In una parte del suo nuovo libro “One Life“, Megan Rapinoe racconta dell’episodio collegato a Colin Kaepernick e dell’inginocchiarsi durante l’inno nazionale.
Megan, si trovava a vedere la partita dei Seattle Storm dove la sua futura fidanzata Sue Bird disputava la gara contro i Chicago Sky. Proprio il giorno prima era successo l’eclatante scandalo di Colin che durante l’inno nazionale della partita di NFL, si era inginocchiato per protestare contro il razzismo. Era la prima volta che un atleta facesse qualcosa del genere.
Il giorno dopo ancora, era il turno di Rapinoe di scendere in campo, sempre a Chicago.
“È stata una reazione riflessa: indignazione da parte di Colin, desiderio di mostrare solidarietà e convinzione che ciò che aveva fatto avesse un senso totale” scrive nel libro.
Difatti, quel giorno Megan si inginocchiò durante inno, proprio come fece Kaepernick. Lo rifece anche poco dopo in una partita in Maryland. Le persone bianche erano arrabbiate. Soprattutto quelle più conservatrici che iniziarono a dire che inginocchiarsi durante l’inno è mancanza di rispetto ai militari. Quando disse che lo face per attirare la supremazia dei bianchi e la brutalità della polizia sui neri, molti la presero sul personale. Ma Rapinoe sapeva che un esempio diverso, bianco, donna, avrebbe mostrato tanto scalpore.
Il proprietario del Washington Spirit, squadra di Rapinoe, decise di far iniziare l’inno americano mentre le squadre erano ancora negli spogliatoi. Ma successivamente la calciatrice fu accusata anche di dirottamento del gioco. Alcuni le chiesero anche di lasciare il team.
Ma Megan lotta ancora oggi per i diritti di equal pay a prescindere da sesso e razza, oltre che quelli per la comunità LGBT+. Ormai è un’attivista assoluta.
Credit Photo: Kyle Robertson/AP