Prima di cominciare è necessario fare una premessa: la chiusura di una azienda è un fatto estremamente doloroso perché implica gravi ripercussioni per chi ci lavora. Per questo motivo, fin da ora, esprimiamo la nostra solidarietà a tutti i dipendenti de “I Dolci Sapori”. Detto questo, entriamo nello specifico e chiediamoci: cosa rappresenta, per il calcio femminile, il fallimento del suo main sponsor? Credo che nessuno abbia da ridire se proviamo ad affermare che si tratta di un gravissimo danno di immagine.
I più “pignoli” (che rappresentano, comunque, pochissime persone), potrebbero dire che si è trattato di un incidente di percorso di scarsa rilevanza che non porterà alcun danno al movimento femminile. Altri, meno propensi ad analisi approfondite, faranno un “facile” accostamento cinico e sprezzante: fallisce lo sponsor, fallisce il calcio delle donne. Attenzione, si tratta della stragrande maggioranza delle persone che segue il calcio e non soltanto quello femminile.
E non si chiama, questo, danno di immagine? Il calcio femminile avrebbe bisogno di tutt’altro!
Questo spiacevolissimo episodio, di cui non conosciamo con precisione i dettagli, apre sicuramente un dibattito e mette in forte dubbio l’operato della LND (Lega Nazionale Dilettanti) nei confronti del movimento femminile. Le poche indiscrezioni riportano elementi di pressapochismo con cui la Lega avrebbe condotto questa operazione di sponsorizzazione (società indebitata, bilanci disastrosi e massimo dirigente già coinvolto in precedenti scandali fiscali) e un dato certo: Il 7 Dicembre u.s. la società “I Dolci Sapori” è stata dichiarata fallita e la Lega da più di un mese non si è pronunciata o ha comunicato qualcosa alle varie società calcistiche.
Eppure la scorsa estate, in occasione della presentazione del calendario agonistico della serie A, il rappresentante di quella società (Matteo Pinciroli) era stato accolto con enfasi e toni trionfalistici da parte di tutto l’entourage della Federazione e della Lega al punto da rappresentare il vero “fiore all’occhiello” di tutta la manifestazione e poi, vogliamo dirla tutta, nessuna società sapeva con precisione in che cosa consisteva questa sponsorizzazione (c’è chi azzarda qualche pallone e alcune fette di torta).
Va bene, direte, un episodio… può capitare a tutti. No signori, questo è quello più eclatante, ma vogliamo ripercorrere gli ultimi tempi?
- Vicenda Coppa Italia: Chi si ricorda di tutti quegli spostamenti di data, sede e orario che hanno portato le due società finaliste (ACF Brescia e Fiorentina Women’s) ad avere rapporti quasi “da guerra fredda”? E le tifoserie che si rinfacciavano responsabilità che potevano, poi, sfociare in problematiche di ordine pubblico?
- Spostamenti di gare già calendarizzate per consentire (forse) la copertura televisiva che l’emittente di Stato (RaiSport) avrebbe (forse) garantito? Cose che al momento hanno creato più danni (impegni disattesi, orari sballati, competenze minime) che benefici?
- Un portale, quello della LND, insufficiente per dati e interesse (clicchi sui tabellini delle gare e ti compare il “nulla”) che ti porta direttamente a consultare altri siti se vuoi tenerti aggiornato.
- Una gestione del tabellone di Coppa Italia che non prende minimamente in considerazione il ranking dei valori tecnici delle varie formazioni.
Riflettiamoci bene: questa LND (Lega Nazionale Dilettanti), che “cura” il settore calcio femminile in Italia, potrà dargli il tanto auspicato beneficio in termini di visibilità, consenso, seguito ed interesse? … Voi cosa ne pensate?