Per la rubrica “A pranzo con l’Ospite” abbiamo avuto il piacere di intervistare in esclusiva Carolina Morace: l’icona del calcio femminile italiano ieri è stata annunciata alla guida delle inglesi del London City Lionesses. A breve, quindi, partirà l’esperienza nella FA Women’s Championship sulla quale la coach ci dice:
“Sono contenta perchè il mio obiettivo era approdare in Inghilterra, dovrei partire il 14 per cominciare questo bel percorso. Ho avuto già esperienze all’estero ma a livello di nazionali, ora con un club cambierà tutto. Mi aspetta un’avventura con un calcio femminile tra i più importanti del pianeta e con un professionismo che va avanti da anni. Ho accettato dopo che mi è stato presentato un progetto ambizioso, mi aspetto un campionato di livello con un pubblico numeroso al seguito”.
La chiacchierata poi vira sui Mondiali e sul girone azzurro sul quale la Morace ha un idea precisa:
“Siamo stati inseriti in un girone abbordabile, almeno sulla carta. Ovvio che poi il campo darà le sue sentenza ma la Svezia partirà con i favori del pronostico mentre le altre sono alla portata. Dobbiamo dimostrare il nostro valore con Argentina e Sudafrica, il passaggio del turno è possibile poi dagli ottavi e con gare secche tutto diventa più complicato.
Spero di vedere le Azzurre far bene, cosi da scrivere una nuova bella pagina dopo quella di Francia, dove comunque c’erano un’Australia e un Brasile meno tonici rispetto a quelli di oggi”.

Gama, Galli, Piemonte e Bergamaschi, non sono mancate le esclusioni importanti come diverse sono state le giovani inserite nelle magnifiche 23 della Bertolini:
“Io ho le mie idee, credo che ora però è davvero importante metterle da parte e fare il tifo per la nostra Nazionale. La Bertolini merita fiducia per le scelte fatte, vorrei sentire parlar di campo e di quelle che ci sono. Il ricambio generazionale, poi, poteva cominciare prima, magari dopo l’Europeo. Io tifo per Milena e le sue scelte anche perchè è stata contatto diretto con le calciatrici e sicuramente avrà ponderato tante variabili”.
La Morace, in attesa di volare in Inghilterra e tornare in panchina, sarà comunque una delle voci della RAI per i Mondiali e sulla possibilità di non vederli in chiaro ci confida:
“Ho sempre auspicato l’intervento della FIGC, oltre alla volontà della RAI  che sicuramente c’è sempre stata. Il fuso orario, indubbiamente, limiterà l’impatto rispetto all’edizione di Francia ma la Federazione è consapevole che la visibilità che può dare una competizione come questa è fondamentale per la cresciuta e lo sviluppo del movimento”.


Cosa aspettarci da questo Mondiale? L’ex Azzurra con 153 presenze e 105 reti ci dice:
“Le squadre più competitive saranno le solite ovvero Stati Uniti, Inghilterra, Germania, Francia e la Spagna, nonostante qualche assenza. Per la questione calciatrici importante sarà capire in che stato di forma arriveranno. Ci sono, purtroppo, defezioni importanti per vari infortuni mentre sono felice di poter vedere la Putellas, anche se molte altre sono cresciute dall’ultima edizione”.
Sulla salute del calcio in Italia, invece, l’ex tecnico di Milan e Lazio sottolinea:
“La cosa positiva è stata la cresciuta di pubblico ed il passo in avanti fatto grazie alle società professionistiche. Ci vorrebbero, poi, sovvenzioni, come in altri paesi, per i tanti club per vedere crescere ancora il movimento anche nelle altre serie. Altrove c’è stato un progetto importante che ha portato poi a spiccare il volo”.

Dodici scudetti vinti in carriera dalla Morace che sulla Serie A da poco conclusa evidenzia:
“La Roma è stata la più forte mentre altre hanno deluso sotto il profilo del gioco. La novità è stata vedere una Juventus con tanti punti di distacco dalla vetta. Difficile capire il perchè onestamente, anche l’Inter avrebbe potuto fare qualcosa in più per i nomi in rosa ma il merito va alla Roma per quanto espresso sul campo.
Il format a dieci squadre non mi fa impazzire, le squadre sono poche e questo limita di toccare nuove piazze anche dal punto di vista mediatico. In tanti campionati top si parte da un minimo di 12, vedremo in futuro cosa capiterà”.
La chiusura è, invece, sulla questione giovani:
“Ci sarà di positivo il passaggio a breve a tre squadre in Champions, che porterà ancora di più il nostro calcio ad essere appetibile e di livello. Sulla questione giovani credo che non conti l’età. Se una calciatrice ha le capacità deve giocare, ed in Serie A c’è stato comunque spazio per diverse ragazze promettente nonostante l’arrivo delle straniere”.