In una recente intervista il portiere della Juventus Women’s e della nazionale ha ricordato la sua esperienza in Germania confrontando il calcio femminile tedesco con quello italiano.
In Germania:“Oggi La differenza è in realtà il professionismo: lì sei una professionista, almeno sulla carta. Poi è vero che non tutte le squadre fanno professionismo, a volte sono delle “dilettanti professioniste”, se così si può dire, per cui tante ragazze si allenano tutti i giorni, ma vanno anche a scuola o fanno un percorso di formazione professionale e si allenano il pomeriggio tardi o la sera. È anche un campionato diverso dal nostro, ma quando sono andata via dall’Italia nel 2012 era il miglior campionato d’Europa”.
Per quanto riguarda il calcio femminile in Italia:“Nel nostro Paese c’è una cultura ancora arretrata, se mi passi il termine, non solo quando si tratta di calcio femminile, ma di sport in generale: lo si nota ancora di più guardando i passi in avanti fatti dalle altre nazioni. Per questo, secondo me, bisogna lavorare sulla cultura prima di ogni cosa, cambiare il punto di vista tradizionale, eliminando i pregiudizi. Solo eliminando quei pregiudizi sarà più facile, per le nuove generazioni, abituarsi a vedere le donne in ruoli come il mio: è questa l’evoluzione”.
La giocatrice ha anche parlato del suo rapporto con i social network sempre più presenti nel quotidiano:“Oggi Personalmente non vivo i social come un impegno, ma come un divertimento. Per me postare foto o Stories significa raccontare la mia quotidianità e cerco di farlo sempre attraverso il mio lavoro. Dall’altra parte, tutta la visibilità di questo momento è accompagnata dall’obbligo e dalla responsabilità, per noi, di insegnare qualcosa.Oltre a essere un personaggio pubblico sei anche un esempio, per tante bambine e per tanti bambini, per cui devi mantenere la tua integrità morale e personale per portare avanti le tue idee, per dare il buon esempio. A parlare sono bravi tutti. È vero anche, però, che noi tutta questa visibilità ce la siamo guadagnata e dobbiamo cercare di mantenere una linea propositiva nei confronti delle nuove generazioni, sapendo di essere state delle precorritrici di una cultura che prima non c’era, e che noi stiamo costruendo”.
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