La Toscana è una regione che, insieme alla Lombardia, può vantare a livello femminile due campionati regionali, ossia quello di Eccellenza, che quest’anno ha all’interno dieci squadre, e quello di Promozione, che anch’esso ha per questa stagione dieci formazioni, e al comando ci sono rispettivamente Centro Storico Lebowski e Casolese Calcio Femminile. Il tutto senza dimenticare che c’è anche il Campionato Regionale Juniores da undici squadre.
Riuscirà la regione toscana a provare a portare più formazioni anche nei campionati nazionali, dove in A abbiamo Fiorentina, in B l’Arezzo e in C ci sono Rinascita Doccia e Livorno? A questo e ad altri quesiti è Luciana Pedio, la quale è dal 1996 Responsabile Settore Femminile del Comitato LND Toscana.
Luciana si presenti ai lettori di Calcio Femminile Italiano.
«Io vengo dal commercio, gestivo un negozio di abbigliamento, finché nel 1991, con l’avvento di Innocenzo Mazzini come Presidente del Comitato Regionale, lui aveva la necessità di trovare delle persone per quanto riguarda la rappresentativa del calcio femminile e quindi, siccome avevamo anche un’amicizia al di là del calcio, mi chiese se io avessi avuto voglia e impegno per dedicarmi a questa attività. Ero curiosa di un mondo che non conoscevo, perciò sono entrata in punta di piedi, e mi sono subito appassionata a questo mondo, io gli parlo di tantissimi anni fa, quindi c’era ancora bisogno veramente pionieri. Io sono responsabile del Settore Femminile dalla stagione sportiva 1996/97, e questo sarà la mia ultima annata che ricoprirò questo ruolo».
Cosa vuol dire per lei ricoprire il ruolo di Responsabile Settore Femminile del Comitato LND Toscana?
«Il mio ruolo, al di là del fatto che uno possa essere delegato, che possa essere responsabile, c’è sempre comunque una responsabilità, in quanto devo vere dei buoni rapporti con le società, cercare e trovare squadre nuove sul territorio, perché questa è la cosa più importante. Ecco, io penso che si debba promuovere maggiormente il calcio femminile, anche se da sette-otto anni ormai viene fatta dal settore giovanile scolastico, però questo non vuol dire che uno si dia da fare sul territorio per cercare comunque squadre nuove».
La LND Toscana gestisce, a livello femminile e di Prima Squadra, il campionato di Eccellenza e di Promozione. Una cosa unica nel nostro Paese, se pensiamo che la regione toscana, insieme alla Lombardia, può avere due campionati di calcio regionale in rosa…
«Come dicevo, bisogna amarlo questo sport, e solo con questa voglia si riesce a fare le cose. È chiaro che magari bisogna anche vedere un attimino nei territori, perché se si guarda la misura degli abitanti che può avere la Lombardia con quelli che può avere magari altre. È tutta una questione di numeri. Ecco, noi in Toscana sinceramente ci diamo da fare, abbiamo la fortuna di avere un buon numero di ragazze. Poi, si è lavorato molto sulle società maschili, affinché al loro interno potessero investire anche nel calcio femminile».
I campionati di Eccellenza, Promozione hanno oltrepassato il girone d’andata, ed è già cominciato il ritorno. Ci può dare un giudizio sui tornei che si stanno disputando in questa stagione?
«L’Eccellenza è un campionato che si è consolidato, ma anche quello di Promozione ci sta facendo vedere delle belle cose. Siamo veramente soddisfatti».
Il calcio femminile toscano, a livello giovanile, com’è messo?
«Ora siamo messi bene perché di squadre ce ne sono tante, c’è un bel gruppo di ragazze che sono anche seguite dal Club Italia. Insomma, siamo veramente contenti».
La Toscana ha, dal punto di vista nazionale, quattro squadre: la Fiorentina terza in Serie A, in B l’Arezzo, mentre in C abbiamo la Rinascita Doccia e il Livorno che sono in fondo alla classifica del Girone A. Cosa sta mancando alle società toscane per provare a competere anche in questi campionati?
«Il problema è uno solo: le strutture e i campi dal gioco. Come fa una società a strutturarsi per fare campionati maggiori? Iscriversi a campionati maggiori diventa molto difficile. Ma Io credo che questo sia un problema di tutta Italia».
Quanto è fondamentale l’approccio culturale per far crescere il calcio femminile in Toscana?
«Il piano d’offerta formativo che tutte le società possono veramente entrare negli istituti, nei plessi scolastici e fare la promozione per il calcio sia maschile che femminile. Però penso che sia una cosa nazionale. Poi, come ho detto prima, servono le strutture».
La Redazione di Calcio Femminile Italiano ringrazia la LND Toscana e Luciana Pedio per la disponibilità.