Nella fredda e lontana Svezia, la redazione di Calcio Femminile Italiano ha contattato l’allenatore del BK Häcken, Mak Lind, per svolgere un’intervista in vista dei quarti di finale di UEFA Womens Champions League. Con molto entusiasmo ha risposto alle domande, rivelando i segreti con cui ha portato la ‘cenerentola’ della Champions ai quarti contro il PSG, superando come seconda un girone di ferro con Chelsea, Paris FC e Real Madrid.
Ciao Mak. Avete battuto il Real Madrid due volte nel girone Real Madrid. Questo ha fatto sentire fiducia alla squadra? Quali fattori attribuisci a questi successi?
“BK Häcken è un grande club in Svezia. Molte squadre in Europa sono forti e hanno giocatrici di fama internazionale. Prima e dopo la partita contro il Real Madrid abbiamo studiato un piano tattico. Analizzando le avversarie, ci siamo concentrati sulle loro debolezze e su come potessimo colpirle. Si trattava di giocatrici molto tecniche, per noi significava disputare una partita tattica e da squadra coesa. Specialmente dal punto di vista tattico abbiamo giocato due ottime partite”.
Rosa Kafaji è una dei talenti più promettenti in Europa secondo la Fifa. Lei ha un ruolo cruciale nella costruzione tattica?
“Sì lei è una giocatrice offensiva. La definisco una pocket player, cioè una giocatrice che occupa la zona tra linea dei difensori avversari quella del centrocampo, quella conosciuta come zona 2. Noi la cerchiamo in mezzo alle linee del centrocampo avversario affinchè riceva molti palloni. Per noi è molto importante, è giovane, è tecnica. Spero che rimanga con noi a lungo”.
Avete raggiunto il secondo posto nel girone. Secondo te, la disciplina e la determinazione sono la chiave del vostro successo?
“Assolutamente sì, tanto quanto la flessibilità tattica. Le mie giocatrici sono veramente adattabili, io ho adeguato molto le tattiche in base agli avversari contro cui abbiamo giocato in Champions. Loro hanno avuto grande capacità di ascolto prima delle partite perchè sapevano che avrebbero affrontato giocatrici dal potenziale individuale unico e che le istruzioni tattiche ricevute fossero cruciali. Nessuno credeva che avremmo superato il girone, nessuno. L’ultima volta che il BK Häcken ha affrontato i gironi, ha ottenuto un solo punto, segnando due gol e subendone circa trenta”.
Dal punto di vista psicologico, Mak Lind ha lavorato molto da quando siede sulla panchina del Bk Häcken, come ha affermato:
“Sapevamo che in Champions League ci sono giocatrici di livello. Per allenarci a raggiungere quel livello, ho avuto l’idea di far allenare la squadra insieme ai giocatori della squadra maschile, per migliorare dal punto di vista fisico e dell’approccio mentale alla partita. Per esempio, prima della partita del Chelsea ho chiesto ai giocatori di mettersi in campo come le avversarie per prepararci alla partita. Questo perché non conoscevo ancora bene il calcio femminile. Risultati alla mano, è stata una tattica vincente.
A differenza del PSG avete giocato meno partite negli ultimi mesi, trarrete vantaggio da questo oppure no?
“No ad essere onesto. Perché in Svezia, dalla fine di dicembre alla fine di gennaio, il campionato è in pausa. Nei mesi passati ci siamo impegnati molto per raggiungere l’idoneo livello di approccio mentale ai quarti di finale, al pari del PSG che invece in questi mesi ha giocato tante partite. Per riempire il vuoto, ho cercato nella mia mente alternative valide. Abbiamo continuato ad allenarci e organizzato amichevoli, contro l’Hoffenheim per esempio. Sicuramente per noi è stato impegnativo raggiungere lo stesso stato di forma del PSG”.