Elena Linari vince il secondo premio stagionale come MVP del mese e questo accade per una ragione ben precisa: esiste una Roma con e una Roma senza Elena Linari.
Nella stagione del secondo scudetto giallorosso è oggettivamente complesso riconoscere meriti ad una sola giocatrice in un contesto ricco di forti individualità dove ad emergere, nonostante ciò, è sempre e solo stata una forte armonia nel gioco di squadra.
A dicembre, quando Linari vinceva per la prima volta il premio MVP, parlavamo di come quel riconoscimento chiudesse in qualche modo un cerchio, facendo riferimento all’anno solare in cui la Roma si laureava per la prima volta Campione d’Italia, ignorando del tutto che in realtà quel ciclo ne avrebbe aperto un altro ben più determinante per il difensore giallorosso.
Confermarsi e giocare a certi livelli è quanto di più difficile esista per un’atleta ma la straordinarietà della stagione di Linari risiede nel fatto di essere riuscita ad abbinare alla continuità un progressivo spostamento verso l’alto dell’asticella.
All’affidabilità e alla solidità nella sua zona di campo si sono man mano aggiunti contributi sostanziali nella manovra della squadra, arrivando ad essere una delle giocatrici a toccare più palloni nell’arco delle partite; poi sono arrivati i gol, tanto belli quanto pesanti, che hanno portato alla vittoria in momenti non sempre facili per la squadra. Ad un certo punto poi le sue prestazioni sono state un mix di tutto questo, rendendo la sua presenza imprescindibile e demarcando nettamente un prima e un dopo negli equilibri di campo della Roma che coincidono con la sua presenza o la sua assenza.
Elena Linari è essenzialità , qualsiasi sfumatura di significato si voglia cogliere legando a lei questa parola.