Il Calcio Femminile Italiano, è divenuto professionistico (per la massima serie) ma a che punto siamo con l’aumento del pubblico negli stadi italiani?
Aimè, dati alla mano, nonostante una parziale ricerca da parte delle 10 società militanti in Serie A di ospitare il suo pubblico in stadi sempre più capienti, il pubblico al seguito delle squadre italiane sembra circoscritto ad appassionati e parenti.
In Italia c’era stata la svolta il 21 maggio 2022, allo Juventus Stadium di Torino, dove si è giocata la finale di Champions League femminile, disputata tra Lione e Barcellona.
L’Italia ha potuto così ospitare la seconda finale di Champions League Femminile della sua storia dopo quella disputata il 26 maggio 2016 allo stadio “Città del Tricolore” di Reggio Emilia. Fonte: Elaborazioni del Centro Studi FIGC su fonti varie 32.257 SPETTATORI INCASSO PARI A QUASI € 290.000 (ticketing e corporate hospitality)
La finale di Torino ha rappresentato un successo organizzativo e di pubblico, per un evento che ha contribuito in maniera significativa alla crescita del movimento calcistico femminile nel nostro paese.
La finale ha rappresentato fino a quel momento l’evento di calcio femminile a pagamento con record di affluenza e incassi in Italia. Audience tv: 3,6 milioni di telespettatori a livello internazionale (dazn, youtube e 11 canali free-to-air in europa), dato in incremento del 56% rispetto alla finale 2020-2021.
Ma ci vogliono le finali delle società straniere, in Italia, per calamitare il pubblico?
Certamente si. Infatti con 39.454 tifosi presenti, la gara Roma-Barcellona di UEFA Women’s Champions League (della scorsa stagione allo Stadio Olimpico) è stata la partita con più spettatori di sempre nel calcio femminile italiano.
Dopo questa gara, anche la Roma che ha portato nella capitale società come Paris Saint Germain, Ajax e Bayern Monaco non è più riuscita a calamitare il tifo giallo rosso nello stadio (rimesso a nuovo per la Champions League 2023-24) al “Tre Fontane”.
Sarà quindi un problema di Stadi? Si potrebbe pensare di utilizzare questi impianti (L’ Allianz Stadium della Juventus, l’ Olimpico a Roma oltre che il Franchi a Firenze) per la prossima edizione della Champions League?
Certamente i costi di gestione delle gare, svolte in questi impianti sovra dimensionati, sarebbero maggiori ai ricavi ed è per questa ragione che le società italiane non possono pensare al loro utilizzo in Champions League. Se si vuole fare il solito paragone dell’estero, dove le società che hanno incontrato le Campionesse d’ Italia nella recente competizione (vedi PSG, Ajax e Bayern) hanno utilizzato gli impianti più capienti: il pubblico ha risposto bene coprendo le spese e portando tifo e spettacolo sugli spalti.
Sarà, forse, una questione di mentalità o di sistema ma il giungere a questi livelli per il Movimento femminile in Italia resta, a mio avviso, ancora molto indietro: sia a livello di pubblicità dell’evento, che di immagine mediatica, nonché di forza di volontà a fare crescere tale pubblico. La Figc, con la Nazionale maggiore e tutte le Finali di Coppa Italia o Super Coppa ha cercato di portare il pubblico in questa direzione, concedendo anche gli ingressi a prezzi veramente stracciati se non addirittura gratis, ma il risultato resta (sebbene leggermente in aumento) una visione limitata alle società giovanili della zona ed i pochi veri appassionati del femminile.