Varie le realtà calcistiche presenti sul territorio. Si, magari non sono così grandi, ma propongono il calcio nella maniera più limpida e pura possibile: è il caso del VE Rende, realtà al femminile ormai da anni presente in ambito territoriale e che continua con l’impegno Eccellenza. La terza forza di campionato della regione Calabria continua a ritagliarsi uno spazio importante nel calcio dilettantistico in rosa. Per il momento, i risultati rimediati sono piuttosto alternati (di fatto il gruppo è reduce da una sconfitta in casa cosentina), manca ancora, però, l’ultima disputa che andrà a chiudere il girone d’andata stagionale.
Le ragazze guidate da mister Bartucci proveranno a recuperare già la prossima domenica, data in cui è prevista la sfida contro l’Avigliano; si prospetta una forte contrapposizione che avrà necessità di determinazione oltre che di concentrazione massima per poter acquisire punti (attualmente sono 9 quelli intascati, per una distanza in graduatoria di sole tre lunghezze dal secondo scalino e dalla capolista).
Con estremo piacere ne abbiamo parlato con Giada Filippelli, apporto d’attacco classe 2006 biancorosso, di ritorno dopo cinque mesi di stop.
Benvenuta Giada! Dopo il percorso della passata stagione, hai confermato la tua permanenza in maglia Rende. Come è nata la collaborazione con la medesima società e quali sono i motivi che ti hanno spinto a rimanere?
Ho confermato perché con un pensiero in linea con gli obiettivi della società, una società che dedica anima e corpo per la crescita del movimento femminile e ha obiettivi molto chiari. Come squadra vogliamo crescere e vincere.
Avete aperto il campionato con un risultato piuttosto di spessore contro l’Ideale, confermando poi una serie di successi che hanno tracciato una scia positiva importante. Come valuti il percorso della squadra fino ad ora ed il tuo personale?
Penso che in questo percorso stiamo facendo molto bene: la squadra ha dato e continua a dare il massimo sempre; è chiaro che si può fare sempre di più, ma siamo contente dei traguardi che abbiamo raggiunto fino ad oggi. Non ci accontentiamo facilmente e non ci fermeremo, abbiamo ancora tantissimo da dare, io in primis.
L’attuale dato statistico (che vi vede al terzo posto a quota 9) pensi renda giustizia al valore ed alle capacità reali del gruppo?
Non penso sia il posto in classifica a definire le nostre capacità.
Archiviata la Coppa Italia, invece, è stata una competizione che per voi si è fermata nella fase iniziale in seguito alla disputa contro l’agguerrito Cosenza che non vi ha lasciato scampo. Soffermandoci un attimo su tale squadra, è una formazione che ha dato del filo da torcere anche recentemente: questo sabato, infatti, avete subito dalla stessa una letale cinquina. Quali pensi siano state le lacune in tale frangente e quali gli aspetti opposti che hanno creato maggiore difficoltà?
Il Cosenza è una squadra forte con un po’ di esperienza in più rispetto alla nostra: si sa, nel calcio c’è chi perde e chi vince, ma si accetta e si lavora per poter fare sempre meglio. Come ho già detto prima, possiamo sempre dare qualcosa in più.
Quando un arbitro va a condizionare la partita, però, non è mai facile giocare: ci sono stati tanti episodi a sfavore nostro e se l’arbitro fosse stato più corretto e attento al regolamento qualcosa sarebbe sicuramente potuto cambiare nel corso della gara. Nonostante tutto non troviamo alibi, anzi, in questo caso abbiamo lottato e giocato fino alla fine, dando tutto.
Ora vi aspetta una settimana di riposo, prima di tornare in campo per giocare l’ultima gara del girone d’andata. Dovendo fare un bilancio della prima parte stagionale, come lo valuteresti?
In modo abbastanza positivo, senza alcun dubbio.
Domenica 10 marzo toccherà all’Atletico Avigliano ospitarvi. Che approccio ti aspetti e su cosa punterete contro una squadra diversa dalla vostra ma pur sempre a sole due lunghezze in termini di gradino occupato?
Non conosco l’Atletico Avigliano ma non lo sottovaluto. Conosco, però, abbastanza la mia squadra da poter dire che andremo lì per vincere e per portare i tre punti a casa. Ci impegneremo per far si che ciò accada!
Quali sono i tuoi obiettivi e le tue ambizioni per quest’anno? Come vorresti si evolvesse il viaggio in biancorosso?
L’obiettivo che mi sono posta quest’anno è quello di crescere tanto e fare sempre meglio, ma soprattutto quello di diventare un pilastro importante per tutto il gruppo.
Cosa servirà nel futuro per dare continuità a questo momento prestigioso per il VE Rende?
Al giorno d’oggi le complicanze nella creazione di realtà tutte al femminile sono disparate. Con l’introduzione del professionismo in Italia abbiamo visto aprirsi un evidente spiraglio di luce per quel che riguarda la parità salariale e di genere nello sport, ma i passi da fare risultano essere ancora tanti ed i comparti da curare troppi.
Le realtà più piccole hanno difficoltà a concretizzarsi totalmente ed il dibattito a riguardo si può dire infinito; il sistema continua ad essere sotto i riflettori anche per la questione dei club di quarta categoria e delle giovanili italiane. In ogni caso, le problematiche non ne hanno fermato la crescita, seppur si riveli ogni tanto a rilento rispetto a quella maschile.
Certo, quella citata è forse descritta in modo basilare, ma c’è da plaudire l’impegno di chi crede nel progetto ed in ragazze che mettono passione e cuore in ciò che fanno.
Il pensiero della stessa calciatrice che, su ciò, ha fatto sapere: “Per mia esperienza non è stato semplice; qui in Calabria (Cosenza) non c’è ampia scelta di squadre al femminile. Mentre in Italia ci sono società che possono adempiere a fare calcio femminile a determinati livelli, dal centro Italia al sud le società hanno serie problematiche, in particolar modo di natura economica (basti conoscere le difficoltà che si incontrano per iscriversi a campionati di serie B/C o dilettantistici, figuriamoci pensare ad un loro riscontro in termini di crescita del movimento!).
Inoltre,oggi (nel caso delle fasce regionali sopra citate), campionati femminili sono una realtà poiché la FIGC ha imposto a tutte le società professionistiche di fare il calcio in rosa; quelle del nord puntano sull’acquisto di giocatrici anche dall’estero, lo stesso discorso di mercato al centro-sud, invece, si basa esclusivamente su ragazze locali e del territorio, giusto per far parte della competizione“.
Si ringrazia Giada Filippelli e la società tutta per la gentile concessione.