Il calcio figura tra le discipline più longeve nei Giochi Olimpici estivi. Il torneo di calcio maschile, infatti, ha sempre avuto luogo (solo in due edizioni non si è giocato: nel 1896 e nel 1932) mentre il femminile si svolge regolarmente sin dal 1996.

Il torneo di calcio femminile di queste Olimpiadi a Parigi ha visto gli Stati Uniti vincere l’oro seguiti rispettivamente dal Brasile e dalla Germania per argento e bronzo.
Ad arbitrare la finale tra gli USA e il Brasile nella splendida location di Parco Dei Principi, terminata con la vittoria degli States che hanno battuto le sudamericane per 1-0, anche un pezzetto di Italia.
Nella terna arbitrale, al fianco di Tess Olofsson e Almira Spahic, la nostra connazionale Francesca Di Monte.

Di Monte non è certo una sconosciuta per chi vive l’ambiente calcistico e dell’arbitraggio. L’abruzzese classe 1993, che fa parte della sezione di Chieti dell’AIA, è ad oggi una delle guardalinee più quotate sia a livello nazionale che internazionale.
Entrata a far parte dell’ambiente arbitrale nel 2002, ha esordito in serie C nel 2013. La consacrazione nella massima serie maschile è avvenuta nell’ottobre del 2022, affiancando l’arbitro Marchetti per Udinese-Verona.
Sempre nel 2022 è stata, assieme a Maria Sole Ferrieri e Tiziana Trasciatti, parte della prima terna arbitrale tutta al femminile in occasione di Frosinone-Ternana (in serie B).
Il sodalizio sportivo di Di Monte, Ferrieri e Trasciatti, ha avuto un seguito anche a gennaio 2023 nella partita degli ottavi di Coppa Italia tra Napoli e Cremonese, e ad aprile 2024 in quella di Campionato (34° giornata) tra Inter e Torino.

In territorio internazionale Francesca Di Monte, tra le sue tante esperienze, ha annoverato la sua presenza tra coloro che hanno arbitrato la finale di UEFA Women’s Nations League tra Spagna e Francia, giocatasi a Siviglia (assieme a lei, le stesse Tess Olofsson e Almira Spahic ritrovate poi alla finale Olimpica.

La sua carriera ha portato la guardalinee ad essere non soltanto la prima donna abruzzese ad esordire in serie A e a far parte della Commissione Nazionale Arbitri di A e B, ma anche ad essere (in generale) la prima donna Italiana a calcare il manto verde dal 2010.
Non deve, pertanto, stupire la sua presenza a Parigi in cui due tra le nazionali più forti al mondo si sono scontrate per la medaglia d’oro.
Il Presidente dell’AlA Carlo Pacifici, in occasione della conferenza stampa d’inizio campionato che si è tenuto a Cascia, ha dato la notizia della designazione di Francesca Di Monte con un breve quanto pregnante commento.
Per un arbitro, infatti, venir scelto per un compito di tale portata ha la stessa valenza di una medaglia d’oro:

“Per un arbitro essere designato per una finale olimpica equivale ad avere vinto la medaglia d’oro nel proprio ruolo. Per questo è con grande soddisfazione, ma anche emozione, che accogliamo la notizia della storica designazione di Francesca Di Monte che rappresenterà l’Italia e l’AIA. Con lei scenderanno idealmente in campo tutti i 33 mila associati italiani, orgogliosi di questo prestigioso risultato”.

Il prestigioso traguardo raggiunto da Francesca Di Monte però ha un significato ben più grande di un semplice riconoscimento di una carriera luminosa e costellata di successi. Ampliando il discorso alla situazione italiana, la sua presenza alle Olimpiadi ha il significato di un passo avanti per il riconoscimento delle donne italiane in un ambiente che anni fa era prettamente maschile (e maschilista).
Il cammino è ancora lungo ma la strada è evidentemente quella giusta e ogni piccola goccia nel mare delle conquiste ancora da raggiungere non può che dar lustro al movimento arbitrale e calcistico italiano in vista di un calcio sempre più inclusivo ed accogliente

Federica Pistis
Sono nata in provincia di Cagliari il 29/08/1992. Mi sono laureata in scienze dell'educazione e della formazione primaria e ora frequento la magistrale di pedagogia presso l'Unimarconi di Roma. La mia passione per il calcio è nata quando ho iniziato a seguire questo sport perchè mio fratello è un grande tifoso del Milan e io cercavo un punto d'incontro con lui. Ho iniziato a guardare le partite, e a comprenderne i meccanismi poi è arrivato quello femminile che mi ha conquistata al punto da sentire un po' mie anche le loro imprese.