Nelle ore scorse abbiamo raggiunto Mariella Lamonica, che nelle settimane passate in provincia di Varese ha avuto il piacere di presentare il libro di Alice Pignagnoli “Volevo solo fare la calciatrice”. La giornalista, iscritta all’Ordine dal 2016, ci ha regalato qualche battuta legati al calcio femminile che segue spesso da vicino.
Obiettivo Mondiale:
“Credo che vedremo una manifestazione di alto spessore tecnico, il calcio femminile sta crescendo in tutto il mondo ed è un dato di fatto. Le donne, poi, dove ancora non arrivano con la tecnica, hanno il carattere per rendere affascinante ed imprevedibile ogni partita e credo che questa sia davvero un’arma in più anche per lo spettacolo, ma ripeto mi aspetto un Mondiale di grande spessore.
L’Italia penso che arrivi più consapevole e mi auguro anche con un po’ di spensieratezza in più rispetto ad un anno fa, quando all’Europeo le tremarono le gambe. Un anno fa, poi, a mio avviso, si pagò tanto un ritiro di 40 giorni al termine di una stagione intensa a cui molte atlete non erano ancora abituate, un anno dopo mi aspetto progressi in questo senso sia dal punto di vista fisico che mentale”.
Sul girone Azzurro
“Lo dico con coscienza e non per pura fiducia, il passaggio del girone è alla portata. Dovremo sudarcelo, ma in fondo siamo italiani e siamo abituati a soffrire, è un nostro must. Credo che l’esordio con l’Argentina sia già un bel banco di prova per capire dove potremo arrivare”.
Le possibili rivelazioni dell’Italia
“Sarei bugiarda se dicessi che non mi stuzzica Dragoni, lo so che è giovane e che non è giusto creare troppe aspettative su di lei, ma sono curiosa di toccare con mano il suo atteggiamento ed il suo carattere in una manifestazione di così alto livello. Quanto alla squadra non voglio sembrare troppo patriottica ma dico l’Italia, sono curiosa di vederla a confronto con grandi nazionali su scala mondiale e di capire a che punto sia il gap. Quanto alle convocazioni potremmo aprire un capitolo, è ovvio che certe esclusioni hanno fatto scalpore, più di tutte 2non mi aspettavo l’esclusione di Piemonte, ma c’è anche da dire che in un mondo di allenatori mancati siamo sempre tutti pronti a puntare il dito contro qualsiasi scelta della ct, perciò va bene così e vediamo cosa succede, di sicuro, questa volta, non possiamo rimproverarle di non aver avuto coraggio”.
I cambiamenti degli ultimi anni
“La considerazione in primis del mondo esterno. Parliamo di professioniste e finalmente questo è un dato di fatto, non solo uno status symbol, e poi credo che la consapevolezza sia maggiore, così come il seguito. Ecco mi auguro davvero di cuore che questo seguito sappia appassionarsi ancora di più e sappia rendere omaggio a queste ragazze a prescindere da come andrà”.
L’ultima Serie A
“In crescita, più equilibrata e più livellata verso l’alto. C’è ancora tanta strada da fare, soprattutto se si paragona la serie A ai campionati esteri, ma credo che siamo sulla scia giusta. La Roma non mi ha stupito, nel senso che le intenzioni erano chiare fin da subito, la Juve avrà ancora più fame il prossimo anno, ma soprattutto ho visto qualche bel progetto (come ad esempio quello del Como) e questo mi lascia ben sperare per una crescita continua”.
La presentazione del libro di Alice Pignagnoli
“Un’emozione unica, davvero. Il libro è bellissimo e lo consiglio a chiunque, ti dà una forza incredibile, ogni pagina è un’avventura, un racconto, una storia nella storia, e soprattutto un ottimo spunto di riflessione. Mi ha aiutata a farmi delle domande ancor prima che a darmi delle risposte. Alice poi è un fiume in piena, la presentazione penso sarebbe potuta andare avanti per ore tante erano le cose che volevo chiederle. Spero, ma sono certa, che adesso che abbiamo rotto il ghiaccio, si possa ripresentare il progetto in altre scuole calcio o eventi perché davvero merita e perché penso sia un momento da condividere con piglio e generosità”.
Un ricordo legato al calcio femminile
“Ce ne sono tanti. Io seguo il calcio per lavoro e per passione, il gol di Bonansea contro l’Australia quattro anni fa mi mette ancora i brividi, ma gioco anche a livello amatoriale ed ho persino allenato due squadre di bambini per 7 anni, sicuramente a loro ho legati tanti ricordi, ma così su due piedi cito un momento molto più recente: non sono un attaccante, segno pochissimo, lo scorso 19 marzo durante una partita di campionato ho fatto un gran gol e non è stato un caso, nel giorno della festa del papà ho alzato il cuore al cielo per dedicarlo al mio primo tifoso che purtroppo non c’è più, e poi mi sono inginocchiata davanti ai miei due nipotini che erano venuti a vedermi e ho fatto un cuore anche per loro, credo che la dolcezza sia tutta racchiusa lì”.