Pamela Conti ex calciatrice, nata nel quartiere di Ballarò a Palermo, adesso guida la nazionale femminile del Venezuela e punta alla prima storica qualificazione al Mondiale Australiano.
Ma chi è questa intrepida ragazza che ha sfidato tutto e tutti per ritagliarsi un posto nel mondo del pallone?
Tutta la famiglia Conti, a Palermo ovvero tra i mercati di tutta Ballarò, è conosciutissima: oltre a gestire una famosa Taverna il padre di Pamela e lo zio sono stati ex calciatori.
“Basta dire Taverna Conti e ti portano alla trattoria che la mia famiglia ha da generazioni a Ballarò, tutti sanno dov’è – afferma la ct -. Ballarò è la parte migliore di me perché non mollo mai, ho una personalità molto forte, cerco sempre una via di uscita, so lottare, sono generosa. Ed è la parte peggiore di me perché non ho tante regole, e spesso vado avanti di testa mia. Ballarò è il mio mondo”.
L’ex calciatrice è orgogliosa della storia della sua famiglia: “Non potevo non esserlo anche io. Sono stati calciatori del Palermo mio padre, mio zio e i miei fratelli. Io ho iniziato con gli amici per strada, allora era normale. Mio papà mi quando ha capito che ero brava. Purtroppo non c’è più ed è la perdita più dura della mia vita. Quando ho smesso di giocare e sono tornata a Palermo ho aperto una scuola calcio a Ballarò, per i bambini del quartiere, per toglierli dalla strada. Poi però sono andata ad allenare le giovanili dell’Atletico Madrid e la scuola calcio l’ho affidata a mio fratello, ma appena è arrivata l’occasione del Venezuela l’abbiamo dovuta chiudere, perché Vincenzo mi ha seguito, è il mio vice”- si confessa ad una giornalista, del Corriere dello Sport.
Lavorare così distante da casa non è facile, come non è facile ottenere i risultati voluti, ma la grinta e la tenacia di Pamela vanno oltre all’ostacolo.
“In Venezuela ci devo andare ogni sei mesi. Le ragazze le visiono e alleno in Spagna, quando ci raduniamo. L’obiettivo è qualificarci per il Mondiale del 2023, sarebbe la prima volta. L’anno prossimo avremo la Coppa America. Ho un’ottima squadra. La situazione politica è quella che è. Io sono stata accolta benissimo. I venezuelani hanno poco e dividono tutto, e hanno un cuore grande. Caracas mi ricorda un po’ Palermo, forse mi piace per questo. Ho chiesto al medico della squadra se mi portava a vedere la favela più grande del Sudamerica. Mi ha detto “sei pazza”? Ho tanto insistito che mi ci ha portato. Una vera esperienza di vita. Per me quello che sto facendo è una rivincita. In Italia non c’è stato spazio finora per me. Farò parlare i risultati. E’ ovvio, vorrei tornare in Italia”.
Staremo a vedere, le gare per le qualificazioni ai Mondiali sono appena agli inizi e crediamo che la nostra ragazza ci regalerà molte soddisfazioni in questo mondo che come definisce lei le ha portato tanta gioia e serenità.