Il Lumezzane è senz’alcun dubbio la rivelazione di questa Serie B, visto che da neopromossa si trova al quinto posto a sette punti dal terzo posto dove ci sono Genoa e Bologna.
E saranno proprio le felsinee le avversarie della squadra di Nicoletta Mazza che, poco più di quindici giorni fa, aveva battuto 2-1 in casa contro l’Orobica: in attesa della sfida contro il Bologna, abbiamo raggiunto Eveljn Frigotto, portiere classe ‘97 che è alla sua prima stagione con la maglia rossoblù.
Eveljn, cosa significa per te giocare tra i pali?
«È difficile spiegare a parole cosa significhi davvero, perché certe sensazioni si possono solo vivere. Per me, stare in porta è tutto: è libertà, è il mio spazio sicuro, il mio modo di esprimermi. È lì che mi sento davvero me stessa, dove esce il mio istinto, la mia natura. Difendere la squadra tra i pali è qualcosa che mi dà forza, che mi completa. Nei momenti più difficili della vita è stato il mio rifugio, la mia ancora. È un ruolo che amo profondamente, e che continua a sorprendermi e a farmi sentire viva ogni giorno».
Come hai scoperto di essere un portiere?
«In realtà è stato un po’ il contrario: è il ruolo che ha trovato me. All’inizio preferivo giocare fuori, mi divertiva di più. Ma durante le rotazioni che si fanno da piccoli, in porta me la cavavo davvero bene, tanto che mister e compagni volevano sempre che fossi lì. Così il mister mi faceva giocare un tempo fuori e uno tra i pali, per accontentarmi. Alla fine, però non ne ho più potuto fare a meno. Ho fatto scelte anche forti, come mollare tutto per ricominciare da zero in America».
Hai vissuto un’importante esperienza negli Stati Uniti con i Blue Raiders del Lindsey Wilson College. Cosa ti ha lasciato?
«Mi ha formata a trecentosessanta gradi, sia come atleta che come persona. non bastano due ore di allenamento al giorno: è uno stile di vita. Curare ogni dettaglio, anche fuori dal campo, fa la differenza. Quello che mi porto dentro è la disciplina, il sacrificio, il duro lavoro. È questo che poi ritrovi quando sei in campo».
Cosa ti ha portato a giocare quest’anno per il Lumezzane?
«La presenza di un presidente che crede davvero nel calcio femminile, e che investe nel progetto. Avevo sentito parlare molto bene della società e conoscevo, anche se indirettamente, Diego Rossi, il direttore sportivo. A Brescia ha sempre costruito squadre molto forti, quindi mi sono fidata, nonostante il Lumezzane fosse una neopromossa. Nel calcio femminile servono persone competenti, non è una cosa scontata».
E i numeri sembrano dare ragione alla tua scelta: il Lumezzane è quinto in classifica, con trentanove gol segnati e ventisei subiti.
«Sì, sono numeri importanti per una squadra al primo anno in Serie B. Fin dall’inizio non ho avuto dubbi. Certo, all’inizio non è stato semplice: tante ragazze nuove, provenienti da squadre diverse, con mentalità e richieste differenti. Ma una volta che ci siamo sintonizzate sulle richieste del mister, abbiamo iniziato a crescere, migliorando partita dopo partita».
Facciamo in passo indietro e commentiamo il due a uno all’Orobica di due domeniche fa. Quanto vale, dal tuo punto di vista, questo successo?
«Ogni vittoria ha un valore enorme, niente è scontato. Nonostante alcune assenze pesanti per infortunio, siamo riuscite a conquistare tre punti fondamentali. E in momenti così si vede quanto conti l’intera rosa. Ogni domenica si scende in campo insieme, tutte».
Come stai vedendo la squadra durante la sosta delle Nazionali?
«Vedo un gruppo affamato, con tanta voglia di lottare. La pausa è servita anche a ricaricare le pile, a recuperare un po’ di energie. Ora siamo pronte per ripartire al massimo con il lavoro settimanale in vista della prossima gara».
La Serie B sta per arrivare al rettilineo finale e il Lumezzane incrocerà il Bologna che è terzo a sette punti dalla tua squadra e all’andata finì 1-1. Si può dire che questa gara potrebbe decidere sul possibile “sogno” delle rossoblù?
«Sicuramente sì. Sono punti pesanti. Ma la verità è che, da qui alla fine, ogni partita è fondamentale, per noi come per tutte le altre squadre».
Che impressioni hai sulla Serie B di quest’anno?
«Da quando sono tornata dall’America, anno dopo anno il livello della Serie B si sta alzando. Basta guardare i punti con cui si vincono i campionati: nel 2021/22 il Como vinse con sessanta punti, poi il Napoli con settantaquattro, la Lazio con settantanove. Quest’anno la Ternana è già a sessantatré e mancano ancora sei partite: potrebbe arrivare a ottantuno. E poi, con tre promozioni, c’è più competizione. È molto più stimolante così. Sarebbe bello se fosse sempre così. Anche l’idea dei playoff, come nella maschile, renderebbe tutto ancora più interessante fino all’ultimo».
Qual è la formazione del campionato cadetto che ti ha colpito di più?
«A essere sincera, la squadra che mi ha colpito di più è proprio la mia: il Lumezzane. Non lo dico per campanilismo, ma per il percorso che stiamo facendo. Siamo una neopromossa, con tante giocatrici nuove, eppure siamo riuscite a costruire un’identità, a trovare una chimica di gruppo e a ottenere risultati importanti. È una squadra che mi sorprende e mi emoziona ogni giorno, perché abbiamo davvero fame, cuore e tanta voglia di dimostrare».
Dal tuo punto di vista, come sta il calcio femminile italiano?
«Si sono fatti dei passi avanti, ma è ancora troppo poco. In Serie B ci sono realtà in difficoltà, come la Vis quest’anno. In Serie A abbiamo visto quello che è successo con la Sampdoria. Alcuni episodi non dovrebbero proprio succedere».
Che aspettative hai sul tuo 2025?
«Per ora penso solo a concludere al meglio questa stagione, che è stata davvero meravigliosa».
La Redazione di Calcio Femminile Italiano ringrazia il Football Club Lumezzane ed Eveljn Frigotto per la disponibilità.