Come annunciato settimana scorsa, la nostra redazione è lieta di introdurvi nel mondo dell’LND attraverso un viaggio fatto di scoperte, curiosità e approfondimenti. Il nostro percorso parte oggi dalla splendida regione abruzzese. Abbiamo avuto il piacere di intervistare Laura Tinari, responsabile del calcio femminile LND Abruzzo.
Laura, quali sono a suo avviso i modi più efficaci per poter sviluppare il calcio femminile nella sua regione, l’Abruzzo?
“L’Abruzzo attualmente ha dieci società iscritte ai campionati LND, tra quello regionale e quello di Serie C: per noi che siamo una regione piccola questi sono numeri importanti. Come tutti poi ci siamo trovati ad affrontare il Covid che ha portato al fermo del campionato e una volta ripresa l’attività è come se si fosse azzerato tutto. Abbiamo però avuto l’opportunità di ripensare tutta l‘attività del femminile, identificando nuovi driver di sviluppo in Abruzzo ossia il campo, la sensibilizzazione, la comunicazione e la formazione.”
Molto spesso la scuola può essere un ottimo mezzo di comunicazione ed intermediazione con i bambini e i ragazzi. Puntate anche alla diffusione del calcio femminile nel settore scolastico? Se sì, in che modo?
“Assolutamente sì. Abbiamo iniziato da quest’anno in maniera più collaborativa una grande sinergia con il nostro settore giovanile scolastico e anche una grande attività con l’ufficio scolastico regionale, quindi con il Ministero dell’Istruzione. La presentazione del campionato Eccellenza femminile è stata fatta in una scuola davanti a circa 200 ragazzi e ragazze e ai loro docenti. Nel mio staff come delegate calcio femminile provinciali ho voluto ci fossero delle docenti di educazione fisica e con loro stiamo strutturando un torneo Inter scolastico su base provinciale con finale regionale all’Aquila. Questo torneo coinvolgerà le scuole medie e superiori.”
Come hanno risposto gli studenti?
“Erano sicuramente incuriositi perché per tanti il calcio femminile è ancora una novità, nonostante dal 2019 abbia avuto uno slancio e oggi occupi un suo posto nel mondo di questo sport.”
Avete delle richieste da parte delle famiglie di poter far giocare la propria figlia?
“Diciamo che i tesseramenti nelle scuole calcio sono in leggero aumento, c’è tanto interesse, anche in alcuni piccoli comuni delle cosiddette aree interne, cosa che non immagineresti. Per questo con il settore giovanile scolastico abbiamo organizzato un progetto pilota, ossia un Torneo Under 13 esordienti Misto in cui giocano bimbi e bimbe insieme, chiaramente con delle regole precise come la presenza delle bambine in campo che non deve essere mai inferiore rispetto al numero stabilito. In alcuni casi le società ci hanno detto di voler partecipare con solo bimbe, è stata una bella sorpresa! Con questo Torneo abbiamo dato alle bambine l’opportunità di vivere la competizione e l’aspetto agonistico, altrimenti difficile da provare giocando sempre tra di loro durante gli allenamenti nella propria scuola calcio. Abbiamo avuto dieci iscrizioni, un’ottima risposta, ora è finita la fase autunnale e comincerà a breve quella primaverile. Non abbiamo avuto una vera richiesta dai genitori, piuttosto siamo stati noi ad intercettare un’esigenza delle bimbe.”
Quali sono le difficoltà maggiori che incontrate?
“Una delle difficoltà maggiori che abbiamo è il numero di calciatrici perché la volontà di fare calcio femminile in Abruzzo c’è e ci sono anche le risorse economiche per sostenere questi progetti. Purtroppo ciò che manca sono le ragazze, che mancano per via dei pregiudizi, degli stereotipi, che poi sono più che altro nella mente degli adulti non tanto delle ragazze perché loro si avvicinano da sole, osservano… Poi c’è il passaggio tra scuola superiore e università, che è cruciale: in quel momento avviene una sorta di dispersione perché cambiano abitudini, orari… Infine, c’è un problema legato alla mentalizzazione: partire dalle più piccole ci consente di risolvere anche un gap che abbiamo notato tra ragazze e ragazzi, laddove il percorso sportivo inizia dalla scuola calcio si acquisiscono una serie di caratteristiche che la mentalità calcistica porta con sé ossia impegno, fatica, il fatto che lo sport viene prima di altre cose, oltre ovviamente tecnicismi legati al gioco, perché quando sei piccolo, sei più predisposto ad apprendere. Per poter superare queste difficoltà, dobbiamo far sì che le bambine partano dalla scuola calcio, coltivando piccole calciatrici. Mi piacerebbe molto che tutte le società dell‘Eccellenza maschile avessero una squadra dell‘Eccellenza femminile.”
Riguardo al discorso sugli impianti di gioco qual è la vostra situazione attuale? Si riescono a fornire adeguate strutture per società e tifosi?
“Il discorso è generale ed è legato al fatto che in alcune aree dell’Abruzzo gli impianti omologati sono pochi. In linea di massima le ragazze giocano sugli stessi campi dei maschi e in alcuni casi sono i campi dove gioca l’Eccellenza maschile. Ora, un po’ grazie al Pnnr, un po’ con fondi regionali nella nostra regione stanno nascendo dei bandi che consentiranno alle società sportive di poter mettere a norma i campi non agibili.”
C’è da parte vostra un utilizzo dei maggiori mezzi di comunicazione (quali anche i social) per far conoscere meglio la vostra realtà? Se sì, come risponde il pubblico?
“LND Abruzzo ha propri canali Facebook, Instagram, Youtube oltre al nostro sito istituzionale all’interno dei quali abbiamo strutturato un ampio piano editoriale con rubriche e post che raccontano la vita delle società e delle calciatrici e calciatori, oltre a quella propria del Comitato. Sottolineo che il calcio femminile ha il suo posto al pari di tutti gli altri. Una cosa che sta riscuotendo successo sono i gol più belli della settimana dei due campionati Eccellenza maschile e femminile: alla fine della settimana successiva montiamo un video con chiedendo di votare il gol più bello e devo dire che c’è animosità nel votare. I tifosi della femminile si fanno sentire e lo stesso discorso vale una volta allo stadio, pur sempre nel rispetto di tutto e tutti chiaramente. Inoltre abbiamo anche un programma televisivo la domenica sera dedicato all’Eccellenza maschile ma da due stagioni viene inserito un servizio sul campionato femminile: sono io a indicare la partita da seguire, in modo che tutte le società siano equamente rappresentate. La trasmissione va in tv e in streaming su Facebook.”
Quali sono le iniziative (al di fuori del campo di gioco) verso le quali puntate maggiormente per farvi conoscere?
“Abbiamo puntato molto sull’attività culturale perché per noi il calcio femminile è una questione di cultura. Per questo abbiamo iniziato ad ideare delle attività come delle campagne di sensibilizzazione ad esempio in occasione del 25 novembre (Giornata mondiale contro alla violenza sulle donne) suggerendo a tutte le società di scendere in camp con un segno rosso sulla faccia e leggere un messaggio ad inizio partita. Lo scorso anno abbiamo realizzato un video per mostrare come lo stereotipo possa essere una forma di violenza perché per una giocatrice può essere demotivante. Abbiamo poi ideato lo scorso anno un convegno nazionale, invitando testimonial importanti del calcio femminile, come la CT della Nazionale Milena Bertolini, iniziativa che sarà replicata con altre ospiti a fine maggio. Infine, ho creato il Premio “Campionesse d’inverno”, trasformando quello che di solito è solo un titolo di giornale in un vero riconoscimento consegnato in campo, un premio utile, come i palloni.”
C’è da parte vostra un utilizzo dei maggiori mezzi di comunicazione (quali anche i social) per far conoscere meglio la vostra realtà? Se sì, come risponde il pubblico?
“Sì certo. Facciamo delle piccole iniziative a livello social perché è l’unico modo per rendere popolare è vera la nostra realtà agli occhi delle famiglie dei tifosi e della popolazione in generale. Queste iniziative possono anche portare le bambine a comprendere che se loro vogliono loro possono ed è importante anche per la fascia genitori perché mostra loro che si tratta oramai di una realtà tutelata.”
Che cosa ci può dire sulla Rappresentativa regionale?
“Ha vissuto in questa stagione sportiva un vero e proprio passaggio generazionale. Si tratta di una realtà nella quale io confido, so che il lavoro che stiamo facendo per diventare un gruppo sarà ripagato nel tempo. A breve ci attende il Torneo delle Regioni, dove abbiamo la possibilità grazie a questo lavoro di affrontare a viso aperto le sfide che ci troveremo davanti ossia l’Emilia Romagna e Bolzano all’interno del girone. Anche qui abbiamo voluto inserire elementi giovani – sia nello staff che nella squadra -, elementi che ci consentono di ripartire un po’ più dal basso e far sì che queste ragazze possano onorare l’Abruzzo e incarnare i suoi principi e i suoi valori. Mi aspetto di vedere che i nostri sforzi vengano recepiti dalle società e dalla popolazione in generale.”
Il primo luglio 2022 è stata una data storica per il calcio femminile italiano: l’introduzione del professionismo. Come pensa che potrebbe influire sulla vostra realtà e nel mondo del calcio femminile in generale?
“Rendere il calcio femminile una professione contribuirà nel tempo a restringere quel gap molto ampio tra femminile e maschile, ma anche ad avvicinare l’Italia alle altre Nazioni europee che hanno introdotto il professionismo da molto più tempo. Il 1 luglio 2022 è stato un spartiacque, un passaggio fondamentale, le bambine ora sanno che se si impegnano, se fanno i passaggi giusti possono arrivare a fare del calcio la loro professione. Questo è a livello culturale un passaggio importante. Chiaramente è un fenomeno che coinvolge la Serie A ma il nostro compito sarà quello di valorizzare questo passaggio e utilizzarlo come uno sprone nei confronti delle bimbe”.
La Redazione di Calcio Femminile Italiano ringrazia il settore dell’LND Abruzzo e Laura Tinari per la loro gentile disponibilità.