Tornano i Match Day Programme e con essi gli approfondimenti e le interviste alle atlete nerazzurre. Stavolta, in apertura della nuova stagione, la protagonista è stata Martina Tomaselli: la centrocampista 23enne, freschissima d’approdo in Prima Squadra guidata da mister Piovani, si è trattenuta ai microfoni del club, soffermandosi su aneddoti, curiosità e carriera con lo scopo di farsi conoscere maggiormente al pubblico nerazzurro.

La calciatrice ha esordito con tali parole:Sono una giocatrice che si mette tanto a disposizione della squadra e dello staff. Mi piace rompere il gioco avversario per poi far ripartire la nostra azione d’attacco.
Le mie migliori qualità credo siano l’inserimento e l’aggressività in campo. Sono in costante sfida con me stessa, lavoro per migliorarmi e fare qualcosa in più rispetto al giorno prima; devo uscire dal campo orgogliosa di quello che ho fatto“.

Ed alla domanda “come è nata la tua passione per il calcio?” quest’ultima ha risposto così:Da bambina giocavo in giardino con mio fratello più grande, poi andavo sempre a vederlo agli allenamenti fino a quando il suo allenatore mi ha chiesto se volevo allenarmi con loro e ho detto subito di sì.
Il mio sogno nel cassetto era quello di giocare con la Nazionale, poi divertirmi dando sempre il meglio in campo è sempre stato qualcosa di importante, anche oggi“.

Come qualsiasi promessa del calcio italiano, Tomaselli ha affermato di avere alcune figure di riferimento che risultano essere ancora d’ispirazione nella propria carriera lavorativa:Mi ricordo che da piccola quando giocavo facevo finta di essere Eto’o o Milito, della rosa attuale invece mi piace molto Barella. Per quanto riguarda il calcio femminile mi piace molto il modo di giocare di Alexia Putellas, nella partita tra Italia e Spagna vedendola da vicino mi ha molto colpita“.

La trentina ha poi concluso il piacevole colloquio descrivendo i momenti più o meno emozionanti del proprio cammino calcistico:I momenti più difficili della mia carriera sono stati i due infortuni al crociato, soprattutto il secondo. Ringrazio tutte le persone che mi sono state vicino, sia a livello fisico che mentale.
I momenti belli sono stati diversi, in particolare ricordo la finale di Supercoppa con il Brescia, a 16 anni mister Piovani mi ha fatto esordire da titolare e giocare tutta la partita e quella vittoria è stata molto emozionante“.