Lo scorso 5 settembre Azzurra Gallo ha firmato il suo primo contratto da professionista per le Juventus Women. La classe 2006, che nelle Juventus Women e nella nazionale U19 viene spesso schierata tra le titolari, ha già avuto occasione di vestire la maglia bianconera in prima squadra prima nel match contro il Servette e poi contro il Freedom, entrambe amichevoli che hanno visto le Juventus Women trionfare sulle avversarie. L’allenatore delle Juventus Women Massimiliano Canzi le ha inoltre dato fiducia permettendole di prendere parte al Tour negli States e di allenarsi spesso con la prima squadra. La Juventus è la squadra in cui la giovane calciatrice è cresciuta a livello giovanile e con cui spera di debuttare molto presto in una partita ufficiale.
La nostra redazione ha contattato Azzurra per una chiacchierata con lei.

Ciao Azzurra, hai firmato il tuo primo contratto da professionista con le Juventus Women, con cui sarai legata fino al 2027. Quali sono state le tue sensazioni quando hai impugnato la penna per firmare il contratto?

«Ero orgogliosa, perché alla fine tutti i sacrifici fatti mi hanno portato a realizzare il mio sogno. Ero soddisfatta e anche un po’ agitata, perché adesso ho più responsabilità, e il percorso è molto lungo.»

Che cosa è significato per te firmare per la squadra che ti ha visto crescere e che ha creduto in te fin dalle giovanili?

«Significa tanto, perché per me la Juve è ormai diventata una famiglia. Mi hanno aiutato anche in un momento di difficoltà per me, e ora sono riuscita a ottenere quello che era l’obiettivo da quando ero piccola. Ovviamente questo dà valore anche ai sacrifici che hanno fatto i miei genitori. Ovviamente, come ha detto il mister, questo non è un punto di arrivo, è un punto che mi stimola a fare ancora meglio.»

Sicuramente ti aiuterà moltissimo anche a crescere. Hai già preso parte alla partita contro il Servette, e hai anche avuto l’occasione di giocare nell’amichevole contro il Freedom, dove ti ho visto e tra l’altro è stato molto emozionante. Quali emozioni hai provato tu, da calciatrice sul campo, quando hai giocato insieme a giocatrici che hanno scritto e che stanno scrivendo la storia del calcio femminile italiano?

«Ovviamente prima di entrare in campo avevo un po’ di ansia, perché significa entrare in campo e giocare con giocatrici veramente forti. Ad allenarmi con loro posso solo che imparare, e in quel contesto sai che devi stare concentrata novanta minuti, nel mio caso quelli che ho giocato effettivamente, però comunque devi stare sul pezzo, e stare concentrata è quello che fa la differenza. Sono giocatrici che ti aiutano, mi hanno fatto sentire molto parte del loro gruppo, quindi mi sono trovata molto bene.»

Prima hai parlato delle tue compagne e del fatto che comunque la Juventus per te è diventata quasi una famiglia, e quindi ti chiedo: quale atmosfera si respira nello spogliatoio?

«Nello spogliatoio, quest’anno soprattutto, si sta creando quello che è proprio un gruppo, è quello che serve durante i momenti di difficoltà, quelli che ci saranno durante il campionato; sappiamo benissimo che le squadre che affrontano la Juve fanno una partita a sé, e quello che fa la differenza è il gruppo nel momento di difficoltà, che ti aiuta a uscire da quella situazione, e quindi lo spogliatoio me lo vivo molto bene. Sono lì che scherzo con le compagne, però quando entriamo in campo sappiamo benissimo che dobbiamo stare concentrate e fare quello che dobbiamo per ottenere i risultati e raggiungere gli obiettivi.»

Quali sono i tuoi obiettivi personali per la stagione?

«Per quanto riguarda la prima squadra, penso che arrivarci sia l’obiettivo di tutte quelle che vivono il mio sogno, e penso che chiunque voglia esordire in prima squadra con la Juve. Alla fine io la vedo come una delle migliori, e vorrei tanto esordire in prima squadra quest’anno.»

Speriamo di sì, perché mi sei piaciuta veramente molto. Siamo solo all’inizio del campionato, ma come ti è parso, che cosa ti aspetti di qui alla fine della stagione a livello di squadra, visto che secondo te può dare molto?

«Personalmente l’ho vissuto come un periodo pieno di soddisfazioni, perché è stato un turbine di emozioni diverse, dall’andare in America con la prima squadra al firmare appunto il mio primo contratto da professionista. Mi sono allenata con giocatrici che sono comunque fortissime da cui appunto posso solo imparare a ogni allenamento, e da cui posso prendere spunto “rubando” dal loro pacchetto personale. Mi aspetto che da qui alla fine della stagione crescano molto, perché sono un gruppo veramente bello dove appunto si aiutano tanto e trovi proprio quello che fa la differenza in campo, che non è la tecnica, la tattica, ma proprio quel senso di squadra.»

Sta per cominciare un altro capitolo importante appunto per quel che riguarda l’U19, visto che ci sono state molte novità per te e per la squadra come vi trovate con il nuovo allenatore? Che cosa chiede a te in particolare quando sei in campo?

«Si vede che quest’allenatore ha molta esperienza e cerca di tirare fuori da ognuna di noi le nostre potenzialità per aiutarci a dare il meglio di noi. Non si focalizza su quello che è l’errore, perché tutti sbagliamo, ma è la reazione che porta a fare la differenza. A me personalmente chiede prima di tutto di entrare con l’atteggiamento corretto, perché se si entra con la testa giusta poi le cose vengono.»

Per quel che riguarda il preseason con l’U19, quali sensazioni hai dopo le partite che hanno caratterizzato il tuo agosto insieme a loro?

«In questo pre-season mi sono divisa tra prima squadra e U19. Con la primavera, ho disputato un torneo a Genova e ho trovato la squadra davvero molto cresciuta rispetto ai primi allenamenti della stagione, e quindi su questa linea non possiamo che migliorare. Vincere questo trofeo a Genova ci ha dato la carica, e adesso aspettiamo l’inizio del campionato per andare a vincere.»

Con le ragazze dell’U19 hai un bellissimo rapporto, si vede dal modo in cui ti sono state accanto anche in un momento difficile per te, e tante hanno firmato il loro primo contratto da professioniste nel tuo stesso periodo. Si può dire che stiate costruendo un percorso che vi vede protagoniste insieme verso la prima squadra?

«Questo me lo auguro, perché penso che questo sia l’obiettivo di tutte noi. Ovviamente siamo giovani, è normale che dobbiamo fare esperienza, crescere e imparare, però penso che con determinazione, seguendo quella che è la nostra passione, lavorando ogni giorno, potrebbe diventare possibile.»

Ora passiamo alla maglia azzurra, quella che tutte vorrebbero indossare almeno una volta. Ti trovi in ritiro proprio con la nazionale, e quindi ti chiedo: quanto è importante questo momento, con le tue compagne, in vista delle partite contro la Polonia, l’Inghilterra e la Turchia che giocherete a novembre? Quali sono le indicazioni che vi sta dando mister Matteucci per prepararvi al meglio per questi match importanti?

«Sono i primi giorni con il nuovo allenatore, questa settimana avremo modo di conoscerlo e capirlo. Comunque si è già presentato e ci ha fatto un discorso dove appunto ha sottolineato quanto sia importante a livello di squadra stare insieme, e che sbagliare è normale, ma dobbiamo cercare di stare unite e creare quello che è un bel gruppo. Penso che questi momenti di ritiro siano fondamentali per conoscere le compagne: visto che in campionato giochiamo sempre come rivali, è importante iniziare a conoscere tutte le compagne, i loro punti di forza e a come metterle a loro agio in campo, ma anche creare il gruppo che andrà a giocare le partite internazionali, che risponda a quelle che sono le richieste di gioco della nazionale, che spesso sono diverse da quelle richieste nel club. È fondamentale avere la capacità di adattarsi.»

Che cosa vi aspettate a livello di squadra dal torneo amichevole in Portogallo? Secondo te sarà un banco di prova importante proprio per prepararvi per queste partite?

«Penso sarà molto utile per capire innanzitutto il nostro livello di preparazione, ma anche quelli che sono i punti su cui lavorare per arrivare a novembre ad affrontare tutto al meglio delle nostre possibilità.»

Adesso invece sposto proprio l’attenzione a tutt’altra parte. Che cosa significa per una calciatrice che vuole essere competitiva a livello agonistico come te dover conciliare lo studio con la vita privata e proprio con il calcio?

«Penso che gli aspetti che ti aiutano a conciliare questi diversi impegni siano la determinazione e la passione, che ti aiutano a non vedere questi sacrifici come un peso, anzi, io li vivo con consapevolezza, perché so che magari non posso uscire il sabato sera come i miei amici perché il giorno dopo c’è la partita, ma so che in realtà il giorno dopo vado a fare quello che amo.»

C’è una qualche facoltà universitaria che ti piace o che ti piacerebbe frequentare in futuro? Perché?

«Sinceramente riguardo l’università non ho ancora le idee chiare, però sicuramente rimarrei nell’ambito dello sport.»

Adesso ti chiedo qualcosa di più personale. Hai qualche rito scaramantico prima di entrare in campo? C’è una canzone che ti dà la carica e che ti aiuta a concentrarti prima di un match importante?

«Sì, guardando il campo prima di entrare negli spogliatoi faccio sempre il solito giro, e poi metto prima lo scarpino sinistro e poi il destro. Invece per quanto riguarda la canzone non ne ho una specifica, ma le ascolto in un ordine che è sempre lo stesso, e l’ultima che ascolto prima di entrare in campo è “Panico” di Lazza.»

Quali sono i tuoi hobby al di fuori del calcio giocato?

«Restare in famiglia e uscire con i miei amici.»

Guardi spesso film e serie TV? Se sì, quali sono i tuoi preferiti?

«Più serie TV che film, e la sera in particolare sono sempre un po’ stanca e guardo sempre un episodio con mio fratello, e le mie serie TV preferite sono “Outer Banks” e “The Night Agent”.»

Adesso mi sposto sulla cucina, essendo italiani bisogna farla sempre questa domanda. C’è qualche piatto che ti ricordi ogni volta che pensi alla Juve, qualcosa che ha lasciato un ricordo in te riguardo a questa squadra?

«Sì, il risotto alla parmigiana e la paillard, perché ogni volta che andiamo in trasferta è un classico.»

E invece quel piatto che mangi tutte le volte che hai bisogno di una coccola?

«Latte e biscotti.»

La colazione perfetta, insomma. Adesso ti faccio un’ultima domanda e poi ti lascio andare. Ritorniamo un attimino sul calcio: prima di capire che il calcio è la tua strada, che ti sta dimostrando che lo è e che hai fatto bene a crederci, hai praticato altri sport? Se non avessi giocato a calcio, in quale altro sport avresti provato a cimentarti a livello agonistico?

«In realtà ho sempre giocato a calcio fin da quando ero piccola, perciò non so bene in quale altro sport potrei cimentarmi. Penso in qualche gioco di squadra, tipo il basket o la pallavolo.»

Quindi in pratica è stato il tuo primo e unico amore. Hai fatto bene a continuare, sono contenta per te, e spero che mister Canzi ti dia prima o poi l’opportunità di esordire in prima squadra, perché secondo me te lo meriti.

«Grazie, spero, cercherò di fare il possibile.»

Ilaria Cocino
Nata a Torino nel 1998, si appassiona al calcio e all'atmosfera magica degli stadi fin da ragazzina. Laureata in Traduzione presso l'Università degli Studi di Torino, attualmente è traduttrice freelance dall'inglese e dallo spagnolo e si occupa anche di editoria. Da sempre affascinata dal mondo del giornalismo sportivo, prova a coniugare la sua passione per il calcio femminile con quella per le lingue per immergersi anche in quello internazionale.

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