Credit Photo: Staffordshire University

Durante l’intera giornata di lunedì 11 dicembre alla Staffordshire University, accademia ed un ristretto gruppo di addetti ai lavori si sono incontrati per condividere progetti di successo e applicare informazioni scientifiche e con fondamenti pratici per massimizzare il potenziale delle calciatrici e continuare ad implementare il successo del calcio femminile a livello nazionale ed internazionale.

Questa giornata è stata organizzata dalla Dott.ssa Jacky Forsyth, Professoressa Associata di Fisiologia dell’Esercizio alla Staffordshire University nell’ambito del progetto “European Women in Sportincentrato sul calcio femminile e fondato da Erasmus+, con durata tre anni. Il progetto coinvolge 9 università in 6 diversi Paesi geograficamente europei quali: Inghilterra, Francia, Polonia, Spagna, Bulgaria e Finlandia.

Prof. Jacky Forsyth ha aperto la giornata condividendo i risultati di 3 anni del Progetto European Women in Sport a livello internazionale. Ha poi preso la parola Claire-Marie Roberts che è a capo dello sviluppo del calcio di elite alla Premier League che ha condiviso le ultime novità sul professionismo calcistico femminile in Inghilterra e del ruolo che la Premier League ha fino ad ora avuto in questo ambito: un finanziatore silenzioso del calcio femminile. Sono infatti della Premier League i fondi alle Accademie femminili di calcio legate ai grandi club ed è la Premier League che ha finanziato e supportato la nascita di un organismo esterno che controlli l’operato di queste accademie avendo al centro sempre il benessere e lo sviluppo delle giocatrici.

La mattinata è proseguita con interventi relativi alla psicologia dello sport: da come dare un nuovo significato alla parola e alla esperienza dello stress possa risultare in un miglioramento della performance (Dr. Paul Mansell e Shane Carrington) al supporto che il Liverpool femminile ha avuto grazie ad un lavoro olistico che ha coinvolto Proprietari, staff, allenatori e Dott.ssa Francesca Champ, prima ancora delle giocatrici e dei risultati ottenuti in 3 anni.

Dr Craig Rosenbloom, medico del Tottenham Femminile fino alla scorsa stagione, ha condiviso alcune ricerche sulle commozioni cerebrali nel calcio femminile e della loro incidenza, mettendoli in relazione con l’equivalente maschile. Ha sottolineato anche l’importanza per gli allenatori e giocatrici nel riconoscere i segni delle possibili commozioni cerebrali e di come sia fondamentale, in caso di dubbio, pensare di sostituire la giocatrice che ha subito un colpo al collo e/o alla testa. Qui in Inghilterra, la Federazione ha fornito un protocollo di ritorno al gioco per tutti i giocatori e giocatrici che hanno subito una commozione cerebrale o trauma alla testa che è diviso per adulti e ragazzi/e sotto ai 18 anni ed è in fasi. Il ritorno può anche avvenire a 4 settimane dall’episodio di trauma.
Ha chiuso la mattinata Katrine Oklhom-Kryger ha condiviso la ricerca sugli scarpini disegnati per un piede femminile e le ragioni base per questa esigenza che non si basa solo sugli infortuni, ma sulla biomeccanica e dimensione dei piedi femminili.

Il pomeriggio ha avuto come centro di discussione il supporto agli allenatori nell’affrontare con le atlete la tematica del ciclo mestruale e dell’impatto in allenamento e in termini di performance. Cambiare la narrativa del ciclo mestruale e sport, cercando di creare una conoscenza e accettazione positiva da parte delle atlete, legando la ciclicità ad un fattore di salute del corpo femminile e di come utilizzare alcune accortezze nel kit (Esther Goldsmith e Julia Donnelly). A questo ha avuto seguito un’interessante intervento sull’importanza della giusta misura e del giusto tipo di reggiseno sportivo e di alcune risorse disponibili online per famiglie ed atlete atte a rendere chiaro come trovare il reggiseno sportivo ideale dato che anche questo incide parecchio (dati alla mano) sulla performance delle giocatrici (Nicola Brown).

Da allenatrice ho trovato parecchio interessante la ricerca presentata da Naomi Datson sullo scanning che ha avuto per oggetto i quarti di finale dell’Europeo Femminile 2022. Le giocatrici di centro campo hanno fatto 0.95 scanning al minuto in media. Scanning è una delle qualità che noi allenatrici/allenatori delle giovanili qui in Inghilterra non alleniamo particolarmente, ma che deve essere assolutamente incentivata come qualità.

Ha chiuso i lavori Maurizio Valenti della Manchester Metropolitan University presentando una ricerca sui fattori che influenzano gli spettatori e gli interessi dei tifosi della WSL che possono essere di interesse ai manager che operano nel calcio femminile di alto livello.

Per ulteriori informazioni relative al progetto European Women in Sport: http://e-wins.eu/

 

Natascia Bernardi
Appassionata di calcio femminile dagli anni 90, prima portiere, poi arbitro ed ora allenatrice con il patentino di UEFA B in via di lavorazione. È attualmente Head Coach per QPR U12 Girls e allenatrice della squadra femminile di un College. Ambasciatrice per Kick It Out - l'associazione inglese contro ogni forma di discriminazione, se non su un campo da calcio o sugli spalti di uno stadio, la si può incontrare in qualche caffè indipendente intenta a leggere una biografia calcistica o un libro di narrativa italiana. Adora ascoltare BBC radio 2 o musica anni 80 quando guida anche se preferisce podcast calcistici in autostrada. I suoi miti calcistici femminili sono: Carolina Morace e Mia Hamm. Ha vissuto un po' ovunque ma ora è di base a Londra.