppo lontano. Però, se dovessi stabilire un obiettivo, direi tornare a giocare in Serie A. Un altro grande sogno che ho da sempre è giocare per la nazionale francese. Infine, un sogno che coltivo da quando sono bambina è di giocare per l’Arsenal, perché è la squadra che tifo da sempre. Io credo fermamente che non ci siano sogni troppo grandi e irraggiungibili, l’importante però è fare tutto e dare tutto per provare a realizzarli».
Cosa vorresti dire alle tue compagne del Parma in vista della sfida contro il Genoa?
«Vorrei dire che ho piena fiducia in ciascuna di loro, che credo nelle qualità di ogni giocatrice, e che siamo una squadra forte, come abbiamo già dimostrato. Siamo in grado di fare grandi partite e lo faremo grazie al nostro duro lavoro quotidiano. Sono davvero grata e mi sento fortunata a far parte di questa squadra».
La Redazione di Calcio Femminile Italiano ringrazia il Parma Calcio 1913 e Iris Rabot per la disponibilità .