Gabriele Gravina, 68 anni, cittadino onorario di Castel di Sangro (la sua ex società che dal 1984 al 2000 , ricoprendo la carica di presidente, conquista cinque promozioni di categoria, nell’arco di un decennio, andando a sorpresa di tutti a disputare la serie B)-
Il 22 dicembre 2015 diventa presidente della Lega Italiana Calcio Professionistico con 31 voti contro i 13 e i 7 riferiti rispettivamente agli sfidanti Raffaele Pagnozzi e Paolo Marcheschi, succedendo così nella carica a Mario Macalli.
Viene confermato nell’incarico il 15 novembre 2016, con 55 preferenze, mentre l’avversario Alessandro Barilli ne riceve soltanto 3. Dimessosi dalla carica il 16 ottobre 2018, viene eletto presidente della Federazione Italiana gioco Calcio il 22 ottobre successivo con il 97,2% dei voti.
L’11 aprile 2019 riceve dal Parlamento Europeo il Premio” La Moda Veste la Pace” per le attività di contrasto al razzismo nel calcio svolte durante il suo mandato di Presidente della Federazione Italiana Gioco Calcio.
In vista delle elezioni del 22 febbraio 2021 si ricandida alla presidenza della FIGC contro il suo vice Cosimo Sibilia, presidente della Lega Nazionale Dilettanti che lo sostiene, con l’appoggio della maggior parte dei club professionistici, dell’Associazione Italiana Allenatori Calcio e dell’Associazione Italiana Calciatori.
Con il suo documento programmatico (la partita per il futuro) si gioca il quadriennio 2021-2024, alla poltrona della FIGC.
Programma ricco di contenuti, con le sue 128 pagine, dove si diverte a giocare molto con la parola “calcio”, come ad evidenziare non solo che il futuro del pallone e nel gioco ma:
con Coesione, Azione, Lungimiranza, Competenza, Innovazione ed Opportunità, sviluppando in otto punti la presentazione dell’intero suo mandato.
Sicuramente in ricco dettaglio di tutte le migliorie, che il candidato offre alla visione dei suoi elettori, per fare breccia sulle società e su tutto il mondo del pallone.
Ma qual’è la missione, per Gravina, nei confronti del Calcio Femminile Italiano?
Nell’espressione del mandato parziale (che cita nel suo schema di Primo Tempo) troviamo nella “dimensione sportiva” l’incremento della copertura mediatica e nuovi sponsor per il Calcio Femminile; mentre nella “dimensione economica” -dichiara- la gratuità del tesseramento, per tutte le calciatrici femminili Under 17.
Tali cosi dette “dimensioni” non credo siano innovazioni o novità tali da pensare che il calcio femminile italiano attenda da anni questi incrementi mediatici.
Nell’ambito della “dimensione etica e sociale” viene indicato che qualora diventasse presidente avvierà il sostegno alla campagna contro la violenza sulle donne del dipartimento per le pari opportunità- ed infine, alla adesione alla campagna della Fondazione Laps (La Croce Rossa e il Banco Alimentare)-anche in questi “slogan elettivo” non si intravede nulla di particolare e di nuovo, per le quote rosa nel rettangolo verde.
Tante filosofie di gioco, molti obbiettivi, e forse troppe regole ad un mondo che di riforme necessarie, forse, ne ha già troppe!
Gravina, la sua partita per il futuro alla FIGC la gioca dando per scontato che lo sviluppo del calcio femminile in Italia sia già al suo apice; ma e solo all’inizio: occorre fare ancora molto e concretamente per terminare tutto l’iter burocratico per l’introduzione del professionismo femminile, indicare il giusto compenso e strutturare tutte le società (che sviluppano il progetto donna nel pallone) in modo efficacie e concreto.
Di tutto questo, francamente, nel documento programmatico del professore non si trova traccia ma siamo speranzosi che l’entusiasmo che afferma avere per i colori azzurri siano in egual misura sia nel campo maschile che femminile.