Sarebbe meglio dire: “Vogliamo promuovere il calcio femminile in Italia nel migliore dei modi o vivacchiamo, come abbiamo sempre fatto, aspettando che qualcuno faccia il miracolo di renderlo visibile e apprezzato a schiere di appassionati sempre maggiori?”

Evidentemente il quesito se lo è posto anche il prestigioso club inglese del Manchester City che, per rispondere al problema di dare ulteriore visibilità alla propria compagine femminile, ha realizzato un normalissimo video della durata di un solo minuto dove, alternando immagini di calcio maschile e femminile con bellissime giocate dei propri calciatori, ha inserito messaggi semplici ma estremamente significativi e ficcanti:

Stessa città, stessa passione… calcio maschile, calcio femminile: stesse scarpe, stesse regole, stessi goal, stessi rivali, stesse difficoltà, stesse gioie, stesso orgoglio, stessa passione, stesso gioco.

E per finire:
Non è calcio femminile o calcio maschile…è solo calcio.

Stiamo parlando di una società che ha sia la compagine maschile che quella femminile ad altissimo livello.

Ricordiamo che la squadra delle donne, acquisita nel 2014 dal potente club dei “Citizen”, è stata recentemente semifinalista nella Champions League ed appartiene al “gotha” del calcio femminile europeo. Può contare su diverse migliaia di spettatori, che la seguono regolarmente nelle partite del campionato inglese.

Lo stesso discorso vale anche per le squadre femminili di Germania, Francia, Spagna e paesi nordici… eppure anche loro sentono la necessità di dare un ulteriore sviluppo a questa disciplina.

E noi, in Italia, non ne abbiamo bisogno? Qualcuno, giustamente, direbbe: “Certo che sì, ne abbiamo bisogno all’ennesima potenza!”

Stiamo assistendo, con grande rammarico, al fallimento di una lega “inadeguata” che è incapace di dare risalto al movimento calcistico femminile nel nostro paese e, come se non bastasse, c’è una folta schiera di addetti ai lavori che, come minimo, rema contro il calcio delle donne: come il noto giornalista e opinionista Ivan Zazzaroni, che in una famosa polemica televisiva asserisce che il calcio femminile non è calcio ma un altro sport; e come tanti altri che adottano, in maniera subdola, l’arma del silenzio assordante.

Cosa fare, allora? Niente di più di quello che ha fatto il Manchester City: le società professionistiche italiane, che hanno investito, o che stanno per farlo, nel calcio femminile, e che sono proprietarie anche di importanti club di calcio maschile, potrebbero facilmente prenderlo ad esempio. Basta soltanto far passare questo motto:
Non è calcio femminile o calcio maschile… è solo calcio.

Pietro Maruzzi
Pietro Maruzzi nasce a Palermo il 06/03/1954 ma fin dalla più tenera età si trasferisce e vive a Firenze per poi giungere nel 2009 ad Agrate Brianza (MB) dove tuttora risiede. Ha lavorato per più di 35 anni nel settore farmaceutico ricoprendo varie mansioni. Sportivo da sempre, si è cimentato in varie discipline ed attualmente prepara e segue, come tecnico di 1.o livello, giovanissime leve del tennistavolo. E’ stato nel mondo del calcio per tantissimo tempo, prima come atleta, facendo la trafila in tutte le categorie giovanili per poi concludere con attività amatoriali in varie società dilettantistiche della provincia fiorentina. Successivamente ha svolto per alcuni anni il ruolo di preparatore e coach di esordienti e giovanissimi per la società Laurenziana, sempre di Firenze. Dal 2014 segue con interesse, sempre maggiore, il calcio femminile nel nostro paese ed è certo che, in brevissimo tempo, ci sarà una “esplosione” vera e propria per seguito di simpatizzanti e media perché le donne praticano un calcio tecnicamente e tatticamente piacevolissimo unendolo a valori di etica sportiva non più riscontrabili, purtroppo, in campo maschile.

4 COMMENTI

  1. Mi sembra che la Juventus stia facendo molte iniziative simili… Addirittura ha premiato Martina Rosucci con il premio come “miglior goal del mese”.
    Diciamo che servirebbe un impulso notevole anche da parte di tutte le altre società.

    • Questo è vero, tuttavia il fenomeno,al momento, resta più o meno limitato ai tifosi juventini e la loro TV a pagamento.

  2. Purtroppo in Italia il calcio femminile ha già di suo poco riscontro mediatico, società che hanno progetti ambiziosi extranazionali a parte Juve e Brescia (i Della Valle direi che hanno abbandonato la Fiorentina a stessa) non ne vedo, e appunto basterebbe poco, lo dimostra il video inglese da 1 minuto, sarebbe già qualcosa! Almeno per smuovere le acque, difficile pretendere tutto subito ma passo dopo passo, certo che non aiutano certi giornalisti e addetti del settore che invece di remare a favore lo fanno contro. Lo sponsor fallito. La RAI che ne combina di ogni colore. Manca l’affiliazione maschile/femminile. Siamo ancora considerate dilettanti nonostante la nostra nazionale abbia discrete possibilità di andare al mondiale. Sulla stampa è già tanto se ci dedicano mezza pagina. I media sono locali e le informazioni arrivano con il contagocce.
    Quindi sono tanti fattori ma basterebbe farebbe qualche scalino alla volta, a partire dalla Lega Calcio fino ad arrivare alla fan page delle società e delle calciatrici. Ho visto dei progressi negli ultimi anni ma è ancora troppo poco. Magari la partecipazione al mondiale potrebbe essere di molto aiuto. Ma bisogna investire e credere nel progetto! Speriamo bene!

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