Credit Photo: Francesco Passaretta -Photo Agency Calcio Femminile italiano

Tutte le società sportive del calcio femminile e tutto il pubblico del suo movimento non se lo augurano, ma le premesse viste nelle gare di qualificazione della Women’s Champions League: nella gara in trasferta a Parigi, contro la compagine del PSG, dicono che forse un tifo di questo genere non è il massimo per il sistema calcio.

Non per polemizzare, poiché tra tifoserie c’è sempre rivalità in ogni squadra ed in ogni categoria, ma assistere ad una diretta televisiva che dovrebbe dare lustro a tutto il sistema e sentire “cori razzisti ed insulti gratuiti per l’intera gara”, in questo caso contro le ragazze della Juventus, non è tifo! Speriamo che sia stato un caso isolato e chi a visto e sentito abbia preso le giuste misure e precauzioni.

Troppo spesso si vedono anche nella Champions League maschile fatti poco piacevoli, che di tifo e buona educazione civile, hanno ben poco, e mi riferisco alla polemica per lo striscione esposto dai tifosi dello Stoccarda contro la Juventus.  Infatti nel settore ospite dei tifosi tedeschi, è stato esposto uno striscione che recitava: “Chi ama il calcio, odia la Juve”. Questo non è assolutamente tifo e questo pubblico non è il pubblico che merita e vorremmo mai vedere nel calcio femminile.

L’ Inghilterra ci fa scuola, per portare più pubblico negli stadi, obbligando le società con un proprio stadio al maschile ad aprire le porte anche alle gare “al femminile” ed a inserire negli abbonamenti (maschili) la possibilità d’ingressi agevolati anche per seguire le donne. Anche in Germania, il pubblico è sulla stessa linea, ed in ogni weekend gli stadi si riempiono, anche su gare di campionato minore (la nostra Serie B femminile per intenderci) gli impianti sono sempre più “sold out”.

In Italia stiamo assistendo, nelle gare di cartello, ad un aumento d’interesse sugli spalti ma con cori troppo crudi e gruppi organizzati che “deferiti dall’ingresso” dagli impianti maschili trovano rifugio ed appoggio in nuove strutture dove poter rifondare gruppi di tifo organizzato. Questo fenomeno, aimè, lo riscontro da pochi anni e voglio esprimerlo in modo chiaro: “le ragazze non meritano un tifo di questo genere!”.

La purezza, la serenità di gioco sul campo, sviluppata in ambito femminile in tutti questi anni di buon calcio: con il rispetto tra le parti in causa, durante una gara deve essere preservato, senza cattiveria, e senza che il pubblico generi tensioni e velenosità sugli spalti per poi ribaltarla sul quadrante di gioco. Il tifare è bello, giusto e doveroso, il rispettare del tifo avversario al termine del match come accadeva negli anni passati deve restare la consuetudine e la bellezza di questo movimento.

Paolo Comba
Paolo Comba, giornalista pubblicista iscritto all’Ordine dei Giornalisti di Torino, dopo il conseguimento del Tesserino ha collaborato per varie testate giornalistiche seguendo il Giro d’Italia (per cinque edizioni), i Campionati del Mondo di SKI a Cortina, gli ATP FINALS di Tennis a Torino, i Campionati Italiani di Nuoto ed ha intrapreso, con passione e professionalità, dal 2019 a Collaborare con Calcio Femminile Italiano. Grazie a questa Testata ho potuto credere ancora di più a questo Movimento, sia nelle gare di Serie A che in Nazionale maggiore, ed a partecipare di persona all’ Argarve Cup ed ai Campionati Europei in Inghilterra. Ad oggi ricoprendo una carica di molta responsabilità, svolgo con onore questa mia posizione, portando ancora di più la consapevolezza di poter dare molto per lo sviluppo e la vibilità del Calcio Femminile in Italia e all’estero poiché lo merita per la sua continua crescita.